Già, ma quando le cose hanno iniziato a girare male ecco sbandierare il tricolore e l'onor di patria...
Verissimo,quoto totalmente.E' stata tra le vicende più deprimenti,ma l'interesse nazionale resta fuori,checchè abbian tentato di farci credere Ricucci and friends.
La politica francese è sempre stata quella di guardare i propri interessi anche a contrasto di quelli della maggioranza d'Europa e di porte sbattute in faccia a tutti, non solo agli italiani. Ma forse proprio per questo sarebbe stato il caso di fare attenzione prima, non di lamentarsi a giochi fatti.
E' solo una riconferma:ha sempre fatto e sempre agito così.E' questa l'europa che vogliamo?
Frena: se l'operazione è stata condotta su una società belga non può essere protezionismo, sarebbe una contraddizione in termini.
Al contrario,rincaro:Enel puntava direttamente al controllo di Electrabel,che è partecipata da Suez,azienda francese che indirettamente ne era minacciata dall opa quindi.Metà europa lo condanan come atto protezionista verso un'azienda francese minacciata dall'opa enel.Ma è la logica finanziaria ad imporre sta analisi.Posto un'articolo del sole 24 ore,lo metto in quote qui sotto perchè esprime per filo e per segno quello che è il pensiero europeo in merito a queste azioni francesi.
Roma furiosa, tedeschi nervosi, belgi polemici. Così in un lampo, facendo infuriare Roma e indispettendo i tedeschi (in questi giorni la superutility E.On sta dando l'assalto alla spagnola Endesa con un'Opa da 29 miliardi) de Villepin ha ordinato la fusione tra Gaz de France (leader nell'industria del gas metano, 22 miliardi di fatturato) e Suez (campione nazionale da 40 miliardi di fatturato che si occupa di elettricità, gas, acqua e rifiuti). Ne verrà fuori il secondo gruppo europeo dell'energia, gigante di fatto a controllo statale da 64 miliardi di giro d'affari e da oltre 73 miliardi di capitalizzazione (numero due d'Europa dopo la francese Edf con 80 miiliardi di capitalizzazione), quinto produttore continentale di elettricità, gestore della prima rete di trasporto e distribuzione del gas naturale e leader dei servizi ambientali. Una mossa, secondo il Wall Street Journal che «tutela più la Francia che gli azionisti». Concorda Le Monde, che nell'editoriale datato 28 febbraio attacca la mossa «deplorevole» del governo: «Villepin si rivela protezionista, per non dire nazionalista. La Francia ha detto no ieri al progetto di Costituzione europea. Dice di no oggi all'Europa dell'energia». Il quotidiano finanziario Les Echos, invece, ricorda che il Belgio «non si addice agli italiani» e cita il fallito raid di Carlo De Benedetti ai tempi dell'operazione Générale de Belgique (intervenne proprio Suez che così prese indirettamente il controllo di Electrabel). Mentre l'ex numero uno di Electrabel, Philippe Bodson, spiega a Le Soir che si tratta di un'operazione «imposta agli azionisti» e che la proposta dell'Enel aveva «molto senso». Il quotidiano di Bruxelles titola polemicamente: «Parigi nazionalizza l'elettricità belga».
Persino Le Monde la giudica una carognata.
quanto poi "all'averlo sempre fatto"...beh, noi italiani non siamo stati da meno, ti pare? la FIAT è diventata grande sul protezionismo e sugli appoggi dei governi, tant'è che una volta aperto il mercato e liberata la concorrenza ha incassato colpi tremendi da altre case, più abituate a giocare di concorrenza e di fusioni...
Non condivido.Il caso della Fiat è unico per l'italia, e va comunque sottolineato che oggi la Fiat si è risollevata senza contare su sovvenzioni di sorta,mentre Volkswagen e Renault son indagate a livello europeo per aver ricevuto soldi pubblici.E questo negli anni 90 con normative europee in vigore,non prima come è stato il caso fiat,anche se noi italiani (non è il tuo caso,semplice analisi mia) amiamo piangerci addosso.Inoltre la Francia ha potuto entrare qui come le pareva..Lactis,Credit Agricole,EDF il "polo del lusso" che ci vuole da sempre levare...oltre ai marchi già citati infatti,Gucci Fendi Zegna sono oggi controllati dai francesi.Ma Armani la ha la via chiusa,idem Prada.Gucic deve produrre profumi in francia per dar lavoro ai francesi,i dirigenti di Citoren e Peugeot in Italia sono francesi e non spiaccicano una parola di italiano.Poi ci sono le catene commerciali:Auchan,Carrefour, Leclerc sono ovunque qui...ormai l'unco vero grande distributore italiano a contrastare l'avanzata francese è la Coop.Gli altri non hanno i numeri.Invece quando gli stranieri (e per stranieri intendo tedeschi,italiani,americani,inglesi,non solo noi) mirano ad aziende francesi,ecco che tutto si chiude.Perchè San Paolo non può puntare a Dexia e invece PNB Paribas può prendersi BNL?E' qui il punto.E la Mittal perchè non può puntare ad arcelor?ah si dimenticavo,arcelor è francese.I nostri governi (csx prima cdx dopo) si son mossi sempre sotto il vincolo costante delle normative europee sul libero mercato,nonostante a rischio ci fossero posti di lavoro e imprese italiane.Qualcuno può,qualcun altro no.Noi non ci siam opposti,loro si.Gente che dichiara la Danone di interesse nazionale per evitare scalate,è fuori dal mondo e da qualsiasi contesto.E' nazionalismo nudo e crudo.In barba agli idioti che come me credono nell'europa unita.
La Francia ha sempre tenuto il suo piede in due scarpe: da una parte usare l'Europa quando le fa comodo, vedi PAC, dall'altro fregarsene altamente quando si tratta di proteggere, anzi, espandere, i suoi interessi nazionali.
Ora, niente in contrario agli interessi nazionali, anzi, ma se firmano l'adesione a certe regole di mercato comune e di uguali diritti per tutti, allora poi non si rimangiano la parolina con la r moscia, nascondendosi ipocritamente dietro il Traliccio, anche perchè, nel caso non l'avessero notato, ci si vede benissimo attraverso.
L'Italia fa bene a incacchiarsi di brutto, ed ora dovrebbe andare a Bruxelles a far vedere chi picchia i pugni più forte. Magari non concluderà niente, ma non starà con la coda fra le gambe.