ho sentito oggi che è stato cancellato il debito, come cantava jovanotti...
è vero o è una cavolata? non ho mica capito tanto
Per quel che ho saentito( e cpaito dato il mi stato di alcolizzato nelle ultime ore....)è un passo avanti ma ancvora non abbsatnza per essere tramnquilli....
italo ma c'è un bastardo che ti ha spostato i tasti della tastiera o è tutta colpa dell'omosessualità???
scherzi a parte è stato cancallata una parte di debito che ammonta a 40 miliardi di euro bruscolino + bruscolino meno il debito è stato cancellato solo dall'unione europea,quindi cambiali da pagare terzomondolandia ne avranno ancora parekkie!
Mi sembra un grande passo in avanti anche gli esperti dicono che questa cancellazione non risolverà molto questo era solo una parte del debito multilaterale ossia quello dovuto a organismi internazionali; la maggior parte del debito è invece quello detto bilaterale ossia dovuto ai singoli stati.
Si dice che il debito totale si aggiri intorno ai 230 miliardi di dollari......
Comunque questa prima riduzione mi fa ben sperare che fianlmente i paesi piu' ricchi si siano messi d'impegno per risolvere questo problema.
Jovanotti mi fa pena, dovrebbe limitarsi a fare il cantante, invece di parlare di cose che non conosce. Mi fa anche paura (è di quelli che ci credono veramente che bisogna avere paura), perché c'è più gente disposta ad ascoltare Jovanotti, che ad ascoltare un dottore di economia o a leggere un articolo dell'Economist.
Cancellare il debito? Prima di tutto che cosa è questo debito? Qual è il suo scopo? Perché esiste? Se ci fosse una risposta semplice, sarebbe già stato cancellato... il fatto è che il debito non è stato fatto per essere cancellato, non è nemmeno stato fatto per essere ripagato, non si tratta di una questione di soldi.
In parole povere: in cambio della cancellazione i paesi indebitati devono fare degli "adeguamenti strutturali", ossia far coincidere la domanda con l'offerta. L'offerta è una supposta grande come un dirigibile, la domanda è un buchino di c**o piccolissimo, l'inserimento è quello che si chiama "un adeguamento strutturale". Questa è la legge del mercato, questa è la politica dell'FMI. Il Messico l'ha fatto ed è fallito, la Tailandia l'ha fatto ed è fallita, l'Indonesia l'ha fatto ed è fallita.
Si potrebbe parlare per ore su questo tema, ma questo è solo un piccolo esempio per dimostrare che molto raramente nel mondo reale le cose sono semplici come in una canzone rap...
non vogliamo certo i soldi indietro ma una contropartita a livello di collaborazione maggiore(es immigrazione)o di riforme sociali in questi paesi poveri mi sembra il minimo prima di cancellare qualcosa.
jovanotti è meglio che bada alla musica è basta(è anke li......
)
Importantissimo, sono i 18 paesi più indigenti in assoluto e altri 5 verranno beneficiati dello stesso trattamento non appena raggiungono i requisiti richiesti.
Non è la soluzione finale, ma è un enorme passo avanti.
A questo vanno aggiunti i fondi per il vaccino dei bambini e le cure contro l'aids...
Qualunque sia la ragione, è sempre qualcosa Quaranta miliardi del debito sono pochi, ma non fanno neanche schifo come somma.
Beh ricordiamo che per l'annullamento del debito si son fatte anche discrete porcate in passato.Per la mia recente esperienza di diplomatico Mauritano posso citarvi un ersempio legato alla nazione da me rappresentata.
La Mauritania è uno stato estremamente povero la cui risorsa principale sarebbe la pesca.Peccato che per l'annullamento del debito la Mauritania abbia ceduto alla Francia i diritti sulla pesca all'interno delle sue acque,privandosi così di una fondamentale fonte di sostentamento....
mah.. diciamo che un bruscolino è meglio d nulla.. bisogna vedere però a che condizioni..
se è come la mauritania(l'avevo sentita anche io).. nn è un gran che..
speriamo in meglio.. man mano che si va avanti.. cmq dubito che questi 40 miliardi siano stati annullati senza un ricavo da un'altra parte..
cmq.. m posso informare tramite un'amica missionaria.. riguardo alle condizioni..
peace rhox
Grazie Rhox,la cosa mi interessa alquanto.Facci sapere se ci saranno ripercussioni e soprattutto come sta venendo vissuta questa novità dai diretti interessati.
premesso che non era un jovanottismo ma una semplice richiesta di informazioni sto debito da dove è venuto?
L'ho sentito alla radio ieri notte.
Mi sembra una cosa fatta x il verso finalmente!
La Storia Del Debito:
La storia del debito del Terzo Mondo inizia nel 1973, quando i paesi OPEC decisero di imporre un blocco all'esportazione di petrolio. Ciò comportò una notevole diminuzione dell'offerta della risorsa, con conseguente ascesa dei prezzi fino a quattro volte rispetto al periodo precedente. In risposta, si verificò una diminuzione di consumi, ma poiché la domanda di petrolio è anelastica, i paesi OPEC beneficiarono comunque di un notevole afflusso di denaro, i cosiddetti petroldollari.
Tale abbondanza di denaro, depositato nelle principali banche internazionali, causò un abbassamento dei tassi di interesse. A questo si accompagnò anche una notevole inflazione, dovuta all'aumento dei costi di produzione per il caro-petrolio. La combinazione di tassi d'interesse bassi e di inflazione alta portò ad un tasso d'interesse reale negativo. Con questa condizione, addirittura redditizia per chi s'indebita, ci fu una vera e propria corsa dei paesi del Sud del mondo a contrarre debiti con le banche occidentali.
Nel 1978-79 ci fu una seconda crisi dei prezzi del petrolio, che quintuplicarono rispetto all'aumento del '73. Ritenendo che l'inflazione derivata da ciò fosse intollerabile, Margaret Thatcher e Ronald Reagan applicarono un approccio monetarista: rialzarono i tassi di interesse. L'operazione si estese a tutta l'Europa e il mondo intero, perché le singole banche centrali non potevano rischiare che i risparmiatori fuggissero negli USA. In Italia e in Germania, inoltre, la crescita dei tassi d'interesse fu ancora più alta perché doveva bilanciare l'incertezza politica interna (era infatti il periodo del sequestro di Aldo Moro). In quel periodo si parlava di tale operazione come di "raffreddamento della domanda", ma essa portò, nei fatti, ad una recessione (recessione degli anni '80) perché la "medicina" usata -rialzo dei tassi d'interesse- curava solitamente l'inflazione da eccesso di domanda, ma non quella da aumento dei costi, che era poi il caso del '73 e '78-'79.
Gli effetti di tale manovra furono molteplici. In primo luogo, la recessione provocò un aumento della disoccupazione nei paesi industrializzati. In secondo luogo, nei paesi che avevano contratto il debito (cioè nel Sud del mondo), poiché esso era stipulato in dollari, si verificò un aumento del servizio del debito (ossia la quota annua da versare ai creditori, cioè gli interessi). In terzo luogo, vi fu l'apprezzamento del dollaro, il cui tasso di cambio raddoppiò verso la sterlina, marco e franco svizzero, quadruplicò con la lira italiana e più che decuplicò verso le altre valute del Sud del mondo. L'apprezzamento fu causato dalla crescita della domanda di dollari, necessari per comprare titoli di stato statunitensi. L'apprezzamento era inoltre favorevole agli Stati Uniti poiché erano e sono grandi importatori di merci. Questi tre effetti causarono una vera e propria esplosione del debito.
Come quarto effetto -piove sempre sul bagnato- si diffuse la sfiducia verso le valute del Sud del mondo, con conseguente deprezzamento che aggravò la situazione. L'iperinflazione, anch'essa causata da quanto detto prima, comportò enormi disuguaglianze economiche e sociali all'interno dei paesi colpiti.
Nel 1982 il Messico, oppresso dall'insostenibilità del debito, dichiarò l'insolvenza. Si temette allora che la sfiducia nel sistema bancario potesse provocare una crisi simile a quella del 1929 e quindi il ritiro simultaneo del denaro dalle banche. Per evitare ciò i governi del Nord, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale decisero di concedere prestiti ai paesi debitori, a condizione che questi attuassero le cosiddette "politiche di aggiustamento strutturale". Si verificò quindi un passaggio, a volte parziale, dall'indebitamento verso privati a indebitamento verso governi ed enti pubblici.
L'aggiustamento strutturale ebbe conseguenze disastrose in termini di costi sociali. La privatizzazione di enti pubblici portò a licenziamenti e la rimozione di dazi sul commerciò condusse all'ingresso di merci straniere, più competitive, nei paesi debitori, quindi alla morte dell'industria interna, all'impoverimento della popolazione dovuto all'assenza di salari e alla definitiva fuga delle aziende straniere che non disponevano più di un mercato a cui vendere i propri prodotti.
A ciò si deve aggiungere l'uso sconsiderato che alcuni governi, come il regime di Joseph Mobutu, hanno fatto dei nuovi prestiti, impiegandoli a vantaggio personale e non della popolazione. Talora i nuovi finanziamenti sono stati impiegati per acquistare armi con enorme lucro delle industrie produttrici, localizzate sempre nei paesi del Nord del mondo.
Bell'intervento Viserys
Lo considero un passo avanti