Le gesta di Beren e Luthien
I (di Thingol)
C’era un re in giorni antichi
Prima che gli Uomini apparissero sulla terra
il suo potere fu innalzato nell’ombra della caverna,
la sua mano era sopra forra e radura.
I suoi scudi erano splendenti come la luna,
le sue lance pungenti, d’acciaio erano le punte,
di grigio argento la sua corona lavorata,
la luce delle stelle nelle sue bandiere catturata;
e argentee trillavano le sue lunghe trombe
al di sotto le stelle in ardue tenzoni;
Un incantesimo avvolgeva il suo regno,
dove potenza e Gloria, ricchezza mai raccontata,
maneggiava dal suo trono d’avorio
in aule di pietra dalle molte colonne.
Là il berillo, perla e pallido opale,
e cotte di maglia lavorate a lisca di pesce,
scudo e corazza leggera, ascia e spada,
e lance lucenti giacevano ammassate,
tutto questo lui ebbe, ed amò loro meno
che una fanciulla unica in Elfinesse;
poiché la più bella fra i nati dagli Uomini
una figlia egli aveva, Luthien.
membra così flessuose più non si muoveranno
Sulla terra verde sotto il sole;
così incantevole una fanciulla mai più sarà
dall’alba al crepuscolo, dal sole al mare.
Il suo abito era blu come i cieli d’estate,
ma grigi come la sera erano i suoi occhi,
trapunto di chiari gigli dorati,
ma scuri come ombra erano i suoi capelli.
I suoi piedi erano leggeri come uccello alato,
il suo sorriso più luminoso della primavera;
il salice snello, la canna archeggiante,
la fragranza di prati in fiore,
la luce sulle foglie degli alberi,
la voce dell’acqua, molto più che tutto questo
la era sua bellezza e la sua beatitudine,
la sua gloria e la sua avvenenza;
ed ella il re più preziosa stimò
che mano o cuore o luce degli occhi.
Essi vissero nel mezzo del Beleriand,
quando ancora il potere degli Elfi dominava la terra,
nelle intricate foreste del Doriath:
pochi laggiù hanno mai trovato il sentiero;
pochi hanno mai osato il limite della foresta
oltrepassare, o agitare le foglie ascoltanti
con lingue di cani in una muta da caccia
Con cavallo, o corno, o piede mortale.
A nord è situata la terra della Terrore,
dove soltanto diaboliche vie hanno condotto
sopra colline d’ombra, brulle e fredde,
o alla tana infestata di Taur-Na-Fuin’s,
dove La Funesta Ombra della Notte si poneva in agguato
e mai giungevano o luna o giorno;
a Sud la vasta terra inesplorata;
Ad Ovest l’antico Oceano mugghiava
mai navigato privo di costa,vasto e agitato
all’Est in picchi d’azzurro si ergevano
avvolte nel silenzio, circondate da foschia,
le montagne del Mondo Esterno,
oltre l’ombra della foresta intricata
rovo e macchia, boschetto e radura,
i cui rami torreggianti sospesi per magia
erano antichi già quando il mondo era giovane.
Là Thingol nelle Mille Caverne
I cui pallidi portali, che il fiume bagnava,
Esgalduin le fate lo chiamano,
in numerose aule imponenti e illuminate da torce
come re oscuro e nascosto ha dimorato
il signore della foresta della cima rocciosa;
affilata la sua spada, e alto il suo elmo,
il re di faggio e quercia ed olmo.
Là Luthien l’agile fanciulla
Amava danzare in vallette ed in radure erbose,
e musica dolce, leggera e pura,
scorreva lontano, la più piacevole che mai orecchio
di Uomini mortali abbia udito nei giorni di festa,
e più amabile del canto di un uccello.
Quando lunghe erano le foglie e verde era l'erba
allora Dairon con le sue dita agili,
quando la luce del giorno si mescolava alle ombre ,
una musica errante dolcemente componeva,
flauto incantato, trillo impetuoso
per amore della fanciulla elfica di Thingol.
Là l'arco veniva piegato e la lancia veniva scagliata,
il daino come fantasma fuggiva,
e cavalli fieri con criniere intrecciate,
con morso brillante e redini d’argento,
fuggivano nella notte al chiaro di luna
come rondini sfreccianti in volo;
un soffio di corno e un suono di campane,
una segreta caccia in valli infossate.
Là canti furono composti ed oggetti d’oro,
e tazze d’argento e gioielli mai raccontati,
e gli anni infiniti della terra fatata
trascorsero sul Beleriand,
fino ad un giorno sotto il sole,
in cui molte meraviglie ebbero inizio.
Note
L’apertura della poesia in B è complicata dal fatto che mio padre ha riscritto parzialmente,
e ristampato, il primo Canto – un’intera ribattitura distinta dal fondamentale rimaneggio successivo che la parte precedente della poesia ha subito. Questa prima ribattitura del canto di apertura è stata fatta mentre la composizione originale della poesia ancora stava procedendo, ma era discretamente progredita
La seconda versione è stata scritta esattamente nella stessa forma di quella che ha sostituito, mentre l'ultima parte del testo-B non è stata scritta; ma il nome Beleriand compare in esso, come scritto e non come emendazione, mentre altrove in B la forma è Broseliand, emendato sempre in inchiostro a
Beleriand. * Inoltre era la prima versione di canto I nel B-testo che C. S. Lewis ha letto nella notte del 6 dicembre 1929, e penso che è molto probabile che fu la critica del Lewis quello che abbia condotto mio padre a riscrivere l'apertura (veda i pp 315 - 16). Nelle seguenti note la prima versione della B è denominata B(1), il testo riscritto dato sopra diventa B(2).
A: Un re era nell'alba dei giorni:
la sua corona dorata splendeva brillante
con rosso rubino e cristallo luminoso
i suoi cibi erano deliziosi, le sue amate pietanze;
abiti di seta rossi, un trono d'avorio, 5
e antiche aule della pietra incurvata,
e vino e musica generosamente profusi,
e trenta vittorie e tre,
tutto questo egli ebbe e non se ne curò.
la sua figlia adorata era Melilot (meliloto): 10
dall'alba al crepuscolo, dal sole al mare,
non se ne potrebbe trovare di più bella.
Il suo abito era blu come cieli di estate,
ma non così blu come erano i suoi occhi;
erano trapunti con chiari gigli dorati 15
ma nessuno così dorato come i suoi capelli.
Una prima brutta copia, che può essera trovata dopo la linea 12 , ha il distico:
dall'Inghilterra sino all’Eglamar
sopra popoli e terre e paesi lontani.
(*una volta giunti alla fine(linea 3957), nella conclusione del manoscritto del testo-B, la forma scritta è Beleriand, non Broseliand.)
B(1): Un re là era nell’alba dei giorni:
&c. come A alla linea 6
ed oro accumulato nella grotta splendente,
tutto questo egli ebbe e non ne ha avuto cura.
più bella fra i nati dagli Uomini
una figlia egli ebbe, Luthien.
&c. come B (2)
14-18. Queste linee sono state usate in seguito nella canzone del Gimli in Moria
(La compagnia dell'anello II. 4); vedasi il commento di C. S. Lewis, p. 3I6.
41-4. A: Hanno vissuto nello scuro Broceliand
mentre la solitudine ancora dominava la terra.
B(1): Hanno vissuto oltre il Broseliand
mentre la solitudine dominava la terra,
nell'oscura foresta del Doriath.
Pochi laggiù hanno trovato mai il sentiero;
B(1) in Ossiriande è scritto a matita sopra Broseliand. Come sopra menzionato, la B (2) ha Beleriand come dicitura.
48. Dopo questa linea A e B(1) abbiamo:
Tuttavia venne un periodo lontano e oscuro
sotto le radici delle montagne tetre
un soffio di corno e un suono di campane,
una caccia nascosta in conche infossate
Il secondo distico riappare ad un punto successivo nella B(2), alle linee 9 I - 2.
49-61 A e B(1):
Al nord era situata la terra del terrore,
da dove soltanto diaboliche vie hanno condotto
sopra colline d’ombra brulle e fredde;
all'ovest e sud gli oceani mugghiavano
mai navigati privi di costa, vasti e agitati
all'est ed oriente le colline erano nascoste
sotto l’ombra della foresta intricata ,
65-6. A: Là Celegorm i suoi giorni senza tempo
trascorreva fra vie serpeggianti
corridoi scintillanti e navate infinite,
i cui pilastri erano bagnati da quel fiume
67. Esgalduin A, ma Esgaduin nei lavori approssimativi, che è la forma nei Figli di Hurin (p. 76, linea 2164) prima della correzione.
73. A: Là Melilot (meliloto) l’abile fanciulla
79-84. Non in A.
85-93. A e B(1) (con una differenza leggera):
Là l'arco è stato piegato e la freccia scoccata
e cervi come fantasmi sono fuggiti,
ed i cavalli pallidi con luminosi finimenti
andarono tintinnando nella notte al chiaro di luna;
Là canti furono composti ed oggetti d’oro,
Vedasi la nota alla riga 48
96. A: Ondeggiò sopra lo scuro Broceliand,
B(1): Ondeggiò sopra il lontano Broseliand,
B(1) in Ossiriande è scritto a matita su Broseliand, come alla linea 41.
Commento sul Canto I
Una caratteristica straordinaria della versione è il nome Celegorm
dato al re degli elfi del terreno boscoso (Thingol); inoltre nel canto
seguente il ruolo di Beren è in A interpretato da Maglor, figlio di Egnor.
L'unica conclusione possibile, per quanto strana, è che mio
padre era pronto ad abbandonare Thingol per Celegorm e (ancor
più sorprendente ) Beren per Maglor. Sia Celegorm che Maglor come figli
di Feanor sono comparsi nel racconto del Nauglafring e nel Lay dei figli di Hurin.
Il nome della figlia del re in A, Melilot (Meliloto) , è anche scorcentante
(ed è il nome inglese di una pianta, come in Melilot (Meliloto) Brandybuck, di un
ospite al party d'addio di Bilbo Baggins). Già nella seconda
versione dei Figli di Hurin Luthien è comparso come nome
'vero'di Tinuviel (veda la p. x ig, nota a 358 - 66). È forse
possibile che mio padre in effetti avesse cominciato il Lay di
Leithian prima di aver terminato il lavoro sui Figli di Hurin, nel
qual caso il Meliloto (Melilot) potrebbe essere il primo nome 'vero' di
Tinuviel, sostituito da Luthien; ma penso che questo sia estremamente
improbabile. * Per quanto riguarda Beren > di Maglor, ritengo Luthien
> il Meliloto (Melilot) molto più probabili. In qualunque caso, Beren e Luthien
presto compariranno nelle brutte copie originali del Lay di
Leithian. È strano inoltre che in A la figlia del re aveva occhi blu
E capelli come oro, dato che questo non si concilierebbe con l'abito
D’oscurità che (* mio padre espressamente ha indicato nel suo diario
che ha cominciato il Lay di Tinuviel nell’ estate del 1925; e deve essere
notato che un riferimento al Lay di Leithian compare nel
frammento iniziale allitterativo ad uno dei dattiloscritti di “Chiaro come le foglie sul
Tiglio” - che realmente è stato pubblicato nel mese di giugno del
1925 (si veda le pp 120-1). Così il riferimento nella seconda versione
dei Figli di Hurin al Lay di Leithian (linea 356 del p.
107) non è una prova che in effetti l’aveva cominciato.)
ha filato dai suoi capelli: nel racconto di Tinuviel i suoi capelli
erano 'scuri'(II. 20).
Il nome Broceliand che compare in A (Broseliand B)
è attendibile, ma io non posso far
luce sulla scelta che mio padre fece di questo nome (la foresta famosa di
Broceliande in Bretagna delle leggende Arturiane). > Sarebbe
interessante sapere se Broseliand condusse a Beleriand e un indizio
può forse essere trovato ad una pagina di bozza per l'apertura del Lay,
dove ha annotato i vari nomi che dovevano essere possibili e che stava ponderando per il nome
della terra. Il fatto che Ossiriand si presenta fra loro, mentre è
inoltre scritto a matita su Broseliand alle linee 41 e 96 da B(1),
può suggerire che questi nomi abbiano suscitato durante la
ricerca di un rimpiazzo di Broseliand. I nomi sono:
Colodhinand, Noldorinan, Geleriand, Bladorinand, Belaurien,
Arsiriand, Lassiriand, Ossiriand.
Colodhinand è fra l’altro interessante poichè mostra Colodh,
l'equivalente successivo di Sindarin di Quenya Noldo (nel vecchio
dizionario Gnomico “Golda” era l'equivalente dell’elfico “Noldo”, I 262).
Su Geleriand non posso far luce; ma
Belaurien è collegato ovviamente con Belaurin, la forma Gnomica di
Pahirien (I. 264) e di Bladorinand con Bladorwen nome del Palurien 'la
Grande terra, Madre Terra '(ibid.). Sembra almeno possibile che
Belaurien si trovi dietro Beleriand (che in seguito è stato spiegato
abbastanza diversamente). Un'altra curiosa caratteristica è la parola
Loro abitarono oltre Broseliand, la lettura di B(1) alla linea
41, dove A lo contiene e B(2) ha in mezzo di. Esga(l)duin, Taur-Na-Fuin
(per Taur Fuin dei racconti perduti) e Le Mille Caverne apparirono
nei Figli di Hurin; ma nelle montagne che
all’Est in picchi d’azzurro si ergevano
avvolte nel silenzio, circondate da foschia
- linee che sono assenti da A e B(1) - abbiamo la primaapparizione delle
montagne blu (Ered Luin) delle leggende successive: recintando
Beleriand, come sembra, dal mondo esterno.
In tutti i testi del primo canto il re degli Elfi del terreno boscoso
è presentato come possessore dei un’immensa ricchezza. Questa concezione
compare già nei Figli di Hurin (veda la p. 26), in profondo contrasto
a tutto ciò che si dice nei racconti perduti: il cfr. il racconto
di Turambar (II. 95) 'la gente di Tinwelint era dei terreni boscosi ed
ha avuto ricchezza limitata ', 'le sue ricchezze erano piccole 'ed il
Racconto del Nauglafring (II. 227) 'una corona dorata
(* sulla prima mappa 'del Silmarillion 'si dice che 'tutte
le terre bagnate da sud del Sirion di Gondolin sono denominate in
inglese " Broseliand '.) Loro, [ i Nani ] diretti per Tinwelint,
i quali nientaltro avevano indossato se non una corona di foglie scarlatte .'
Gil Galad - Stella di radianza
Lo leggo subito. Grazie Gil.