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Cefalonia e la guerra
G di Guardiano della notte
creato il 13 aprile 2005

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Anonimo

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Utente Anonimo


U


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Inviato il 13 aprile 2005 0:31

Questa sera si è conclusa con la seconda parte la fiction di RaiUno "Cefalonia".

 

La ficition narra gli eventi avvenuti nell'isola di Cefalonia,al largo delle coste greche,dall'8 settembre 1943, data in cui il governo italiano,per bocca dello stesso Badoglio,proclamò la nuova alleanza con gli Alleati e la fine della guerra a fianco della Germania,fino all'8 settembre 1944,quando l'isola fu liberata dagli Inglesi.

 

Su Cefalonia era stanziata la divisione Aqui,forte di 11000 uomini,i cui soldati,lasciati liberi di decidere se proseguire la guerra a fianco dei tedeschi o invece opporsi loro secondo quanto lasciava intendere il messaggio di Badoglio (molto oscuro,tale da causare ovunque dubbi e ritardi che furono fatali a migliaia di nostri soldati),scelsero di combattere.Dopo giorni di aspri scontri,davanti ad un nemico con una schiacciante superiorità aerea e navale e,ben presto,aumentato incredibilmente di numero,i nostri soldati furono costretti ad arrendersi.

 

I tedeschi fucilarono gli ufficiali e massacrarono almeno 5000 uomini.Con i 2000 morti circa degli scontri e l'affondamento delle navi che trasportavano alcuni prigionieri in Germania a causa delle mine alleate (beffa colossale),i morti in totale furono sui 9000.

 

...

 

Volevo semplicemente far partecipi voi tutti di quello che questa fiction (girata splendidamente,con ottimi attori e delle musiche struggenti) ha suscitato in me.

 

Innanzitutto,il senso di orgoglio per appartenere al popolo italiano.Non parlo del nazionalismo becero e fine a se stesso,che impedisce di apprezzare quanto viene da fuori,ma del senso di orgoglio di far parte di un popolo che,pur con tutti i suoi difetti ed i suoi problemi,ha saputo dimostrare anche coraggio,dignità,umanità e spirito di sacrificio.Impariamo a riconoscerle queste qualità al nostro Paese,perchè le merita.Soprattutto,anche se siamo in disaccordo con coloro che,ovunque nel mondo,combattono sotto la nostra bandiera,ricordiamoci di rispettarli:sono di sinistra e in linea di massima contrario alla guerra,ma non dimentico mai che chi combatte e rischia la vita merita rispetto,come soldato,come italiano e come essere umano.La critica sì, il livore no.

 

Poi,la tristezza profonda,che a tratti quasi sfociava nelle lacrime,per tutta la tristezza,la morte e la devastazione che la guerra portò.Parlo delle famiglie distrutte,di bambini rimasti senza un padre o una madre, di amori tragicamente spezzati, di soldati di 20 anni (20 anni...santo Dio,ma si può mandare un ragazzo a combattere e morire a quell'età?) che non hanno potuto godersi la vita... Ringrazio Dio di non aver vissuto quei tempi e prego che nè io,nè i miei figli,nè nessun altro debba patire le sofferenze che patirono i miei nonni in quegli anni.

 

Infine,il senso di rabbia verso tutte quelle persone,giovani in primo luogo,che si permettono di mettere in discussione idee come democrazia,unità nazionale,libertà,senso civico.Persone che denigrano con un livore che mi lascia stupito i nostri soldati impegnati all'estero.Persone che vedono la democrazia come un qualcosa di garantito,da sfruttare e per cui non fare niente.Persone che rimpiangono i bei tempi di "quando c'era lui".

A queste persone farei studiare i libri di storia,farei vedere da vicino i lager nazisti,farei leggere le lettere spedite dai soldati al fronte alle loro famiglie,farei visitare i cimiteri militari e civili con tutte quelle croci ferme non oltre il '45. Brutti deficenti,se oggi siete liberi di dire quello che pensate e di buttare via il vostro tempo dietro a veline,reality show,risse negli stadi e quant'altro,lo dovete a chi è crepato per voi:soldati,civili,uomini,donne,bambini,i vostri stessi parenti.Vergognatevi,vergognatevi,vergognatevi.

 

...

 

Scusate la mia solita prolissità,ma ritengo che questo sia un argomento importante e dovevo assolutamente tirare fuori quello che sento dentro.Incidentalmente,ora che ci penso,è anche il mio primo topic qui su Barriera,pensa un po'.

Spero sinceramente di non aver offeso qualcuno e se questo è accaduto,me ne dispiaccio profondamente e mi scuso sinceramente.

Grazie.

 

Manuele

 

 

PS=non l'ho detto nel topic,poichè lo credevo sottinteso,ma credo sia meglio dirlo chiaramente:

Il mio più sincero rispetto e affetto alle famiglie dei caduti della divisione Aqui e a quei coraggiosi uomini:non vi abbiamo dimenticato.


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Morgil
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Inviato il 13 aprile 2005 0:38

non aggiungo una parola al tuo bellissimo discorso!

io la penso come te!!!!


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Derfel Cadarn
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Inviato il 13 aprile 2005 1:21

Ritengo ci sia poco da aggiungere,ma in fondo si sa,in un periodo in cui la massificazione dei cervelli è considerabile un male alla pari con le più devastanti pestilenze del passato(e non sto esagerando in quanto se la malattia uccide l'uomo,la massificazione dei cervelli lo rende un essere peggiore e più dannoso certamente di un morto...),non ci si può che aspettare che la maggior parte delle persone segua la moda.E la moda ora qual'è?Pace pace pace....io faccio il liceo classico e grazie a questa formazione ho modo di dire che la pace è nulla in confronto alla libertà e al rispetto della dignità umana.Come si può parlare di pace in certi termini?Insultando chi rischia ogni giorno la propria vita per difendere degli ideali che sono alla base della tanto predicata pace?Anche i gesti più squallidi come i cori da stadio tipo "Mestiere di m***a Carabiniere!" sono cose che mi fanno veramente schifo e mi mettono addosso una tristezza unica davvero....spero vivamente che certa gente impari a pensare prima di parlare.Anche perchè se non ci fossero i nostri fratelli a pararci il c**o mettendo a repentaglio la propria vita ogni giorno mi si spiega come faremmo noi a condurre la nostra vita nella relativa tranquillità che adesso diamo tanto per scontato?

Infine:ricordiamo,prima di sparare a zero sui nostri fratelli Americani,che se non fosse stato per loro e per gli inglesi,noi ora staremmo probabilmente ancora sotto il giogo della dittatura,che di umano non ha nulla....io sinceramente non riusicrei mai a vivere sotto un regime simile.Onore ai molti partigiani caduti nel tentativo e nella speranza di riportare l'Italia sulla retta via.

 

 

Detto ciò spero di non aver offeso nessuno o,se l'ho fatto...boh...si vedrà....


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Brandon
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Inviato il 13 aprile 2005 11:03

Una sola cosa da dire che vale ieri come oggi:

Non esiste pace senza liberta!

Ciao


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Ser Loras Tyrell
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Inviato il 13 aprile 2005 19:32

Allora,scrivo con molta cautela,perchè l'argomento gettato alla ribalta (giustamente,forse anche tardi) dalla fiction con protagonista l'ottimo Zingaretti,può accendere parecchio,molto più di quanto si pensi.Cefalonia è un grande esempio.Di tante cose.Eroismo,determinazione,volontà,orgoglio,profumo di libertà,speranza.E da tanti valori nascono molti messaggi,primo fra tutti "NON DIMENTICATE".La libertà,la civiltà non son sempre esistite:son state strappate con sangue,fango,sudore e lacrime alla storia.Orgoglioso di esser italiano lo son sempre stato e lo sarò sempre.Penso Cefalonia racchiuda il grosso esempio di "come si fa ad essere,vivere e morire" da italiani.Perchè se non si crede in noi stessi,nelle nostre capacità,nella nostra forza,nel nostro lavoro, in ciò che facciamo NOI ITALIANI,di strada non se ne farà molta.Pensare che a noi la vita chiede relativamente poco..farci portatori dei valori insegnatici da un grande sacrificio nella quotidianità.Eppure non ne siam capaci.Non siam capaci ad essere italiani.Non siam capaci a fare risplendere un lumino,paragonato al sole che i nostri padri sul Piave,ad El Alamein,a Nikolajewka a Cefalonia ci insegnarono col loro sangue.Ma oggi si dimentica..in nome di moda e buffonate varie che passeranno e che non lasceranno nulla se non vuoto.E' sorto un processo di annichilimento dell'essere italiani,che ben si cela dietro a finte comodità e mera esteriorità o consumismi.

 

Dobbiam riscoprirci italiani,credere in noi e nel nostro lavoro e ringraziare per sempre chi donò tutto perchè un giorno,un immeritevole figlio d'Italia come me ,potesse vivere libero e sereno,sotto la materna ombra del tricolore.


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Morgil
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Morgil
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Inviato il 13 aprile 2005 20:17

io ero convinto che non ci fosse nulla da aggiungere al discorso del guardiano ma tu mi hai davvero lasciato senza parole Loras! ^_^

durante la guerra c'era una frase ricorrente nei comandi inglesi,ed era:gli italiani non si battono!e non perchè fossimo invincibili tutt'altro ma perchè morivamo per l'onore della patria!ma oggi questo ricordo viene calpestato e preso in giro! :D



Anonimo

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Inviato il 17 aprile 2005 15:31
Dobbiam riscoprirci italiani,credere in noi e nel nostro lavoro e ringraziare per sempre chi donò tutto perchè un giorno,un immeritevole figlio d'Italia come me ,potesse vivere libero e sereno,sotto la materna ombra del tricolore.

 

Hai pienamente ragione Fra,la capacità di credere nelle proprie forze e di fare sempre al meglio il proprio lavoro è la base per una società veramente civile e progredita.Sai cosa ho letto su un giornale (non ricordo quale,ma mi sembra fosse il Venerdì di Repubblica)?Che,viste le condizioni del nostro paese,noi non possiamo definirci una società pienamente occidentale,ma nemmeno in via di sviluppo,perchè bene o male siamo cmq ad un livello superiore a quei paesi.La definizione scelta è allora quella di "balcanico",nel senso che il nostro Paese possiede le capacità per fare bene ma non le sfrutta.Triste vero?

 

Quanto al ringraziare chi è morto per noi,io lo faccio internamente ogni giorno.Leggendo i libri di storia,parlando con i miei nonni che quella guerra l'hanno provata sulla loro pelle o l'hanno combattuta,anche come partigiani,non posso fare altro che ammirarli per il loro coraggio e per la loro,forse ingenua ma non per questo meno vera,voglia di creare un'Italia migliore.

 

 

ma oggi questo ricordo viene calpestato e preso in giro! 

La cosa più divertente,Morgil,è che generalmente queste prese in giro vengono da persone che non solo non hanno la più pallida cognizione di storia (traduzione: se le cose non le sapete,non parlate,brutti ignoranti),ma che nemmeno hanno la più pallida idea di cosa voglia dire fare qualcosa per il proprio paese.Oppure,se ce l'hanno,si sentono in diritto di sparare a zero solo perchè si sentono superiori.Amo citare sempre la famosa frase di Voltaire "Non sono d'accordo con quello che dici,ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di farlo":per me queste persone possono continuare ad esprimere le loro opinioni,ma il rispetto per chi la pensa diversamente a quanto pare non è molto diffuso tra loro.E dire che possono dire ciò che pensano solo perchè qualcun altro è morto per dar loro questo diritto...


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Inviato il 18 aprile 2005 13:22

Alcuni giorni fa sono stato sul Lago di Iseo.

 

Sul corso principale mi sono soffermato ad osservare il monumento ai caduti della II° GM, tutti arruolati in Marina.

 

Ad ogni nome era associato quello della nave su cui avevano prestato servizio, e trovato la morte.

 

Non saprei dire cosa mi ha fatto più pena, se quell'uomo di 35 anni, che immagino nel pieno della vita, con moglie e figli, morto sullo Zara in quella ridicola e tragica notte a Matapan, o quei due ragazzi di 20 e 21 anni, affondati con la Roma il giorno dopo l'armistizio, a guerra finita, mentre navigavano in pace, pensando al ritorno a casa.

 

La guerra è davvero una cagata senza senso.


Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.

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Inviato il 25 aprile 2005 23:26

Ho sempre rispettato coloro che sanno onorare e difendere la Patria, anche e soprattutto con la loro vita.

 

Meritano onore e memoria, perchè il loro sacrificio non vada disperso.


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