Grazie JJ
Quella di incoraggiarmi a parlare di wushu kung fu è un'iniziativa a tuo rischio e pericolo, visto che potrei andare avanti per ore...
Ad ogni modo, se avete curiosità, domande o argomenti che volete approfondire in particolare comincerò da quelli.
Io martedì andrò a vedere una lezione di Aikido. Mi sapete dire qualcosa di questa arte marziale?
Il mio amico che la pratica da 6 mesi mi ha solo detto vieni a vedere in palestra....
In effetti ti ha detto la cosa più sensata.
E' veramente importante assistere a una lezione per farsi un'idea, mai cominciare "per sentito dire"...
L'aikido è stato creato da Morihei Ueshiba negli anni '20.
Sembra che le sue origini risalgano all'Oshikiuchi, un'arte marziale nata nell'anno 1000 in seno alla famiglia Aizu, nell'isola giapponese di Hokkaido (quella più a nord).
Con il nome di Daito-ryu fu portata avanti dalla famiglia Takeda che discendeva dagli Aizu.
Ueshiba ha studiato con un Takeda per tre mesi, e ha praticato svariate arti marziali prima di codificare l'Aikido sia con le armi che senza.
Non essendo la mia arte marziale posso dirti solo quello che ho studiato di storia delle arti marziali ma confido che qualcun'altro posti qua dentro informazioni sulle tecniche.
Visto che si parla di arti marziali eccone un piccolo elenco:
ARTI MARZIALI ORIENTALI:
Con Armi:
Kendo------ combattimento con la spada
Iaido--------- spada giapponese (Katana)
Kyu Do------- tiro con l'arco
Tam Bo------- combattimento con bastone
Nunchaku------- bastone articolato
Ton Fa------- bastone con sperone laterale
Sai----------- tridente
Naginata Do------ alabarda
Senza Armi
Sumo------tecniche di propulsione e proiezione
Ju Jitsu----- combattimento e autodifesa
Judo------- principalmente tecniche di presa ("dottrina morbida")
Aikido-----"via dell'armonia"
Ninjutsu----combattimento basato sulla sorpresa
Karate-----tecniche di colpi
Shorinji Kempo----via giapponese del pugno del tempio di Shao Lin
Taekwondo--------karate coreano
Kung Fu------arte di combattimento con e senza armi
Tai Chi Chuan---- "combattimento della salute"
Jeet Kune Do----"arte di intercettare il pugno"
Kali o Eskrima----arte marziale filippina con o senza armi (influenze europee)
Pencak Silat------arte marziale indonesiana e malese (Kris)
Muah Y Thai------boxe tailandese
Vjet Vo Dao------arte marziale vietnamita
Kalari Payattu-----arte marziale indiana
Lotta Turca
Crav Maga------sistema di comattimento israeliano (in uso in molti eserciti e corpi speciali)
ARTI MARZIALI OCCIDENTALI:
Con Armi:
Scherma (spadone medievale; spada e daga rinascimentale)
Giavellotto
Balestra
Picca
Arco
Mazza
Coltello e Bastone
Roncola
Rasoio da barba (sistemi di combattimento tramandati di padre in figlio, per lo più nel sud italia)
Senza Armi:
Boxe Inglese
Savate o Boxe Francese
Lotta Greco Romana
Lotta Libera
Lotta Svizzera
Full Contact----karate moderno
Capoeira-----lotta danzata, brasiliana
Sambo-------lotta russa
Leggo solo ora questo post...
Prima di postare tutte le correzioni che mi sono spuntate in testa, va comunque riconosciuto che è un post molto utile, e per chi non ne sa proprio niente di AM devo dire che Aegon ha fatto un bel favore, quindi grazie!
Vediamo...
Le "arti marziali con armi" dell'elenco in molti casi non sono arti marziali, ma nomi di armi che sono usate in varie arti marziali...
Sono AM: Kendo, Iaido, Kyudo. Gli altri sono nomi di armi. Due casi particolari: Naginata Do non l'ho mai sentito, Naginata è la lancia. Tam Bo, stesso discorso, Bo è il bastone...
Le "arti marziali senza armi" hanno alcuni errori di traduzione... E soprattutto in Ninjutsu prevede armi eccome. Quanto alle altre: non so cosa c'entri lo Shorinji Kempo con Shaolin (necromanceeeer!!! dove seiii???), il taekwondo non ha nulla a che fare con il karate (karateka della barriera, fatevi avanti), Tai Chi Chuan si traduce pugno supremo o qualcosa del genere (necrooo!!), se si nomina la muay thai va nominata anche la muay boran.
Spendo due parole per segnalare che il kalaripayat è probabilmente la "madre" di tutte le arti marziali... di sicuro se fatta ad alti livelli è pericolosissima
Sulle occidentali non mi pronuncio perchè non ne so una mazza
Lieto di essere stato utile.
A dir la verità non conosco tutte le arti marziali che ho elencato, questo faceva parte della dispensa universitaria al corso di Judo.
Riguardo lo Shorinji Kempo e la connessione dello Shao Lin penso sia solo a livello filosofico. Nell'elenco si intrecciano le definizioni filosofiche e non.
Il Ninjitsu è stata una scelta di comodo, le armi ci sono ma è forse (dico forse perchè non lo conosco) il combattimento senza armi a prevalere. Ma è solo una mera catalogazione.
Karateka della Barriera presente (anche se sono a riposo).
La definizione di Karate Koreano per il Taekwando ha stupito anche me ma viene da gente affidabile, sia addestratori di corpi di polizia che studiosi del genere. Mi fido ma magari hanno sbagliato.
Riguardo alle armi: Naginata Do vuol dire Via dell'Alabarda
Do sta per Via, inteso come studio ma non solo.
Dunque, ho fatto qualche ricerca e confermo il legame fra lo shorinji kempo e lo shaolin, nel senso che lo shorinji si ispira moltissimo allo shaolin. Più ha dentro tutta una sua parte di filosofia...
Tra l'altro curiosando nei siti che spiegano cos'è lo Shorinji Kempo, mi sono imbattuta in una frase che mi ha strappato sonore ghignate.
Chiunqua abbia una vaga idea di cosa siano i punti vitali e le tecniche che li riguardano, non potrà che sgranare gli occhioni di fronte a tanta candida e spensierata leggerezza: "una buona conoscienza dei punti vitali e del corpo umano in genere migliora le capacità di attacco"
Sul Karate coreano vorrei sentire i karateka... il taekwondo ha un'assoluta e dominante parte di calci, ma mi sembra che il karate preveda anche tecniche di braccia: vorrei sapere con quanta frequenza vengono applicate.
Il ninjutsu le armi le usa eccome, la parte di taijutsu (che va nella categoria dei senza armi) è solo una, c'è molto altro.
Sul Naginata Do... stai dicendo che esiste un'arte marziale che prevede esclusivamente tecniche di alabarda? Mi suona curioso...
Sul Naginata Do... stai dicendo che esiste un'arte marziale che prevede esclusivamente tecniche di alabarda? Mi suona curioso...
Non ci siamo capiti,
Naginata Do sta per La via dell'Alabarda, traduzione approsimativa ma efficace.
Lo studio di un arma è di per sè Arte Marziale, si studia la scherma o il tiro con l'arco, perchè non l'alabarda. Per me è sensato.
Karate: Le techniche che coinvolgono gli arti superiori esistono, sono molte e varie come quelle che prevedono l'uso degli arti inferiori.
Secondo me l'unica cosa possibile riguarda l'origine oppure una definizione di comodo.
una rispostina veloce veloce
anche nel karate ci sono combattimenti figurati (kata) derivati dalla somma di più tecniche diverse e combattimenti veri e propri (kumite)
complimenti ai poster (ghghgh!!) per la preparazione!
Ho pensato che sarebbe stato interessante postare qui il curriculum del mio maestro di kung fu, per tre motivi:
è un esempio di carriera agonistica, che è utile per chi non conosce il kung fu per farsi un'idea
è uno spaccato delle attività nello stile Tang Lang
nomina diverse realtà italiane e cinesi che possono essere interessanti per orientarsi
Ho lasciato fuori i testi che ha pubblicato per non fare pubblicità, visto che ho aperto questo topic per far conoscere il kung fu e soddisfare delle curiosità al riguardo.
MARIO MANDRA' uno dei più conosciuti e rispettati professionisti delle arti
marziali in Italia, nasce il 12/12/1960 a Palagonia (CT). Diplomato in lingua
cinese, ha iniziato l'attività a 16 anni, nel 1976, praticando Wushu
tradizionale (Kung Fu) dello stile Tang Lang Fiore di Prugno( Mantide Religiosa)
sotto la guida del Maestro Shin Dae Woung, divenendo nel 1982 la sua prima
cintura nera sul territorio nazionale. Dal 1981 al 1984 ha vinto per quattro
volte consecutive i campionati italiani di combattimento. Nel 1986 si è
avvicinato al Wushu moderno, praticandolo a livello amatoriale. Recatosi in Cina
nel 1987,al suo ritorno si è dedicato al Wushu (termine utilizzato in Cina per
indicare il Kung Fu), non più come amatore ma come agonista.
Nel 1988 ha partecipato ai campionati del mondo di Wushu ad Hang Zhou (Shanghai)
e si è classificato tra i migliori atleti italiani . Nel 1989 è stato campione
italiano nelle seguenti specialità : Chang Quan (Stile del Nord), Bastone e
Sciabola. Inoltre si è classificato al secondo posto ai campionati Europei di
Chieti nella categoria Chang Quan. A Febbraio del 1991 nella località di Biel
(Svizzera), conquista il secondo posto al " The Golden Dragon ", campionati
internazionali interstili.
A Novembre dello stesso anno,1991 in Spagna, ai campionati organizzati dalla
IKKF (International KungFu Federation), ha conquistato il titolo mondiale
nella specialità Chang Quan, il secondo posto nel Bastone e il terzo posto nella
Sciabola. A Rimini nel 1992 ha vinto il Super Trofeo Internazionale Wushu e nel
1993 il Super Trofeo "Coppa del Mondo" di Arti Marziali, classificandosi al
primo posto in tutte le specialità di gara : Chang Chuan, Bastone, Sciabola ,
Forma Tradizionale a mani nude, e Tradizionale con armi, risultati ottenuti sia
nel '92 che nel '93. Infatti il Super Trofeo viene assegnato soltanto a colui
che riesce a vincere in tutte le specialità di gara che sono cinque, per
l'appunto.
A Parigi ai campionati Internazionali di Shuai Jiao (Lotta Cinese), nel 1992, si
è classificato terzo nella categoria dei 68 Kg e nel 1995, conquista un'altro
terzo posto nella categoria dei 78 Kg.
1999 Cina - Qingdao - 25 Luglio, riceve il passaggio di 4^ Generazione dello
stile di Kung Fu della Mantide Religiosa Taiji Meihua dal Granmaestro Sunbao'en
che lo designa suo successore, divenendo così esponente Mondiale nonchè
responsabile per l'Italia e per l'Europa di questo metodo di arte marziale
cinese. Questo evento acquista ancora più valore se si considera che i maestri
cinesi appartenenti alla vecchia tradizione, gelosi della loro cultura e della
loro arte millenaria, difficilmente rilasciano ad un occidentale un
riconoscimento di tale importanza. L'A.T.I. e l'Italia entreranno così di diritto
nella storia delle arti marziali della Cina. Il Maestro Mandrà sta lavorando per
la pubblicazione di alcuni libri che illustreranno l'arte marziale dello stile
della Mantide Religiosa in maniera didattica, per poter avvicinare e far
conoscere al grande pubblico l'arte marziale cinese e in particolar modo la
Mantide Religiosa Taiji Meihua.
Attualmente ricopre le seguenti cariche:
Direttore tecnico della Tana de Dragoni di Milano
Direttore Tecnico Nazionale dell'ATI (Associazione Tang Lang Italia)
Qualifica Nazionale US/acli-CONI, Maestro 7° Grado.
Spero che necromancer posti qualche info sul suo Maestro, così ci si può fare un idea delle differenze...
Questo è un link utile per tutti, specie chi non conosce le arti marziali, uno schema veramente fatto bene che spero vi offra l'occasione per visualizzare un quadro generale delle arti marziali:
schema delle relazioni fra le varie arti marziali
Uhm, cina del Nord imperat, eh?
Visto che ci sono posto una spiegazioncina sul Kobudo, la mia arte marziale!
Per la precisione è la scuola Hontai Yoshin Ryu...
Una delle componenti fondamentali è il ju-jutsu, il "papà" del Jujitsu.
E' un po' lungo, ma per chi fosse interessato potrebbe essere interessante.
Comunque evidenzio le cose più importanti, a mo' di riassunto.
JU-JUTSU
Difficoltà di carattere oggettivo nel far conoscere il JU-JUTSU è dovuta all’esistenza di molte scuole (RYU), ognuna delle quali ha proprie peculiarità, ed in occidente si è arrivati addirittura a classificare come JU-JUTSU qualsiasi amalgama di discipline marziali atte alla difesa personale.
In Giappone tuttavia tutti gli stili di JU-JTSU sono accomunati dal principio che è racchiuso nel nome:
JU = flessibilità, arrendevolezza, gentilezza, leggerezza;
JUTSU = arte.
Noi studieremo una delle scuole più antiche: l'HONTAI YOSHIN RYU.
Questa scuola fu fondata nel 1600 da Oriemon Shigentoshi Takagi (nato nel 1635), secondogenito di Sazaemon Inatobi, depositario del clan di Osu-Shiraishi del Giappone del nord.
Da giovane, il Maestro Takagi, che era conosciuto come Umon, studiò e quindi insegnò l'arte della lancia (SOJUTSU) appresa da Danemon Muto della scuola Kyochi (Kyochi Ryu).Si dice che Umon vendicò la morte di suo padre e poi cambiò il suo nome in Oriemon Shingentoshi "Yoshin Ryu" Takagi, includendo nel suo nome e nel suo stile di combattimento la filosofia del salice che si piega alle avversità mentre di fronte alle stesse un albero rigido si spezza.
A lui successe Umanosuke Shigesada Takagi che sviluppò tecniche a mani nude per controllare il nemico, e che chiamò formalmente lo stile Hontai Yoshin Ryu Ju-Jutsu.
Il terzo gran maestro dello stile, Gemoshin Hideshige Takagi, scambiò esperienze e tecniche con il quarto gran maestro del Kukishin Ryu bojutsu, affinando l'arte del bastone lungo e da quel tempo lo Yoshin, Takagi, Kukishin Ryu viene insegnato come unico sistema.
La premessa filosofica di questo stile di JU-JUTSU è espressa dal suo stesso nome:
HON = concreto, reale. vero;
TAl = corpo;
YO = salice;
SHIN = cuore, mente, spirito;
Pertanto questo sta a significare che dobbiamo adattare sempre il nostro corpo ed il nostro cuore alle avversità come il salice, che si adatta alle tempeste senza spezzarsi.
Questo principio di base è applicato negli esercizi formalizzati o modelli (KATA) che includono la spada lunga e corta (KATANA e WAKIZASHI), il coltello (TANTO), il bastone lungo (CHOBO o ROKUSHABUKO), ed il bastone corto (HAMBO), legamenti con fune (TORITSUKE) e kata disarmati che includono attacchi al corpo (ATE), lussazioni delle articolazioni (GIAKU), sbilanciamenti e proiezioni (NAGE), prese di soffocamento (SHIME)erianimazione (KUATSU). Il principio di flessibilità è applicato non solo nelle tecniche, ma è vitale ed importante sia strategicamente che tatticamente. L' orientamento filosofico del RYU non è combattivo ed è accertato che una risposta violenta, verrebbe se possibile, evitata, essendo quella il meno importante e favorevole mezzo di risposta o reazione, ciò implica un considerevole grado di propensione a adattarsi alle possibili avversità e ad ogni situazione scomoda.
Una volta il confronto fisico era più probabile, tuttavia, il principio del JU era sempre applicato sia che si deviasse la forza dell’avversario per poi usarla a proprio vantaggio sia che l'esperto di JU-JUTSU si muova con velocità e fluidità, in modo da disorientare l’avversario ed arrivare così al confronto in una posizione di sicuro vantaggio. In questo modo non è tanto la forza usata dall’esperto, ma è l'applicazione corretta di tattiche e tecniche che vince l'oppositore.
Prima di arrivare ad un violento scontro, l'esperto di JU-JUTSU mantiene uno stato di prontezza di spirito attenta, o ZANSHIN.
ZANSHIN è un elemento vitale per evitare lo scontro fisico, perché mette in condizione l'esperto di avvertire il pericolo prima che questo lo colpisca, concedendogli di conseguenza tempo per manovre evasive o contro misure.Nella sala d’allenamento di JU-JUTSU (DOJO), ZANSHIN è applicato dall’esperto specificatamente alla fine d’ogni KATA, combinato con una forte e bilanciata posizione o KAMAE, e ciò lo rende pronto costantemente al combattimento.
La vigilanza e prontezza rivelate nella posa psico-fisica (KAMAE) alla fine del KATA è un modello da sviluppare con costante applicazione giornaliera, un’attitudine che dovrebbe essere portata come un vestito, ma idealmente è raffinata come un’essenza praticamente impercettibile.
La prima considerazione quando si affronta un oppositore è MA-AI, la distanza che separa effettivamente. MA-AI comprende non solo la distanza lineare esatta tra due contendenti, ma l’abilità dei contendenti di chiudere quella distanza che dipende da molte considerazioni, come: lunghezza dell'arma, proporzioni individuali del corpo, e ancora abilità personali come agilità e prontezza. E' una misura individuale unica per ogni incontro ed il controllo di MA-AI è possibile solo attraverso la padronanza del TAI-SABAKI, letteralmente controllo del corpo o del movimento, in risposta ad un attacco aggressivo.TAI-SABAKI è stato descritto dal SOKE INOUE come il più importante elemento fisico del JU-JUTSU. Specialmente nei KATA senza armi, uno degli obiettivi maggiori è KUZUSHI o perdita dell’equilibrio dell’avversario, perciò è precisamente in questo momento che è più facile controllarlo. In alcuni casi KUZUSHI è compiuto in modo relativamente passivo, da un semplice ampliamento della stessa forza
dell' attaccante:
se egli spinge, tiralo;
se egli tira, spingi;
applicando cosi la tattica base di non resistenza, come Il salice che resiste nel vento.In altri casi sono Impiegate tattiche più dinamiche, utilizzando pressioni o colpi di mano o di piede a ben determinati punti.
Questa tattica può essere finalizzata a due risultati: o la resa dell’avversario, o una sua reazione che faciliti l'applicazione di una determinata tecnica.
Per esempio se un aggressore ha afferrato l'esperto di Ju-Jutsu al bavero o al vestito, l'azione determinante è un momento molto breve di pressione, per evocare movimento dal suo oppositore, l'esperto può appoggiarsi leggermente alla mano che lo tiene: l'aggressore è molto contento di resistere a questa piccola pressione e ripreme con la sua mano anche se leggermente.
In quel preciso istante, l'esperto cedendo al movimento dell’oppositore potrà sfruttare lo sbilanciamento dell’altro e vincendo facilmente la resistenza del braccio, potrà applicare una leva al gomito così esposto. Questa caratteristica dinamica di Ju fornisce enorme = spirito, cuore, mente. L'ideale, espresso dal SOKE INOUE, è sforzarsi per giungere a FUDOSHIN = spirito, cuore, mente insensibile.
"Insensibile" non nel senso d’incurante, ma nel significato di forza decisa, coraggio e confidenza; questi concetti sono stati trattati dal monaco Zen T AKUAN nel suo trattato FUDUCHI SHINMYO ROKU. Gentilezza e forza vanno insieme come completamento naturale, e formano la base per tutto il
JU-JUTSU:
delicatezza e forza, YIN e YANG.
Siccome l'iniziale delicatezza può essere usata per schivare o ridirigere un attacco, e poi questa è seguita da un’appropriata applicazione di forza per sottomettere l’avversario.
Le basi di questa filosofia giungono dal TAOISMO cinese e dalla diretta osservazione della sua efficacia in combattimento.
JU-JUTSU è sia preciso che scientifico nelle sue applicazioni, anche se un certo livello dell’abilità del praticante proverrà infine dall’affinamento di molti sensi come istinto ed intuizione.
L'efficacia è basata su una completa conoscenza dell’essere umano, sotto il profilo fisico, mentale ed emotivo.
Pertanto l'esperto di JU-JUTSU potrà non solo controllare il corpo del suo oppositore, ma in un violento confronto, anche la sua mente sarà efficente al meglio.L'esperto di JU-JUTSU è un "ingegnere umano", con una profonda e pratica conoscenza della natura e del corpo umano: i punti di pressione, le debolezze, il corpo e gli angoli di congiunzione, la posizione di piedi e mani, modi e tempi di movimento, sono tutti precisi, tuttavia la loro esecuzione può essere diversa tra i praticanti. La conoscenza fisica è usata per procurare all’avversario una perdita d’equilibrio e la sottomissione, la conoscenza della psiche umana permette all’esperto di JU-JUTSU di squilibrare e sottomettere Il suo oppositore mentalmente nel miglior modo.
Un forte KIAI (un’esplosiva direzione di volontà o forza interiore -KI- spesso associata ad un profondo e penetrante grido) può creare nell’avversario un KUZUSHI mentale / emozionale, così come atteggiamenti simulati di paura o docilità possono spingere l'avversario ad essere troppo fiducioso di sè o sottovalutare la sua vittima volontaria, tutto ciò deve essere studiato dal maestro di JU-JUTSU.
Sviluppatosi come una conseguenza del particolare carattere guerriero del Giappone pre-MEJI, il JU-JUTSU è un microcosmo della cultura e della civiltà giapponese.
É più di un semplice riflesso del suo ambiente, i suoi praticanti dinamicamente esercitano un’azione reciproca con l'ambiente socio-culturale di cui sono una parte Integrale, cosi facendo ne consolidano gli attributi socio-culturali.
Nello studio di questo stile di JU-JUTSU sono ripresi i concetti di TATEMAE e HONNE od OMOTE e URA, che sono applicati In modo diverso.
Uno è in uso nella pratica del KATA, Infatti, nella sua esecuzione, le chiusure dell’articolazione (GY AKU) e le proiezioni (NAGE) sono eseguite generalmente delicatamente, come se ci fosse un reale pericolo andando oltre il punto iniziale del dolore ed Inoltre contro gli attacchi standardizzati dei Kata queste sono le risposte più usate, mentre il distruggere o percuotere il corpo nei punti deboli o vitali è formalmente incluso solo in alcuni KATA.
Due punti tuttavia devono essere compresi perché molto importanti per una buona preparazione e soprattutto per una buona scuola di JU-JUTSU:
1) lmportanza dei KATA per imparare la forma corretta (tecnica pulita, movimento, controllo della distanza e del tempo)
2) La sicurezza nell’allenamento giornaliero per approfondire la conoscenza dei movimenti acquisiti al fine di ridurre il rischio di lesioni.
Con un’appropriata pressione, per esempio sul gomito, quando l'attaccante è sbilanciato si può provocare una dolorosa lussazione con un minimo impiego di forza.Così come per il primo punto, il KATA è descritto solamente come il davanti, TATEMAE od OMOTE, nella reale applicazione per la propria vita, lussare il gomito è preceduto molto probabilmente da uno o più ATEMI che ci aiutano ad entrare nella difesa dell’avversario e rompere così il suo equilibrio.
In pratica questa distinzione è tra il KATA ed il suo opposto che è l'applicazione, TATEMAE è l’opposto di HONNE, OMOTE è l'opposto di URA.
La "resistenza dinamica" come descritta prima è anche una parte della saggezza del JU-JUTSU.
Ad una prima impressione l'esperto di JU-JUTSU può apparire debole, indifeso o remissivo (TATEMAE) ma questo può essere solamente una tattica per spingere il proprio avversario ad un attacco non decisivo, ponendolo così in una condizione di sicuro insuccesso rispetto alla difesa (HONNE ). Il livello del principiante è tutto TATEMAE, solo dopo innumerevoli ripetizioni del KATA l'allievo darà dimostrazione dell’aumentato controllo della tecnica, del tempo d’esecuzione e del movimento e sarà così pronto ad apprendere applicazioni reali delle forme. Questo processo però è virtualmente infinito: nel livello più alto, quello della padronanza, i significati e le possibilità del KATA sono molto più profondi, in altre parole sarà più profondo HONNE o URA.
Ripesco e rispolvero questa discussione un po' per dare la possibilità ai nuovi arrivati di dire la loro e un po' per porre una domanda.
Oltre allo stile che praticate, ce n'è qualcuno che vi piace in particolare?
E se praticate un'altra arte marziale, ce n'è una che vi piace ma non praticate?
Insomma, ognuno ha il SUO stile di kung fu o la SUA arte marziale, ma ce n'è qualcuno che occupa il secondo posto nella vostra classifica?
Tnx Ashy per la bella spiegazione
io ho praticato alcune arti marziali
Ki aikido e aiki ju jutsu che non mi sono piaciute granchè
poi ho praticato l'Y quan detta anche la boxe della mente e mi ha appassionato moltissimo!!
siuramente molto ma molto efficace!!!orribile da vedersi perchè il principio fondamentale detto in termini da profano è "pikkia con tutto quello che hai e fino a quando non rimane morto in terra"sicuramente molto molto pratica come arte marziale ma anche molto difficile!!