Complice l'imminente uscita - almeno da noi in Italia, altrove è invece già stato rilasciato - de Il ragazzo e l'airone, nuovo film Ghibli prodotto da Hayao Miyazaki, ho pensato di postare una brevissima e personalissima classifica dei film prodotti dallo Studio (più uno, per ovvie ragioni), sperando che questo faccia uscire altri estimatori allo scoperto per condividere le proprie preferenze, e magari invogliare qualcuno a vedere dei film meno noti.
Premessa doverosa: la mia classifica è molto personale, c'è del criterio artistico ma c'è molto del mio vissuto e di quello che che penso, quindi spero non sorgano scandali nel vedere alcuni tra i film più noti e rinomati nelle zone basse e paludose della graduatoria. Inoltre, il numero di film fa sì che ogni recensione di accompagnamento debba essere stringata al massimo, perdonate la superficialità di molti passaggi.
Nel caso anche altri vogliano postare la loro classifica personale, si potrebbe poi provare a tirare fuori una sorta di "supermedia". :)
I film non visti o non giudicabili li metto prima della classifica vera e propria.
FUORI CLASSIFICA
1988 - Una tomba per le lucciole [Hotaru no haka (Tomba delle lucciole)] - Isao Takahaka
Semplicemente, non ce la faccio. Cercate ovunque nell'internet, un'ora e mezza di film che ti strazia dentro. Ambientato nelle battute finali della Seconda Guerra Mondiale, narra le vicende di due bambini, fratello e sorella, orfani e alle prese con un paese allo stremo, in cui l'umana pietà cede alla necessità di sopravvivenza. il film non risparmia nulla, e il fatto che i protagonisti siano appunto due bambini rende il tutto ancora più umanamente devastante. La scena delle biglie - non vado oltre per non spoilerare - è forse quella che mi ha fatto più male, ma tutto il film è una cupa discesa verso l'abisso.
In molti film Ghibli viene mostrato il dolore, ma è sempre finalizzato ad un percorso positivo, di redenzione o di crescita. Qui il finale è disperazione, è assenza totale di speranza.
E quindi no, ripeto, non ce la posso fare.
CLASSIFICA
22° posizione - 2006 - I racconti di Terramare [Gedo Senki (Le cronache di guerra di Ged)] - Gorō Miyazaki, Keiko Niwa - Voto 4,5
La bellissima canzone di Therru e la qualità grafica Ghibli non bastano a dare valore a un film che non è un film. Gedo Senki è un insieme di scene più o meno correlate tra loro che pretende di essere un film, una storia raccontata senza un inizio e senza una reale fine, mal gestita nei tempi e nei modi. In parte ispirato ai romanzi di Ursula K. Le Guin, di cui dovrebbe riprendere tratti del quarto e del quinto libro del ciclo di Terramare, la stessa autrice ebbe modo di criticare pesantemente l'opera di Miyazaki junior.
Da rilevare che Hayao Miyazaki non riteneva che il figlio fosse in quel momento pronto per dirigere un film di animazione. Beh, aveva pienamente ragione.
21° posizione - 2020 - Earwig e la strega [Aya to Majo (Āya e la strega)] - Gorō Miyazaki - Keiko Niwa - Emi Gunji - Voto 5
Ultimo film Ghibli fino alla nuova uscita di quest'anno, Aya to Majo è l'unico prodotto Ghibli in cui è stata usata l'animazione 3D. Pur graficamente bello, questo fa perdere il tratto caratteristico dello Studio, rendendolo istintivamente un film anonimo. Basato sul romanzo omonimo di Diana Wynne Jones, racconta le avventure di Earwig (Āya), figlia di una strega abbandonata alle porte di un orfanotrofio. La storia parte con potenzialità interessanti, appunto la magia, la bambina abbandonata... e persino il fatto che la protagonista non sia una classica eroina Ghibli ma abbia tratti anche negativi come una forte tendenza alla manipolazione degli altri... e invece la storia si perde e si sfalda, le rivelazioni non sono tali, e il finale... beh, fatico a vederlo come finale. Quantomeno è un film con una storia, e questo gli evita l'ultimo posto in classifica.
20° posizione - 1992 - Porco Rosso [Kurenai no buta (Il maiale cremisi)] - Hayao Miyazaki - Voto 6
OK. Lo so. Scandalo. Un monumento come Kurenai no buta così in basso. E sono il primo a condividere il meme "Meglio maiale che fascista" ogni 25 aprile, eh. E le ambientazioni sono bellissime, e si parla di Italia, i campi larghi, i colori dell'Adriatico... tutto vero. Eppure, in qualche modo non mi basta. Porco Rosso è un "qui ed ora", non mi soddisfa la profondità delle vicende, e nemmeno quella dei personaggi. Fio non brilla tra le eroine Ghibli, è la spalla di Marco, che a sua volta vive un percorso interiore appena accennato, e Gina... beh, mi pare una splendida potenzialità non sfruttata appieno. Un appunto anche alla colonna sonora, non indimenticabile come tante altre.
Mi rendo conto di aver insistito sugli aspetti negativi, e mi è venuto spontaneo dovendo spiegare una posizione così bassa per un film considerato da moltissimi un capolavoro. Sia chiaro che l'ho guardato con interesse e piacere, la storia è godibile e coinvolgente. Però penso a cosa sarebbe potuto essere, e mannaggia a Miyazaki.
19° posizione - 2004 - Il Castello errante di Howl [Hauru no ugoku shiro (Il castello in movimento di Howl)] - Hayao Miyazaki - Voto 6,5
Sempre più scandaloso, me ne rendo conto. Howl e Sophie, la ship perfetta e più abusata dello Studio Ghibli. Ambientazioni sopraffine. Hisaishi in ottimo stato di forma con alcuni dei pezzi musicali più memorabili, indimenticabili The Merry-Go-Round of Life e The Promise of the World. il punto debole di Hauru no ugoku shiro è una storia a mio parere troppo sconnessa, e personaggi poco coerenti, prima tra tutti la Strega delle Lande, e in second'ordine Testa di Rapa.
Questo non toglie che sia un film godibilissimo, un pastiche di animazione pregevole... ma ecco, ai miei occhi non è un capolavoro.
18° posizione - 1993 - Si sente il mare [Umi ga kikoeru (Riesco a sentire il mare)] - Tomomi Mochizuki, Keiko Niwa - Voto 6,5
Godibilissimo slice of life, Umi ga kikoeru racconta la storia di una ragazza di Tokyo, Rikako, costretta a frequentare un anno delle superiori in un liceo di provincia. La sua apparizione in un contesto così diverso dal suo, la sua figura così spiccata, il suo carattere forte scateneranno il più classico dei triangoli amorosi, mettendo a dura prova l'amicizia tra due ragazzi. Il punto di forza del film è a mio parere il suo realismo, ci sono molte scene che potremmo ritrovare nella nostra vita e nelle nostre esperienze, e il richiamo al periodo dell'adolescenza, delle cotte delle superiori, è di sicuro effetto. Però a mio parere questo sfoca un po' quella che è la classica "magia" dello Studio Ghibli. Le emozioni passano, ma sono in qualche modo ovattate. Ad abbassare il giudizio anche una colonna sonora non propriamente memorabile, e animazioni forse non all'altezza degli standard dello Studio.
17° posizione - 1999 - I miei vicini Yamada [Hōhokekyo tonari no Yamada-kun (Gli Yamada, cinguettanti vicini)] - Isao Takahaka - Voto 6,5
Avete presente le strisce de La Settimana Enigmistica della Famiglia Belbelli o di Carlo e Alice? Ecco.
Questo non è un film, non in senso stretto. Si tratta di un collage di sequenze, collegate tra loro ma indipendenti, di spaccati di vita quotidiana. Come nella quasi totalità dei film di Takahaka, ne emerge uno spaccato di cultura giapponese molto interessante, dove emerge tanto la mentalità tipica delle famiglie "vecchio stile" quanto un insieme di modi di fare, abitudini, usanze, gestione dei rapporti interpersonali, che rendono ancora più interessante il tutto.
Le scenette sono godibilissime, e spesso molto divertenti. L'animazione altamente minimalista non è di intralcio. Perché allora siamo ancora così in basso nella classifica?
Beh, un po' trovo negativo il fatto che non sia un film in senso stretto, e poi perché alla fine lo schema degli sketch è ripetitivo, con la fase di preparazione e il piccolo colpo di scena finale, e talvolta sono proprio le stesse scenette a riproporre gli stessi temi.
In generale, comunque, da vedere.
16° posizione - 2002 - La ricompensa del gatto [Neko no ongaeshi (Restituire qualcosa al gatto)] - Hiroyuki Morita, Reiko Yoshida - Voto 7
Neko no ongaeshi è un piacevole viaggio nelle contraddizioni dell'adolescenza. Haru, una ragazzina delle superiori, salva per caso un gatto da morte certa, senza sapere che si tratta del Principe del Paese dei gatti. Il padre del felino, sovrano del Paese, si mette in testa di ricompensarla facendole sposare il figlio. Haru, insoddisfatta della sua vita, accarezza l'idea, ma quando comprende che questo comporterà la sua trasformazione in gatto, scatta una disperata lotta per salvare sé stessa e la propria umanità con l'aiuto di Baron (personaggio del film Mimi o sumaseba), galante statuetta animata anch'essa di fattezze feline.
La presenza di Baron fa pensare che Neko no ongaeshi possa essere considerato un sequel di Mimi o sumaseba, ma poiché la protagonista femminile - Shizuku - di quest'ultimo film è una scrittrice in erba, a me piace pensare che Neko no ongaeshi si possa interpretare proprio come un racconto scritto da Shizuku.
Pregevole nel film, a mio parere, è la metafora dei gatti, usata qui in accezione negativa: la vita nel Paese dei Gatti è la resa all'irrazionale, all'infanzia, significa non crescere. Il lieto fine indica che il futuro di Haru è quello di un'adulta, non di una perenne bambina, ma l'esperienza è al tempo stesso arricchente, è una presa di coscienza del proprio essere, dell'accettazione del proprio lato emotivo all'interno della cornice di una personalità in via di definizione, e l'addio a Baron simboleggia bene questo momento.
Un po' Peter Pan, un po' Storia Infinita, Neko no ongaeshi è un film solo apparentemente semplice./
Peccato l'assenza di scene veramente "alte" e una colonna sonora dignitosa ma senza momenti veramente topici.
15° posizione - 2008 - Ponyo sulla scogliera [Gake no ue no Ponyo (Ponyo sulla scogliera)] - Hayao Miyazaki - Voto 7
La versione de La Sirenetta dello Studio Ghibli è un bel film legato all'infanzia. A differenza del consueto periodo adolescenziale, qui i protagonisti sono infatti bambini di cinque anni, massimo pregio e massimo limite del film.
Creatura simile a un pesce dal viso umano, Brunilde vive in fondo al mare assieme alle sorelle e al padre Fujimoto, uno scienziato autoesiliatosi nelle profondità in quanto insofferente dell'umanità e dei suoi modi. Dopo un incontro con un peschereccio, Brunilde viene sbalzata a riva e incastrata dentro un barattolo dove incontra Sōsuke, un bambino di cinque anni. Questi la libera, ferendosi, e lei gli lecca la ferita, guarendolo, e innescando a causa del contatto con il suo sangue un processo di trasformazione da pesce a umano. Il rapporto tra Sōsuke e Brunilde, ribattezzata Ponyo, è il motore del film, di cui non aggiungo altro per non spoilerare.
Le animazioni sono incantevoli, e anche la colonna sonora è di tutto rispetto.
Come mai allora solo un 7? Come detto, la tenera età dei bambini è a mio vedere un limite per le potenzialità del film, dal momento che - per preservare il realismo - impedisce scelte ed evoluzioni che avrebbero potuto renderlo forse ancora più emozionante.
14° posizione - 2010 - Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento [Karigurashi no Arrietty (Arrietty la prendimprestito)] - Hiromasa Yonebayashi, Hayao Miyazaki, Keiko Niwa - Voto 7
Karigurashi no Arrietty racconta la storia di Arrietty e della sua famiglia, tra gli ultimi esponenti dei "prendinprestito", una razza di piccolissimi umanoidi che vivono in armonia con la natura, utilizzando solo lo stretto necessario per la sopravvivenza. Arrietty e i suoi genitori vivono in una grande casa di campagna, in cui arriva a vivere Sho, un ragazzino malato di cuore inviato lì a riposarsi prima di subire un'importante operazione.
La situazione precipita quando la famiglia di Arrietty viene scoperta dagli umani, scatenando una catena di eventi dagli effetti in parte tristemente prevedibili e in parte inaspettati.
Il legame tra Sho e Arrietty è forse uno dei più dolci dello Studio Ghibli, un amore che trascende la differenza di specie - e dimensioni - e che, ne sono certo, darà maggiore consapevolezza anche al rapporto tra Arrietty e il prendimprestito Spiller, lasciato intendere come messaggio di speranza per evitare l'estinzione della specie.
Le animazioni sono tra le migliori di sempre, e anche la colonna sonora è veramente ottima, curata dalla cantante e arpista francese Cécile Corbel. Arrietty's Song è stabilmente in tutte le compilation dei migliori pezzi delle colonne sonore Ghibli, e non posso che concordare.
Sebbene inoltre l'ecologismo non sia il tema portante del film, trovo interessante un paragone con Kaze no tani no Naushika, Heisei tanuki gassen Ponpoko e Mononoke-hime: abbandonata ogni speranza di vivere in sintonia con la natura, abbandonate le grandi lotte per preservarla, restano solo la vita semplice dei prendimprestito, e i piccoli gesti quotidiani. Un messaggio dimesso, triste, la consapevolezza di una battaglia perduta.
Ecco, ad abbassare il voto di quello che poteva essere un capolavoro è in parte la storia. Se la situazione estrema del finale è in qualche modo giusta per il messaggio che deve far passare il film, è la sua preparazione che non la sorregge e non la giustifica, vanificando in parte i pregi sopra descritti.
13° posizione - 1994 - Pom Poko [Heisei tanuki gassen Ponpoko (Ponpoko, la guerra dei tanuki del periodo Heisei)] - Isao Takahaka - Voto 7
Lo sviluppo urbano di Tokyo alla fine degli anni '60 è il tema portante di questo film di Takahaka, di stampo fortemente ecologista. I protagonisti sono i tanuki, creature mitologiche giapponesi basate sui nittereuti, dotate di poteri magici - e caratteri sessuali alquanto... pronunciati, e la loro lotta per evitare lo sbancamento delle colline ancestrali e la loro urbanizzazione.
Malgrado il tono leggero si tratta di una storia di ripetute sconfitte, piccole vittorie vane, continue ritirate, compromessi, disgregazioni sociali... e il rimando in questo senso non può che essere al Silmarillion (OK, solo in questo, lo ammetto), ma senza l'epifania finale.
Non voglio spoilerare il finale, ma seppure passi un messaggio di speranza, il rimpianto per la perdita è forte.
La colonna sonora è forse il punto più debole, e anche l'assenza di momenti veramente topici impediscono al film di salire più in alto nella classifica.
12° posizione - 1986 - Laputa - Castello nel cielo [Tenkū no shiro Rapyuta (Laputa, il castello dei cieli)] - Hayao Miyazaki - Voto 7,5
Come creare una bellissima ambientazione fantasy-steampunk in due ore di film? Detto, fatto.
Film pacifista, o meglio antimilitarista, Tenkū no shiro Rapyuta rappresenta tutti i canoni delle opere Ghibli: inquadrature eccellenti, colonna sonora importante, una adolescente protagonista femminile inconsapevolemnte forte, un protagonista maschile a sua volta complementare, dei comprimari divertenti e importanti (i pirati!)...
La storia è in qualche modo archetipica, e non voglio in alcun modo spoilerarla, ma civiltà perdute, tecnologie distruttive dimenticate che rischiano di cadere nelle mani sbagliate, la predestinata e l'eroe arrivato dall'angolo più improbabile del mondo... ecco, c'è tutto, frullato molto, molto bene.
Un film completo, che probabilmente non poteva essere più di quel che è, ma che è bello, piacevole da vedere, che fa sognare pur non facendo emozionare particolarmente.
11° posizione - 2013 - La storia della Principessa Splendente [Kaguya-hime no monogatari (La storia della Principessa Kaguya)] - Isao Takahaka - Voto 7,5
Ultima opera di Takahaka prima di morire, Kaguya-hime no monogatari è un lungo film che riprende la classica leggenda giapponese della Principessa Splendente, una minuscola bimba trovata all'interno di una gemma di bambù da un anziano tagliatore.
Film in qualche modo triste, mostra la cecità dell'anziano tagliatore, che nel desiderio di dare alla magica figlia ogni bene possibile, la tiene lontana da quella che sarebbe la sua reale felicità. La Principessa, figura quasi immobile mentre il mondo le si sconvolge attorno (emblematica la storia dei cinque pretendenti e poi dell'Imperatore), troppo tardi diventa parte attiva della vicenda, segnando complice il suo stesso destino.
L'animazione è estremamente minimalista, ma questo è un pregio più che un difetto un un film come questo.
La colonna sonora è semplice, ma efficace, e ci sono due scene, la fuga a metà film e l'addio nel finale, che hanno un lirismo e una poetica veramente incredibili. Vale la pena di vedere il film solo per quei due momenti.
L'eccessiva lunghezza dell'opera, oltre le due ore, lo rende però leggermente pesante, ed è per questo che si ferma qui in classifica.
10° posizione - 1988 - Il mio vicino Totoro [Tonari no Totoro (Totoro il vicino)] - Hayao Miyazaki - Voto 7,5
Incentrato su due sorelle, Satsuki e Mei, Tonari no Totoro è lo struggente racconto di come due bambine possono vivere una situazione di estremo stress e disagio come la malattia - grave - della madre. Trasferite in una cittadina di campagna assieme al padre per essere più vicine all'ospedale in cui è ricoverata la madre, Satsuki e Mei fanno la conoscenza di Totoro, una sorta di tanuki gigante dotato di poteri magici, protettore della radura boscosa vicino alla casa.
Totoro diventa così il mezzo magico attraverso cui rielaborare la malattia, la distanza, la temporanea disfunzionalità, in uno struggente spaccato dell'infanzia, dei suoi pensieri e delle sue contraddizioni.
Si unisca la consueta animazione targata Ghibli, una colonna sonora di alto livello, e alcune scene di alto impatto.
Come mai solo la decima piazza allora?
Perché da adesso si inizia a salire veramente di livello.
9° posizione - 2013 - Si alza il vento [Kaze tachinu (Si alza il vento)] - Hayao Miyazaki - Voto 8
Le vent se lève, il faut tenter de vivre. Questi versi dell'opera Le cimetière marin di Paul Valéry sono l'inno portante del film.
Inseguire i propri sogni, senza mai arrendersi, lottare, lottare sempre, dare tutto di sé stessi.
La storia - vera - di Jirō Horikoshi, progettista aeronautico, e del suo sogno, della sua ammirazione per Caproni, della sua disperata storia d'amore e di vita con Nahoko Satomi, intrecciata con gli eventi del Giappone a cavallo tra le due guerre mondiali, è struggente, poetica, commovente.
Il comparto grafico è eccellente, la colonna sonora forse è un po' sottotono, ma i temi portanti sono di buona fattura.
Le lacrime non mancano, specie nel finale ma sono in qualche modo lacrime belle, lacrime di vita, lacrime di forza nell'andare sempre e comunque avanti, verso i propri sogni, verso il futuro.
8° posizione - 1991 - Pioggia di ricordi [Omohide poro poro (Pioggia di ricordi)] - Isao Takahaka - Voto 8
Il mio film preferito di Takahaka, Omohide poro poro è un film molto particolare, sospeso tra passato e presente. Taeko è la ventisettenne di Tokyo che ogni anno si reca in vacanza in un paese di campagna per aiutare nella raccolta del cartamo, Taeko è la bambina di quinta elementare che vive nel ricordo della Taeko adulta.
Omohide poro poro è un sentito omaggio al Giappone rurale, simbolo universale di tutte le società di campagna del mondo che stanno lentamente sparendo. A tal proposito è molto significativa la scelta della colonna sonora, composta da canti contadini bulgari, rumeni, ungheresi (vabbé, c'è anche la danza ungherese n° 5 di Brahms), e persino una canzone italiana.
Omohide poro poro è sovrapposizione di scene tra presente e passato, rappresentate in modo graficamente differente: mentre Taeko si reca in campagna, e si cala nella vita contadina, rivive l'anno della sua quinta elementare, la prima dichiarazione d'amore, la sua famiglia così rigida e patriarcale, il rapporto con le sorelle, la frustrazione per la matematica... e sebbene Taeko sia una ragazza solida, in pace con sé stessa, il continuo confronto con la sua infanzia la porta ad una superiore consapevolezza di sé, in grado di indirizzarne le scelte e il futuro, in una meravigliosa compresenza tra passato e presente.
Chiude il film Ai wa hana, kimi wa sono tane, versione giapponese di The Rose, di Amanda McBroom.
Verrebbe quasi da dire perché solo un 8... e mentre scrivo questa recensione inizio a chiedermelo pure io.
7° posizione - 1989 - Kiki - Consegne a domicilio [Majo no takkyūbin (Le consegne espresse della strega)] - Hayao Miyazaki - Voto 8
Buffo e commovente coming of age, Majo no takkyūbin racconta le vicende di Kiki, simpaticissima ragazzina strega che - come da tradizione - al compimento del tredicesimo anno lascia la famiglia per svolgere il suo anno di noviziato.
La storia è estremamente semplice, e affronta i problemi pratici di Kiki, trovare una sistemazione, un'occupazione, e gestire le relazioni interpersonali con gli adulti e i coetanei non dotati di poteri magici. Vediamo una lenta maturazione, comprimari di altissimo livello, menzione d'onore in questo a Ursula.
L'improvvisa perdita dei propri potere mette di fronte Kiki ai tutti i suoi limiti, e il tentativo di riconqusita simboleggia proprio il passaggio all'età adulta: trasformare il talento innato in una reale capacità, da controllare e usare per un vero scopo.
L'animazione è ottima, e la colonna sonora... beh, diciamo solo che Hisaishi era in questo caso molto, molto ispirato, e non è un caso che Shinkai abbia omaggiato proprio questa colonna sonora nel suo ultimo film Suzume no tojimari.
Sebbene semplice, la storia è altamente coinvolgente ed emozionante, e merita la visione.
6° posizione - 1995 - I sospiri del mio cuore [Mimi o sumaseba (Se tendi l'orecchio)] - Yoshifumi Kondō, Hayao Miyazaki - Voto 8
Unico film Ghibli tratto da un manga shojo, si tratta di una tenera storia romantica, adatta per i romanticoni, ma in grado di sciogliere molti cuori.
Shizuku, brillante ma timida studentessa dell'ultimo anno delle medie, vorace lettrice, si rende conto che in tutti i libri della biblioteca che prende in prestito compare il nome di Seiji Amasawa, e inizia a fantasticare su chi possa essere questo ragazzo.
Un giorno, seguendo per caso un gatto randagio, si imbatte in un affascinante negozio di antiquariato, che scatenerà tutta la catena di eventi che provocherà la conoscenza diretta con Seiji, liutaio in erba, e l'avvio delle loro avventure, che non mi permetto di spoilerare.
Nel film, è interessante il riferimento all'Italia come patria dei liutai, vista come terra di magia e mistero in rapporto all'operoso Giappone... insomma, una visione ribaltata tra Occidente e Oriente rispetto a quella a cui siamo abituati.
Particolare menzione al canto di Country Road a casa Amasawa, l'ho trovato estremamente emozionante. E a proposito, la canzone è l'ossatura portante di una colonna sonora di buon livello, che si accompagna ad animazioni di ottima fattura. Kondō non per nulla doveva essere l'erede designato di Miyazaki, se il destino non si fosse messo di mezzo facendolo scomparire troppo presto.
Il film è emozionante ed emozionale, senza però mai scadere nel fanservice. E perdonate Miyazaki se insistette per avere *quel* finale, forse esagerato per due quattordicenni... le emozioni non possono che ringraziare.
5° posizione - 2011 - La collina dei papaveri [Kokuriko-zaka kara (Dalla collina dei papaveri)] - Gorō Miyazaki, Hayao Miyazaki, Keiko Niwa - Voto 8,5
Ecco, mi rendo conto che questa è una scelta inusuale, di solito questo film si trova più in basso. Però io l'ho apprezzato molto.
Sarà perché Shun e Umi sono una coppia che mi piace moltissimo oltre a piacermi singolarmente, sarà perché il periodo pre-olimpico è poco trattato nel mondo dell'animazione giapponese, sarà perché la storia è leggera ma equilibrata nelle sue componenti e interessante... a me questo film è piaciuto molto.
Un ritmo leggero ma incalzante, personaggi mai piatti, un doppio colpo di scena che sostiene la storia della coppia, e una vicenda che regge l'ossatura del film in modo adeguato... che cosa si può volere di più?
Ecco, aggiungiamo allora un'animazione adeguata e una colonna sonora interessante nel suo essere anni'60 e assolutamente incredibile nel finale con la voce di Aoi Teshima a cantare Sayonara no natsu, tanto semplice musicalmente quanto capace di entrare sottopelle.
Capolavoro? Quasi. Per quanto trovi Shun e Umi adorabili, sono forse troppo simili tra loro per consentire tutte le normali vicende di coppia che generalmente costellano i film di animazione. Ma si tratta di un peccato puramente veniale, che non impatta sulla storia.
4° posizione - 1997 - Princess Mononoke [Mononoke-hime (La principessa spettro)] - Hayao Miyazaki - Voto 8,5
NB: la recensione contiene SPOILER.
Siamo ai piedi del podio, e troviamo un film che spesso è citato al primo o al massimo al secondo posto.
Mononoke-hime è un bellissimo film. Un fantasy eccezionale.
C'è il folklore giapponese, dei, creature magiche, spiriti animali, c'è lo scontro ancestrale tra il progresso umano e la natura, qui portate allo scontro estremo.
Le scene sono forti, spesso crude, vediamo morti, menomazioni, tanto di uomini quanto di animali. Non risparmia nulla. Eppure è tutto in qualche modo dovuto, non deve essere nascosto nulla dello scontro mortale tra uomo e natura.
E allo spettatore resta solo di capire come andrà a finire, e sperare in San e Ashitaka come punti di equilibrio tra due mondi apparentemente inconciliabili.
Animazioni veramente ottime, forse poteva essere migliore la colonna sonora, anche se il tema portante di Ashitaka è molto, molto bello.
Malgrado l'amore (ancora in fieri, ma evidente) tra San e Ashitaka, i due non lasciano il proprio mondo e vivranno separati, uniti in una comunanza spirituale, talvolta fisica, che però sarà destinata a non trasformarsi, almeno per qualche tempo, in un legame vero e proprio. Mi sono spesso chiesto del perché di questa scelta, e oltre a trovarla una cosa realistica per il passato e il presente dei due protagonisti, ho pensato che in fondo è solo così, attraverso questo ponte, che i due mondi - umano e naturale - possono arrivare a compenetrarsi. Per quanto dolorosa, una scelta di amore universale.
3° posizione - 2001 - La città incantata [Sen to Chihiro no kamikakushi (La sparizione causata dai kami di Sen e Chihiro)] - Hayao Miyazaki - Voto 9
Inutile spiegare cosa sia questo film e cosa significhi. Vincitore di un Oscar, ha completamente sdoganato al grande pubblico il mondo dell'animazione giapponese, e probabilmente è il film giapponese più influente degli anni 2000.
Sen to Chihiro no kamikakushi è una storia semplice, di una ragazzina che deve salvare i propri genitori intrappolati da una strega all'interno di un mondo abitato a ogni sorta di creatura magica... ma più di tutto è una storia di identità. La storia di Chihiro, che la strega vorrebbe trasformare in Sen rubandole persino il nome, e del suo speciale rapporto con Haku, è la storia del riuscire a non perdersi, e anzi a ritrovarsi, nell'amore. Una storia universale, sempre uguale a sé stessa ma dalle infinite declinazioni.
E questa particolare declinazione vede comprimari eccellenti, Lin e il Senza Volto su tutti, figure veramente speciali.
E poi animazioni incredibili, e una colonna sonora che vede il solito Hisaishi nella sua miglior forma da quasi due decenni.
Alcune sbavature impediscono la perfezione, ma ci siamo vicini, vicinissimi.
2° posizione - 2014 - Quando c'era Marnie [Omoide no Mānī (Marnie della memoria)] - Hiromasa Yonebayashi, Keiko Niwa, Masashi Ando - Voto 9
NB: la recensione contiene SPOILER.
Questa la devo spiegare, me ne rendo conto. Di solito Omoide no Mānī è un film che nemmeno si prende in considerazione. Eppure l'ho adorato.
Ci sono tanti film di crescita, di maturazione, di coming of age. Omoide no Mānī, tratto dal romanzo omonimo di Joan G. Robinson, è altro.
Anna è una ragazzina depressa, sempre fuori dal cerchio delle relazioni sociali, solitaria. Orfana di entrambi i genitori, ha vissuto per qualche tempo con la nonna, poi deceduta, e data in adozione. Dubita dell'amore dei genitori adottivi, dopo che ha scoperto che ricevono sovvenzioni statali per occuparsi di lei, non ha amici, rifiuta i rapporti. Anna è depressa in senso clinico, e per soprammercato soffre pure di asma.
Per quest'ultima ragione viene mandata nell'Hokkaido, in una località costiera, presso parenti dei genitori adottivi.
Lì viene affascinata ad una bella villa sulla costa, e mette in moto una catena di eventi che ha dell'incredibile, e che, contrariamente a tutto il resto di questa classifica, devo raccontare perché il senso del film si trova solo dopo averlo visto tutto e sapendo come va a finire e cosa significa. Anna incontra Marnie, bellissima coetanea che vive nella villa, con cui finalmente instaura un rapporto di amicizia, e con cui vive splendide avventure, arrivando a costuire un legame esclusivo (ma non bisogna pensare ad un rapporto sentimentale: il "ti amo" della versione italiana è un errore di traduzione). Marnie è a sua volta prigioniera in una gabbia dorata, di genitori assenti, governanti tiranniche, eppure vive la sua vita con ottimismo, donandosi letteralmente alla vita... Le vent se lève, il faut tenter de vivre, appunto.
Peccato che Marnie non sia reale nel senso normale del termine. Le avventure vissute da Anna... beh, non sono reali nel senso normale del termine.
Il finale rivela che Marnie era in realtà proprio la nonna di Anna, che l'ha accudita dopo la perdita della figlia e del genero fino a quando ha potuto.
Alcuni considerano la figura di Marnie - ragazzina - come una fantasma, altri vedono le scene in comune tra le due ragazze come delle specie di connessioni temporali. A me invece piace una terza interpretazione, quella psichiatrica. Le avventure di Marnie con Anna si muovono dentro una doppia cornice: il suo diario e i suoi racconti ad Anna bambina. Marnie è quindi coerente con quello che Anna sa di lei, e ha il volto e le fattezze della bambola di Anna al funerale dei suoi genitori. Marnie è quindi la proiezione psichica di Anna, una visione buona, curativa, che le fa capire l'importanza di non arrendersi e di aprirsi al mondo, di vivere, vivere sempre, con ottimismo.
La scena in cui Anna torna a casa, e l'ultima apparizione di Marnie alla finestra a salutare, mentre partono le note di Fine on the Outside di Priscilla Ahn, simboleggia non la guarigione, ma l'inizio del percorso di guarigione di Anna.
Omoide no Mānī è un film di guarigione, di cura, di rinascita. E il tutto è reso in un modo delicatissimo, con animazioni ancora più pastello del solito, e una colonna sonora delicata e mai invadente.
Trovo sia la maggior sintesi di sempre nell'animazione Ghibli di film orientali tratti da opere occidentali, e non per nulla è stato candidato all'Oscar... e ha perso contro un gigante come Inside Out, non credo ci sia disonore in questo.
1° posizione - 1984 - Nausicaä della Valle del vento [Kaze no tani no Naushika (Nausicaä della Valle del vento)] - Hayao Miyazaki - Voto 10
Il primo film della classifica è quello che non è Ghibli, ma è il film i cui incassi ne permisero la fondazone.
Tratto dall'omonimo manga sempre di Miyazaki, Kaze no tani no Naushika è per me Il Signore degli Anelli dell'animazione giapponese. C'è un prima e c'è un dopo. La produzione del film ha raccolto i maggiori talenti dell'epoca, a cui sono stati affiancati i talenti che avrebbero poi segnato gli anni '90, tra cui mi permetto di citare Hideaki Anno, papà di Neon Genesis Evangelion e non solo.
In un mondo post-apocalittico, raso al suolo dai titani, giganteschi androidi in grado di lanciare armi nucleari, le comunità umane sono minacciate dal Mar Marcio, una giungla tossica in continua espansione in cui vivono piante e animali in grado di uccidere un uomo in pochissimo tempo.
Tra queste comunità c'è la Valle del Vento, in cui gli uomini sono riusciti a costruire una società pacifica e armonica, patria della principessa Nausicaä.
Altre comunità, meno pacifiche, cercano invece di riportare alla luce i titani per desiderio di dominio.
Perché Kaze no tani no Naushika è così speciale? Perché semplicemente è perfetto ed equilibrato in ogni sua parte.
Parto dalla colonna sonora, Hisaishi è al suo massimo splendore, melodie epiche, ossessive, che restano in testa, e sposano perfettamente le vicende.
E poi animazioni evocative e suggestive - certo siamo nella prima metà degli anni '80 - e rese con grandissima maestria.
E la storia, che riprende la prima parte del manga, ma è perfettamente compiuta in sé stessa, un arco narrativo equilibrato ed emozionante.
E per finire c'è lei, Nausicaä, dal nome omerico.
Non la bambina-donna delle produzioni successive, quanto piuttosto una donna-bambina, saggia e forte, sexy ma in modo inconsapevole (la scena di Teto infilato nella scollatura ne è prova), rigorosa come una scienziata nello scoprire i segreti del Mar Marcio, e al tempo stesso innocente e capace di vedere il mondo con occhi di bambina. Non per nulla vincitrice di svariate edizioni del best female anime characters, indubbio metro di paragone per tutte le eroine femminili create lì in avanti, e persino l'unico altro personaggio femminile in grado di competere con lei per carisma e forza, ovvero San di Mononoke-hime, deve molto a Nausicaä nei tratti del disegno e nelle espressioni del volto - il sorriso disarmante di San a Ashitaka non può non ricordare quello di Nausicaä.
Nausicaä è una figura epica, estrema nella sua vocazione, nel suo donarsi, nel suo amore per la sua gente, la sua terra, il suo mondo.
E persino gli insetti senzienti del Mar Marcio... ma no, non è il caso di dire oltre. Chi non lo ha visto, lo veda. Chi lo ha visto, lo riveda.
E appuntamento a gennaio per Kimi-tachi wa dō ikiru ka, Il ragazzo e l'airone.