CitaWho is John Galt?
Con questa classica citazione, inizio una discussione di carattere storico-filosofico incentrata sull'analisi e sull'applicabilità della filosofia nota come Oggettivismo, molto popolare negli USA ma quasi del tutto sconosciuta in Europa, e in particolare in Italia. La discussione però si allarga ad altre filosofie liberali-libertarie come quelle propugnate dai pensatori e/o economisti come Murray Rothbard, Ludwig von Mises, il suo allievo Friedrich von Hayek e altri ancora.
Ricordo che sull'opera massima di Ayn Rand, La Rivolta di Atlante, aprii tempo fa anche questa discussione.
La discussione, in un certo senso, può considerarsi una costola di quella sugli USA aperta da @Mar, visto che come detto prima simili scie di pensiero sono molto popolari in America. Da italiano ed europeo, non ho mai nascosto la simpatia che nutro verso questi modi di pensare (come denotato da me anche in questa discussione), ritenendo che molto di essi potrebbe essere applicabile qui in Italia, senza tuttavia arrivare agli estremismi dell'anarcocapitalismo.
Passando a dati oggettivi, l'Oggettivismo di Ayn Rand, enunciato in opere come La Fonte Meravigliosa e La Rivolta di Atlante (in particolare in questa ultima) propone i seguenti concetti:
1) Passaggio allo stato minimo: in sostanza, con l'eccezione delle forze dell'ordine e dei tribunali, tutto deve essere privatizzato, dai trasporti alla sanità, dalla scuola all'imprenditoria. Per dirla con Thomas Jefferson, lo stato migliore è quello che governa meno;
2) Esaltazione della figura del libero professionista e dell'imprenditore, considerato il vero motore della società;
3) Esaltazione della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico (non sfuggirà ai più la forte atmosfera steampunk dei romanzi della Rand);
4) Il mercato si regola da solo, concetto ripreso dalle filosofie inglesi del Settecento e dell'Ottocento;
5) Forte sfiducia verso le religioni e verso le ideologie totalitarie "di massa", come quelle che hanno piagato il Novecento (comunismo, nazismo e fascismo);
6) Esaltazione della libertà individuale, in particolare della libertà della donna (basti pensare a Dagny Taggart, protagonista de La Rivolta di Atlante).
Dalla teoria dello stato minimo della Rand si è poi passati all'anarcocapitalismo di Rothbard, che ne è un'estremizzazione ancora maggiore.
Le basi filosofiche dell'Oggettivismo sono varie, tra cui la logica di Aristotele e la filosofia di Nietzsche (entro certi limiti).
Mie considerazioni sui punti dell'Oggettivismo sopra esposti:
1) Una privatizzazione spinta della società è impensabile: metterebbe in difficoltà le fasce più povere della popolazione nell'accesso ai servizi e in caso di calamità naturali e non (epidemie, terremoti, disastri vari, guerre). Penso che una siffatta società crollerebbe come un castello di carte;
2) D'accordo su una maggiore attenzione verso la figura dell'imprenditore, che alla fine è colui che dà lavoro;
3) Anche qui sono d'accordo su una maggiore attenzione verso lo sviluppo tecnologico e scientifico;
4) Qui sono scettico: le varie crisi economiche occorse nel secolo scorso e in questo secolo mostrano che difficilmente il mercato si regola da solo;
5) Anche qui sono d'accordo: la Rand disse che la più piccola minoranza che esista è il singolo individuo, e abbiamo visto che disastri hanno fatto le ideologie totalitarie del Novecento da me citate;
6) Anche qui sono d'accordo: il femminismo da La Rivolta di Atlante e altre opere della Rand è evidente (anche se vi sarebbe la questione su quello che avviene nel famoso primo incontro tra Howard Roark e Dominique Francon...).
Detto questo, invito tutti (e in particolare gli utenti più colti in fatto di cultura americana) a dire la loro.
Quante balle!
David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024
L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.
Giuseppe Cruciani, Via Crux
So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.
Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino
- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.
La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.
- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.
Niccolò Ammaniti, La vita intima
Far away and far away
Flows the river of pure Day;
Cold and sweet the river runs
Through a thousand, thousand suns.
Fredegond Shove, The River of Life
Daccordo su quasi tutto come era prevedibile.
Il ruolo dello stato nel mercato però è imprescindibile.
Ovvero deve fare gare d'appalto per opere pubbliche fino a che non si raggiunge il top (da notare come in Italia ci sarebbe lavoro per 130 anni ) poi fare manutenzione , è una volta arrivate nuove tecnologie, demolire e ricominciare daccapo .
La tassazione deve essere progressiva , ma non si può chiedere a nessuno ,neanche ad un miliardario più del 33,3% compresa l'incidenza delle tasse indirette, sennò è esproprio proletario come in Italia per tutti ,non solo per il miliardario .
La sanità pubblica va anche bene ma qualcosa si deve pagare ,è come per gli incidenti d'auto ,più ne fai meno l'assicurazione paga
La scuola : scuole private ma che non prendano soldi dallo stato ,promuovere l'elite che va a fare scouting nel pubblico portando i migliori a migliorarsi di più
Ecc.....
Le prime volte che ho iniziato a interessarmi all'Oggettivismo sono state quando ho sentito parlare della Spade della Verità, la saga fantasy di Terry Goodkind largamente ispirata a questa filosofia, nonché quando ho iniziato ad ascoltare una band rock canadese, i Rush, il cui batterista e paroliere Neil Peart era negli Anni '70 un estimatore della Rand (i Rush furono accusati di essere anticomunisti, o peggio ancora fascisti, per questo motivo).
Alla fine la saga di Goodkind non l'ho mai letta perché ho visto pessime recensioni sul suo conto, le quali stroncavano la storia sia per la qualità scadente dell'intreccio, sia per il modo imbarazzante di inculcare a forza nei lettori l'ideologia oggettivistica (giudizi dei recensori, non miei, lo ribadisco). Per quanto riguarda i Rush, sono tuttora uno dei miei gruppi musicali preferiti in assoluto, ma negli album della maturità Neil Peart ha in un certo senso rinnegato l'afflato individualista ed eroico dei suoi primi testi, in favore di una filosofia sempre razionalistica, ma incentrata sull'esaltazione dell'uomo comune e della solidarietà fra le persone: un'evoluzione da una visione del mondo adolescenziale e ribelle a una adulta e umanitaristica.
Perché questa premessa? Il motivo è che riassume abbastanza bene la mia opinione sull'Oggettivismo: ne apprezzo le premesse razionalistiche, il suo essere avverso ai sistemi di pensiero dogmatici e totalitari e anche il suo progressismo in materia di diritti civili, ma non ne condivido gli esiti politici di destra, incentrati sull'esaltazione del capitalismo e dell'egoismo individuale, nonché il rifiuto del ruolo regolatore dello Stato (addirittura la Rand sosteneva l'idea assurda dei tributi da pagare su base volontaria, mi pare di ricordare).
Intendiamoci: ritengo che il capitalismo abbia dimostrato negli ultimi secoli di essere il modello economico vincente perché è più in sintonia con la natura profonda dell'uomo di essere competitivo e autoaffermativo, nonché col fatto che non può esistere, anzi sarebbe deleteria, una completa uguaglianza sostanziale degli individui. Allo stesso tempo, però, trovo che pensare che il mercato si autoregoli sia infantile: lo stato deve intervenire nei processi economici e finanziari laddove sia necessario, anziché farsi assogettare da questi come avviene oggigiorno, e deve anche limitare per quanto possibile le sperequazioni fra ceti sociali. Affidarsi solo all'egoismo, secondo me, non è affatto razionale, tutt'altro.
Poi ci sarebbero critiche da fare anche sulla concezione gnoseologica. Cito da Oggettivismo.it:
CitaNella gnoseologia (chiamato epistemology in inglese), la disciplina che studia la conoscenza dei fatti e come la si ottiene, l'Oggettivismo dice che i sensi dell'uomo siano validi, che la conoscenza sia possibile all'uomo se usa la sua ragione, e che il metodo principio per raggiungerla sia l'induzione. L'emozione è importante, però non è un mezzo di conoscenza.
È una visione che reputo semplicistica: significa, per esempio, dare un colpo di spugna al kantismo e a ciò che è venuto dopo.
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
D'accordo su quasi niente, come era prevedibile.
Ho letto solo La Fonte, di malavoglia devo ammettere, proprio per la filosofia che vi è delineata, quindi prendete le mie considerazioni come molto acerbe. Magari negli altri libri raffina i concetti (ma non credo che lo saprò mai).
1) La privatizzazione e lo stato meno interventista possibile s'è visto quanto hanno funzionato bene nei momenti in cui contava di più, cioè in quelli di crisi. E si, non serve andare lontano stavolta, basta guardare la gestione di quella che stiamo ancora vivendo. Governare magari non serve tanto, orrganizzare si.
2) detesto le frasi come questa: maggiore attenzione verso la figura dell'imprenditore, che alla fine è colui che dà lavoro e il sottinteso che 'dare lavoro' sia un 'favore' dell'imprenditore al lavoratore e non l'ovvio e naturale contrario.
2bis) la tassazione dovrebbe essere totalmente.proporzionale.sempre.e.comunque ... io sogno proprio un tetto massimo - basso- ad OGNI stipendio o retribuzione, per i sacrosanti 'capricci' di ognuno, e per chi ne ha bisogno psicologicamente per lavorare bene. Poi i servizi essenziali e anche meno essenziali tutti gratis e finanziati con l'eccedenza. Si, lo so che è impossibile, ma tanto son romanzi e utopie...
3) la Rand convenientemente dimentica che i sistemi unicamente competitivi e non regolati di questo genere sono aperti e zero sostenibili, a livello di ecologia e anche semplicemente di risorse. Qualunque risorsa. Va bene anzi benissimo l'attenzione verso tecnologia e scienza...ma queste non coincidono affatto con l'etica Borg - che può essere letta facilmente come una critica del consumismo moderno; piuttosto il contrario.
4) il mercato si regola da solo? Quello capitalista? Quello aperto e che senza espansione e sostegno costante collassa? La mia impressione è che senza l'indottrinamento quotidiano a cambiare macchina - e quando non basta gli incentivi statali , simpatico il paradosso - il mercato attuale dell'auto morirebbe in dieci anni. Ma qui in effetti ne so poco.
5) perfettamente d'accordo con il punto 5) ...peccato che io consideri appunto liberismo, capitalismo estremo, consumismo e tutto l'ambaradan che gli gira intorno precisamente un'ideologia di massa come le tre citate, con un apparato di propaganda da fare invidia a Stalin, Mussolini e ad ogni chiesa.
6) idem come 5. E' un bellissimo ideale, ma mi sembra davvero difficile che gli ltri punti lo favoriscano invece di ostacolarlo oO
7) questo lo aggiungo io visto che il libro (sempre parlo di un solo libro eh!) mi ha dato proprio l'impressione di ignorarlo; non mi ricordo una descrizione granchè coerente o dettaglaita della 'gestione' dell'inevitabile presenza dei 'deboli': invalidi, vecchi, o semplicemente i bambini. Quelli che appunto non producono, non competono, almeno per una parte della loro vita. In un romanzo sarà ok, in una filosofia o ideologia non è che si può ignorare una variabile perchè scomoda...
Tanto per fare l'estremista, contesto pure la definizione di base: 'oggettivismo'. E' oggettivo che in biologia, in fisica, e anche nella sociologia umana, gli unici sistemi che si reggono da soli a lungo termine sono quelli con un misto di competizione e collaborazione, compresa collaborazione che all'individuo/elemento può sembrare 'a fondo perduto'. Il liberismo estremo alla fine non é così naturale né oggettivo.
No, come qualche lettore avrà capito dai primi punti...Se un'utopia da romanzo bisogna prendere ad esempio, io tendo sempre per l'anarcocomunismo de I Reietti dell'Altro Pianeta - anche perchè non nasconde le pecche dell'ideologia stessa- e qualcosa dello Stato Buon Pastore di Fanteria dello Spazio
3 hours fa, Neshira dice:2) detesto le frasi come questa: maggiore attenzione verso la figura dell'imprenditore, che alla fine è colui che dà lavoro e il sottinteso che 'dare lavoro' sia un 'favore' dell'imprenditore al lavoratore e non l'ovvio e naturale contrario.
Visto che questa frase l'ho detta io, mi sento tirato in causa.
Quello che intendevo dire, è che spesso l'imprenditore è visto dallo stato come una mucca da mungere o da intralciare con la burocrazia (è noto quanto la burocrazia italiana sia farraginosa), e non come una risorsa del tessuto produttivo. E inoltre gli imprenditori privati servono, perché uno stato non può vivere solo di...statalismo.
Tenderei ad aggiungere (ma forse esula un po' dal contesto) che so benissimo che il rapporto di lavoro tra un imprenditore e un dipendente non è uno scambio di favori, ma qualcosa appositamente legiferato da un contratto e regolamentato dallo stato dove ognuno trae un beneficio e ha dei doveri verso l'altro.
Quante balle!
David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024
L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.
Giuseppe Cruciani, Via Crux
So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.
Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino
- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.
La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.
- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.
Niccolò Ammaniti, La vita intima
Far away and far away
Flows the river of pure Day;
Cold and sweet the river runs
Through a thousand, thousand suns.
Fredegond Shove, The River of Life
Si tranquillo, detesto queste frasi e non certo chi le usa, proprio perchè ormai il concetto che 'dare lavoro' valga più di 'ricevere lavoro', è così scontato a livello culturale che tutti, perfino chi il lavoro lo fornisce, in prima battuta ci credono. E si vede appunto dal linguaggio che tutti usiamo.
La cosa è 'brutta' anche quando il datore di lavoro è lo Stato stesso eh! E magari il libero professionista è chi 'fornisce' e viene ostacolato (I co.co.co. erano più diffusi nelle PA che altrove).
In questo il liberismo ha purtroppo già vinto, anche da noi.
L'imprenditore non da lavoro .
L'imprenditore rischiando il proprio capitale cerca di soddisfare una domanda del mercato creando un offerta di lavoro ,generando ricchezza per lui e per altri innescando altra domanda e offerta
Non usiamo linguaggi di altri secoli
15 hours fa, Neshira dice:Tanto per fare l'estremista, contesto pure la definizione di base: 'oggettivismo'. E' oggettivo che in biologia, in fisica, e anche nella sociologia umana, gli unici sistemi che si reggono da soli a lungo termine sono quelli con un misto di competizione e collaborazione, compresa collaborazione che all'individuo/elemento può sembrare 'a fondo perduto'. Il liberismo estremo alla fine non é così naturale né oggettivo.
Esatto!
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
1) Passaggio allo stato minimo: in sostanza, con l'eccezione delle forze dell'ordine e dei tribunali, tutto deve essere privatizzato, dai trasporti alla sanità, dalla scuola all'imprenditoria. Per dirla con Thomas Jefferson, lo stato migliore è quello che governa meno;
La storia dimostra che è l'esatto contrario, entro certi limiti (quindi escludendo casi di intervento eccessivo e irrazionale dello Stato in ogni ambito della vita e dell'economia).
Ogni grande traguardo, ogni svolta storica, ogni grande balzo in avanti, è stato possibile solo attraverso sforzi organizzati e pianificati dall'alto.
Non è mai esistito uno Stato minimo, cioè che si limita ad amministrare senza una strategia complessiva, una visione d'insieme, obbiettivi globali, anche perché questi ipotetici "Stati minimi" verrebbero facilmente inchiappettati dagli Stati massimi, ma proprio easy.
Uno stato minimo può esistere ma solo in quanto tollerato, come un simpatico e fortunato esperimento, ma non potrà mai essere una superpotenza, essere padrone del proprio destino e dei destini del mondo.
A meno che non abbia raggiunto una tale supremazia tecnologica e militare da potersene infischiare dei rivali. Ma è fantascienza.
2) Esaltazione della figura del libero professionista e dell'imprenditore, considerato il vero motore della società;
Calma. Il motore della società è lo scienziato, il genio, colui che ricerca e innova tecnologicamente, che porta nuove conoscenze.
In seconda battuta, chi sa sfruttare politicamente e militarmente la tecnologia e le conoscenze per accaparrarsi le risorse e sottrarle alla concorrenza.
L'imprenditore/libero professionista è una valida e importantissima figura ma non certo il motore della società.
L'imprenditore può innovare, può innescare indirettamente progressi tecnologici, può accumulare i capitali necessari e avere interesse a investirli nella ricerca tecnologica... ma non è lui l'elemento decisivo.
Lo metterei sul podio ma al terzo gradino.
3) Esaltazione della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico (non sfuggirà ai più la forte atmosfera steampunk dei romanzi della Rand);
Ok, verissimo, super decisivo, sta tutto là alla fin fine, fin da quando il nostro bisbisbisbisbisbis nonno ha capito come scheggiare una pietra e l'ha usata per procacciarsi un bel facocero.
4) Il mercato si regola da solo, concetto ripreso dalle filosofie inglesi del Settecento e dell'Ottocento;
Sì, si regola benissimo da solo in effetti. Ma con due elementi fondamentali da tenere presenti:
- senza correttivi il mercato si auto-regola sbattendosene completamente di equità, uguaglianze, pari diritti e simili. Vogliamo davvero dire ciao ciao a tutte queste belle cose?
- senza correttivi il mercato tende inevitabilmente al monopolio o all'oligopolio
Un bello scenario distopico, non c'è che dire.
5) Forte sfiducia verso le religioni e verso le ideologie totalitarie "di massa", come quelle che hanno piagato il Novecento (comunismo, nazismo e fascismo);
bah, mi pare semplicistico. Bisognerebbe andare a vedere case by case, e anche all'interno della stessa dottrina/religione,analizzare punto per punto e argomento per argomento. Una sfiducia "per principio", a monte, mi pare altrettanto dogmatica e fideistica di un qualsiasi precetto religioso, comunista o nazista.
6) Esaltazione della libertà individuale, in particolare della libertà della donna (basti pensare a Dagny Taggart, protagonista de La Rivolta di Atlante).
ok, vabbè, cosa vuoi dire, quello è come il prezzemolo, va sempre bene. Aggiungerei anche libertà della comunità LGBT, per stare al passo con i tempi.
In altre parola, questo oggettivismo mi pare una gran bella americanata. E non in senso buono.
%d/%m/%Y %i:%s, Ser Balon Swann dice:2) Esaltazione della figura del libero professionista e dell'imprenditore, considerato il vero motore della società;
Calma. Il motore della società è lo scienziato, il genio, colui che ricerca e innova tecnologicamente, che porta nuove conoscenze.
In seconda battuta, chi sa sfruttare politicamente e militarmente la tecnologia e le conoscenze per accaparrarsi le risorse e sottrarle alla concorrenza.
L'imprenditore/libero professionista è una valida e importantissima figura ma non certo il motore della società.
L'imprenditore può innovare, può innescare indirettamente progressi tecnologici, può accumulare i capitali necessari e avere interesse a investirli nella ricerca tecnologica... ma non è lui l'elemento decisivo.
Lo metterei sul podio ma al terzo gradino.
John Galt è in sostanza uno scienziato (un ingegnere elettrico che inventa un nuovo tipo di motore) e Howard Roark un architetto innovativo. Però sì, la figura dell'imprenditore è comunque predominante (Dagny Taggart, Francisco d'Anconia e Hank Rearden sono imprenditori).
Quante balle!
David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024
L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.
Giuseppe Cruciani, Via Crux
So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.
Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino
- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.
La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.
- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.
Niccolò Ammaniti, La vita intima
Far away and far away
Flows the river of pure Day;
Cold and sweet the river runs
Through a thousand, thousand suns.
Fredegond Shove, The River of Life
A livello economico chi immette risorse proprie nel sistema può essere considerato un motore.
Un piccolo motore, tanti piccoli motorini.
Il motore principale rimane lo stato anche perché primo cliente dovendo garantire beni e servizi senza limiti di tempo come strade, ponti , ospedali, scuole ecc.....
Me lo ricordo perchè se non sbaglio Steve Ditko era un seguace di questa dottrina e cerva di infilarcela nei suoi personaggi a fumetti (e cio causo diatribe con Stan Lee perchè l'oggettivismo , che, semplificando molto, ha tra i suoi precetti:"A parte l'osservanza della legge, non hai altri doveri che verso te stesso, e devi avere come scopo principale la tua realizzazione personale", contrastava in maniera irrisolvibile con la storia di Peter, costretto dal senso di colpa derivante dalla morte dello Zio Ben ad anteporre le esigenze degli altri alle sue).
L'Uomo Ragno di Ditko infatti era molto, molto piu schivo e riservato di quello successivo, basta guardare come giudicava male le proteste studentesche dei suoi coetanei.
« Sono Andrew Ryan, e sono qui per porvi una domanda
un uomo non ha diritti sul sudore della sua fronte?
No, dice l'uomo di Washington; appartiene ai poveri.
No, dice l'uomo in Vaticano; appartiene a Dio.
No, dice l'uomo di Mosca; appartiene a tutti.
Io rifiuto queste risposte. Piuttosto, scelgo qualcosa di
diverso. Scelgo l'impossibile. Scelgo... Rapture»
Queste filosofie hanno inspirato anche il fortunato videogioco Bioshock. Dove questa visione del mondo è molto criticata. In seguito un video sull'argomento, l’autore sembra preparato, ma non saprei verificare se tutto quello che dice è corretto.
Se la memoria non mi inganna, questa è la prima volta che sento parlare di Ayn Rand e dell'Oggettivismo (tra gli altri nomi citati invece, quello con il cui pensiero ho la maggiore familiarità è sicuramente Hayek). Mi pare di capire che non fosse una filosofa, una sociologa o un'economista. Ma una scrittrice, che ha scritto opere di narrativa e non saggi scientifici. Avendo poi scoperto che si tratta di una "rifugiata" russa in America, mi viene da dire con una mezza battuta che il suo appassionato elogio di Capitalismo, Liberalismo, Individualismo ecc. è facilmente comprensibile.
Qualche appunto su alcuni dei punti indicati :
Il 16/7/2020 at 17:47, Euron Gioiagrigia dice:1) Passaggio allo stato minimo: in sostanza, con l'eccezione delle forze dell'ordine e dei tribunali, tutto deve essere privatizzato, dai trasporti alla sanità, dalla scuola all'imprenditoria.
Ma qua siamo a metà strada tra la minaccia e l'incubo. Salute e istruzione non possono essere tutelate dalla (legittima) logica del profitto. Vorrebbe dire l'inaccettabile (ri)costruzione di uno Società censitaria, con tanti saluti alle già troppe disuguaglianze.
CitaPer dirla con Thomas Jefferson, lo stato migliore è quello che governa meno;
Questo è un riferimento interessante. Bisogna però tenere presente che nel passare dall'Europa all'America, le posizioni filosofico-politiche non corrispondono al 100%.
Si può dire che proprio con lui (e ancor più con chi, successivamente, si identificherà come "Jeffersoniano")
avviene il consolidamento (di quella dicotomia onnipresente) del piccolo contro il grande, della periferia contro il centro, (Campagna/Città, Interno/Costa, Sud/Nord, Stati/Governo Fed.), della tradizione contro l'innovazione, degli agricoltori, allevatori e proprietari terrieri ostili al commercio, l'industria e la finanza. Ed è stato proprio lui è il primo a inaugurare quell'altrettanto costante (e populista) ideale di "return to normalcy", nostalgico verso la "semplicità" repubblicana delle piccole comunità rurali, la sana vera America.
Volendo fare una di quelle classiche semplificazioni rischiose, nell'America Sette-Ottocentesca è la Sinistra ad essere conservatrice (almeno nel senso appena visto) e la Destra quella progressista (sviluppo tecno-industriale e abolizionismo !).
Cita3) Esaltazione della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico
Non è in contraddizione col punto 1? O lasciamo che siano esclusivamente i capitali privati a decidere se, cosa, come, quando e quanto finanziare?
Stessa considerazione di prima, non tutto ciò che è bene per il privato, è bene anche per il pubblico.
Cita4) Il mercato si regola da solo, concetto ripreso dalle filosofie inglesi del Settecento e dell'Ottocento
In realtà è stato Smith in persona e in primis, a mettere in guardia contro le inevitabili storture di quella metafisica entità. Con tanto di innumerevoli consigli al Potere (politico) sulla necessità di regolare quello economico. Addirittura su come esercitare un efficace prelievo fiscale e impiego, delle risorse così raccolte. Insomma, non poche eccezioni al laissez faire e rivolto più contro il big business che contro il big government. Il contrario di una fede cieca e ingenua nelle virtù del libero mercato (e degli uomini d'affari).
Cita5) Forte sfiducia verso le religioni e verso le ideologie totalitarie "di massa", come quelle che hanno piagato il Novecento (comunismo, nazismo e fascismo)
Diciamo che bisognerebbe almeno distinguere tra teoria (filosofica) e pratica (politica). Della serie, Rousseau non è Robespierre. Marx non è Stalin.
Dopodiché, ha comunque l'aria di essere un conveniente ribaltamento di prospettiva : il socialismo (comunista) è la reazione all'individualismo liberale), tanto quanto il fascismo è la contro-reazione (di almeno una parte della classe dirigente liberale e conservatrice) al "pericolo rosso".
Qualche riflessione sulla comparazione USA/EU :
Come si suol dire, la "rivoluzione proletaria" (cioè anti-borghese) è scoppiata e "riuscita" nell'unico Paese totalmente privo di borghesia (e meno Liberale di tutti), facendo passare la Russia direttamente "dal Feudalesimo al Comunismo". Ecco, gli Stati Uniti invece sono (per tutta una precisa serie di motivi, cui ovviamente ha contribuito enormemente lo sterminio dei nativi e la deportazione degli africani) l'unico Paese nato direttamente come Stato Liberale-Capitalista, con un'unica classe sociale di proprietari (pur se enormemente diversi tra loro, come visto più sopra a proposito di Jefferson). E infatti, mentre l'Inghilterra poteva solo fingere di essere "una associazione tra privati" in virtù del suffragio maschile al 15-20% (ancora in pieno XIX secolo), gli USA lo estesero quasi da subito al 60-80% dei propri cittadini. E in nessun altro posto al Mondo, l'uguaglianza formale era così (relativamente) vicina a quella sostanziale, anche, se non sopratutto, in virtù della possibilità di arricchirsi offerta, individualmente, "a tutti".
Questo (l'enorme abbondanza di risorse, "liberi" territori e manodopera a basso costo), ulteriormente rafforzato dall'occupazione del "Far West", è il motivo per cui gli States sono sempre stati ( = si potevano permettere di essere) "più liberali" della vecchia Europa. Tanto che (con un capovolgimento semantico che ricorda quello del termine "Liberal", associato alla Sinistra progressista), mentre lì "Socialist" è addirittura politicamente spendibile come critica (per non dire insulto), da noi nessuno può permettersi di "ignorare" la questione sociale (cioè le disuguaglianza sostanziali che il Diritto liberale Privato ignorava, dietro la purezza dei suoi principi rigorosamente formali). Dal Fascismo (fondato da un ex Socialista) alla Destra Sociale (dichiaratamente anti-Liberale), dallo Stato Sociale e le Social-Democrazie, passando per il Partito Nazional Socialista Tedesco dei Lavoratori.
Detto ciò, anche in America (e prima del New Deal) si impose la necessità di (e si giustificò) un maggiore intervento pubblico. Esisteva ad esempio una corrente detta, non a caso, del "realismo giuridico", anti-formalista ("law in books" vs "law in action"). E una delle più celebri "dissenting opinion"dell'intero diritto americano è quella del Giudice Holmes (che credo sia stato anche uno dei primi a coniare l'espressione "darwinismo sociale" in riferimento al sistema socio-economico USA), che in splendida solitudine sosteneva la legittimità (mentre in quel caso, uno degli ultimi, la Corte Suprema ne affermò l'incostituzionalità) di una legge che limitava l'orario massimo di lavoro (cioè proprio la "libertà di contratto" e del mercato). Insomma, un palese esempio di intervento pubblico "a scapito" dell'autonomia privata. Proprio come lo è l'imposta progressiva sul reddito, "un metodo liberale per ridurre le disuguaglianza, nel rispetto della concorrenza e della proprietà privata, compromesso ideale tra giustizia sociale e libertà individuale" (Piketty).
"It may be a reflection on human nature, that such devices should be necessary to control the abuses of government. But what is government itself, but the greatest of all reflections on human nature? If men were angels, no government would be necessary. If angels were to govern men, neither external nor internal controls on government would be necessary. In framing a government which is to be administered by men over men, the great difficulty lies in this: you must first enable the government to control the governed; and in the next place oblige it to control itself".
Federalist No. 51, The Structure of the Government Must Furnish the Proper Checks and Balances Between the Different Departments, in The Federalist Papers, a collection of essays written in favour of the new Constitution as agreed upon by the Federal Convention, September 17, 1787
Alexander Hamilton, James Madison, John Jay
Questa situazione di pandemia globale mi ha portato a pensare a un grosso limite dell'Oggettivismo: la capacità dello stato minimo teorizzato dalla Rand e da altri pensatori affini di affrontare catastrofi globali. Quando si tratta di pandemia, terremoto, guerra o disastri vari, lo Stato rimane fondamentale.
Il fatto poi che lo Stato possa essere pessimo a tutelare i propri cittadini è un altro discorso...
Quante balle!
David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024
L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.
Giuseppe Cruciani, Via Crux
So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.
Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino
- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.
La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.
- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.
Niccolò Ammaniti, La vita intima
Far away and far away
Flows the river of pure Day;
Cold and sweet the river runs
Through a thousand, thousand suns.
Fredegond Shove, The River of Life