Hai ragione, è che proprio per come sono fatta io non avrei nemmeno potuto immaginare reazioni simili perché è roba da bambini e non da adulti. Eppure sono la prima che si fa prendere emotivamente da giochi, film, libri etc.
Questa è l'unica Odissea: gli Argonauti partono in cerca della realtà per trovare, alla fine,
colui che la sta sognando. (Il pappagallo dalle sette lingue)
Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo. ( Virgilio - Eneide )
Tutte le fini sono il mio inizio, tutti i cammini sono il mio sentiero.
(benedettini disertori)
Ho finito The Last of Us: Parte II da un'ora.
Racconto brevemente la mia avventura. Quando annunciato il secondo capitolo ho storto il naso: per me The Last of Us andava benissimo come pezzo unico e irripetibile, non sentivo la necessità di riprendere i panni di Joel o Ellie in una nuova avventura, talmente perfetto era l'insieme. E' un'esperienza unica e irripetibile, punto. Non ho comprato il gioco al day one per questi motivi. Poi rigiocando (per l'ennesima volta) il primo capitolo e la sua meravigliosa espansione Left Behind sono rimasto di nuovo affascinato da quel mondo e così ho preso il secondo capitolo.
Dopo due giorni di gioco, l'ho abbandonato per mesi e mesi. Il motivo è chiaro, la morte di Joel. Eccessivamente cruda e, all'inizio non sapendo la storia che c'è dietro, completamente insensata. Era chiaro che Joel dovesse morire in questo capitolo. Non sono addentro i dibattiti e le diatribe sorte nella community ma se c'è qualcuno che dice "muore Joel e quindi il gioco fa schifo" dice una cosa senza senso. Io appoggio le storie che hanno questo coraggio di compiere svolte drastiche, per portare a evolvere i personaggi. Ma far morire così Joel, a 4 ore dall'inizio, ha davvero avuto senso? Se si fossero introdotte precedentemente le motivazioni di Abby, anche solo la scena della morte del padre, avrei apprezzato di più. Certo, si sarebbe perso parte dello shock e la trama magari si sarebbe presentata banalotta, ma avrei preferito... Gusti personali.
The Last of Us è sempre The Last of Us, e quindi un titolone, e dunque dopo un po' ho ripreso a giocare. Questa pausa tra i "fatti di Jackson" e i "fatti di Seattle-Santa Barbara" ha fatto sedimentare e in parte dimenticare l'"odio" nei confronti di Abby e la sensazione di immedesimazione nella ricerca di vendetta di Ellie. Non essendoci più tante emozioni di mezzo, ho trovato il gioco eccessivamente lungo e un allungare di brodo. Intendiamoci, ci sono storie bellissime, quella di Owen, quella di Lev e Yara... ma immerse in uno scenario veramente troppo dispersivo rispetto al primo capitolo.
Tutte le storie si risolvono in un vortice di violenza, in un vortice di assurda violenza. E così al disgusto della crudezza della morte di Joel si aggiunge il disgusto per lo scontro Lupi-Iene e quello visto brevemente tra Serpi e schiavi. Tutto come contorno al disgusto di dover combattere prima Ellie con Abby e poi Abby con Ellie. Perché è inevitabile che ci si immedesimi con entrambe, come vogliono portarti a fare (devo dire anzi che ho molto più apprezzato Abby che Ellie). Ma a che pro? Giusto per farti stare male e abbandonare il joystick come dicevate in precedenza? Cosa lascia davvero tutto questo? Che messaggio vuole trasmettere il gioco? Io non l'ho capito. Solo un pugno nello stomaco e basta?
Ma ci sono ovviamente anche note positive. In primis la scelta dell'alternanza di gioco tra Ellie e Abby e tutto quello che comporta, come il fatto di comprendere le ragioni dei "nemici". Il vedere le comunità che risorgono, a Jackson e a Seattle. Il rapporto tra Abby e Owen e tra Abby e Lev. Le ambientazioni e le cutscene come sempre da Oscar. La diversità e l'inclusione, affrontate un po' frettolosamente a volte ma comunque affrontate.
La trama è ovviamente anni luce avanti quella di molti altri titoli. Ma rispetto al primo, ce ne sono di cadute di stile... Le trashate, perche non posso definirle in altro modo, delle orde di zombie, del mostro dell'ospedale di Seattle, degli infetti legati dalle Serpi per farne un passatempo. La morte da soap opera o giallo del tardo pomeriggio della madre di Lev. La morte a casaccio di Isaac e il sacrificio di Yara. Le cose-inaspettate-dietro-agli-angoli-che-ormai-ti-aspetti: infetti che sbucano alla fine di un passaggio stretto, bloater che sfondano i muri, trappole da caccia in cui - guarda un po' il caso! - vai inevitabilmente a cascare. Alcuni personaggi e storyline. Il senso di Mel a parte essere donna incinta che fa ribrezzo uccidere e l'incomodo nella storia tra Owen e Abby? Il senso delle Luci contattate via radio da Abby? La sensazione di non raggiungere le Luci sempre per un pelo dopo un po' stanca. Avrei apprezzato almeno vederle.
E cosa mi significa il finale? Ellie ha perso tutto nel suo perseguimento della vendetta. Ok. E poi? Non sta nel non capire o nel non condividere le motivazioni, i sentimenti del personaggio o criticare il suo percorso... Sta proprio nel non capire dove Ellie andrà a parare. E' un finale in sospeso, dopo ore, ore, ORE di gioco. Una porta aperta ovviamente al III capitolo.
Nel complesso. La parte II, si sarà capito, mi è piaciuta molto meno della parte I. A differenza della parte I non mi ha fatto commuovere né mi ha lasciato un messaggio "positivo" (sebbene mischiato all'egoismo) come il primo. Solo disgusto per la violenza. Il motivo per cui non lo rigiocherò e per cui non sento il bisogno di un capitolo III.