Ho pensato di aprire questa discussione che è analoga a quelle presenti su Braavos, Myr e Volantis. Inizio con la prima recensione di una rilettura gradita.
Crisi Finale di Grant Morrison; disegni di J. G. Jones, Carlos Pacheco, Doug Mahnke
Ho letto l'edizione deluxe tradotta da Stefano Formiconi e comprendente i sette capitoli più due tie-in, Superman Beyond e Submit.
È senza dubbio l'opera più famosa e complessa di Morrison, che funge sia come prosecuzione della saga RIP di Batman che come crossover DC definitivo. La storia aumenta di complessità capitolo dopo capitolo, fino ad un finale che definire convulso e compresso è dir poco. Personalmente, al netto dei misteri della trama, ho apprezzato due cose: il significato profondo della storia, intesa come lotta tra la libertà e la tirannia (l'equazione Anti-Vita di Darkseid è in sostanza il riassunto di tutte le dittature della storia umana, rogo dei libri compreso); e la caratterizzazione che viene data ad ogni supereroe. Fermo restando che i ruoli maggiori appartengono a Superman e Batman (in particolare a quest'ultimo, vedi scena della pistola), tutti gli altri hanno comunque un compito importante e vengono caratterizzati al loro meglio. Nel complesso il volume mi ha lasciato soddisfatto, ma di Morrison continuo a preferire le storie relative a Batman perché più limitate spazio-temporalmente e più "lynchiane".
Vale comunque la pena riportare alcuni dei discorsi/pensieri relativi a o direttamente di Darkseid, personaggio che qui assume un'aria veramente demoniaca:
CitaC'è stata una guerra in Paradiso, signor Turpin, e io ho vinto. Il vostro futuro ora appartiene al lato oscuro.
CitaSpazzatura.
Ciò che è in disaccordo con Darkseid è eresia.
Ciò che è in accordo con Darkseid è superfluo.
Il fuoco non ha bisogno di insegnanti.
La fiamma non necessita istruzioni.
L'anti-vita giustifica la mia ignoranza.
La vita è una domanda.
L'anti-vita è la risposta.
CitaLa scelta è semplice. Perché, alla fine, non c'è nessuna scelta. Solo Apokolips e Darkseid. Eterna. Resa.
CitaIo. Sono. Il. Nuovo. Dio.
Tutto è uno in Darkseid. Questo possente corpo è la mia chiesa. Quando vi comando di arrendervi, parlo con tre miliardi di voci...
Quando chiudo il pugno per spezzare la vostra resistenza, lo faccio con tre miliardi di mani.
Quando vi guardo negli occhi e infrango i vostri sogni, e spezzo i vostri cuori, lo faccio con sei miliardi di occhi.
Nulla come Darkseid ha mai camminato tra voi. Nulla lo farà in futuro. Io vi condurrò a un inferno senza via d'uscita o fine. E lì assassinerò le vostre anime!
E vi farò strisciare e implorare! E morire! Morire! Morire per Darkseid!
Voto: 7
La vendetta delle ombre di Mauro Boselli; disegni di Massimo Carnevale (Tex Willer, albo speciale n. 36)
Un corposo texone appartenente, in qualche modo, al genere del weird western, da cui deriva la presenza di figure inquietanti e un'atmosfera ombrosa piena di complotti e segreti (l'elemento soprannaturale, invece, tutto sommato non pesa moltissimo). Si confermano i molti pregi tipici delle sceneggiature boselliane: il gran numero di personaggi, la complessità dell'intreccio, le motivazioni sbagliate ma comunque ben spiegate dei cattivi e la presenza di personaggi grigi che non si sa se agiranno bene o male (su tutti Skeleton). I disegni di Carnevale non sono i miei preferiti ma sono comunque funzionali alla trama, con un ricco uso dei chiaro scuri e delle ombre, che in questo numero come non mai affollano le vignette.
Voto: 8
Caccia a Tiger Jack di Pasquale Ruju; disegni di Ugolino Cossu
Il veleno della zingara di Pasquale Ruju; disegni di Felmang e Germano Ferri
Maxi Tex n. 26
Due storie molto diverse tra loro per ambientazioni e atmosfere, ma entrambe di ottima fattura. Ho comunque preferito la prima, se non altro perché è più lunga e più complessa (e infatti preferivo quando i Maxi Tex contenevano una storia sola, c'erano più pagine per sviluppare la trama). La seconda storia invece è lunga poco più di 100 pagine, e questo penalizza un soggetto potenzialmente interessante.
La prima storia, ambientata tra i monti del Wyoming, è una classica storia di salvataggio, dove emerge il tema tuttora reale del traffico di esseri umani e dove ovviamente si conferma risolutivo l'intervento finale dell'inossidabile coppia Tex Willer-Kit Carson, per quanto anche Tiger Jack faccia una figura eroica. Molto ben sviluppato l'intreccio, e anche i disegni mi sono piaciuti.
La seconda storia è invece ambientata in un posto più classico, ossia l'Arizona meridionale, e sarebbe una classica storia di rapine e inseguimenti se non fosse per l'intervento della zingara del titolo, che rende molto dura la vita al cattivo di turno. Il finale è quanto mai circolare, visto che
il cattivo trova la morte per mano della zingara Alithia, la quale gliela aveva giurata per vendicare la morte dei suoi due aiutanti. In questo senso la previsione del finale che mi ero fatto mentre leggevo è stata smentita, visto che immaginavo che il bandito sarebbe collassato per effetto del veleno iniettatogli dalla zingara.
Anche qui, molto belli i disegni.
Nel complesso, un buon Maxi Tex, ma come detto prima, rimpiango quando il volume conteneva una storia sola.
Voto alla prima storia: 9
Voto alla seconda storia: 8
I tre fratelli Bill di Mauro Boselli; disegni di Alessandro Piccinelli
Maxi Tex n. 27
Un maxi Tex crossover, visto che introduce per la prima (e immagino l'unica) volta i tre fratelli Bill nell'universo di Tex (tali personaggi furono ideati da G. L. Bonelli negli anni Cinquanta). Boselli ci ha abituato negli anni a storie di Tex che si ricollegano a storie precedenti fino a creare vere e proprie saghe, e questa volta il maxi Tex in questione si può considerare la conclusione definitiva dei fatti nella prima metà del Tex mensile n. 719. Questo aumenta la complessità dell'intreccio, altra cosa nelle corde di Boselli, e certe volte la sospensione dell'incredulità è un po' dura da accettare (i buoni arrivano sempre nel momento giusto a salvare gli amici in pericolo), ma la storia nondimeno è scritta molto bene e i disegni sono ottimi. Promosso.
Voto: 9
Attentato a Montales di Pasquale Ruju; disegni di Stefano Biglia
Tex mensile n. 721
L'inizio di una nuova storia che ignoro se si svolgerà per due o tre volumi, ma pare molto promettente. Da tempo Tex e i suoi pards non tornavano in quel del Messico, e questa volta la storia si snoda attorno al classico complotto politico in cui l'irriducibilmente onesto (e quasi ingenuo) Montales deve affrontare una situazione più grande di lui con l'aiuto dei suoi fidi amici. Per ora le radici del complotto sembrano piuttosto chiare ma non escludo colpi di scena, soprattutto in riferimento al personaggio di Gregorio il cui passato verrà delucidato nel prossimo volume. Buoni i disegni di Biglia.
Voto: 8
Gli amanti del Rio Grande di Jacopo Rauch; disegni di Sandro Scascitelli, colorazione di Oscar Celestini
Color Tex n. 17
Storia a colori dal taglio piuttosto classico, con Tex e Carson nei tradizionali panni di raddrizzatori di torti dalla mira infallibile. Questa volta lo spunto è di tipo romantico, cosa non comunissima nelle storie di Tex: la tormentata storia d'amore tra la moglie di un ranchero messicano che si comporta da boss sopra la legge nel posto in cui vive e un semplice cowboy. Tutto si svolge nella maniera che ci si aspetta, e il lieto fine è assicurato. In questo senso non ho particolarmente apprezzato questa semplicità della trama, maggiore rispetto ad altre storie di Tex (ma per la complessità bisogna ricorrere a Boselli), ma ho apprezzato i disegni e la colorazione. Nel complesso merita la sufficienza.
Voto: 6,5
Guatemala di Pasquale Ruju; disegni di Stefano Biglia
Tex mensile n. 722
Secondo volume di quella che si preannuncia una trilogia (o quadrilogia?). Volume più solido del precedente, si comincia a respirare aria di azione e il piano ideato dal solito Tex per fare come sua abitudine giustizia comincia a snodarsi. I temi trattati sono alcuni tra quelli classici dei fumetti di Tex: la corruzione politica e la lotta tra i pochi potenti che spadroneggiano e la popolazione vessata. Sarà interessante vedere come si risolve la faccenda della famiglia di Gregorio, anche se suppongo che come spesso accade in queste situazioni si risolverà bene.
Voto: 8
La Negra Muerte di Pasquale Ruju; disegni di Stefano Biglia
Tex mensile n. 723
Terzo volume di quella che a conti fatti sarà una quadrilogia (di solito le storie di Tex non durano più di quattro volumi). L'atmosfera si fa cupa e il ritmo serrato, e la trama si divide equamente tra la sottotrama politica che coinvolge Carson, Kit e Montales e quella nella giungla che coinvolge Gregorio, Tex e Tiger Jack. L'aspetto interessante della trama generale è però proprio costituito dalla sottotrama politica: si descrive un paese in cui gli interessi di pochi (e ricchi) sovrasta il volere di molti (e poveri), e in cui la violenza è più che altro esercita come forma di sopraffazione verso appunto i più deboli. Un tema piuttosto comune nella narrativa texiana, ma che non invecchia. Tutto lascia supporre che avremo un finale avvincente. Ottimi i disegni di Biglia, molto a suo agio sia nel delineare le foreste che gli ambienti urbani.
Voto: 9
Colpo di stato di Pasquale Ruju; disegni di Stefano Biglia
Shaolin di Antonio Zamberletti; disegni di Giuseppe Candita
Tex mensile n. 724
Ultimamente la Sergio Bonelli editore, nelle storie mensili di Tex, sta sperimentando la soluzione di far terminare la saga precedente, soprattutto se lunga, a metà volume e iniziare a questo punto una storia nuova. Non posso dire che tale soluzione mi piaccia, visto che la conclusione della saga di Willer e Carson in Guatemala è affrettata e avrebbe potuto essere sviluppata in un volume intero. In ogni caso si tratta di una prevedibile conclusione positiva, in cui tutti i torti vengono raddrizzati.
C'è spazio quindi per l'inizio di una nuova storia dai contorni originali, in cui tra i protagonisti vi è un monaco shaolin e in cui l'ambientazione è quella spesso usata nelle storie western (e basata su fatti veri) del cantiere ferroviario con numerosi operati cinesi (o asiatici in generale) che lavorano in condizioni quasi di schiavitù, il che permette anche di affrontare una tematica spesso trattata nelle storie di Tex Willer che è quella del razzismo. È ancora presto per giudicare come si evolveranno le vicende, ma per ora alcuni punti sono sicuri: la compagnia ferroviaria che appunto tratta i lavoratori in schiavitù, l'ingegnere onesto che viene assassinato, la corruzione dello sceriffo e il testimone scomodo che Willer e Carson dovranno proteggere.
Voto: 6,5
Il monaco guerriero di Antonio Zamberletti; disegni di Giuseppe Candita
Tex mensile n. 725
Conclusione della storia iniziata a metà del volume precedente. Tutto si svolge in maniera ordinaria e prevedibile: Tex e Carson riescono a superare senza danno tutti gli ostacoli e a smascherare i traffici dello sceriffo corrotto e della sua combriccola (altro tema comune nelle storie di Tex) con l'aiuto anche del vicesceriffo che si dimostra molto più onesto del suo capo, forse anche per via per l'interesse sentimentale verso il personaggio di Zhen. L'unico punto su cui Tex e Carson chiaramente non possono fare giustizia in quanto dato di fatto storico è il modo con cui la compagnia ferroviaria tratta i suoi operai nel cantiere, ma anche in questo caso
i due protagonisti riescono a prendersi una soddisfazione prendendo a pugni nel finale il capo della ferrovia. Anche se i torti non possono essere del tutto raddrizzati, i due protagonisti devono sempre provarci e far capire ai manigoldi che non possono farla franca.
Storia comunque non indimenticabile ma sufficiente.
Voto: 6
Watchmen di Alan Moore; disegni di Dave Gibbons
Ho letto l'edizione deluxe tradotta da Leonardo Rizzi. Non ho assolutamente le competenze culturali per recensire degnamente un capolavoro di questo genere, ma siamo di fronte ad uno dei grandi classici del fumetto moderno, un'opera monumentale sia dal punto di vista tematico che stilistico. Riflessione a tutto tondo su società, filosofia, vita, scienza, arte, cultura: non vi è aspetto che Watchmen non tocchi, tutto con superbi disegni e dialoghi profondi. Moore riscrive il genere supereroistico, presentandoci una realtà alternativa e distopica che potrebbe essere benissimo la nostra, e approfondisce praticamente ogni personaggio principale mettendone in luce punti di forza, aspirazioni, sentimenti e debolezze.
Prima di questa graphic novel ho visto il film di Snyder del 2009 e devo dire che, al netto di qualche cambiamento (in particolare relativamente al finale), il regista ha fatto un buon lavoro, nonostante Moore avesse detto che il suo lavoro non era pensato per essere trasposto come film. In realtà non sono d'accordo: Watchmen ha un taglio molto cinematografico, sia nelle vignette che nei dialoghi, ma è nota l'ostilità che Moore nutra per qualunque film tratto dalle sue opere.
In ogni caso un'opera straordinaria e ancora attualissima.
Voto: 10
Crisi d'Identità di Brad Meltzer; disegni di Rags Morales
Uno dei crossover DC più famosi e drammatici. Il mistero centrale della storia, ossia la risoluzione dell'omicidio della moglie di Elongated Man, porta tutti i protagonisti della JL ad esplorare i lati più nascosti e oscuri del gruppo, svelando vari nodi pregressi tra cui il più sorpredente ed emblematico
è il fatto che a Batman siano stati cancellati dei ricordi afferenti a lui che scopre, inorridito e a dir poco arrabbiato, che vari altri supereroi capeggiati da Freccia Verde volevano lobotomizzare il Dottor Light poiché questi in precedenza aveva violentato la moglie di Elongated Man.
La storia ha vari momenti molto drammatici, ma quello più intenso è senza dubbio
la morte del padre di Tim Drake alias Robin, ed è in questa scena che Batman assurge definitivamente a padre putativo di Tim. Fra l'altro la vicenda diventa drammatica anche per il figlio di Capitan Boomerang che si ritrova anch'egli senza padre e con una pesante eredità sulle spalle. Anche il finale è piuttosto pesante: si scopre che l'assassina è l'ex moglie di Atom, la quale voleva solo spaventare la moglie di Elongated Man ma l'ha inavvertitamente uccisa, e tutto questo perché con la presenza di un pericolo per tutta la Justice League avrebbe visto più spesso il suo ex marito.
Nel complesso la storia tocca davvero tante tematiche: il tema della famiglia e della paternità; i sacrifici che i supereroi sono costretti a fare per conciliare vita privata e professionale fino a superare determinati limiti etici, tema che fra l'altro accentua quel processo di umanizzazione dei personaggi che la DC in quel periodo portava avanti ispirandosi alla Marvel; il costo dei segreti. Meltzer cerca di dare il giusto spazio a tutti i supereroi essendo questo un crossover, e persino Wonder Woman ha la sua importanza pur non apparendo fisicamente quasi mai. Come spesso però avviene nelle storie DC sulla JL, il personaggio dalla caratterizzazione più intensa è Batman, paradossalmente l'unico supereroe del gruppo a non avere superpoteri.
Nel complesso un fumetto formidabile, una delle migliori storie del primo decennio degli anni Duemila della DC, un decennio fra l'altro caratterizzato, almeno da quel poco che so, da diversi capolavori sia DC che Marvel.
Voto: 9
X-Men: la saga di Fenice Nera di Chris Claremont; disegni di John Byrne
Una delle saghe più famose e drammatiche sugli X-Men e uno dei punti più alti dell'universo Marvel, la definitiva perdita d'innocenza della Casa delle Idee che da quel momento in poi, dopo il periodo magico della Golden Age, avrebbe proposto trame sempre più moderne e drammatiche, e soprattutto una magnifica storia basata su valori epici e senza tempo, come coraggio, morte, redenzione, responsabilità e sacrificio. Lo stile molto retrò e tipico di quell'epoca in cui spesso vi sono didascalie in cui il narratore spiega dettagli della storia che non emergono dai dialoghi dei personaggi può non sembrare consono ai tempi moderni, ma i disegni rimangono di una qualità assoluta e la storia scorre benissimo. Una perla che ogni fan del fumetto deve prima o poi leggere.
Voto: 10
Io sto rileggendo alcuni numeri di Ratman, scoprendo che a parte quelli piú vecchi, letti e riletti per anni, i piú recenti non li ricordavo poi molto e che quindi mi ritrovo a ridere (quasi) come la prima volta.
House of M di Brian Michael Bendis; disegni di Olivier Coipel
Storia eufemisticamente bella, e anche snodo piuttosto importante nella continuity Marvel a medio termine. I momenti migliori non sono nelle scene di combattimento, peraltro non numerose e comounque disegnate piuttosto bene, quanto nei dialoghi e nell'analisi dei tormenti psicologici dei personaggi a cominciare da Wanda fino a Magneto, Pietro e tutti gli altri, su cui emerge in maniera netta Wolverine. Proprio lui, il mutante dal passato più difficile e dai modi più bruschi, si rende conto per primo che qualcosa non va dando così il via alla parte centrale della storia. L'unico difetto della run è paradossalmente il finale, che mi è sembrato monco e non risolve i vari misteri che si sono accumulati durante la storia.
- Dov'è finito Xavier nella realtà immaginata da Wanda? E dov'è nel finale nella realtà priva di mutanti?
- Chi è Layla, e chi o cosa le ha fornito i poteri di cui dispone?
- Perché Wolverine è il primo a rendersi conto, e senza l'aiuto di Layla, che la realtà non è quella che sembra?
- Chi è la persona non mostrata che si presenta nel finale alla Stark Tower e guida gli Avengers verso l'edificio distrutto in cui ci sono varie tracce relative al defunto Occhio di Falco?
Tuttavia credo che tali misteri vengano spiegati nei numeri successivi, a partire da Decimation fino ad Avengers vs X-Men che da quello che ho capito chiude le vicende iniziate con House of M. In ogni caso, il fatto che alcuni anni fa la Casa delle Idee abbia riscritto le origini di Wanda e Pietro a mio avviso si è dimostrata un errore perché ha contribuito a depotenziare molto i significati psicologici di questa ed altre storie.
Voto: 9