Rileggevo i libri, in vena da fantasy e nella speranza di vedere presto TWOW pubblicato e mi sorgono sempre più domande.
Perché Arya non è andata a Nord con Jon? Mi riferisco oltre alla Barriera.
Insomma è tutto confusionario, non si capisce se abbiano deciso in comune che lui partisse in esilio, se abbia preso questa decisione insieme a Tormund più tardi.
Comunque Arya nei libri sembra che stia facendo un'epopea per raggiungere JON. Addirittura quando Catelyn e Robb sono ancora in vita, lei desiderava che la Barriera arrivasse prima di loro, in modo da vedere prima JON e dopo SUA MADRE.
Arya, oltre alla Barriera, aveva occasione di:
1. Restare insieme al suo branco, o almeno a quella parte del branco a cui tiene di più.
2. Restare libera, senza essere soggetta a un marito o a un regnante ... Cosa c'è di più libero del Popolo Libero?
3. Esplorare e vivere delle avventure. Anche oltre alla Barriera ci sono territori non esplorati, non indicati sulle mappe, mai visitati. Terre dell'Eterno Inverno, il posto che si presupponeva abitato dagli Estranei. Anzi penso che Arya essendo una ragazza del Nord potrebbe trovarlo anche più interessante di West Westeros. No, scusate gli Estranei hanno smesso di esistere a tarallucci e vino dopo 8x03 e inoltre capirai, tutti quegli anni lontana dalla famiglia, che male faranno altro 10 anni e ci si rivede quando siamo vecchi?
Invece mi è parso che tutti dovessero separarsi, che l'unico che ricordasse il senso del branco fosse Jon che ha ucciso Daenerys per salvare gli altri tre. Infine tutti lì a piangere e a dirsi addio, ma quando era il momento di decidere nessuno ha provato a far niente. C'erano tre Stark con diritto di voto alla riunione di condominio. Jamie Lannister è stato perdonato e il Re Folle non aveva ancora fatto niente, Jon ha ucciso Daenerys dopo che ha Sterminato una città, ma via!
Comunque, cosa ne avete pensato del finale di Arya? Poteva andare meglio/peggio?
Sollevi un quesito che vira pericolosamente verso la complessità, quanto complessa è altrettanto la struttura personale degli esseri umani e di conseguenza la natura dei legami che essi intercorrono e stabiliscono, assetti che tendono a risultare sfuggenti al tentativo di disporli in un ordine prestabilito.
Come saggiamente affermato, solo Jon Snow, vero erede di Ned Stark, un tempo emarginato, è ora assorbito completamente da un senso di appartenenza e predilezione al nucleo, ponendo la preservazione dello stesso al di sopra di qualunque cosa, dimostrando come altrettanta precedenza in lui sia rappresentata dalla fedeltà e lealtà totale e incondizionata alla famiglia (la pone infine al di sopra del suo stesso legame con Daenerys), più di quanto gli altri membri fossero a lui realmente fedeli o leali.
Nella fattispecie il discorso del singolo è tuttavia mitigato dall'irreparabilità del collettivo. Quando giunge l'Inverno, il lupo solitario tende a perire, mentre il branco sopravvive. Tuttavia i componenti di suddetto branco non sono che residui di esperienze individuali adrenaliniche e raccapriccianti, insolite e brutali, ineccepibili e controverse, per riflesso inesplicabili nella pluralità di un nucleo se non mediante una comunicazione verbale che risulterebbe altresì incompleta, e l'appena percettibile e involontaria ripercussione del proprio peso emotivo. Nessuno di loro è pertanto più il singolo che aveva una sua collocazione nel branco, ne è invece solo un frammentato derivato, di cui ciò che permane riconoscibile sono solo i margini, rendendo altrettanto evidente che le persone all'interno del branco non si conoscano più né siano consce del pinnacolo evolutivo che possano aver raggiunto in determinati ambiti, ma che siano invece inclini ad aggrapparsi psicologicamente ad una proiezione idealizzata, al manifesto di un ricordo individuale che non sussiste più ma continua ad essere latente e preponderante tanto nella consapevolezza quanto nella sfera inconscia. E in un sistema di causa-effetto di una tale portata la comprensione, per quanto sospinta da pulsioni di buona fede e vicinanza emotiva, tende a intrattenersi in ciò che risulta tentativo fallimentare e monco.
La solitudine di Jon Snow, il cui sacrificio arde in una parvenza di ingratitudine, di fredda irriconoscenza, è solo una tragica conseguenza di passaggi apparentemente inevitabili, atti a costituirne la figura in una vera e propria immolazione enfatica; talvolta l'essere umano tende a rifuggire al bene e agli atti d'amore che riceve, come se generosità ed empatia fossero concetti estranei, accompagnati da forme oscene e incomprensibili. I più grandi sacrifici maturano spesso proprio nell'incomprensione collettiva, e una figura dai tratti messianici non è svincolata da tali parametri.
La scelta di Arya, nella circostanza, è solo una rivendicazione della propria individualità. Libertà è talvolta una concezione ambigua, si tende a pensare che essa trovi riscontro materiale solamente in uno <i>spettro infinito di possibilità e alternative, ove ciò che la comprova non è che il susseguirsi di atti e desideri. Tuttavia spesso è necessario distanziarsi da nuclei e da personalità involontariamente restrittive, compiendo rinunce necessarie e atte al continuo sviluppo del proprio Io e di visioni puramente personali. Per quanta estensione all'altro vi possa essere, per quanto si possa amare ed essere vicini, l'individuo è tale proprio in quanto unità singola e alla fine non potrà che tendere alla preservazione e al conseguimento del proprio status quo. La persona che ella è, per quanto notoriamente avvicendata, non ha ancora determinato un'evoluzione completa. Per lei vale il discorso di Goethe: solo nel caos dell'esistenza e del circondario la personalità può realmente adempiere ad una forma. Ed ella ha danzato con anarchia e libertinaggio sin dal primo vagito, facendo di un senso di ribellione il proprio propulsore. Solo in un cammino moralmente e ideologicamente esule ella potrà rispondere in modo inequivocabile e completo ai bisogni e ai tratti irrisolti del proprio Sé. L'istinto è puramente primordiale, selvatico e incontrovertibile nei suoi stessi prodromi. Ella non può che esserne succube, in un continuo dare e avere tra le sue azioni e il bisogno che inevitabilmente è labile in sé stessa.
Seguendo Jon ella avrebbe compiuto un grande sacrificio personale, ma al tempo stesso avrebbe inclinato e uniformato sé stessa ad un mondo che non le appartiene ma che appartiene invece in maniera sistematica ed irriducibile all'amato fratello. Come Wilde ci ricorda, la concreta prevaricazione del bisogno personale non risiede nel fare le scelte che più ci aggradano, ma nell'obbligare un'altra esistenza a conformarsi alla nostra visione del mondo. In modo del tutto ambivalente ella non avrebbe potuto seguirlo, così come le profondità evidenti dell'empatia di Jon non avrebbero nemmeno ispirato una tale richiesta.
Per quanto sia concetto logorante e investito da una percezione profondamente amara, ella altro non poteva fare che rimanere fedele a sé stessa e continuare a percorrere i sentieri più allarmanti e disparati, ma inesorabilmente utili e necessari alla configurazione di un mondo che fosse solamente suo, in comparazione con la sua interiorità.
Ai fini del tutto il comportamento di Arya non è completamente incoerente. Molto più discutibile, in tale situazione, l'atteggiamento di Sansa, che deteneva il potere necessario a far sì che vi fosse un'alternativa, essendo il Nord un regno Indipendente di cui ella è figura rappresentativa. Avrebbe pertanto potuto esercitare la propria autorità per riportare Jon al Nord, ove le sentenze dei Sei Regni non hanno validità alcuna. A maggior ragione dopo che egli ha compiuto quanto lei auspicasse maggiormente: l'eliminazione della minaccia rappresentata da Daenerys. E sempre a maggior ragione se si considera il fatto che egli, o meglio, il suo pugnale, sia stato di fatto ciò che ha innescato una possibilità di indipendenza e libertà per il Nord, che altrimenti mai vi sarebbe stata. Invece ella si sottrae a questa scelta, manifestando, ingratitudine a parte, duplici significati comportamentali. In primis anche in lei vige la preservazione del proprio Sé, solo che ciò si estende ad un potere materiale che va oltre il concettuale (già reso evidente dal suo venir meno a un giuramento sacro e a una fiducia di cui si dimostra pienamente immeritevole). Perciò la presenza di un Jon al Nord è recepita come una possibile minaccia alla stabilità della posizione conseguita. In più tale complesso di atteggiamenti trova la sua derivazione tanto nell'ormai assenza di empatia costituita dai troppi traumi, tanto da un senso di completa alienazione che la porta a non fidarsi di nessuno e a vedere nella sua stessa famiglia un qualcosa da cui distanziarsi, alimentando la sovrastruttura di un Io paranoico. Se tutto ciò è parzialmente spiegabile, molto più arduo è farlo da un punto di vista razionale, ove l'annullare la condanna di Jon al Nord le avrebbe reso solo beneficio nel breve, medio e lungo termine, potendo contare su un qualcuno di affidabile e sicuro. Invece ella, nella conservazione del potere, costituisce il vuoto attorno a sé, non avendo più né i fratelli né tantomeno Brienne o volti amici su cui poter contare, ponendosi in una prospettiva di isolamento che la rende incredibilmente vulnerabile tanto dal punto di vista umano quanto da quello politico. Non la più brillante delle manovre.
Riguardo Bran, egli è un discorso a sé, individuo ormai scisso del tutto da una psiche con funzioni umane. Egli si limita a conoscere ed attuare, ma tutto ciò che riguarda il rispetto di una sfera empatica è per lui ormai zona d'ombra. Non ci si poteva aspettare diversamente.
In definitiva credo sia andata come doveva andare, né più né meno. Tutto ciò è permeato da un retrogusto profondamente amaro, ma perfettamente lecito.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Innanzitutto metterei un punto interrogativo sull'assunto, ormai dato per scontato, che il finale, l'approdo, di ogni singolo personaggio visto in GoT sia il medesimo dei libri; mi auguro che se alcuni, i principali, andranno a convergere con quanto ci è stato svelato dalla serie tv, per la maggior parte di loro vi sia ancora speranza.
Detto questo, ho avuto gli stessi tuoi dubbi: seguendo il filone cartaceo, ci viene mostrata per sette stagioni una Arya Stark ossessionata dall'idea di ricongiungersi col banco, di vendicare la sua famiglia e, sopra ogni cosa, di ritrovare l'amato fratellastro, Jon Snow. Eppure, una volta assolto il compito datole dagli showrunners, sembra che anche Arya sia un personaggio in totale antitesi con quanto fin qui visto.
Se è vero quello che ci spiega @JonSnow;, ovvero che ognuno dei ragazzi Stark ha attraversato un proprio personale inferno, o se vogliamo un percorso di decostruzione cognitiva ed emotiva, data dalle esperienze di brutale violenza e costrizione subite nel loro abbandonare progressivamente il proprio retaggio di eredi di Ned Stark e trovare il proprio posto nel mondo, e che questo inferno li ha inevitabilmente condizionati nel profondo permettendo loro di sviluppare personalità nuove ed indipendenti, è altrettanto vero che pare evidente come Jon Snow sia il solo ad avere sempre mantenuto dentro di se, fino all'estrema estrinsecazione culminata con l'uccisione dei Daenerys proprio per proteggere il branco, tutto quell'insieme di princìpi e dettami etici e morali che negli altri componenti della famiglia sono stati, malgrado tutto, sacrificati sull'altare della sopravvivenza. Sopravvivenza intesa in senso stretto, ma sopravvivenza intesa anche come ricollocazione di forze e potere nel nuovo ordine sociopolitico di Westeros ( in particolare mi riferisco alla scelta di Sansa non solo di venir meno ad un giuramento sacro e ad un patto di mutua fiducia con Jon, ma anche nello scegliere di non richiamarlo accanto a sé in un secondo momento, scelta che sarebbe stata opportuna sia da un punto di vista umano e famigliare che in ottica di lungimiranza politica - come detto, in lei hanno prevalso la paranoia ed il terrore di ritrovarsi ancora in una posizione di subalternità - ed a quella di Bran).
Rispondendo però in maniera più specifica al punto argomento di discussione, ossia la scelta di Arya, nel finale, di lasciare tutto ciò che sembrava appartenerle e che ella sembrava bramasse più di ogni altra cosa, questo si inscrive perfettamente in tale quadro narrativo, e ne possiamo intuire i prodromi già nella sua scelta di esaudire la preghiera di Sandor, quella di abbandonare ogni suo proposito di vendetta su Cersei, vendetta a lungo desiderata, meditata e più volte differita, per abbracciare la vita e l'ampissimo arco di possibilità che questa le avrebbe offerto.
Già in quel frangente capiamo che Arya Stark di Grande Inverno si è definitivamente liberata dei propri fantasmi e di tutto quel fardello di aspettative che ella per prima aveva verso se stessa.
D'altro canto, concordo sul fatto che ella fosse stata delineata da sempre come il lupo più selvaggio ed indipendente del branco, se si esclude Rickon di cui sappiamo ancora troppo poco nei libri, dunque se inizialmente mi ha lasciata interdetta la sua scelta, successivamente l'ho interpretata anch'io come l'unica destinazione per lei possibile. Se fosse rimasta accanto a Sansa sarebbe stata ipocrita ed infelice, non essendosi mai chiarite le due sorelle in modo soddisfacente: troppo distanti caratterialmente e per indole, troppo pochi i dialoghi tra le due che ci mostrino reali interazioni positive volte alla comprensione l'una dell'altra. Allo stesso modo sarebbe stata, alla lunga, insoddisfatta al seguito di Jon: egli appartiene al Nord e forse al Popolo Libero, ma Arya in quel vero nord , impervio e feroce, non c'è mai stata, di conseguenza non è detto vi si sarebbe adattata. Concordo sul fatto che sarebbe stato un sacrificio personale per lei troppo grande.
In definitiva, per me la cosa più deludente dell'intero finale, oltre all'indegna gestione di tutta la parentesi Estranei e profezie ad essi correlate, è l'amarissimo finale riservato al branco Stark che, ad eccezione di Jon, si è dimostrato ingrato ed incapace di fare causa comune se non nel momento del pericolo. Ma forse è anche questa la forza di Martin (visto che il finale è il suo): il realismo delle sue storie e dei suoi personaggi è estremo, e ce lo spiattella senza cura alcuna per le nostre aspettative e speranze.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia
perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.
il finale degli stark è molto piu amaro di quanto non sembri magari al primo impatto...
la mossa di sansa separa definitivamente il branco, e la attua consapevole delle conseguenze, per mero calcolo politico, con l'obiettivo di disfarsi di daenerys nel breve e tenere il potere nel medio e lungo termine! probabilmente non aveva messo in conto l'esatto svolgersi degli eventi successivi(per scriverne uno, se daenerys avesse aspettato a lasciare grande inverno come suggerito da lei forse almeno rhaegal e missandei le sarebbero rimasti accanto e avrebbe potuto chiarire meglio con jon una certa questione senza che finisse, ormai sola e incapace di capire perche mal tollerata li, con l'avere paranoie su qualsiasi persona attorno verme grigio escluso), ma non fa niente in piu del minimo indispensabile per jon successivamente!
e jon non la perdona, a me questo aspetto ha sempre colpito del finale, sansa glielo chiede, forse nemmeno le importa, jon la saluta e sapendo che ormai una certa esperienza nel muoversi ce l'ha e avendo come priorita il nord che ormai è indipendente, considera il suo regno in buone mani, ma no...non la perdona...e sansa non credo abbia particolari rimorsi sapendo che il cugino è in esilio e che probabilmente non lo rivedra piu...
e arya, il cui legame con jon, pur non risaltando cosi tanto nella serie come nei libri, rimane forte anche dopo la rivelazione, non credo avesse molto altro da fare se non continuare nel suo percorso! forse nemmeno immagina che poi jon, invece di rimanere recluso tra i guardiani, o quello che dovra essere l'inizio dei nuovi guardiani della notte, andra oltre la barriera, e questa volta per rimanerci in pianta stabile, distrutto e tormentato dentro ma a suo agio fuori, in un contesto che arya non avrebbe potuto condividere con lui! e ne poteva rimanere con sansa ormai, qui qualche dialogo andava inserito tra loro a mio avviso, ma se anche arya appoggia la sorella sulla possibilita che daenerys, pur necessaria per la guerra contro i WW, sia una minaccia, di certo non avrebbe potuto vivere insieme a lei come protettrice, limitandosi a una vita da cortigiana che occasionalmente puo spostarsi insieme alla sua regina, e meno ancora dopo aver infranto il giuramento fatto a jon con le relative conseguenze...
sansa sceglie il potere e lo ottiene con l'isolamento e la definitiva scissione del suo branco recentemente ritrovato, jon, nei limiti del possibile, sceglie il luogo dove è piu rispettato e non certo per il nome che porta, e arya sceglie di assecondare il suo spirito allontanandosi da westeros...
" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "
Perfetta disamina. Ribadisco che per me il tutto è stato reso ancor peggio dalla frettolosità di chiudere e dalla conseguente grossolanità nella scrittura, come tu rimarchi probabilmente qualche dialogo in più tra le sorelle Stark sarebbe servito, così come non ho capito la scelta di non mostrare alcun approfondimento psicologico ed emotivo in Jon dopo la rivelazione delle sue origini, e nemmeno un confronto profondo ed autentico tra lui e Daenerys, ma d’altro canto avevano bisogno di mostrarci lei all’apice della sua paranoia e della furia per giustificare la 8x05.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
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perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.
Belle analisi da parte di tutti.
@the neck Anche io sono rimasta delusa da quello che hanno scelto di far fare a Sansa. Sembrava che non si preoccupasse di Jon, ha solo pensato a spingere Daenerys verso il bordo e infatti il copione suggerisce che Sansa non sia stata perdonata da lui.
La conclusione amara di un rapporto che è iniziato male (Sansa trattava Jon come Lady Catelyn desiderava) e finito altrettanto male.
Sembrava che puntasse solo a diventare Regina, quindi è tornata quasi al punto di partenza ma senza principe dorato accanto. Cosa che non ha molto senso inoltre, dato che stanno tutti zitti e nessun altro chiede una sorta d'indipendenza, e infatti (teoria personale) secondo me sarà Bran a diventare Re del Nord nei libri e a restare dove il Corvo con tre occhi deve stare, a Nord, con gli alberi diga e tutto il resto.
Alla fine era questo il branco? In inverno dobbiamo proteggerci e poi? Ognuno per la sua strada.
Può essere anche una conclusione volutamente amara e realistica, non dubito che nei libri gli Stark possano finire tutti in posti diversi. Tuttavia, mi riservo un piccolo dubbio che GRRM ci abbia già detto il suo finale. Infatti nelle risposte è stato molto criptico, a volte ha detto che il finale sarà uguale ma che ci si arriverà in maniera diversa, altre volte che non sarà quello della serie. Inoltre non credo che a lui faccia piacere che conosciamo già tutti i colpi di scena, quindi mi aspetto molte cose diverse e epiche.
Magari leggendo i libri e seguendo più attentamente i loro percorsi potremo giungere da interpretazioni dei loro comportamenti alla comrpensione definitiva delle loro ragioni.
Io più che di realismo estremo parlerei di finale altamente permeato di nichilismo e di distopia
Da vedere se rispecchia la visione filosofica di Martin o di D&D
"Power resides where men believe it resides. No more and no less."
4 minutes fa, porcelain.ivory.steel dice:Perfetta disamina. Ribadisco che per me il tutto è stato reso ancor peggio dalla frettolosità di chiudere e dalla conseguente grossolanità nella scrittura, come tu rimarchi probabilmente qualche dialogo in più tra le sorelle Stark sarebbe servito, così come non ho capito la scelta di non mostrare alcun approfondimento psicologico ed emotivo in Jon dopo la rivelazione delle sue origini, e nemmeno un confronto profondo ed autentico tra lui e Daenerys, ma d’altro canto avevano bisogno di mostrarci lei all’apice della sua paranoia e della furia per giustificare la 8x05.
Mi dispiace ma il segreto di Jon non è servito a nulla.
Servito contro gli Estranei? No.
Servito per diventare Re? No.
Servito per una sua evoluzione personale? No.
Servito per far impazzire Daenerys? Non credo, anche perché lei alla fine gli suggerisce di regnare insieme. Certo, ha spinto Daenerys a uccidere Varys, ma lì stava solo giustiziando un traditore.
Tuttavia mi sembra ridicolo mettere "in mezzo" Daenerys. Questo doveva essere il segreto di Jon, doveva avere degli effetti su di lui più che su chi gli stava attorno.
Inoltre il fatto che fosse disgustato dalla parentela mi dispiace, ma non ci sta. Oltre a un contesto medievale, persino gli Stark si sposavano tra zio/a e nipote e cugino con cugina. Io credo che sia stato abbastanza forzato.
Purtroppo c'è stata troppa fretta.
ho il sospetto che nei libri il finale degli stark non sara cosi diverso, con l'eccezione magari di rickon che dovrebbe rispuntare fuori...
sansa occupera un ruolo che le garantisca potere, non necessariamente regina del nord pero...
jon secondo me rivelera a poche persone la sua identita, o in ogni caso sono convinto che non diventera argomento di pubblico dominio, pero nei libri un approfondimento maggiore sara inevitabile su come lui accettera o meno le sue origini, alla fine l'esilio, magari volontario stavolta, sara probabilmente il suo finale...
arya sicuramente sara il personaggio dal percorso piu differenziato rispetto alla serie, immagino che da bravoos andra via in modo diverso e che soddisfera almeno in parte la sua sete di vendetta ma non come abbiamo visto nella serie, mentre ritengo possibile che svolga un ruolo anche nella lotta contro i WW, visto che alla lunga dovra ritrovare anche jon, il finale da avventuriera e spirito libero pero è in ogni caso probabile...
bran re non l'ho ancora ben inquadrato nell'ottica cartacea, non credo sia destinato a rimanere oltre la barriera, ma se nei libri non diventasse re sarei sorpreso che gli autori, conoscendo il finale, abbiano cambiato proprio quello...
" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "
Io non ho capito
1)perché arya doveva partire subito? Passare un po' di tempo con jon?
2)tra quei 4 gatti di guardiani superstiti, chi ha deciso che jon poteva andare a vivere coi bruti?
Eh si, arya che va a esplorare il nord sarebbe stata una fine avventurosa e sensata.
Come la storia del "il nord ricorda" la questione del branco è servita solo negli slogan e per creare la scelta "jon, con noi o la tua ragazza". In altre situazioni l'anima cinica della Serie è rispuntata subito
@JonSnow1992 quando parlo di estremo realismo di Martin mi riferisco all'insieme di comportamenti che fa adottare ai suoi personaggi di fronte a determinati avvenimenti, comportamenti e reazioni molto spesso aderenti in tutto o quasi a ciò che farebbe ognuno di noi in situazioni similari (fatte ovviamente le dovute differenze tra i giorni nostri ed un contesto fantasy e simil medievale).
Ovvio che anche io noti una certa tendenza al nichilismo che non so quanto rispetti il pensiero martiniano e quanto sia invece frutto esclusivamente di D&D; certo è che anche nelle Cronache il messaggio che fino ad ora è passato non vi è andato molto distante.
@Mary of House Targaryen probabilmente mi sono espressa male, per me il personaggio che più ha risentito in negativo della scrittura di settima ed ottava stagione è proprio il fu bastardo di Ned Stark, già Re del Nord, in particolare se pensiamo a quanto era starkcentrico e joncentrico il teaser nelle cripte.
Sembrava che il focus di tutta la S8 sarebbe stato il lignaggio di Jon Snow e le conseguenze della portata che tale rivelazione potesse avere su di lui e su chi gli gravitava attorno, mentre in realtà non ci è stato mostrato nulla di tutto ciò, se non uno scambio di sguardi tra i due Targaryen prima della battaglia di Winterfell ed assolutamente nulla riguardo le reazioni dei fratelli/cugini in una puntata che pure si intitolava The last of the Starks.
Un segreto che Ned Stark si è portato nella tomba nella convinzione che solo in quel modo avrebbe potuto proteggere il figlio di sua sorella non poteva investire solo e soltanto il diretto interessato lasciando le vite di tutti gli altri inalterate, non fosse altro che proprio la vera discendenza di Jon lo poneva di fatto come legittimo erede ad un Trono che seppure egli non desiderava lo metteva in contrasto con l'amata Daenerys (e ricordiamo che quando Dany proprone a Jon di regnare insieme lei intende farlo seguendo solo le proprie personali convinzioni, ed in uno stato mentale già evidentemente alterato).
L'avversione ed il disagio che Jon prova verso Dany una volta scoperta la parentela di certo sono sì forzate per lui, nel senso che appunto per me non è disgusto ma la sensazione di fare qualcosa di inappropriato, ma sono più che altro funzionali alla trama e al veloce scorrere degli eventi necessario alla narrazione di D&D.
Concordo poi con la connotazione di inutilità che ha rivestito il segreto di Jon, in quanto non è servito davvero a nulla, se non a porre Sansa sotto la luce di ingrata traditrice e a mostrarci Daenerys terrorizzata dall'eventualità di dovere come minimo condividere il regno con lui: se per logica non doveva essere più di tanto un problema per Jon amare sua zia, visto il contesto e la tradizione famigliare che però, ricordiamolo, appartiene a lei ma non a lui, allo stesso modo Dany non avrebbe mai dovuto chiedere a Jon di mentire alla sua famiglia per amore di scranno.
Alla fine, concordiamo sul fatto che troppa fretta nel concludere hanno rovinato ciò che di buono poteva essere fatto.
Arya per me anche nei libri ha il finale per ora più imperscrutabile, do per scontato che torni a Westeros e che in qualche modo ritrovi Jon ma dubito che Martin le riservi il ruolo che ha rivestito in GoT. Su Bran invece inizio a venire a patti con fatto che, alla fine di tutto, dopo che come Corvo con tre occhi avrà fatto il suo, governi realmente i Sette Regni, poiché mi sembra di ricordare che questa è stata una delle rivelazioni fatte da Martin a D&D. A meno di non uscirsene con un bel "ehi, stavo scherzando", che non è da escludere.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
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Il 22/11/2019 at 14:13, the neck dice:ho il sospetto che nei libri il finale degli stark non sara cosi diverso, con l'eccezione magari di rickon che dovrebbe rispuntare fuori...
sansa occupera un ruolo che le garantisca potere, non necessariamente regina del nord pero...
jon secondo me rivelera a poche persone la sua identita, o in ogni caso sono convinto che non diventera argomento di pubblico dominio, pero nei libri un approfondimento maggiore sara inevitabile su come lui accettera o meno le sue origini, alla fine l'esilio, magari volontario stavolta, sara probabilmente il suo finale...
arya sicuramente sara il personaggio dal percorso piu differenziato rispetto alla serie, immagino che da bravoos andra via in modo diverso e che soddisfera almeno in parte la sua sete di vendetta ma non come abbiamo visto nella serie, mentre ritengo possibile che svolga un ruolo anche nella lotta contro i WW, visto che alla lunga dovra ritrovare anche jon, il finale da avventuriera e spirito libero pero è in ogni caso probabile...
bran re non l'ho ancora ben inquadrato nell'ottica cartacea, non credo sia destinato a rimanere oltre la barriera, ma se nei libri non diventasse re sarei sorpreso che gli autori, conoscendo il finale, abbiano cambiato proprio quello...
Bran re è una cosa che ho trovato prefigurata.
ATTENZIONE SPOILER PRIMO LIBRO
In uno dei suoi primi capitoli, Bran scala Grande Inverno e dice di sentirsi il padrone del castello, letteralmente, dice di sentirsi più padrone di Robb e di conoscere Grande Inverno meglio di Maestro Luwin. Quindi ho sempre dato per scontato che se avesse regnato su qualcosa, sarebbe stato proprio il Nord.
Sansa la immagino regina di Castel Granito insieme a Tyrion. Ovviamente mi farebbe troppo piacere se una Stark e il nano Lannister regnassero sul castello di Tywin Lannister, e simpaticamente spero che lui possa vederli.
Su Arya e Jon non ho molto altro da aggiungere. Tutto sommato sono d'accordo con te.
@porcelain.ivory.steel No, scusa, forse mi sono espressa male io. Non ti stavo contraddicendo, anzi ho capito cosa intendi e sono d'accordo con te.
Come hai detto tu, riguardo il teaser nelle cripte, LYANNA, NED E CATELYN richiamavano frasi su Jon davvero significative.
Calcoliamo anche che i teaser si sono soffermati molto sulla Lunga Notte, quello nelle cripte, Arya che scappava, il teaser con tutti gli oggetti seminati nella neve, il poster di tutti i personaggi congelati.
Poi si parla degli Estranei solo in due puntate. Nella prima della 8 sembra che non freghi a nessuno che i morti sono passati oltre alla Barriera (ci siamo preoccupati più noi che i personaggi) e nella quarta si festeggia e, a parte Ser Davos (che dice una mezza frase), nessuno si rende conto di cosa hanno passato.
Questo e il segreto di Jon sono state due illusioni. A livello di promozione ci hanno proprio illuso. Eppure per GRRM sono due cose importanti: basti pensare che prima di affidare questa serie a D&D gli ha domandato chi fosse la madre di Jon.
@osservatore dal nord Interiormente sono d'accordo con te, ma sono certa che se GRRM si muove a pubblicare, io potrei venire a patti con il destino di Arya e del resto del branco nei libri. Sarà che questa stagione mi ha delusa, ma non riesco a venire a patti con il suo finale.
GRRM ha detto: "Libri o serie, quale sarà il 'vero' finale dei due? Domanda sciocca". Ha detto una cosa del genere. Il che mi fa riflettere su quando saranno simili/diversi.
Sono d’accordo, infatti questo rende per me ancora più palese che D&D hanno sbagliato sapendo di sbagliare, dunque in cattiva fede: loro sapevano benissimo quali fossero i punti di maggior interesse per gli spettatori, ossia tutto il filone Estranei e battaglia dell’Alba (avvertita da quattro gatti a Grande Inverno), rivelazione delle origini di Jon ed il peso di questa rivelazione sull’economia del rapporto tra lui e Daenerys, tanto è vero che hanno incentrato teasers e trailer sui primi tre episodi (e qui un po’ ce ne siamo anche lamentati), ma hanno deliberatamente deciso di bypassare, e male, questi elementi per chiudere in fretta una storia divenuta ormai troppo grande e complessa per i loro progetti a breve termine.
L’amaro in bocca è tanto.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia
perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.
Nei libri, Arya chiama più volte se stessa "lupo" o "metalupo", e più volte desidera di diventare un lupo. Considera la sua famiglia come un "branco". Inoltre, fa vari "sogni di lupo", in cui si trova dentro Namyria.
Arya potrebbe morire, ma il suo spirito diventare tutt'uno con Namyria, come abbiamo visto poter succedere (per esempio, nel prologo di ADWD). La lupa solitaria morirebbe, ma avrebbe ciò che desidera, e in un certo senso sopravviverebbe e avrebbe un branco (perchè sappiamo Nymeria ne guida uno) come famiglia.
Sarebbe un finale agrodolce per Arya. Un finale che la serie tv non avrebbe potuto adottare, perchè aveva preso la decisione, fin dall'inizio, di lasciare Jon come unico metamorfo tra gli Stark.