Per aziende del calibro di quelle che abbiamo in mente esistono solo due modi per crescere (o anche solo sopravvivere nel lungo periodo): investire o acquisire. Quale delle due strade sia la migliore dipende dalle circostanze. Ugualmente, in un'acquisizione, dove stia il maggiore vantaggio (o svantaggio) nella trattativa dipende dal momento, dagli attori, dal contesto specifico, ecc. Per un grosso gruppo industriale che produce anche automobili acquisire un produttore coreano di batterie può essere un'operazione come tante altre e anche molto vantaggiosa se paragonata ai costi per lo sviluppo da zero di una nuova tecnologia. Per il produttore di batterie di turno, d'altro canto, entrare far parte di un grosso gruppo può essere, per diversi aspetti, un'opportunità.
Caso FCA-Renault-Nissan (senza dilungarsi troppo, altrimenti andiamo fuori tema): che fosse un corteggiamento nei confronti di Nissan lo avevano capito proprio tutti (tranne forse Renault? ) ed infatti la mia prima domanda è stata quale fosse la dote che FCA portava in questo matrimonio. Fallito (o rimandato?) questo accordo (onestamente che si potesse arrivare così alla fusione ho sempre creduto poco), non restano tantissime altre opzioni sul tavolo. Mi chiedo quindi quale possa essere la prossima mossa e soprattutto, di nuovo, quale dote possa portare FCA per non essere - qui davvero - in svantaggio in una prossima eventuale trattativa.
Grazie @Maya del contributo.
Relativamente al discorso "se ne parla sui media" io mi riferivo a quelli mainstream come anche solo editoriali dei quotidiani più letti o televisione popolare.
Sulle riviste di settore probabilmente se ne è parlato (come dici tu ma anche Manifredde), ma io leggo altri settori (e nemmeno tanto) e per me l'esperienza diretta del viaggio su elettrica di medio alta gamma è stata veramente illuminante su un mondo che prima conoscevo a livello di macchietta.
Circa il discorso "acquisizioni", si torna secondo me all'esempio che facevo dei televisori Mivar.
A livello "di mercato globale", va benissimo che la ditta pinco acquisisca la ditta pallino che è avantissimo nelle batterie.
A livello di scelte strategiche anche nazionali con le loro ricadute socio-economiche (filiere, competenze, economia del territorio) secondo me va meno bene: la ditta pallino continua ad aver sede in Corea, ad avere le sue tecnologie e il suo know-how e la ditta pinco che la ha acquisita dipende da quelle tecnologie su cui non ha investito niente in "risorse interne".
54 minutes fa, Meribald Blackwood dice:A livello di scelte strategiche anche nazionali con le loro ricadute socio-economiche (filiere, competenze, economia del territorio) secondo me va meno bene: la ditta pallino continua ad aver sede in Corea, ad avere le sue tecnologie e il suo know-how e la ditta pinco che la ha acquisita dipende da quelle tecnologie su cui non ha investito niente in "risorse interne"
Non ho capito cosa intendi, ti chiedo scusa. Quale delle due posizioni sarebbe in "svantaggio"?
In un'ipotetica operazione di acquisto, solitamente, la ditta pallino ha ottime ragioni per essere legata a pinco. Diversamente non sarebbe stata acquisita. La ditta pinco viceversa, avendo acquisito pallino, non dipende da quell'azienda. Quell'azienda è sua o perché ne è proprietaria al 100% ovvero, forse più frequente, perché ne ha ottenuto il controllo tramite una maggioranza azionaria. Poco importa dove sia collocata la sede produttiva. Poi, ok, ci sono le infinite sfumature di grigio di questo tipo operazioni.
Laddove, invece, ci troviamo di fronte ad un accordo di partnership, di solito, pinco porta una cosa (soldi? business? asset? tutte le precedenti?), pallino mette know how, risorse, ecc. Poi ovvio che ci sono accordi più "sani" ed altri che lo sono meno. Matrimoni che funzionano. Altri che vanno a rotoli.
Se poi parliamo dell'impatto che queste scelte hanno dal punto di vista economico-sociale, ti dò ragione. Non sempre i vantaggi sono per ambo le parti.
Stiamo però andando fuori tema...
16 hours fa, Meribald Blackwood dice:A livello di scelte strategiche anche nazionali con le loro ricadute socio-economiche (filiere, competenze, economia del territorio) secondo me va meno bene: la ditta pallino continua ad aver sede in Corea, ad avere le sue tecnologie e il suo know-how e la ditta pinco che la ha acquisita dipende da quelle tecnologie su cui non ha investito niente in "risorse interne".
No, aspetta, in caso di acquisizioni, viene acquisito generalmente anche il parco brevetti, che entra nella piena disponibilità dell'acquisitore, e in genere la prima cosa che fa chi compra è andare a far formare le proprie persone per farsi il know-how.
Una eccezione notevole a questo scenario naturale è stata l'acquisizione di STX (francese) da parte di Fincantieri (italiana) che tanto fece discutere un paio di anni fa per le pretese poste dal governo francese.
Nell'accordo finale i francesi fecero alcune importanti concessioni sul piano della cantieristica militare, ma ottennero tra le altre cose che Fincantieri non potesse acquisire per un tot di anni (pari a quelli in cui la Francia poteva esercitare un diritto di prelazione per rinazionalizzare STX) i brevetti e il know-how di STX. In pratica Fincantieri per un tot di anni controllerà una "scatola nera" senza vedere bene quello che c'è dentro dal punto di vista di R&D e sviluppo prodotto.
Ma appunto questi casi sono estremamente rari.
Il problema a mio avviso si pone prima dell'acquisizione: chi ha le tecnologie è in posizione di vantaggio in una trattative, perché, come dice Maya, ha una dote maggiore, che ovviamente attira tanti corteggiatori e quindi fa salire il prezzo.
Comunque secondo me prima di parlare di elettrico puro di alta gamma dovrebbe diffondersi per bene l'elettrico per le city car, dove grossi problemi di autonomia e prestazioni non dovrebbero essercene.
15 hours fa, Maya dice:Se poi parliamo dell'impatto che queste scelte hanno dal punto di vista economico-sociale, ti dò ragione. Non sempre i vantaggi sono per ambo le parti.
Stiamo però andando fuori tema...
Sì, scusa, intendevo esattamente questo con la mia prosa confusionaria.
Volevo dire che dal punto di vista strettamente aziendale tutto bene, ma mi concentravo sulle ricadute economico-sociali.
Dal mio punto di vista, nei limiti delle ingerenze che la politica può avere sulla libera impresa nel libero mercato (che sappiamo essere relativamente poche), è compito della politica occuparsi di queste ricadute, favorirle e, nei limiti del possibile, attuare una pianificazione di lungo periodo che le massimizzi.
2 minutes fa, Lord Beric dice:Comunque secondo me prima di parlare di elettrico puro di alta gamma dovrebbe diffondersi per bene l'elettrico per le city car, dove grossi problemi di autonomia e prestazioni non dovrebbero essercene.
Sono d'accordo.
Il fatto è che, ad oggi, l'elettrico di alta gamma però c'è e posso dire di conoscere personalmente qualcuno che lo ha comprato e lo usa quotidianamente. Non posso dire lo stesso per le city car (nel senso che io nella mia limitatissima esperienza non ho proprio mai visto nessuno proprietario di una city car elettrica).
A me sembra proprio che manchino le "utilitarie" elettriche (un'utilitaria che costa 28.000 euro non è un'utilitaria...) ed era un po' l'oggetto delle mie considerazioni iniziali.
E su questo secondo me, prima ancora delle favorevoli condizioni oggettive, sta anche la volontà delle aziende di mettere sul mercato un prodotto prima che ci sia l'effettiva domanda, creandola.
A Milano esiste il car-sharing con piccole utilitarie completamente elettriche.
E' un fenomeno che sta lentamente prendendo piede, sebbene Milano offra un grande servizio anche intermini di trasporti pubblici; i filobus (elettrici) ed i tram esistono fin dagli anni 60, la metropolitana gira con l'elettricità.
Il problema reale è che in città come Milano, per quanto utile, l'auto elettrica è quasi superflua; come detto da qualcun'altro, l'auto serve in quelle realtà periferiche alle città o dove il servizio pubblico è insufficiente.
Inoltre, parlando per l'Italia in particolare, sarebbe necessario creare in contemporanea con lo sviluppo e la diffusione del motore completamente elettrico, anche le infrastrutture; in autostrada quande sono le aree di sosta che garantiscono la carica per un'auto elettrica? Poche, se rapportate ad esempio alla Francia; e nonostante la legge di bilancio 2019 contempli la detrazione fiscale pari al 50% per l'installazione e la manutenzione di colonnine di ricarica per auto elettriche.
Eh, è un cicolo vizioso. Le strutture come le colonnine in autostrada ci saranno solo quando ci saranno decine di macchine elettriche in autostrada che ne avranno bisogno.
Ma credo che si farà relativamente in fretta. Pensa al gpl: ancora 20 anni fa la macchina col gpl era una rarità, e si doveva andare a fare il pieno in stazioni rarissime messe in periferia.
Poi, quando hanno veramente iniziato a circolare le macchine a gpl, i distributori si sono attrezzati nel giro di pochissimi anni. Oggi credo che il 100% dei nuovi distributori e il 50% di quelli "più vecchi" abbiano il gpl e nella mia zona ho moltissima scelta tanto che posso permettermi di andare a fare gas da quello meno caro.
Per questo motivo che dico che alla fine serve la volontà aziendale di mettere sul mercato le macchine (iniziando magari proprio dalle city car che si possono ricaricare a casa e che hanno bisogno di meno autonomia): poi le colonnine verranno.
Circa il car sharing, è vero, ne ero a conoscenza, io mi riferivo a macchine di proprietà.
Comunque hai ragione: in centro a Milano non serve l'elettrico e a ben vedere non dovrebbe servire nemmeno la macchina.
E' nelle periferie poco servite dai mezzi e nelle tangenziali che le macchine sono indispensabili e dove quindi l'elettrico contribuirebbe a ridurre l'inquinamento.
A dir la veritá che l'auto non serva in cittá é una cosa che sento spesso, ma davvero non so bene da dove salti fuori.
2 anni fa, il mio lunedí era:
-Esco la mattina, porto una bimba all'asilo, una a scuola e il piccolo dai nonni.
-Vado al lavoro.
-Alle 17:00 esco.
-Alle 17:15 sono dai suoceri a prendere il piccolo
-Alle 17:30 sono alla palestra di danza a prendere la grande
-Alle 18:00 sono alla palestra di circomotricitá a prendere la media
-Li porto tutti a casa.
-Alle 19:00 sono in zona industriale alle prove con il gruppo.
-Alle 21:00 ritorno a casa.
Non esiste miracolo al mondo che mi consenta di fare una cosa del genere senza auto.
Ma ci sono anche casi piú prosaici. Tipo la spesa. Se si lavora entrambi le occasioni di farla durante la settimana sono pochissime e si finisce per farla, grossa, il sabato. Come si portano a casa, senza auto, 3 sacchetti da 15 chili l'uno é un mistero. Certo: spesso vado al supermercato qui vicino e ne approfitto per fare un pó di "ginnastica", ma se bisogna unire piú commissioni allora si va al centro commerciale, e non ci sono alternative all'auto.
E anche dire "l'elettrico in cittá é sufficiente" é una veritá parziale: io non posso avere la "city car elettrica" E l'auto per le gite, i viaggi e le ferie. Quindi quell'unica auto che mi posso permettere deve assolvere ad entrambi i compiti. Forse (e dico forse) questa é una ragione per cui si vedono pochissime city car elettriche: il giovane alla sua prima auto o chi l'auto la usa pochissimo non spenderá mai 25k euro quando puó spenderne 10 per un usato. Chi ha bisogno di una auto familiare sceglie tra quelle che assolvono a tutte le necessitá (e che non costino una fortuna).
Sì @Manifredde, scusa, hai centrato perfettamente l'esempio. Io intendevo che in centro a Milano la macchina non serve riferendomi al single che va a lavorare o a quei funzionari che hanno quei lavori a orario fisso e che magari arrivano in treno e si spostano coi mezzi pubblici (il cui marito o la cui moglie però si occupa di portare i pupi all'asilo, nel caso...).
Per tutto il resto del mondo sono assolutamente consapevole che la macchina sia indispensabile.
Io poi vivo fuori città e nella mia famiglia (la giornata tipo è abbastanza simile alla tua), per il tipo di lavoro mio e di mia moglie, ne sono addirittura indispensabili 2, con tutti i costi che ciò comporta!
1 minute fa, Meribald Blackwood dice:Io poi vivo fuori città e nella mia famiglia (la giornata tipo è abbastanza simile alla tua), per il tipo di lavoro mio e di mia moglie, ne sono addirittura indispensabili 2
Vero, ci sono anche i casi in cui ce ne sono 2 (anche a noi farebbero comodo, ma mia moglie, ahimé, non guida e tanto permettercela sarebbe dura). Questa paradossalmente potrebbe essere una occasione per il mercato: proporre auto elettriche a chi per una ragione o per l'altra ha bisogno di una seconda macchinetta. Ma, é chiaro, la "seconda macchinetta" non puó costare 20k euro...
Esattamente! Come dicevo prima non si può definire "utilitaria" una macchina da 28.000 euro, a prescindere dalla dimensione.
Per questo a Milano esiste il car-sharing.....posto che personalmente non so se lo farei mai, poiché non vivo la città (come voi abito fuori e per tanto necessito della mia auto), ad ogni buon conto è una specie di alternativa all'acquisto; credo lo si debba vedere come una sorta di "noleggio" di gruppo... anche se dovrei informarmi meglio sull'argomeno, dato che non so più di quanto vi ho qui esposto.
Comunque sia il car-sharing elettrico penso possa essere visto anche come una forma di incentivo sul prodotto; chi lo prova può effettivamente tastare con mano le potenzialità di un'auto elettrica e questo contribuirebbe a gettare i semi per una nuova mentalità nel futuribile eventuale "cliente".
Consideriamo inoltre che le auto elettriche sono tutte col cambio automatico, quindi sono anche relativamente semplici da guidare tanto che persino a chi non piace o non è "un esperto" della guida può approcciarvisi senza troppi patemi....chiaramente deve possedere una patente di guida
Personalmente più che auto elettriche che alla fine non risolvono così tanto il problema dell'inquinamento (l'energia elettrica infatti dove la prendiamo? E le batterie come le smaltiamo?) Io sarei a favore delle auto a motore con energia cinetica come la Prius. Purtroppo di quelle non si parla molto.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
31 minutes fa, Lyra Stark dice:(l'energia elettrica infatti dove la prendiamo? E le batterie come le smaltiamo?)
Per il primo punto, leggi i post di me e Meribald.
Per il secondo purtroppo hai ragione, fra l'altro la produzione della batterie è abbastanza impattante...
Non capisco il discorso sulla Prius, non è un'ibrida?
Quante balle!
David Parenzo, La Zanzara del 19.09.2024
L'egoismo è un diritto, lo vogliamo dire o no? L'egoismo è il motore del mondo. Senza l'egoismo, quello che si manifesta nella cura per la propria famiglia, o dei propri interessi, quello che ogni giorno pratichiamo, non esisterebbero nemmeno sviluppo e progresso. È necessario sempre diffidare dei buoni samaritani, quelli che affermano di agire esclusivamente per il bene comune. Sono spesso degli impostori.
Giuseppe Cruciani, Via Crux
So di essere di media statura, ma... non vedo giganti intorno a me.
Giulio Andreotti interpretato da Toni Servillo, Il divo di Paolo Sorrentino
- Lei quindi crede? - le domanda la giornalista.
La moglie del premier scuote il capo. - Spero. È un po' diverso. Non penso sia proprio uguale.
- Non lo so, - fa la Reitner, poi aggiunge tra sé: - Nemmeno io sono una grande esperta.
Niccolò Ammaniti, La vita intima
Far away and far away
Flows the river of pure Day;
Cold and sweet the river runs
Through a thousand, thousand suns.
Fredegond Shove, The River of Life
So che è una di quelle auto elettriche che recuperano energia dalla frenata.
Lo fanno tutte? ^^" Sinceramente non lo so dire, non mi sono mai informata così approfonditamente.
Questo invece a proposito del problema energetico. E la Svezia di sicuro è avanti.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi