Eh mamma mia! Nessuno si è filato questo thread per settimane e adesso abbiamo ben 3 nuovi partecipanti!
Sul serio, mi fa piacere perché lo trovo un terreno di riflessione interessante.
Il collega Hack ha scritto una cosa sacrosanta, ovvero considerare valore e quindi rispettare la vita stessa, che purtroppo non mi pare una cosa così scontata come dovrebbe esserlo.
Idem la capacità di confronto positivo e costruttivo di cui si era già accennato.
Gira gira comunque si è sempre nei dintorni del concetto di rispetto e, secondo me, anche di coraggio perché non è facile mettersi in discussione e fare autocritica. Diciamo che forse è più facile per le persone che nel tempo hanno acquisito una certa consapevolezza, magari anche perché esposte a eventi di forte impatto. Ma di base occorre anche forse una certa tendenza all'ascolto, ritengo figlia dell'altruismo, e dell'empatia. Forse anche una buona dose di pazienza.
Tutta roba che nel mercato di oggi è parecchio rara.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
%d/%m/%Y %i:%s, Lyra Stark dice:come mai alcuni valori, che pure garantirebbero un funzionamento migliore della società e quindi un beneficio per tutti, oggi non sono più perseguiti e addirittura ridicolizzati o biasimati?
perché io sono interessato al miglior funzionamento della mia società nei limiti in cui tale miglior funzionamento mi garantisce (o ritengo mi possa garantire) un utilità maggiore rispetto a quella che avrei fregandomene del miglior funzionamento della società e pensando direttamente al mio personale interesse.
In altri termini. Qualcuno o qualcosa deve convincermi che le rinunce e le gli sforzi che una condotta virtuosa mi impongono, mi porteranno dei benefici. E non basta l'affermazione un po' vaga e ritrita "se tutti ci comportassimo bene staremmo tutti meglio". No no, tu devi farmi VEDERE che è così, devo toccare con mano sta cosa.
poi magari è un atteggiamento miope, da "furbetto" ma che poi in realtà non mi porta reali vantaggi, ma tanta gente ragiona così. "Ragiona"... agisce così.
3 hours fa, Stella di Valyria dice:Spesso leggo resoconti di episodi del genere -ripeto: un po' in tutte le guerre- e ne sono allibita, perchè la domanda che mi pongo è sempre "ma allora saremmo questo, senza un sistema di ordine e repressione imposto dall'alto? O almeno: molti esseri umani sarebbero questo? Il vicino di casa tanto gentile, magari, o il fruttivendolo con l'aria paciosa, si rivelerebbero questi mostri?"
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ma no, i veri mostri, sadici e crudeli, sono pochi.
però, alle giuste condizioni, è molto facile che la maggior parte della gente si accodi. O resti sullo sfondo a guardare.
Tipo con i bulli. Quelli che veramente godono nel fare del male ai compagni sono pochi. Peccato che spesso tanti altri compagni, invece che opporsi, se ne freghino o addirittura gli spalleggino, sghignazzando e dando manforte.
Gli stessi che in una classe senza bulli sarebbero invece dei gentili simpaticoni.
Come diceva quel tale, bisogna temere non la cattiveria dei malvagi, ma il silenzio degli onesti.
3 hours fa, Stella di Valyria dice:E non sono una santa o una persona particolarmente buona, anzi: sono una persona piena di difetti e neanche particolarmente generosa. Ma che a un certo punto della vita, semplicemente, finalmente e purtroppo, lo ha capito dopo, troppo tardi, ha scoperto che non le erano necessarie minacce o punizioni, per scegliere di fare determinate cose: che le bastava guardarsi nel cuore. Per la prima volta in tanti anni. E, come dice la Hack, seguire la propria coscienza.
qui secondo me siamo già su un altro piano.
voler bene ai genitori non è un virtù. E' un istinto abbastanza naturale, e se non lo hai c'è qualche problema alla base (da parte tua o da parte del genitore).
La virtù io la vedo come una condotta un po' più strutturata, molto meno immediata e primordiale, e ovviamente molto più fragile, mutevole, che cambia a seconda dei tempi e, appunto, dell'utilità. E che, se non apporta utilità, richiede notevoli sforzi per essere seguita.
Insomma tra condotte virtuose come "essere elegante" e "essere onesto e pagare le tasse" e roba come "non ammazzare i bambini per sport" e "essere pervasi da amor filiale" io traccerei una discreta linea di demarcazione, cioè sono cose abbastanza diverse secondo me
"voler bene ai genitori non è un virtù. E' un istinto abbastanza naturale, e se non lo hai c'è qualche problema alla base (da parte tua o da parte del genitore). ", scrivi.
Verissimo. Ma ero finita su questo tema perchè tu stesso lo avevi citato, molto esplicitamente, in un post precedente.
Anche se, volendo andare per il sottile, posso riconoscere che tu avevi parlato di "rispetto per i genitori" (che, hai scritto, veniva esercitato semplicemente perchè, altrimenti, piovevano botte e punizioni), io più di "amore". Ma per me le due cose sono assolutamente connesse: il primo non implica necessariamente il secondo (e forse è su questo aspetto che si fondava il tuo discorso), ma il secondo implica il primo. E nella mia esperienza di vita sono andate di pari passo, per questo mi è impossibile scinderle.
E comunque è una mia idea generale -mia, quindi opinabile finchè volete- che le piccole cose, il comportamento nelle piccole cose, le scelte anche minime nel modo di rapportarsi con gli altri, nascano da altri fattori molto più grandi. E che le "piccole vitrtù" non siano qualcosa fine a se stesso (quando lo sono, non sono virtù ma conformismo, se non addirittura mera convenienza, come dicevi tu, o ipocrisia bella e buona) ma siano la punta dell'iceberg, la manifestazione esteriore e "spicciola" di valori ben più grandi, che la persona si porta dentro.
Perlomeno, se sono autentiche: l'altro fatto di cui abbiamo parlato -su questo trovandoci pressochè concordi- sono le persone apparentemente civili, educate e tanto gentili che, in tempo di guerra o situazione straordinaria in cui leggi e punizioni vengono sospese (anche solo perchè gli individui in questione si trovano ad agire all'interno di un branco, di un'enorme massa di persone che li protegge e ne rende difficile l'identificazione e l'attribuzione di responsabilità personale), diventano vandali, assassini, torturatori o stupratori. Ecco: in questo caso le "virtù" che queste stesse persone mostrano in tempi diversi, soggetti a leggi e relative sanzioni da parte della società, come dicevi tu sono solo paura della punizione. Ma anche tu hai convenuto che non tutti gli esseri umani sono così: perchè, evidentemente, in molti rispetto per il prossimo e comportamento civile non sono comportamenti imposti dall'esterno, ma espressione esterna di una valore interiore ben più radicato e profondo.