In risposta alle imposizioni doganali di Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio, la Cina ha imposto in queste ultime ore alcuni dazi sulle importazioni dagli USA; in particolare sono stati innalzati al 25% i dazi su diversi prodotti già tassati, tra cui la carne di maiale e (legge del taglione!) rottami di alluminio, e l'introduzione di aliquote del 15% per prodotti precedentemente esentasse, tra cui spicca il vino.
Ho trovato interessante l'analisi di Rampini secondo cui la guerra vera e propria si combatterà sul fronte dei prodotti tecnologici e della proprietà intellettuale - non dimentichiamo che la Cina oggi impone alle aziende che vogliono aprire stabilimenti sul suo territorio di fare delle joint venture con aziende cinesi, a cui bisogna trasferire tutto il know how e la condivisione della proprietà intellettuale di tutto quello che viene prodotto in Cina.
La prossima mossa di Trump è attesa in questo settore.
Dove potrà portare tutto questo? Chi ha più da perdere e più da guadagnare da una guerra di questo genere? Chi può uscirne vincitore e a che prezzo? Ci sono possibilità che alla guerra commerciale segua - come ahimé la storia insegna - una guerra militare?
Come si posizioneranno gli altri attori in gioco, penso in primo luogo a UE e Russia?
Andando a logica, una guerra commerciale tra USA e Cina potrebbe favorire proprio chi ne resta fuori, che potrebbe vendere - o addirittura fare da hub per gli scambi indiretti tra i due colossi - a prezzi più vantaggiosi. In questo senso, mi veniva da pensare, i dazi cinesi sul vino americano potrebbero magari consegnare quote di mercato ad Australia, Francia e Italia. Però, intervistato in questo senso, il presidente di Assovini sosteneva che un clima disteso e sereno è più fruttuoso per il mercato di una guerra commerciale, persino di una in cui si vive ai margini (sempre che sia possibile non essere costretti a schierarsi).
Tra stati uniti e cina il più pulito ha la rogna.. cit. Tra dazi, prodotti a costo minimo decidere chi abbia ragione è un bel dilemma.. Penso che la guerra commerciale durerà parecchio..
Se non vado errato, domani dovrebbero iniziare a scattare i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio degli USA dalla UE.
Penalizzata soprattutto la Germania, noi dovremmo restare un po' ai margini (non mi pare che la siderurgia italiana abbia grosse quote in USA)... reagirà l'Europa?
nella citta dove vivo le Acciaierie Valbruna esportano piuttosto bene in USA e alcuni dipendenti che conosco sono preoccupati, ho sentito che così facendo è probabile che il prezzo del metallo in USA salga e così Trump danneggia anche chi in USA a bisogno di comprare al di sotto di un determinato prezzo per restare a nel mercato
I dazi imposti dagli USA sono, a mio modesto avviso, una mossa cieca, perché l'industria statunitense non è autosufficiente e quindi, come dici giustamente, questa mossa avrà effetti sensibili anche sui prezzi di vendita all'interno del mercato statunitense. Attenzione che, al di là dei clamori, non si tratta di un'operazione figlia della gestione trumpiana. La marcia "protezionistica" è stata avviata negli anni precedenti da Obama.
Come reagirà l'Europa? Bella domanda! Per tradizione e credo, l'Europa potrebbe cercare di portare avanti il concetto di un mercato libero in cui i consumatori si tutelano offrendo loro prodotti competitivi non solo dal punto di vista del prezzo e la cui qualità è frutto di moltissimi controlli a monte. Tuttavia, da diversi anni sono aumentate le pressioni per alzare qualche barriera. Dalle parole ai fatti: la Commissione Europea ha di recente istituito dei dazi provvisori sulle importazioni di pneumatici nuovi e ricostruiti per autobus o autocarri provenienti dalla Cina. Si tratta, in questo particolare caso, di dazi "compensativi" rispetto al danno che, secondo le indagini svolte dalla Commissione UE, l’industria europea dei pneumatici ha subito a causa di un dumping protratto per anni.
La domanda è quindi anche: cosa farà la Cina? A quanto pare Pechino rema dalla parte opposta e risponde alla chiusura con più apertura ed un crescente numero di misure anti-protezionistiche: https://www.agi.it/economia/usa_cina_dazi-3975138/news/2018-05-31/
Non sono un'esperta, ma con un po' di matematica base mi viene da pensare che per l'Europa - combattuta tra le sue molte anime - la soluzione nell'immediato potrebbe essere proprio quella di spostare le proprie attenzioni ad Est, indirizzando lì il proprio export. Tuttavia, mi domando se questo non dovrà avvenire in cambio di una maggiore disponibilità all'import? E "disponibilità" fino a che punto ed in che termini? Inoltre mi chiedo se il protezionismo statunitense non sia destinato a trasformarsi in un pericoloso boomerang isolazionista. Che effetto avrà infine tutta questa situazione sulle politiche commerciali internazionali dei prossimi anni?
Intanto la UE ha risposto ai dazi americani colpendo un pacchetto di prodotti per 2,8 mld di valore, mettendo in rampa di lancio inoltre un altro blocco di prodotti per altri 3-4 mld circa.
L'insieme delle due misure pareggerebbe l'insieme dei dazi di Trump su acciaio e alluminio... ma così come tra Cina e USA la partita si gioca a livello dell'elettronica, tra USA e UE si gioca a livello di automobili.
Ci arriveremo?
Bha....non saprei.
Tuttavia è un dato di fatto che sono più numerose le auto europee importante in Usa che non il contrario.....avevo letto qualcosa a riguardo tempo addietro; se ritrovo l'articolo lo posto.
Credo sia esattamente così.
E' comunque una follia, perché l'industria automobilistica è molto globale oramai. Ma qualcuno avrà spiegato a Trump che l'industria automotive americana non si regge da sola? Di questo passo i cittadini americani potranno scegliere se comprare auto straniere ma caro prezzo oppure auto americane a prezzo (forse) anche superiore. Boh!
Intanto Harley pensa di spostare fuori dagli USA (Australia, Brasile, India, Thailandia) la produzione di moto destinate al mercato europeo.
Insieme ai dazi gli usa hanno anche il buy american ossia la merce deve essere prodotta in loco. Vediamo se con i dazi si riesce a riequilibrare il mercato globale. Competere con i prodotti cinesi prodotti a basso costo è arduo per la prima o la seconda economia del pianeta.
Mercato globale significa che un prodotto è fatto da parti costruite in punti separati del globo non che ognuno vende dove vuole. Trump, facendo certe scelte, sta mettendo in croce industrie americane che non riescono più ad approvvigionarsi di parti essenziali. Di prodotti interamente in loco probabilmente sono rimasti solo gli alimentari.
Beh ma lo scopo dei dazi è di riportare la produzione in usa. Un colosso come la nike ha l' intera produzione a taiwan per esempio. Più produzione in casa e più posti di lavoro con tanti saluti al resto del mondo..
%d/%m/%Y %i:%s, ziowalter1973 dice:Beh ma lo scopo dei dazi è di riportare la produzione in usa. Un colosso come la nike ha l' intera produzione a taiwan per esempio. Più produzione in casa e più posti di lavoro con tanti saluti al resto del mondo..
Ma se il resto del mondo fa lo stesso con te, siamo punto e a capo, no? Si tratta proprio del caso di Harley che ho citato prima. Harley, azienda americana, se vuole vendere in Europa a prezzi competitivi deve portare la sua produzione fuori dagli USA.
Poiché gli USA vendono in UE più di quanto comprino, se entrambe le parti chiudessero completamente i rubinetti chi ci perderebbe di più?
Vai Trump, continua così.
Beh un mondo con tutti gli stati autarchici non sarebbe male.. Tra ue e usa ci sono delle disparità sicuramente così come in cina e alla fine un riequilibrio dei dazi penso che lo troveranno. Un mondo senza dazi penso sia impossibile visto il volume d' affari.
Vedo difficile che tutti siano specializzati in tutto.
Oppure intendi che gli abitanti di certi paesi dovrebbero imparare a fare a meno di quello che non è possibile produrre sul proprio territorio?