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Uno studio in rosso
L di Lyra Stark
creato il 07 ottobre 2017

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Menevyn
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Inviato il 29 ottobre 2017 19:21

Tieni conto che Young è realmente esistito, e che essendo un leader religioso contemporaneo di Conan Doyle farlo interagire troppo coi personaggi della storia avrebbe potuto suscitare dei malumori... Già il libro in sè ha fatto molto arrabbiare i mormoni per il passaggio in cui li si paragonava all'Inquisizione o alle società segrete europee...


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Inviato il 04 novembre 2017 20:48

CAPITOLO 13

Torniamo a Londra, in Baker Street, dove Holmes ha agguntato Hope.

Il colpevole reagisce piuttosto bene alla cattura, quasi con garbo. Il motivo di tutta questa tranquillità viene rivelato poco dopo, alla stazione di polizia, quando Hope stesso, con l'assistenza di Watson, rivela di essere gravemente malato, e che gli rimangono pochi giorni di vita, una conseguenza della vita selvaggia condotta per anni, al continuo inseguimento delle sue prede. Non dovendo temere il patibolo, Hope racconta tutta la sua storia, e descrive con dovizia di particolari come ha agito, aprofittando della momentanea separazione dei due malfattori, di come abbia consumato la sua vendetta verso Drebber, il tentativo di depistaggio, la perdita dell'anello, e la conclusione della sua opera prendendo anche la vita di Strangerson. Conclude poi affermando di non considerarsi meno che un semplice mezzo col quale la giustizia ha trionfato, e non un brutale assassino. Una posizione che possiamo benissimo comprendere, se non addirittura condividere.

La storia e l'estrema calma e dignità di Hope incutono quasi rispetto nei suoi intelocutori; rifiuta anche di rivelare l'identità del complice che si è finto la vecchietta che ha ritirato il falso anello usato da Holmes per attirare l'omicida in trappola, suscitando l'entusiamo dell'investigatore, che già aveva compreso la statura del suo avversario.

Con l'arresto di Hope, Holmes e Watson si avviano verso casa.

 

CONCLUSIONE

Holmes e Watson vengono sollevati dal compito di deporre al processo di Hope dalla morte di quest'ultimo, deceduto nella sua cella a causa della sua malattia. Holmes afferma che Lestrade e Gregson sono arrabbiati più per il fatto che, senza il processo, l'intera vicenda susciterà meno clamore, e di conseguenza la polizia si farà molta meno pubblicità, che per il fatto che un'omicida eviti la condanna e la forca (anche se Hope va comunque incontro alla morte). L'articolo di giornale che Holmes mostra a Watson conferma comunque che il merito della soluzione del caso va ai due poliziotti, mentre Holmes viene relegato a semplice investigatore in erba con ampie possibilità di migliotamento, data la frequentazione dei due seguci più abili di Scotland Yard.

Holmes comunque è soddisfatto dell'indagine in sè, che lo tiene impegnato per appena tre giorni, nonostante il suo avversario dimostri una tenacia e un'intelligenza certo fuori al comune, trovandola nel complesso abbastanza semplice. Ancora una volta, Holmes spiega, con metodo e chiarezza, come si è approcciato al caso, quali elementi e quali ragionamenti l'hanno portato alla soluzione, meravigliando Watson al punto da fargli prendere la decisione di pubblicare le avventure del suo coinquilino, così da rendergli il giusto merito agli occhi del pubblico.

 


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Lyra Stark
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Inviato il 04 novembre 2017 22:39 Autore

Oh, sei andato avanti. Io attendevo il collega JonSnow; ma allora domani posto anche io l'ultimo pezzo che ho già pronto da un po'.


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 
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Inviato il 04 novembre 2017 23:15

Ah, è vero, lui non aveva ancora postato... non ci avevo fatto caso.


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Inviato il 05 novembre 2017 17:42 Autore

Intanto posto anche io gli ultimi due capitoli

 

CAPITOLO 13

Dopo la lunga digressione, torniamo al presente, nello studio di Holmes, dove il prigioniero Jefferson Hope si arrende piuttosto facilmente, dimostrandosi uomo d’onore e con un certo sense of humour. Una volta condotto alla centrale, lui stesso si premura di raccontare la verità, poiché non vuole essere scambiato per un banale assassino e per mano di Watson, si viene a sapere anche che la sua vita è ormai al termine per un problema cardiaco. Motivo in più per cui l’americano non pare temere la condanna, dato che ha compiuto la sua missione.

Segue il lungo racconto dei fatti dal suo punto di vista, e la cosa che sorprende è la modalità con cui ha deciso di compiere i suoi atti di giustizia, ovvero sotto forma di uno strano duello che ricorda in qualche modo la roulette russa: lui e la vittima avrebbero dovuto prendere due pillole identiche, ma solo una di esse conteneva il veleno. Una specie di sfida all’esistenza o meno di una giustizia divina, che tuttavia si rivela parziale, perché nel secondo caso, a causa di una colluttazione, Hope pugnala al cuore Stangerson, anche se si dice convinto che anche la seconda volta a lui sarebbe toccata la pillola innocua. Il tema di una giustizia diciamo “superiore” comparirà spesso nelle altre opere di Conan Doyle, ritengo che lui fosse convinto di una sua esistenza, o quantomeno, cercasse almeno nelle sue opere di “raddrizzare” certe storture.

 

CONCLUSIONE

Apprendiamo che Jefferson Hope muore la notte stessa del suo arresto, rendendo inutile qualunque processo. Segue quindi un lungo dialogo tra Watson e Holmes in cui quest’ultimo, come da quella che si rivelerà una prassi, esplica tutti i ragionamenti che l’hanno portato a scoprire la verità sul caso. E poichè i giornali non danno alcun merito ad Holmes, proprio in questo frangente, in Watson nasce l'idea di farne dei racconti per il grande pubblico.

 

Avevo ricordi poco entusiastici di questo romanzo, ma devo confessare che, tutto sommato, durante questa rilettura, sarà per il piacere di condividere le mie impressioni con gli altri holmesiani, l’ho rivalutato e ho proseguito la lettura in modo piuttosto spedito.

Non credo di poterlo annoverare tra le mie indagini preferite di Holmes, per varie ragioni: l’impressione di estrema rapidità e casualità forzata con cui da un certo punto in poi prosegue la vicenda, il lunghissimo flash back dai toni molto sentimentali e ricco di clichè, il coinvolgimento americano; nelle avventure di Holmes una delle cose che più mi piacciono è l’atmosfera vittoriana, tanto meglio se l’ambientazione è di campagna. Per quanto mi riguarda, anche se la mia opera preferita in assoluto è un romanzo, però dalla costruzione un po’ particolare, ho sempre pensato che Conan Doyle dia il meglio nei racconti, in cui tendenzialmente si ritrovano tutti gli elementi e la costruzione già notati in questa prima avventura, ma il respiro più breve reca giovamento alla scrittura e alla storia.


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 
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Menevyn
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Inviato il 06 novembre 2017 20:54

D'accordissimo con le tue conclusioni.

Uno studio in rosso è la prima opera di una serie che sicuramente Conan Doyle non aveva painificato ed organizzato, durante la stesura di questo primo libro, quindi sia lo stile che il personaggio stesso erano in piena fase di sviluppo.


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