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I cattivi nella letteratura
di Lady Monica
creato il 09 maggio 2017

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Lady Monica
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Lady Monica
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Guardiani della Notte

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Inviato il 09 maggio 2017 12:09 Autore

Mentre rileggevo Hunger Games, mi sono soffermata sulla figura del Presidente Snow, il vero antagonista di tutta la serie. E' lui che continua a mantenere intatto il potere degli Hunger Games, è lui che che decide le punizioni, insomma è un cattivo a tutto tondo. L'autrice, inoltre, non dà spiegazioni del perchè si comporta così: è cattivo e basta. Però lo tratteggia bene con tutte le sue peculiarità e segretezze.

 

Quali cattivi, secondo voi, sono stati resi immortali dalle pagine dei libri? e perchè?


È Frittella il nostro Re

Fa i pasticci, fa i bignè 

Io ne mangio pure tre

È Frittella il nostro Re!!! 

 

 

You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.

 

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La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )


Iceandfire
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Inviato il 09 maggio 2017 18:19

Il primo cattivo che mi viene in mente ,che ho odiato e soprattutto disprezzato da subito e' l'ispettore Javert de I Miserabili

Egli e' il simbolo del cattivo ottuso ,che poi sono per me i peggiori cattivi

Posso anche apprezzare un cattivo intelligente ,i suoi tortuosi percorsi mentali, ma mai potrò tollerare il cattivo ottuso ,quello che fa del male credendo di essere nel giusto e di operare per il meglio.

Unico punto a favore di Javert e' che quello che di cattivo gratuito fa ,lo fa da solo,non usando gli altri ne' nascondendosi in un branco acefalo,cosa che abitualmente fanno i cretini ottusi


Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

bQ7ab7S.png;
« I am a wolf and I fear nobody. »

''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

M
Menevyn
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Menevyn
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M

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Inviato il 09 maggio 2017 22:10

Uh, che bel topic!

 

Il primo cattivo che viene in mente a me è anche uno dei primi cattivi di "spessore" che ho incontrato da lettore, ovvero Long John Silver de L'Isola del Tesoro... Buffone, saggio, scaltro, intelligente, brillante e spietato, è il genere d'uomo che riesce in modo quasi naturale ad ispirare fiducia e simpatia nel prossimo, salvo poi non farsi problemi ad abbandonarlo e sacrificarlo per il proprio tornaconto personale. Jim, il protagonista, subisce il suo fascino e arriva a considerarlo una specie di mentore, se non anche un padre, e nonostante il trauma che il ragazzo subisce quando scopre la vera natura dell'uomo, alla fine del romanzo non può fare a meno di sperare che il pirata sia là fuori, da qualche parte, a godersi un'altro pò la vita...



Erin la Spezzata
Guardiana dei Metalupi
Guardiani della Notte
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Erin la Spezzata
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Guardiani della Notte

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Inviato il 10 maggio 2017 15:36

Uno dei primi cattivi in cui mi sono imbattuta da lettrice e che mi è piaciuto è stata Milady de I tre moschettieri, personaggio estremamente affascinante.

Scaltra, spietata, crudele, bellissima ma di una bellezza angelica che quindi trae ancora più in inganno. Seduce e manipola senza difficoltà ogni persona, incurante della loro sorte una volta che non le sono più utili (metto sotto spoiler).

Triste la fine del giovane prete da lei sedotto per fuggire dal convento in cui da giovanissima si trovava, e che si suicida quando lo abbandona per sposare un ignaro Athos.

È glaciale, sembra non provare nessun sentimento, però la vediamo implacabile nell’odio,

capace di pianificare un paziente piano per portare a termine la sua vendetta su D’Artagnan.

Anche quando sembra sconfitta riesce con la sua intelligenza a ribaltare la situazione a suo vantaggio.

Incaricata di neutralizzare il duca di Buckingham viene arrestata. La sua missione sembra quindi fallita ma, dopo aver capito il punto debole dell’incorruttibile guardia assegnatale, non solo riesce a scappare ma pure a far assassinare il duca dalla guardia stessa.

Nonostante la sua figura ricordi molto una “femme fatale” l’ho sempre trovata ad un livello superiore. Dumas non racconta il suo passato nei particolari e non spiega cosa l’ha spinta ad agire in quel modo, ma tutto questo la avvolge ancora più di mistero.


E
Erodiade Di Asshai
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Erodiade Di Asshai
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Inviato il 10 maggio 2017 22:51

Heathcliff di Wuthering Heights. Il suo amore è ossessione morbosa, e tutta la sua vita si basa sulla vendetta finché la sua esistenza non si svuota di ogni senso ai suoi stessi occhi. È anche, credo, uno dei personaggi negativi più amati nella storia della letteratura e uno di quelli meglio riusciti.

 

Javert di Hugo che avete citato per me non è proprio un ''cattivo'' perché si pente e condanna se stesso con la stessa giustizia spietata con cui avrebbe condannato un altro (mi ricorda un po' Stannis come personaggio), e in questo Hugo, pur presentandolo nella veste terribile di chi amministra la giustizia spietatamente e ciecamente senza considerare variabili, non lo dipinge come un ''cattivo'', come ad esempio fa con Frollo in Notre Dame de Paris. Se mi chiedeste un cattivo in Hugo direi Frollo, appunto, e proprio lui cito in quest'elenco, un altro dei miei personaggi preferiti.

 

E come posso dimenticare Stavrogin de I Demoni? È la rappresentazione dostoevskjiana della decadenza russa e del male morale assoluto, molto più di Smerdjakov di I fratelli Karamazov o di Raskolnikov di Delitto e Castigo (che di nuovo non definirei essenzialmente cattivo, è infatti da contrapporre a Stavrogin sul piano letterario poiché capace di redenzione).

Stavrogin possiede tutto (intelligenza, ricchezza, potere, bellezza, fama) ma è apatico e disilluso, si è spinto talmente in là nell'affermazione di se stesso, della sua individualità, delle sue idee politiche e dei suoi piaceri portati all'estremo, da essersi perso; è infatti un personaggio completamente amorale, dichiara di aver perso la distinzione tra bene e male e di non credere neppure in tali concetti. Vero che si suicida perché non riesce a dimenticare l'abuso che ha compiuto su una bambina, ma non mostra mai vero rimorso, è in cerca di una redenzione e non si dà pace ma non è capace di pentirsi.

È un cattivo non tanto per quello che fa, ma per ciò che incarna secondo l'autore -- c'è da dire che tutto il libro tratta il tema del Male secondo Dostoevskij, male politico, culturale, individuale. (Mi viene in mente poi che ci sono tanti signorotti viziosi in D., ma la differenza che passa tra un Dimitrij Karamazov -- sfrenato, passionale, vivo, generoso -- a Stavrogin è enorme).

 

Poi, dato che sto inserendo tutti i ''cattivi'' di cui ho letto da ragazzina nei classici, direi il Dorian Gray. È vero che non è mai presentato come cattivo, che Wilde non ci dice mai quali siano i suoi crimini con chiarezza (però ci lascia intendere che porti più di una persona al suicidio e che non abbia reali reticenze ad uccidere), ma è pensato apposta: Gray è ammantato da un'aura di candore perché alla Bellezza si perdona tutto; in realtà anche il suo pentimento è apparenza, superficialità, fa del male per capriccio e guarda alla sofferenza altrui come uno spettatore assisterebbe ad un dramma di finzione. Non è più uno dei miei personaggi preferiti da tempo, ma come caratterizzazione di cattivo la trovo interessante. (C'è poi, sempre riguardo al tema del doppio e della maschera, il Mr. Hyde del dottor Jekyll, non lo trovo un cattivo figo ma mi piace quest'idea della dualità dell'animo umano... come se bene e male fossero così distinti, il punto del romanzo è proprio la tragedia nel fatto che siano essenzialmente inscindibili).

 

Mi viene in mente Grenouille (Il Profumo), la cui crudeltà è insita nella sua natura di sociopatico: odio per le persone, soprattutto per le persone buone (definisce uno sguardo d'affetto come "lo sguardo sciocco e vuoto di chi ama" [semicit., non ho controllato], è una frase che mi colpì tantissimo quando la lessi per via della sua atrocità), e uccide per raccogliere il profumo dai capelli delle sue vittime per una sorta di creazione a cui dedica tutta la vita. Da brividi la sua morte nel finale.

 

Humbert Humbert di Lolita può essere considerato un cattivo? Non penso, non penso, ma volevo citarlo perché è un personaggio negativo presentato da un punto di vista originale: narratore pomposo e irritante a tratti ma capace di catturare, che nel suo vittimizzarsi e nelle sue azioni un po' disgusta, un po' impietosisce, un po' sta simpatico. C'è un pentimento da parte sua? Mai ammette che il suo comportamento con Dolores sia una colpa, lui lo vive convinto come una storia d'amore, tuttavia si rende conto di averle distrutto la vita fin da quando ne abusa per la prima volta.

 

Una cattiva bellissima di una storia per ragazzi è la signora Coulter da Queste Oscure Materie di Pullmann. Manco lei è cattiva-cattiva, è un personaggio a tutto tondo in realtà, ma inizialmente è così che viene presentata e ci tenevo a citarla.

 

Ci sono poi i cattivi di un certo filone di narrativa moderna e contemporanea che non sono dei veri cattivi ma che cito comunque perché li trovo rappresentativi, parlo dei personaggi sempre negativi e sempre sregolati degli autori della beat generation e di scrittori moderni come David Foster Wallace e Irvine Welsh (e Palahniuk magari), se leggete i loro libri non troverete nessun personaggio positivo o quasi. XD (E scusatemi se ho allargato di tanto il discorso)

 

Poi sinceramente ci tengo ad aggiungere un cattivo che secondo me è perfetto per la categoria nonostante provenga da un telefilm: Vern Schillinger di OZ, interpretato da un superbo J. K. Simmons. È quel personaggio incapace di di cambiamento, un mastino bastardo capace solo di mordere, incapace persino di amare se non c'è di mezzo il sangue (e anche lì: uccide indirettamente suo figlio perché non accetta di avere la sua stessa visione del mondo). Durante le stagioni ci sono sprazzi di luce, una conversione religiosa, la nascita della nipotina, ma tutto va a rotoli e lui riprecipita sempre nell'odio. È un'ottima caratterizzazione anche grazie a questi alti e bassi che lo tratteggiano maggiormente: quando nasce la nipotina è disposto ad amarla solo con l'assicurazione che non sia figlia di un nero (Schillinger è razzista, a capo della Confraternita Ariana del carcere in cui è rinchiuso). In più rispecchia un po' la banalità del male di cui parlava la Arendt: è un uomo panciuto di mezz'età con la faccia da zione, amante delle regole e della disciplina, nemmeno uno di quelli con alle spalle i crimini più efferati, eppure risulta peggio di tutti gli assassini della prigione messi insieme, e lui è tutto convinto di stare nel giusto.


You may dress an ironman in silks and velvets, teach him to read and write and give him books, instruct him in chivalry and courtesy and the mysteries of the Faith, but when you look into his eyes, the Sea will still be there, cold and grey and cruel.

Sansa - Jaime - Theon
Sacra Triade del C.A.P.C.E.I.C.E. (Comitato Ammiratori Personaggi Complessi Ed In Continua Evoluzione)
C.P.J.L. : Comitato Pro Jaime Lannister
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G.M.S.S.: "Giù le mani da Sansa Stark", per la difesa della giovane lupa
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Inviato il 11 maggio 2017 10:14

Sarò anacronistica, il mio primo personaggio odioso è stato Don Rodrigo.

Compie il male perché è sicuro della sua posizione sociale — le stesse cose che capitano oggi — ha gli appoggi molto influenti che gli garantiscono l’impunità, conosce una sola legge: quella del più forte, meglio ancora del potente prepotente perché sa benissimo che può violare le leggi, quelle legalizzate, a suo completo piacimento. Un meschino tiranno di campagna, senza il coraggio delle sue azioni. Si preoccupa solo di salvare le apparenze come nel fallito tentativo di rapimento nei confronti di Lucia, tentato dal Griso.

Praticamente l’ho sempre considerato un pidocchio.


La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.   (William Shakespeare).

 

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Inviato il 11 maggio 2017 13:17

Una cattiva bellissima di una storia per ragazzi è la signora Coulter da Queste Oscure Materie di Pullmann. Manco lei è cattiva-cattiva, è un personaggio a tutto tondo in realtà, ma inizialmente è così che viene presentata e ci tenevo a citarla.

 

Da piccola mi colpì moltissimo come personaggio, affascinante e spietata. Io direi che è cattiva-cattiva, in un certo senso, ma essendo anche un personaggio a tutto tondo se ne capiscono i dolori e le motivazioni, ed è più facile simpatizzare almeno un po'.

 

Mi viene in mente Saruman, che è un cattivo interessante secondo me, perché è uno inizialmente buono che parte con l'idea di usare il potere contro il potere, il male contro un male più grande, di poter sconfiggere Sauron con le sue stesse armi, e ci rimane invischiato e corrotto nonché fregato a sua volta.

 

Mi è capitato di rileggere da poco Il libro della giungla, e mi sono resa conto che l'idea che mi ero fatta di Shere Khan da piccola - la tigre spaventosa, cattiva, sleale e vendicativa - nella rilettura più matura è molto diversa. Di Shere Kahn sappiamo che caccia l'uomo, e non rispetta la legge della giungla, perché tutti sanno che a cacciare l'uomo si va in contro a grossi guai. Ma se lo fa è perché è zoppo dalla nascita, e altre prede non riesce a prenderle. Shere Kahn soffre, è questo a renderlo così cattivo.

 

L'uomo in nero/Walter de "La torre nera". Non so bene cosa scrivere, nel senso che è un personaggio di cui si sa pochissimo, e il motivo per cui mi è rimasto impresso è più dovuto alla forza di certe scene che lo vedono protagonista che non a un suo approfondimento come personaggio; quando compare non è per forza pericoloso di per sé, a un certo punto

si siede a tavolino con Roland e gli legge i tarocchi, mentre io mi sarei aspettata una lotta all'ultimo sangue.

. Fa paura perché è sempre un passo avanti, ed è sempre pronto a ridere delle disgrazie altrui, a portare discordia; è il tizio che se ti trova appeso a un cornicione invece che darti una mano si mette a schiacciarti le dita con la suola delle scarpe per puro divertimento.



Erin la Spezzata
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Inviato il 11 maggio 2017 14:22

Javert di Hugo che avete citato per me non è proprio un ''cattivo'' perché si pente e condanna se stesso con la stessa giustizia spietata con cui avrebbe condannato un altro (mi ricorda un po' Stannis come personaggio), e in questo Hugo, pur presentandolo nella veste terribile di chi amministra la giustizia spietatamente e ciecamente senza considerare variabili, non lo dipinge come un ''cattivo'', come ad esempio fa con Frollo in Notre Dame de Paris.

:stralol:

Ma sai che anch'io ho pensato a Stannis!

La legge come imperativo categorico.


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Emma Snow
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Emma Snow
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Inviato il 12 maggio 2017 21:00

Che bel topic! :D

 

Il primo personaggio a cui ho pensato è L'uomo in Nero/Randall Flagg di Stephen King, già citato da Smilla, incontrato nella saga della Torre Nera, ne "L'ombra dello scorpione" e in altri romanzi. L'immagine di lui che schiaccia le dita sul cornicione è efficacissima, ed è proprio questo suo essere imprevedibilmente crudele che lo rende un personaggio affascinante. Ribadisco su di lui quanto avevo scritto l'anno scorso nel DM Letterario.

Anche Leland Gaunt di "Cose preziose" (sempre di King) è un po' su questa lunghezza d'onda, mentre IT/Pennywise è più monodimensionale.

 

E ho pensato anche io, come Erodiade, a Humbert Humbert di "Lolita", anche non è un cattivo in senso classico, e concordo con quello che hai scritto tu; e anche a Heathcliff di Cime Tempestose.

 

Mi viene in mente anche Cathy Ames de "La valle dell'Eden" di Steinbeck: una donna senz'anima, crudele, che non si fa scrupoli a manipolare il prossimo e a sfruttarlo a suo vantaggio. Solo alla fine dimostra di avere un barlume di umanità e inizia a rendersi conto del male che ha provocato.

 

Aggiungo anche Hannibal Lecter di Thomas Harris e Dracula di Bram Stoker, che credo non abbiano bisogno di presentazioni.

 

Potrebbe rientrare anche la Creatura di Frankenstein in questa categoria: la sua vicenda è particolarmente toccante perché la sua indole di fondo non è malvagia, ma viene reso tale dall'egoismo del suo creatore, che non si rende conto della portata delle proprie azioni.

 

Ci sono poi due personaggi che, allargando un po' il discorso, vorrei citare: Severus Piton di Harry Potter e Miss Havisham di "Grandi speranze" di Dickens. Entrambi vengono presentati come malvagi, ma dietro le loro azioni si nascondono motivazioni ben precise - legate all'amore in tutti e due i casi - e man mano che la lettura prosegue si inizia a comprenderli e ad avere una visione completamente ribaltata su di loro.


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Erodiade Di Asshai
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Erodiade Di Asshai
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Inviato il 12 maggio 2017 21:16

Sarò anacronistica, il mio primo personaggio odioso è stato Don Rodrigo.

Compie il male perché è sicuro della sua posizione sociale — le stesse cose che capitano oggi — ha gli appoggi molto influenti che gli garantiscono l’impunità, conosce una sola legge: quella del più forte, meglio ancora del potente prepotente perché sa benissimo che può violare le leggi, quelle legalizzate, a suo completo piacimento. Un meschino tiranno di campagna, senza il coraggio delle sue azioni. Si preoccupa solo di salvare le apparenze come nel fallito tentativo di rapimento nei confronti di Lucia, tentato dal Griso.

Praticamente l’ho sempre considerato un pidocchio.

 

Perché anacronistica, è normale pensare a libri come I Promessi Sposi parlando dei cattivi resi ''immortali'' dalla letteratura e Don Rodrigo rientra appieno nella categoria. Anche se in effetti, nonostante la mia simpatia per lui (come anche i sassi sanno, sono una fan dei libertini viziosi privi di evoluzione), il personaggio negativo meglio riuscito resta l'Innominato, diciamo che quando un'evoluzione è presente diventano inevitabilmente più interessanti.

 

 

 

 

Ma sai che anch'io ho pensato a Stannis!

 

 

La legge come imperativo categorico.

 

Sì, esatto, concettualmente sono personaggi vicini. Anche la frase "There is no creature on Earth half so terrifying as a truly just man", sebbene sia un'opinione su Stannis visto dall'esterno, a me ha sempre ricordato tantissimo Javert e la descrizione che ne fa Hugo.

 

@Emma Snow, cavolo, vero, Hannibal e Dracula sono un must se si parla di cattivi. Su Dickens, due personaggi negativi che mi piacciono da morire in David Copperfield sono Rosa Dartle e James Steerforth, da bambina andavo matta per le parti che li riguardavano. Oh, e Uriah Heep, tanto amore anche per lui! (Concordo anche su Gaunt di King -- e su Cathy di Steinbeck in particolare).


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Iceandfire
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Iceandfire
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Inviato il 12 maggio 2017 22:19

L'innominato non e' un vero cattivo,gratutuitino,cattivino,meschininino...non e' niente di ino...l'innominato e' una figura potente ,interessante ,impressionante ,e' la potenza e la forza del male che,a differenza dei cattivini di mezza tacca e che non lasciano il segno,anzi che a volte sono di una cattiveria ridicolmente riduttiva,ha la capacita di fare una inversione ad U e non per pavidità o opportunismo ,ma perché riconosce il male che ha fatto e che fa ed ha la forza rara di cambiare...


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Menevyn
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Menevyn
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Inviato il 12 maggio 2017 22:38

Avete citato King, e a me torna in mente quella squilibrata di Anne Wilkers di Misery, come cattiva mi è rimasta impressa più di altri, potrà sembrar strano, ma è così... del resto, è una cattiva "alla King" molto più di altri personaggi.

 

C'è anche Victor Frankenstein. Il suo mostro, al di là della sua deformità, non è altro che una vittima della sfrenata ambizione del suo creatore, un creatore che lo ripudia dopo avergli dato la vita, dopo aver faticosamente lavorato per arrivare a quel risultato, ed è questo rifiuto a suscitare nella creatura la rabbia e l'odio che lo spingono a perseguitare suo "padre".

 

C'è Norman Bates di Psycho, che ho trovato più violento e distrurbante nel libro rispetto a quanto non sia stato poi reso da Hitchcock, e anche Gollum, la cui schiavitù nei confronti dell'Anello gli ha devastato l'anima e la mente.


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