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sudditi di nessuno
di senza volto
creato il 14 febbraio 2017

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Inviato il 14 febbraio 2017 18:05 Autore

Ho iniziato questa discussione per parlare dei giornalisti che hanno fatto la storia dell'informazione seria italiana, magari con qualche accenno all'estero per gli esempi. Quello che sapete di loro e quello che ritenete manchi oggi rispetto a loro.

A me vengono in mente:

 

Oriana fallaci. I suoi libri "intervista con la storia" e "intervista con il potere" sono un esempio di mancanza di servilismo (almeno nelle parti che ho letto, non li ho completati ma li consulto ogni tanto), con interviste ai "grandi" o meno, suoi contemporanei, intervistati evidenziandone pregi e difetti. è stata anche inviata di guerra in Vietnam e non ricordo dove altro.

Mi dicono da sempre che il suo libro Inshallah sia bellissimo, prima o poi provvederò a leggerlo.

Molto controversi i suoi ultimi anni ma, probabilmente, è stata la giornalista italiana più famosa nel mondo e con Montanelli, Bocca e Biagi, la più famosa in Italia.

 

Tiziano Terzani. Ha lavorato principalmente per Der Spiegel, come corrispondente dall'Asia, ma anche per la Repubblica e il Messaggero. Negli anni ho letto tutti i suoi libri di quando era in vita (iniziando prima che diventasse un personaggio di moda) e anche uno postumo. Giornalista inizialmente dichiaratamente di sinistra ma obbiettivo nei suoi servizi e libri, tanto da venire cacciato dalla Cina comunista per le sue critiche al regime. Impietoso nel descrivere il Vietnam subito dopo guerra, di cui fu uno dei pochissimi testimoni occidentali. Drammatico nel descrivere, ad esempio, l'olocausto cambogiano.

 

Poi cito, non meno importanti, Biagi, Montanelli, Brera, Bocca.

 

All'estero oggi vedo più coraggio. Per fare degli esempi le stragi di giornalisti in Russia e Messico. Chi cerca di denunciare certe situazioni, pur sapendo di rischiare la vita, e lo fa lo stesso, perché ci crede o magari anche solamente perché vorrebbe essere ricordato.

 

A voi


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GIL GALAD
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Inviato il 15 febbraio 2017 13:25

Esistono ancora grandi giornalisti in Italia? Assolutamente no. I nomi che hai citato appartenevano a persone che avevano certo ognuno le proprie idee e vedute del mondo e le mantenevano a schiena dritta. Erano veri cronisti che giravano il mondo raccontando ciò che vedevano in modo obiettivo senza servilismo senza compromessi senza faziosità. Potevano piacere o non, la Fallaci e Montanelli non spiccavano molto per simpatia certo ma erano giornalisti con la G maiuscola. Oggi in Italia vedo solo camerieri, servi, lecchini del potere, bugiardi e costruttori di fake news. Più che giornalisti tipici esempi dell'italico motto del tengo famiglia. Ovviamente qualcuno che svolge questo mestiere con passione con imparzialità con amore per la verità c'è non dico che siano tutti proni ai poteri politici ed economici, ma in genere sono pochi e lavorano in piccoli giornali o emittenti tv di provincia o sul web. Ecco il web, certo pieno di rischi e bufale ma oggi l'unico strumento a mio parere per trovare ancora qualche informazione non drogata non filtrata non accomodata. Pertanto quando sento qualcuno parlare di introdurre forme di controllo (poi chi dovrebbe controllare? Esiste qualche istituzione sopra le parti che possa farlo?) mi preoccupo fortemente. In conclusione ribadisco il mio totale pessimismo e pensiero negativo molto negativo sull'attuale casta dei giornalisti italiani.


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ziowalter1973
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ziowalter1973
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Inviato il 15 febbraio 2017 15:09

La soluzione per avere giornalisti liberi sarebbe di avere editori puri e nessun condizionamento da parte degli inserzionisti. Il problema è che non esistono editori puri ma imprenditori che hanno anche la propietà dei giornali e molte altre cose. Bisogna anche dire che la carta stampata è in crisi e quindi il sopracitato editore pure dovrebbe avere un pacco di soldi per poter andare avanti a pubblicare. Si può tentare la via del blog ma a seconda dei casi non ti legge nessuno. Per quanto riguarda i giornalisti ce ne sono di buoni ma una grossa fetta si limita a fare copia e incolla dai giornali esteri che sono la longa manus delle multinazionali. Un' altra grossa fetta di giornalisti fa semplicemente il copia e incolla degli atti delle procure che a loro volta fanno politica in varie forme. Poi ci sono i giornalisti servitori del partito anche se non c' è più il partito.. Rimangono i giornalisti "opinionisti" che sono rimasti fermi a 40 anni fa quando erano giovani.. L' unico sistema per informarsi e leggere da fonti diverse e farsi un' opinione in merito. Dei giornalisti citati sopra io ho sempre preferito montanelli.



Lord Beric
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Inviato il 15 febbraio 2017 16:52

Uhm... il famoso report che ci vede al 9875298754° posto nelle classifiche della libertà di informazione tratteggia l'Italia non come un posto in cui i giornalisti non fanno il loro lavoro, ma come un posto dove i giornalisti vengono costantemente minacciati e intimiditi. Quindi, ovviamente parlando della media, i giornalisti tanto male non dovrebbero essere.


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
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We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

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ziowalter1973
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Inviato il 15 febbraio 2017 17:12

I giornalisti intimiditi per le loro inchieste ci sono ma la maggior parte non informa perchè altrimenti bisogna parlare dei problemi che hanno i loro editori e politici di riferimento. I giornali sono pieni di notizie nascoste.. Ogni tanto spuntano fuori le classifiche ma non mi paiono molto affidabili..


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GIL GALAD
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Inviato il 15 febbraio 2017 18:31

In passato in Italia si faceva giornalismo d'inchiesta in modo massiccio dalla mafia alle stragi alle ruberie e sui misteri di Stato e difatti molti cronisti ci hanno rimesso la pelle. Oggi è molto raro vedere quel tipo di giornalismo, un po' lo fa solo la Gabanelli e pochi altri. Più che il giornalista intimidito ora abbiamo il giornalista che pur di mantenere il suo posto si abbassa a tutto e farebbe di tutto. Soprattutto in RAI abbiamo esempi riprovevoli e mi fermo qui tanto più o meno tutti sappiamo di chi si parla. Senza fare nomi vi pare normale che ci sia gente in Rai pagata da noi che la sera della vittoria di Trump è andata in onda con le lacrime agli occhi e una faccia a lutto? Ma scherziamo uno deve raccontare gli avvenimenti se possibile con distacco e obiettività, questo fa un cronista onesto non esporre le proprie preferenze quelle le racconti ai tuoi amici non ai telespettatori.


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Inviato il 15 febbraio 2017 19:37

Oltre al giornalismo imparziale (tranne rarissime eccezioni), in Italia praticamente non esiste il giornalismo d'inchiesta, per un motivo semplice: se dei giornalisti indagassero su qualcuno/qualcosa legato al potere (politico, delinquenziale o finanziario che sia), verrebbero isolati, minacciati, screditati, e infine anche colpiti in vario modo.

In altri paesi, esistono testate talmente potenti da difendere i propri giornalisti e permettergli l'inchiesta. In Italia, no.

 

Qui ci si limita a riportare fatti, spesso distorcendoli a seconda della visione dell'editore.



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Inviato il 15 febbraio 2017 22:33 Autore

Sul web come informazione alternativa non sono molto d'accordo. Ogni notizia richiede ricerche di conferma che non sempre si ha il tempo di fare e che comunque spesso lasciano comunque indecisi se credere o no.

 

Penso che l'emozione sia una parte importante del lavoro di giornalista. L'amore per la verità è un'emozione. è l'emozione che porta a seguire i profughi cambogiani, tanto da non resistere e caricarsene uno sulle spalle (Terzani) o a mischiarsi con degli studenti messicani finendo quasi uccisa da una raffica di mitra (Fallaci), è l'emozione che porta oggi giornaliste/scrittici come Lydia Cacho (messicana, ha fatto inchieste su scala mondiale scioccanti e importanti sulla prostituzione e la tratta delle bianche) o la Politkovskaja (russa, denunciò alcune istituzioni del governo russo) a rischiare la vita e nel caso della seconda a perderla. Solo qualche esempio.

 

Non credo che i giornalisti vengano implicitamente minacciati o intimiditi, credo che la maggior parte di quelli importanti arrivino ad esserlo (importanti) già indottrinati, i pochi rimasti si cerca di screditarli o sminuirli. La Gabanelli con Report, ad esempio, ha dovuto affrontare una marea di cause, vincendole tutte.


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AemonTargaryen
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Inviato il 28 febbraio 2017 11:52
Il 14/2/2017 at 18:05, senza volto dice:

Ho iniziato questa discussione per parlare dei giornalisti che hanno fatto la storia dell'informazione seria italiana, magari con qualche accenno all'estero per gli esempi. Quello che sapete di loro e quello che ritenete manchi oggi rispetto a loro.

Mi trovo abbastanza d’accordo con le analisi di Metamorfo e di Gil sull’attuale situazione del giornalismo e dell’informazione in Italia. Non credo ci sia da aggiungere granché.

 

Intervengo semplicemente per aggiungere ai nomi di coloro i quali han fatto la storia dell’informazione seria, un giornalista che, pur non uscendo dalla “provincia”, non ritengo sia stato meno grande degli esempi succitati.

 

Non per la risonanza mediatica, ma per il coraggio. Per l’esempio titanico che rappresenta. Per giornalisti e non.

 

Il giornalista in questione è stato un uomo che non si è mai rassegnato allo status quo. Un uomo che ha speso la propria vita contro la mafia.

 

Le sue denuncie contro i crimini di Cosa Nostra gli costarono la vita. E anche se la sua morte passò in sordina – fu, a livello temporale, contestuale al ritrovamento del corpo di Aldo Moro – e la verità sul delitto emerse solo dopo diversi anni, il suo sacrificio non fu vano. Perché non è mai vana, una vita spesa per un mondo più giusto.

 

Parlo di Peppino Impastato.



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Inviato il 26 marzo 2017 15:10 Autore

I nomi che ho fatto erano esempi, certo ce ne saranno molti che ho scordato. Peppino Impastato rientra sicuramente tra i coraggiosi.


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