Salve ragazzi!
Sapete, quando leggi una decina/ventina di libri all'anno e ci aggiungi poi le serie gli anime e i film, in maniera consumistica massiccia, tutti questi input saturano il cervello che dunque deve liberarsi di tuuuutta questa droga.
Cominciai dal disegnare mappe.
Quindi. Scrivere. Scrivere un po' di cavolate così, escrementi d'autore per uso di scarico personale. Da non rileggere mai mai mai pena la vergogna di sé, ma nemmeno buttare pena la perdita della propria identità & crisi isterico-esistenziale. Sapete, i mostri che si hanno nel cassetto più basso della scrivania, celato agli occhi di uomini e dei e madri, in ordine di potenza.
Arrivando al punto. Mi sono seccato di questa proliferazione generale di razze rigorosamente antropomorfe, rigorosamente con quattro arti ed erette, rigorosamente con caratteristiche intellettuali umane, troppo umane (cit).
Talmente che risulta estremamente difficile creare una razza non antropomorfa e che sia anche una CIVILTÀ, nel senso che si può dargli: una specie organizzata che manipola risorse e si batte per la supremazia quantomeno evoluzionistica. L'unica facile che viene in mente sarebbe quella insettoide, ma questo non è fantasy, è prendere api e formiche vere e dargli un siero della crescita.
C'è un modo per inventarsi una civiltà (anche in senso magari diverso da quello che gli ho dato io ma comunque riconoscibile come tale) che sia non antropomorfa né mentalmente umanizzata?
secondo me in un fantasy è giusto e coerente che le razze siano tutto sommato "verosimili" e non eccessivamente distanti tra loro.
l'evoluzione della vita su un singolo pianeta difficilmente può prendere "vie" troppo stravaganti ed eccessivamente variegate, tali per cui le funzioni vitali o le leggi della natura si applichino in modo sostanzialmente diverso a seconda della specie.
se sul mondo fantasy in questione esiste una razza umana/elfica, trovo che una buona dose antropomorfismo sia non solo accettabile ma addirittura consigliabile. L'abilità/originalità dell'autore dovrebbe concentrarsi sullo sviluppare caratteristiche originali e rendere credibile la civiltà non umana in questione. Per dire, evitare di prendere civiltà reali (mongoli, vichinghi) aggiungerci un paio di elementi fantasy e via. Pessimo.
Poi con la magia è possibile giustificare tutto e il suo contrario, ma non è buona letteratura, secondo me.
diverso discorso se si va sulla fantascienza. Qui davvero non c'è limite all'inventiva, se non il buon gusto e un minimo di riguardo per la suspension of disbelief.
Ogni riferimento a dothraki e uomini di ferro è puramente casuale? XD
Lasciando perdere la caratterizzazione su cui sono d'accordo, non mi hai convinto.
Certe caratteristiche come delle appendici per interagire con il mondo circostante, e degli organi visivi, possono essere imprescindibili, ma un pianeta è grande. Sufficientemente grande da dare origine a più habitat molto diversi tra loro per clima, risorse, durata delle giornate, esposizione a radiazioni (metti che l'ozono sia già scarso in principio: i poli risulterebbero meno protetti), pensa poi su una superterra grossa cinque volte la nostra, piuttosto comune a quanto pare.
Inoltre: già l'evoluzione sulla terra ha adottato soluzioni molto diverse contemporaneamente per la vita non senziente, o anche solo animale. Perché dovrebbe emergere un solo "modello" senziente?
Sopratutto se il primo modello senziente che esce dalla lotteria magari NON migra riempiendo OGNI singolo buco abitabile e non (eschimesi, voi avete ucciso tutti i ragni senzienti di ghiaccio ancora nell'uovo lassù, ne sono certo, per forza non ci sono).
non dico che debba emergere un solo modello senziente, ma tale modello devo essere "compatibile" con diciamo l'ecosistema che si è preso come base.
per fare un esempio, in un pianeta "simil-terra" abitato da umani, cavalli e topi non vedrei troppo bene forme di vita che non fossero fatti di materia organica a base carbonio (chessò, troll di pura roccia o estranei di puro ghiaccio). Al netto della magia.
cosa che invece potrei accettare in mondi alieni.
o specie totalmente avulse (anche qui, al netto di magia e/o tecnologia) dalle grandi forze (es. gravità, elettromagnetismo, variazioni di temperatura) o dai meccanismi evolutivi (es. catena alimentare).
per dire, una razza intelligente di ragni subacquei che vive in gallerie scavate nei pressi delle fumarole sottomorine va benone...
una razza di ragni (fatti) di ghiaccio meno.
Giocando sulle condizioni ambientali si può giustificare il fatto che l'evoluzione di esseri senzienti abbia preso vie molto diverse da quella antropomorfa. Però in condizioni terrestri ci sono molti ottimi motivi biologici per cui la specie ad aver vinto questa lotteria sia stata la nostra. Rimane la difficoltà di immagine con un cervello umano qualcosa di così "altro": alla fine fantasy o fantascienza evolvono dalla nostra capacità di modificare, scomporre e ricomporre il nostro mondo.
Ho letto ora l'intervento di Set Balon. Mi riesce difficilissimo immaginare una vita non basata sul carbonio senza tirare pesantemente in ballo la magia... Sarà per quello che studio ma pure su pianeti lontani... Tendo a credere che la vita prenderebbe comunque quella strada
La magia non la consideriamo proprio, non c'entra e non ho intenzione di farla entrare.
Tuttavia io sto parlando del solo antropomorfismo, mai detto di cambiare elementi chimici di base. Nel mio secondo post ho spiegato che le forme sono diversissime per una stesso regno. L'ornitorinco è ancora basato sul carbonio, per dire. Tuttavia avete ragione a confondervi perché è estremamente difficile immaginare qualcosa di non-antropomorfo che sia anche non-estremamente lontano dalla vita a base carbonio. Questa difficoltà ad immaginare rafforza la mia sensazione secondo cui è solo il nostro antropocentrismo a renderci difficile le cose. Il fantasy odierno viaggia spesso tra questi due estremi: dagli elfi alle macchine. I costrutti come troll e golem poi... così diversi a livello molecolare, ma d'aspetto così umanoide! sono la summa. Io cerco esattamente l'opposto.
Questa discussione mi ha mandata in crisi XD è un paio di giorni che continuo a pensarci. È che non solo è difficile immaginare strutture non antropomorfe, è che poi come interagiscono in maniera sensata con l'ambiente? Cioè alla fine una specie di mani serve. Mi torna in mente il popolo alieno - anzi, di un'altra dimensione - di "queste oscure materie", quelli con le ruote al posto delle gambe che vivono in simbiosi con... Uhm. Torno a casa e riacchiappo il libro.
uno dei più grandi problemi riguarda effettivamente gli utensili. Senza la capacità di creare oggetti complessi, ovvero senza una tecnologia, al massimo si può immaginare una civiltà sì intelligente ma ultra-primitiva.
come può un animale/specie non dotato di una qualche specie di "mano", costruire oggetti complessi? Anche animali molto intelligenti (singolarmente o collettivamente), come elefanti o api, sono molto limitati sotto questo profilo.
al massimo massimo sarà possibile "modellare" qualcosa di preesistente, ma difficilmente sarà possibile creare qualcosa di nuovo.
Una qualche "pinza prensile" è indispensabile, oltre un certo livello (a meno di non introdurre roba pseudo magica come la telecinesi e simili).
se ci si vuole staccare dal concetto di arto-mano, potrebbero essere dei possibili sostituti dei tentacoli tipo polpo o medusa, o una pluralità di proboscidi, o al limite limite delle chele un po' strutturate...
oppure potrebbe sì esserci una razza intelligente non in grado di costruire utensili (pur potendo concepirli), ma che è così forte (super-predatore) che è in grado di "schiavizzare" o comunque usare umani/simil umani per "costruire" oggetti/edifici complessi/compositi.
oppure, i buoni vecchi ragni, che "secernono" la materia che poi manipolano e plasmano con grande perizia... se invece di sottile bava per fare ragnatele esistesse un qualche animale intelligente che secerne materiale diverso (più resistente ma altrettanto malleabile) ecco allora che potrebbe esistere una razza non dotata di arti/mani ma in grado di costruire quasi qualunque cosa.Una specie di stampante 3d organica
Come ho già spiegato prima, con insetti ed aracnidi è troppo facile! Tuttavia l'idea della materia auto-prodotta non la butto ;) anche le api lo fanno.
Un po' di spunti
-come avevo detto e avete rimarcato serve necessariamente almeno un "arto" per interagire con il mondo circostante, alla fine si vorrebbe che lascino un impatto ambientale riconoscibile e che raccolgano e sfruttino risorse :)
-serve necessariamente un organo visivo: la luce è veloce, e l'occhio è un dispositivo estremamente utile. Tuttavia, mi sembra di ricordare che la luce visibile è tale perché è la sola parte dello spettro che si propaga in acqua, dove l'occhio si è sviluppato. Ora, se questa forma di vita non si sviluppa in acqua o se l'organo visivo si sviluppa in aria (magari sono usciti presto dagli oceani boh), beh, la razza potrebbe vedere anche o solo in infrarosso o in ultravioletto.
-l'uomo è un animale sociale: non è detto che una razza civilizzata debba esserlo: potrebbe riunirsi solo in alcune ipotesi, ch'esso, riproduzione. Oppure al contrario, potrebbe partire da colonie di grandissime dimensioni (gli umani hanno vissuto per milioni di anni nel mezzo, in tribù di non troppi individui).
-fotosintesi? se si ricavasse il nutrimento direttamente dalla luce della stella? Avrebbero comunque ancora bisogno di acqua e sali. E se invece come i funghi (e gli evroniani) si riproducessero tramite spore?
@Smila ho presente la razza, ma nemmeno io ricordo la simbiosi per cos'era...
Innanzitutto comincerei con stabilire l'ambientazione, il pianeta in cui vuoi far muovere questa "civiltà". Basandoti sulle caratteristiche che hai selezionato per questo pianeta (clima, gravità, struttura, ecc.), potrai poi stabilire che tipo di forma di vita vi si potrebbe verosimilmente sviluppare (tempo fa vidi un documentario di Discovery Science, che magari potrebbe tornare utile in merito: in inglese s'intitola "Aliens: are we alone?", in italiano "Ti presento gli alieni").
Il problema sta nel concepire una civiltà che sia avanzata e allo stesso tempo diversa da quelle antropomorfe.
Come hai detto, un formicaio o un alveare possono considerarsi delle mini-civiltà non antropomorfe, in quanto forme di "società" con "individui" che cooperano fra di loro, ma risultano comunque delle "civiltà terrestri"...
Bisognerebbe immaginarsi, in base a come hai ideato fisicamente queste creature aliene, che tipo di intelletto e "manualità" possano sviluppare evolvendosi: avranno una comunicazione verbale, chimica, tattile, visiva o uditiva?; come sarà strutturato il loro cervello? avranno una memoria a lungo termine? episodica o associativa?; possiederanno un sistema limbico sviluppato o tenderanno all'istinto?
Per narrare una storia su una civiltà non antropomorfa, che risulti interessante da leggere, secondo me bisogna quantomeno che questa sia sufficientemente evoluta da avere un sistema di comunicazione/scrittura (e quindi organi e fattezze che le permettano di interagire significativamente con lo scenario)...
Civiltà evolute e non umanoidi ne esistono nei Forgotten Realms, forse l'ambientazione più famosa di Dungeons & Dragons. Così su due piedi mi vengono in mente gli sharn e i phaerimm.
Si tratta di due razze antiche, persino più antichi dei draghi. Entrambe sono dotate di forti capacità magiche, con le quali possono creare di tutto. Gli sharn sono più dediti a studi complessi e a problemi superiori al semplice dominio del mondo, del quale non s'interessano a fatto. Qualcuno dice che siano l'incarnazione del caos magico. I phaerimm invece sono una razza intrinsecamente malvagia, con l'ambizione di annientare tutte le altre forme di vita.
Gli scontri tra sharn e phaerimm hanno plasmato Faerun (il continente principale dei Forgotten Realms) così come è, a causa dello scontro tra le due potenti magie, ma infine gli sharn hanno avuto la meglio. Non hanno annientato però i phaerimm, limitandosi ad imprigionarli sotto il deserto dell'Anauroch in attesa che la razza si evolva e arrivi ad uno stadio superiore in cui le tendenze distruttrici cessino (gli sharn ragionano su scale temporali lunghissime).
per superare il problema degli arti potrebbe anche concepirsi una razza "fluida"... a metà strada tra le formiche e il polipo mimetico.
le formiche, a seconda delle esigenze, possono "aggregarsi" in strutture (es. fare una bella barchetta per guadare i fiumi).
alcuni animali (il mitico polipo mimetico, per esempio) riescono a imitare, sotto certi profili, l'ambiente circostante (colori ma anche forme)
una razza in grado di fare (a un alto grado di perfezione) entrambe queste due cose contemporaneamente (aggregarsi e mutare forme), e che fosse (almeno collettivamente) intelligente, potrebbe interagire con l'ambiente a livelli di efficacia, impatto e precisione molto elevati, sia nel macro che nel micro, senza bisogno di "arti/appendici" permanenti nei singoli individui.
Grazie a tutti, mi avete dato da riflettere.
Dannazione se è difficile. Comincerò dal definire meglio il mondo (già in bozza in realtà ma si puo migliorare) e qualche cosa uscirà! È dura evitare mostriciattolaggini.
Considera anche che tipo/livello di magia c'è nel tuo mondo e come si rapportano le razze a questo.