Premetto che non sono un'esperta in campo cinematografico, sono solo una spettatrice con la passione per le serie tv, e premettoo che è da diverso tempo ormai che non seguo più film e serie tv trasmesse dalla tv italiana, preferendo vedere ciò che mi interessa in streaming, possibilmente in lingua originale con sottotitoli. Detto ciò ultimamente, oltre alle serie tv made in usa, mi sono accostata anche ad altre produzioni, britanniche, in primis, olandesi, svedesi... e il confronto con ciò che viene abitualmente prodotto e trasmesso in italia è a dir poco impietoso!! Per fare solo un esempio: ho visto poco tempo fa una miniserie svedese, intitolata Don't ever wipe tears without gloves, che trattava il tema della diffusione dell'hiv in svezia nei primi anni 80, fatta piuttosto bene, una roba che, solo per il tema affrontato, difficilmente verrebbe prodotta o trasmessa in italia! Sia mai che si possa togliere spazio a roba come Il segreto o L'onore e il rispetto parte 3245!! La mia domanda è: qual è secondo voi il livello della tv italiana, per quel che riguarda soprattutto la produzione e trasmissione di serie tv? E come vi sembra il confronto con le altre realtà europee? Se anche a voi appare piuttosto impietoso, quali possono essere le ragioni alla base di ciò?
Il livello delle serie TV italiane rispetto al resto d'Europa/Mondo è sicuramente molto più basso, per varie ragioni.
Innanzitutto bisogna sempre distinguere tra TV cable/a pagamento e TV broadcast/in chiaro. In generale nelle TV in chiaro (in Italia come all'estero) ci sono più restrizioni su quello che si può o non si può mostrare o su ciò che si può o non si può far vedere. Il pubblico della TV generalista è potenzialmente tutto quello del Paese ed è generalmente di cultura media, età piuttosto avanzata, in generale più tradizionalista e conservatore in senso estetico. Traslando questo discorso in Italia, un pubblico mediamente plurisettantenne preferirà sempre il rassicurante, lineare, tradizionale Don Matteo all'ansiogeno, scorretto e innovativo Breaking Bad; anche per questo motivo RAI e Mediaset producono serie che vanno spesso in questa direzione: i protagonisti sono quasi sempre preti/Papi, poliziotti/carabinieri, famiglie, etc.... anche laddove ci sono delle problematiche verranno sempre trattate in un certo modo, diciamo abbastanza buonista e sempliciotto perchè si ritiene che in generale sia questo quello che si aspetta il pubblico: un prodotto per famiglie, rassicurante e dai buoni sentimenti. Quindi raramente si vedranno protagonisti che fanno gli spacciatori, i killer, i fuorilegge, gli hacker e tutta quella galleria di pg che sono usciti spesso nelle serie degli ultimi anni straniere (USA in primis).
In aggiunta è assai probabile che dietro queste scelte ci siano anche influssi culturali particolarmente forti in Italia: il fatto che sia la TV di Stato che quella principale privata siano pesantemente connesse alla politica non aiuta di certo la creatività e la sperimentazione di sceneggiature e personaggi innovativi. Oltre a questo non si può di certo tralasciare l'influenza della Chiesa che ha un certo peso nella produzione di cultura.
Detto questo, si possono benissimo produrre serie dall'impianto tradizionale ma comunque valide tecnicamente, cosa che in Italia non avviene. La vecchia RAI era forse ancora più influenzata dalla politica ma ci lavorava comunque gente molto preparata e valida, una professionalità che nel tempo è un po' sfumata in tutta la TV. La mia impressione è che molta responsabilità ce l'abbia l'arrivo di Mediaset, che con produzioni decisamente scadenti su ogni livello, ha finito poi per influenzare anche la TV pubblica ed adeguarla al livello medio, medio basso, soprattutto perchè a cavallo degli anni 90/2000, a causa di un particolare congiuntura politica sulla quale non entro più di tanto, i due competitor sono finiti per essere gestiti in varie fasi dalle stesse persone, persone vicine sia artisticamente che ideologicamente al proprietario della TV privata.
Negli ultimi anni però qualcosa di positivo lo vediamo (non a caso) venire da Sky. Boris,Romanzo Criminale, Gomorra, 1992 e tra non molto "The Young Pope" cercando di uscire dal clichè della serialità italiana o proporre qualcosa di più vicino e competitivo con le produzioni internazionali. Insomma per sperare in qualcosa di buono, io conterei soprattutto sulla TV a pagamento che possono contare su un pubblico più ristretto, mediamente più giovane e elevato e sono meno vincolati dalla raccolta pubblicitaria e dalla politica.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Sono d'accordo sul fatto che una buona serie tv possa essere realizzata anche senza una sceneggiatura particolarmente originale, senza affrontare per forza temi diciamo "di rottura" rispetto alla tradizione, etc., si può insomma realizzare un buon prodotto anche restando sul classico, ma, come dici tu, tutto ciò non avviene generalmente in italia. Ripeto di non essere un'esperta per quel che concerne gli aspetti più tecnici, però, ad esempio, la qualità degli attori che lavorano nelle serie tv italiane è, per la maggior parte, decisamente più bassa rispetto a quella dei colleghi stranieri!! Le serie britanniche, perlomeno quelle che sono riuscita a vedere io finora, potevano vantare tutte attori, perlomeno quelli principali, di un livello decisamente più alto rispetto a quello cui siamo abituati noi italiani!! Ieri sera ho finito di vedere In the flesh, una serie tv inglese che tratta un tema piuttosto particolare, e cioè quello del reinserimento nella cosiddetta società civile di alcuni zombie, dopo che questi si sono sottoposti a dei trattamenti medici, be' l'attore protagonista, che avrà avuto 22/23 anni, era di una bravura che sinceramente ne sono rimasta entusiasta!! Roba che se penso che da noi dobbiamo ancora sorbirci gabriel garko, che non riesce neppure più a muovere i muscoli facciali per il troppo botulino, mi si rizzano i capelli!! Non metto in dubbio che anche in italia ci siano attori talentuosi, però evidentemente la maggior parte di loro, da quel che ho potuto vedere, non lavora in tv!!
Molti attori talentuosi lavorano a teatro, però ovviamente per fare il salto di qualità occorrono le solite raccomandazioni e impicci che in Italia non mancano in nessun campo. Aggiungiamoci pure che in Italia molte serie tv e film sono sovvenzionate dallo stato al contrario degli Usa dove è quasi tutto in mano ai privati, e la differenza si vede.
E' una domanda (anzi, sono domande) che mi sono posta spesso anche io E condivido in pieno quello che ha scritto sharingan sulle possibili cause.
Non ho Sky, ma dei canali digitali non a pagamento l'unico che mi sembra un minimo avanzato riguardo alla trasmissione delle serie tv è Rai 4, che pur se in orari a volte improbabili o con censure almeno prova a portare qualche serie di buon livello e innovativa (ad esempio Breaking Bad, Orange Is The New Black e da lunedì prossimo Penny Dreadful).
Si può dire che sia un "Problema italiano" in ogni campo, anche nella letteratura e nella musica.
I problemi sono molto simili e l'arretratezza si fa sentire come un macigno, spesso anche sminuendo e schiacciando i talenti veri che abbiamo.
Devo però spezzare una lancia a favore di molti lavoratori del settore che sanno fare egregiamente il loro lavoro, anche attori senza andare a cercare quelli di teatro; ma siamo troppo abituati (o assuefatti) dalla mediocrità italiana per accorgercene..
Come è già stato detto, il telespettatore medio italiano non concepisce certi tipi di intrattenimento; di conseguenza la tv pubblica non si avventura all'infuori di soap-opere e "crime nostrani" (con carabinieri/preti vs mafiosi cattivoni).
Basti riflettere sul fatto che una produzione come "Il Segreto" (telenovela spagnola) fa molto più successo di un period-drama, magari un tantino più sofisticato, come Downton Abbey, tanto da finire in prima serata.
Secondo me, però, il problema non sta soltanto nella serialità e nelle produzioni tv pubbliche, ma anche nell'arte cinematografica in generale. Film per il cinema decenti ce ne sono veramente pochi, e guarda caso quelli passabili sono quasi sempre co-produzioni con altri paesi.
Si tratta sia di cattiva regia/sceneggiatura che di cattiva recitazione. Gli attori non si rivelano (spesso) allo stesso livello di quelli stranieri principalmente perché non sono stati formati in modo adeguato: non sperimentano, non azzardano e le parti che recitano sono pressappoco sempre le stesse (mafiosi, carabinieri, o italiani stereotipati).
Non so perché e mi dispiace molto che il nostro paese non possa vantare serie migliori (con le notevoli eccezioni di cui sopra), però credo che il telespettatore medio italiano non sia poi così sprovveduto.
Le serie TV straniere hanno un grande successo in italia, e non solo tra i più giovani.
Lo stesso per gli attori: quando ci sono produzioni che meritano saltano fuori, Gomorra o Romanzo criminale hanno attori molto bravi, e sono tutti italiani.
Insomma, credo che quello che manchi sia qualcuno che, con un minimo di lungimiranza, si metta ad investire in questo mercato uscendo dal seminato, da quello che di sicuro il suo pubblico lo trova (tipo le serie sui preti, ma quante accidenti di serie ci sono in italia che parlano di suore o preti?).
La tv pubblica italiana, così come la narrativa, è spazzatura nel 99% dei casi. Fatta eccezione per le serie di Sky (Romanzo criminale, ecc.), il resto, cioè Canale 5 & Co, fa pena: regia scadente, sceneggiatura scadente, attori scadenti.
Il bello è che roba valida, e gente valida per produrla, c'è, se no Romanzo Criminale non avrebbe avuto tanto successo da essere perfino acquistati dagli americani. E anche Gomorra non se la cava male.
Quindi, il problema è che la tv pubblica non vuole alzare il livello culturale medio italiano: più la gente sa e capisce, più è pericolosa per chi sta al potere, quindi meglio tenerla nell'ignoranza o a livelli culturali medio-bassi.
Stesso discorso per la narrativa: salvo diversi piccoli editori che investono su autori nostrani molto talentuosi, il resto è tutta roba straniera portata dai big dell'editoria, che di nostrano pubblicano gente dello spettacolo con libri scritti da un ghostwriter e italiani tipo Fabio Volo, Licia Troisi, e Barrico, gente che ha distrutto la narrativa da una parte e che ha promosso la più becera literary fiction che possa esistere dall'altra (spacciandola tra l'altro per narrativa).
Anche qui, il discorso è che l'editoria è in mano a gente che non vuole spingere le persone a leggere: un popolo che legge è pericoloso, meglio l'ignoranza e far detestare la lettura ai giovani, e qui c'è pure lo zampino della Scuola Pubblica, che spinge i giovani a un rifiuto quasi totale della lettura tramite un metodo di studio dei testi narrativi che è da suicidio.
Il bello è che le storie ai giovani italiani piacciono (non piace solo il Calcio o il Grande fratello), ma invece di fruirle tramite i libri di narrativa, nel 99% dei casi le fruiscono dai videogiochi, e addirittura c'è gente che non compra videogiochi senza storie valide alla base.
Quindi, il problema non è che gli stranieri scrivono roba migliore di noi in ambito cinematografico o narrativo, è che noi produciamo schifezze e basta nel 99% dei casi, e la roba buona passa inosservata o non viene considerata.
E tutto questo avviene perché chi sta al potere vuole che sia così: più l'ignoranza dilaga, più il potere di pochi prospera.
Il bello è che le storie ai giovani italiani piacciono (non piace solo il Calcio o il Grande fratello), ma invece di fruirle tramite i libri di narrativa, nel 99% dei casi le fruiscono dai videogiochi, e addirittura c'è gente che non compra videogiochi senza storie valide alla base.
Questo mi sembra scontato, il videogioco deve avere uno straccio di storia decente dietro. E anche in questo capo siamo indietro (anzi, assenti)
Esatto, quindi siamo sempre lì: la gente vuole le storie e le vuole buone, di qualità, qualsiasi sia il mezzo (videogioco, libro, serie tv, ecc.).
In Italia o non se ne producono o si producono schifezze, tranne rarissime eccezioni.
E perché accade questo?
Perché alla gente al potere che ha in mano praticamente la tv italiana pubblica e quasi tutta l'editoria non vuole.
Gli autori, gli sceneggiatori, i registi, ecc., capaci ci sono e ci sono sempre stati. Ma se nessuno li finanzia o li spinge sul mercato non possono certo fare molto, se non niente.
Mi sembra esagerato andare sul discorso "vogliono una classe sociale ignorante perchè è più controllabile", basta analizzare le cose per sapere che non è cosi ma rimaniamo in topic.
Il pubblico italiano, la stragrande maggioranza, è sempre stato abituato ad un ritmo e temi diversi rispetto ai paesi anglofoni. Non è questione di ignoranza o pressapochismo.
Perchè come popolazioni mediterranee abbiamo nel sangue un altro tipo di "intrattenimento".
Le cose noi le avvertiamo diverse perchè (dalla mia generazione in poi)siamo ibridi, influenzati dal cinema e dalla letteratura straniera enormemente di più rispetto ai nostri "vecchi".
Ma la popolazione italiana sotto i 35 anni rimane molto inferiore rispetto a quella over 35 e (sopratutto) non ha bisogno della televisione per recuperare serie e film.
L'enorme sfida della televisione nazionale e non ma comunque "di massa" è intrattenere gli over 35 (con anche però una buona fetta di under, solo che noi "anglofoni" facciamo finta di non vederli o li sminuiamo, come quelli che si guardano il grande fratello, come se guardare tutti osannando breaking bed fosse invece giusto e puro :P) dicevo intrattenere gli over 35 ma anche cercare di strizzare l'occhio agli under, la cosa è molto difficile infatti negli altri stati ci sono canali per giovani e canali per "vecchi"; in italia semplicemente non ci sono i mezzi per fare cose del genere (il bacino di utenza di una pay tv internazionale o comunque americana è immenso rispetto a quello di una televisione nazionale).
Detto questo esistono film italiani molto innovativi e fatti bene che vengono bellamente ignorati e scartati da noi "anglofoni" proprio perchè italiani.
Mi ci metto in mezzo anche io e si, sostengo che in parte un po' sia anche colpa nostra.
Abbiamo le potenzialità ma un po' perchè non vengono sfruttate, un po' perchè non gli diamo un cent noi vengono infine buttate.
In questo e in mille altri campi
Aggiungiamo il fatto che le serie TV italiane, per motivi linguistici, sono poco vendibili all'estero. Una serie britannica non si propone solo per il pubblico UK ma anche potenzialmente per tutti i Paesi anglofoni e, per questioni di successo e influenza, anche oltre quelli anglofoni; quindi i prodotti USA/GB sono concepiti già fin da subito per avere tematiche più vaste e universali che possano piacere a un pubblico molto più ampio di quello della Penisola italiana. Questo non significa automaticamente che l'Italia non possa esportare serie, ma in partenza partiamo sicuramente svantaggiati rispetto ad altri Paesi e questo si sente anche nelle sceneggiature che sono scritte per piacere soprattutto e quasi esclusivamente per l'audience italica.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
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Be' però a me sembra, in base alla mia esperienza personale (certamente limitata, per carità), che neppure gli italiani over 35 siano così soddisfatti del genere di intrattenimento che la tv italiana offre loro... poi che ci siano buoni/ottimi prodotti anche italiani nessuno lo nega, il mio è un discorso che nasce da un'impressione generale.
In effetti anche la mia esperienza personale è questa, ormai è facile trovare over 50 che si fanno scaricare serie tv o film dai figli, anche se magari non sono la maggioranza.
Come numeri di potenziali spettatori siamo svantaggiati rispetto ai paesi anglofoni, ma paesi come la Svezia (9,5 milioni di abitanti) tirano fuori ottimi prodotti su tv nazionale, come Real Humans, o Bron. Quest'ultima in collaborazione con i danesi (5,5 milioni di abitanti). Serie pensate per il mercato interno, mandate su tv generalista, di buona qualità. Perché in Italia, con un mercato interno molto più grande, non succede lo stesso?