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Nostalgia informatica: qualcun'altro ne "soffre"?
M di Manifredde
creato il 27 agosto 2015

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Manifredde
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Inviato il 27 agosto 2015 12:33 Autore

Avevo 15 anni circa, e tutto cambió. I videogiochi iniziarono a mostrare mondi 3d incredibili con Quake, Duke Nukem 3D e compagnia, gli effetti speciali al cinema, grazie a Terminator 2, Jurassic Park e La Morte ti fa Bella, ruppero una barriera che da allora non é stata piú di ostacolo per l'immaginazione.

Con l'uscita di Windows 95, i pc smisero di essere un tool da ufficio e industria, e iniziarono ad entrare prepotentemente nelle case. Questo significa che c'erano letteralmente migliaia di 'bisogni' che potevano ora trovare nuove soluzioni grazie al digitale: l'appassionato di fotografia e pittura trovó in Photoshop un nuovo e potentissimo strumento. Word andó a sostituire la macchina da scrivere, salvando ore e ore al novello scrittore, fornendogli nuove e inimmaginabili possibilitá di modifica dei suoi testi. I videogiochi arrivarno in massa sul pc, trasformandolo di fatto in una piattaforma chiave per l'intrattenimento. Presto anche la fruizione e l'elaborazione dei contenuti audio/video cambió. Pochi anni dopo arrivó Internet per tutti, e una infinita gamma di nuove possibilitá si aprí al mondo.

 

Dal punto di vista della programmazione, il pc era entusiasmante: ambienti di sviluppo come Visual Studio e linguaggi come Java rendevano l'attivitá divertente. Un team di poche persone poteva creare software interessanti, e per scrivere qualcosa di nuovo o utile bastava relativamente poco.

 

Da allora sono trascorsi quasi 2 decenni. E sebbene io sia riuscito a diventare sviluppatore come sognavo allora, devo dire che il mondo dell'informatica ha subito cambiamenti tali che ha suscitato in me un disaffezionamento abbastanza profondo.

-In generale, ho l'impressione che la maggior parte dei bisogni comuni e meno comuni abbia giá soluzioni sw appropriate. Quindi le grosse multinazionali che ora dirigono i giochi non propongono piú soluzioni, ma direttamente i bisogni (e poi le soluzioni a questi). Basta vedere i vari acquisti in game, o le 1000 possibilitá offerte da facebook e soci: non vanno a soddisfare necessitá o desideri che avevamo, ci 'spingono' verso modi di vivere (giocare, relazionarci etc) cosí che i loro guadagni siano massimizzati.

-I videogiochi allora erano divertenti e creati da giocatori. Lo capivi da come erano fatti, dalle interviste, dalla composizione dei team e dalle scelte che venivano prese. Oggi sono enormi e complessissimi software fatti da industrie e ritagliati su misura per massimizzare i guadagni. Come altro si potrebbero spiegare le aste e gli acquisti in-game, i giochi venduti in beta, l'appiattimento dell'offerta, le saghe trascinate avanti all'infinito, l'uso della parola 'esperienza' e 'proprietá intellettuale', di 'assets' e 'marketing' nelle interviste lá dove 20 anni fa si parlava di divertimento.

-Internet offre ormai tutto, nel bene e nel male. Bello ma... scontato! 15 anni fa era pioneristico: una settimana di lavoro e ti facevi il sito. Ed eri l'unico ad averlo tra tutti i tuoi compagni di classe. 10 anni fa era giá piú comune, ma le tecnologie emergevano in modo straordinario (javascript, java applet, PHP, youtube etc). Oggi procede tutto per mode e pubblicitá. E chiunque puó dire (e dice!) qualsiasi cosa in qualsiasi momento, in una infinita Babele di vacuitá e vanitá.

 

Dal punto di vista della programmazione, in gran parte dei casi ormai ci si limita quasi ad 'integrare' moduli preesistenti: non ci si puó permettere piú di spendere settimane su una tecnologia. Si cerca piuttosto una libreria preesistente, e la si integra. Io lavoro per una societá che realizza online shops: il layout lo progetta una ditta esterna. Altre persone lo convertono in html/css/js. Poi arriva a noi che lo rendiamo un sito fruibile. Facciamo molto tramite componenti esterne (e meno di quanto facciano altri che conosco). Proprio ora valuto diverse librerie per la validazione degli iban. Pochissimo lavoro di creativitá e immaginazione.

 

Scusate lo sfogo, ma mi pare di essere come l'esploratore che leggeva della conquista del west, restandone ammaliato. Poi, cresciuto abbastanza e raccolti abbastanza soldi da tentare l'impresa, attraversa l'oceano solo per scoprire che ormai il selvaggio west non esiste piú.

 

E siccome é stata la passione e l'entusiasmo per questo mondo e per le incredibili prospettive creative che prometteva a farmi scegliere la facoltá di informatica rispetto all'accademia di Belle Arti, mi rendo conto ogni giorno che passa che non da piú quello che cercavo. Come il falegname esperto nella costruzione dei mobili che vede il mondo cambiare e si trova costretto a chiudere la bottega e andare a tagliare e inchiodare assi in cantiere, rendendosi conto che martelli, seghetti e chiodi non lo entusiasmano piú come quando si esprimeva nell'intaglio di sedie e comó.

 

Altri hanno avuto la stessa sensazione?

O sono solo un caso disperato :ehmmm: ?

Sará che sono tornato ieri dalle ferie? :victory:

 

 

Sorvolo sul Selfie compulsivo prima che mi venga un ictus...


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Inviato il 27 agosto 2015 13:06

-I videogiochi allora erano divertenti e creati da giocatori. Lo capivi da come erano fatti, dalle interviste, dalla composizione dei team e dalle scelte che venivano prese. Oggi sono enormi e complessissimi software fatti da industrie e ritagliati su misura per massimizzare i guadagni. Come altro si potrebbero spiegare le aste e gli acquisti in-game, i giochi venduti in beta, l'appiattimento dell'offerta, le saghe trascinate avanti all'infinito, l'uso della parola 'esperienza' e 'proprietá intellettuale', di 'assets' e 'marketing' nelle interviste lá dove 20 anni fa si parlava di divertimento.

 

Nel panorama indie, quello vero, è ancora così.


"Con una paperella di gomma non si è mai soli"


- DNA

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Inviato il 27 agosto 2015 13:26 Autore

 

-I videogiochi allora erano divertenti e creati da giocatori. Lo capivi da come erano fatti, dalle interviste, dalla composizione dei team e dalle scelte che venivano prese. Oggi sono enormi e complessissimi software fatti da industrie e ritagliati su misura per massimizzare i guadagni. Come altro si potrebbero spiegare le aste e gli acquisti in-game, i giochi venduti in beta, l'appiattimento dell'offerta, le saghe trascinate avanti all'infinito, l'uso della parola 'esperienza' e 'proprietá intellettuale', di 'assets' e 'marketing' nelle interviste lá dove 20 anni fa si parlava di divertimento.

 

Nel panorama indie, quello vero, è ancora così.

 

 

Giá, ma non si puó paragonare l'indie di ora con i triple A di allora. Quelli erano all'avanguardia, cosa che questi non sono. Gli indie possono permettersi di lavorare come lavorano proprio perché... indie!



Euron Gioiagrigia
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Inviato il 27 agosto 2015 13:26

Allora, non sono un esperto di informatica, quindi sugli sviluppi degli aspetti relativi alla programmazione, non mi pronuncio.

Per quanto riguarda i social network, sono d'accordo sul fatto che ormai più che soddisfare bisogni li creano per poi soddisfarli, ma appunto come già detto si tratta di mode e quindi sono fenomeni transitori.

Per quanto riguarda i videogiochi invece non sono un nostalgico: i migliori videogiochi a cui ho giocato non hanno più di dieci anni. Certo, negli anni Novanta sono stati creati tanti titoli famosi come Metal Slug, Doom e Minecraft (quest'ultimo da me odiato peraltro) ma è un ambito in cui non si può che migliorare.


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Inviato il 27 agosto 2015 14:48 Autore

Allora, non sono un esperto di informatica, quindi sugli sviluppi degli aspetti relativi alla programmazione, non mi pronuncio.

Per quanto riguarda i social network, sono d'accordo sul fatto che ormai più che soddisfare bisogni li creano per poi soddisfarli, ma appunto come già detto si tratta di mode e quindi sono fenomeni transitori.

Per quanto riguarda i videogiochi invece non sono un nostalgico: i migliori videogiochi a cui ho giocato non hanno più di dieci anni. Certo, negli anni Novanta sono stati creati tanti titoli famosi come Metal Slug, Doom e Minecraft (quest'ultimo da me odiato peraltro) ma è un ambito in cui non si può che migliorare.

 

Migliorare tecnicamente? Questo é sicuro. Ma é proprio il modo che é cambiato: l'uscita di un nuovo gioco era spesso un evento per le qualitá intrinseche del prodotto, non grazie a campagne massicce e assordanti. Nelle riviste di gaming si intervistavano gli autori, personalitá (alla Carmack) oggi sparite dietro strutture piramidali che fanno capo ad eseperti di economia e marketing, non di gaming e tecnologia. Quake e Unreal 2 hanno impressionato tutto il mondo per la tecnologia innovativa, warcraft 2, Diablo e BG per il Gameplay. HL 2 ha fatto da incredibile spartiacque, mentre ricordo con affetto gli anni in cui giochi come Eurofighter 2000, Monster Truck Madness e Moto Racer avevano pari dignitá, visibilitá e seguito dei piú popolari Sparatutto. Era bello potersi immergere nella buffa semplicitá di un Interstate 76, o rimanere affascinati dalle possibilitá offerte da Rollercoaster Tycoon 2.

 

É vero che sono cambiato anche io: non ho piú la spensieratezza dei miei 15 anni, che potevo anche trascorrere i pomeriggi scoprendo le demo sui cd di The Game Machine o a trafficare con il codice di quake in modo da vincere sempre contro mio fratello senza che si accorgesse del trucco. Ma é anche vero che innegabilmente l'industria (e oltre a quella informatica, ci butto dentro anche quella cinematografica e musicale) ha delegato a contabili cravatta e camicia la parte creativa, cosí che la produzione artistica si é trasformata in produzione industriale. Con tutte le conseguenze del caso. Come spiegarsi altrimenti il fatto che Half Life ha avuto un solo vero seguito, e che questo, uno dei piú grandi successi videoludici di tutti i tempi, non ne abbia avuto alcuno (se non due espansioni), mentre COD ha seguiti a ruota libera? Come spiegare il perché BG ha avuto un solo seguito, mentre per Assassins Creed ne prevedono mille?



Euron Gioiagrigia
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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 27 agosto 2015 16:50

Sul fatto dei seguiti senza fine che "spremono" un videogioco sono d'accordo, ma non demonizzerei le grosse compagnie. Sì, è chiaro che i prodotto più innovativi in passato li creavano pochi appassionati che erano veramente cultori della materia, ma colossi come Mass Effect, BioShock , Fallout e Skyrim sono alla portata solo di grosse aziende. E considerando i risultati mica mi lamento, anzi



Lord Beric
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Guardiani della Notte
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Lord Beric
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Inviato il 27 agosto 2015 16:55

Non l'avevo mai vista in questi termini.

 

Ma probabilmente deriva dal fatto che ho contatti con parti diverse del mondo informatico. Mi occupo di ERP aziendali, e devo dire che è un mondo molto stimolante; d'altra parte mi rendo conto che sono stimoli di tipo differente: non esploro i confini dell'informatica, non invento linguaggi o comandi, ma trovo che dare copertura informatica a esigenze aziendali sempre in evoluzione sia un ambito estremamente affascinante.

 

Si tratta sicuramente di una visione meno pionieristica, meno orientata all'innovazione e alla "scoperta", ma almeno per me interessante.

 

 

 

 

In ambito lludico non sono mai stato un videogiocatore degno di questo nome, se devo rilassarmi nulla batte Tetris e Breakout, per dire. I tre titoli di Warcraft e Diablo II sono stati il culmine della mia vita videoludica, quindi non ho esperienze per confrontare i giochi di ieri con quelli di oggi. Sicuramente è vero che dal punto di vista delle strategie di marketing le cose sono cambiate, ma in fondo in maniera non troppo dissibile da altri prodotti che da marginali sono diventati di massa.


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Ser Balon Swann
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Inviato il 27 agosto 2015 17:49

limitandomi all'ambito videoludico: alcuni gioconi di oggi (diciamo ultimi 10 anni?), secondo me, sono dei gran capolavori.

Forse avranno perso un filo di magia e poesia, ma hanno guadagnato parecchio in immersività, possibilità, maturità, varietà, e direi pure estetica.

Certo ci sono anche le ciofeche che fanno i miliardi e alcuni gran prodotti che non si vedono riconosciuti i giusti meriti, ma questo si può dire per qualunque ambito (dalla letteratura, al cinema, alla musica ecc.).

 

Comunque, per es. con kickstarter si sta aprendo una nuova stagione per i lavori di "passione pura" e che guardano tanto al contenuto e poco al pacchetto regalo, per cui c'è la concreta possibilità di tornare a realizzare (e guadagnare) con i "buoni vecchi giochi di una volta"


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Inviato il 28 agosto 2015 8:23 Autore

 

Si tratta sicuramente di una visione meno pionieristica, meno orientata all'innovazione e alla "scoperta", ma almeno per me interessante.

 

 

Ah, non ho dubbi che ci siano ambiti per tutti i gusti. Ad esempio, a me piacerebbe lavorare allo sviluppo di motori di rendering in raytracing, cosa he ho fatto nel tempo libero finché ho avuto abbastanza tempo libero per poterlo fare. Ma l'impressione che tuttavia ho io, é che mentre 20 anni fa lo sviluppo software era ricerca e innovazione quasi per definizione (non c'era granché ancora), oggi é in gran parte raccolta ed integrazione di api, librerie, interfacce, componenti, etc. Cosa che a me, personalmente, affascina molto meno dello sviluppo vero e proprio.

 

Esempio: 20 anni fa se volevo sviluppare un raytracer avrei dovuto fare praticamente tutto da solo. Se oggi lavorassi per una compagnia e mi fosse chiesto di implementarne uno, per ragioni di costi dovrei optare per l'uso di librerie esterne:

-SDL per l'output grafico

-FreeImage per la gestione delle immagini (es: textures)

-Assimp per il caricamento di diversi formati grafici

-Embree per l'implementazione degli algoritmi di rendering

-etc

 

Meglio per il dirigente (meno costi) e per l'utente (piú funzionalitá). Meno spassoso per me.

 

limitandomi all'ambito videoludico: alcuni gioconi di oggi (diciamo ultimi 10 anni?), secondo me, sono dei gran capolavori.

Forse avranno perso un filo di magia e poesia, ma hanno guadagnato parecchio in immersività, possibilità, maturità, varietà, e direi pure estetica.

Certo ci sono anche le ciofeche che fanno i miliardi e alcuni gran prodotti che non si vedono riconosciuti i giusti meriti, ma questo si può dire per qualunque ambito (dalla letteratura, al cinema, alla musica ecc.).

 

Comunque, per es. con kickstarter si sta aprendo una nuova stagione per i lavori di "passione pura" e che guardano tanto al contenuto e poco al pacchetto regalo, per cui c'è la concreta possibilità di tornare a realizzare (e guadagnare) con i "buoni vecchi giochi di una volta"

 

É vero che quello che succede con i videogiochi succede anche in altri ambiti (infatti avevo fatto riferimento a musica e cinema, che secondo me stanno seguendo ESATTAMENTE lo stesso percorso).

Forse Kickstarter potrebbe aiutare: diversi autori importanti anni fa si sono spostati verso queste alternative proprio per avere maggiore libertá creativa. Ad essere onesto, peró, non conosco ancora nessun gioco "Kickstarted" che sia di livello pari ai titoli piú importanti...

 

Mi rendo anche conto che quando servono 20 milioni di dollari o piú per fare un gioco, anche le strategie di produzione cambiano e non si puó pensare di avere un ritorno se non si vendono milioni di copie...


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Cdp Stark
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Inviato il 28 agosto 2015 20:08

La parte più interessante del topic starter è a mio avviso il passaggio in cui si descrive il periodo dei pionieri, quando il PC si è affacciato per la prima volta alle masse da conquistare, to bring them all and in the darkness bind them

 

E' stato un cambiamento davvero epocale, un po' come scoprire la ruota e il fuoco, na cosetta così.

Molti aspetti della nostra vita sono cambiati: sono cambiati i nostri mestieri, il nostro tempo libero, la nostra forma mentis.

 

A me personalmente piace ricordare quando a 14 anni arrivò in casa il primo PC ed io sapevo solo accenderlo e spegnerlo (e nessun altro in casa sapeva farci assolutamente nulla). 6 mesi dopo per accedere al PC bisognava inserire la password, poichè avevo aggiunto un programmino in Basic nella sequenza di BOOT. Poi a quel programmino ci aggiunsi una musichetta, poi dei disegni, poi altro ancora. Era bello e nuovo e irripetibile.

 

In questo momento mi riesce difficile anche solo immaginare una qualche altra rivoluzione che potrà cambiare le nostre vite in modo così incisivo, forse solo una colonizzazione verso altri pianeti :D o un modo totalmente nuovo di gestire i nostri spostamenti sulla Terra. Boh.

 

Parlando di VG e di massificazione quel che vedo, oltre a spillarti danari in microtransazioni e balle varie, è più in generale il principio della minimizzazione del rischio e quello delle sinergie fra prodotti.

Il primo lo vediamo nella poca innovazione nel gameplay e nell'insistenza a proporre saghe infinite con uscite addirittura annuali.

Il secondo lo avverto nel vasto uso di tool comuni, rientrando anche in un altro dei discorsi qui sopra affrontati. Sempre sulle sinergie mi è parso di capire che certe Software house fanni anche sharing di modelli e di texture fra loro diversi prodotti, se non è sinergia questa! >_>


Mastro Architetto dei giochi

Indiscusso Campione dell'errore di battituraù

`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Proudly Stark!`·.¸¸.·´´¯`·._.·`

`·.¸¸.·´´¯`·._.·`LaBarriera Fanlover`·.¸¸.·´´¯`·._.·`

`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Ned Wannabe`·.¸¸.·´´¯`·._.·`

 


"O Wind, If Winter comes, can Spring be far behind?"

(P.B.Shelley)

 

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Inviato il 07 settembre 2015 17:54

Mi limiterò al campo dei videogames visto che l'informatica in generale non la mastico.

Se non sono "nostalgico" io... forse non è nemmeno definibile "nostalgia", visto che in quegli anni ero troppo piccolo o impegnato in altro invece che con i videogames, ma è da un po' che seguo un mio personale codice:

- mai acquistare un gioco "nuovo" prima che sia passato almeno un anno dalla release;

- concentrati sui grandi titani che hai mancato del periodo 1995-2008

- anche se sono RTS-RPG orientato, non importa il genere se è old but gold

- DLC mai mai mai (forse romperò questo comandamento per il ri-gioco perfetto di dragon Age origins)

- eccetera


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Inviato il 07 settembre 2015 18:08

 

 

- DLC mai mai mai (forse romperò questo comandamento per il ri-gioco perfetto di dragon Age origins)

 

non te lo consiglio, DLC peggiori ne ho visti pochi... :stralol:

 

a parte Awakening, quello vale la pena.


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Inviato il 23 dicembre 2015 15:49

il problema è che prima il mercato era nuovo e quindi c'era la voglia di rischiare, investire e fare cose che stupivano. Ora il mercato è solido e saturo, quindi è meglio fare i soldi con l'ennesimo FIFA 2889 che cercare qualcosa di nuovo.

Ma è così anche nel cinema e nella musica


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Inviato il 11 agosto 2016 11:39

Riporto in auge questo topic che ho scoperto ora e che m'interessa. Preciso che parlo da non esperto informatico e da videogiocatore riconquistato solo da poco a questo mondo, complice la saga di Mass Effect scoperta quattro anni dopo la sua conclusione.

 

Per noi "babbani" dell'informatica, il cambiamento epocale che avete menzionato è stato ugualmente spettacolare, sia in ambito professionale che in ambito videoludico. Siamo passati dai primi pc e dalle prime consolle con giochi "poveri ma belli", a macchine dalla potenza mostruosa e videogames sempre più perfezionati e coinvolgenti. Dal mio primo 486 ne è passata di acqua sotto i ponti e il modem 56k col suo caratteristico suono è ormai un lontano ricordo. Forse per noi non addetti ai lavori è stato più facile accettare i cambiamenti, perché da fuori noi abbiamo visto solo l'aspetto figo: abbiamo visto i videogame migliorare, Internet diventare sempre più utile, le macchine sempre più potenti. Siamo abituati forse a pensare, io lo sono almeno, che le cose non potranno che andare così, migliorare costantemente.

Certo, vedo anch'io le storture del nuovo mondo informatico, i social sempre più pervasivi, i videogames sempre più mercificati (ricordo che, prima di comprare i miei primi DLC, mi sono domandato seriamente se fosse corretto comprare per qualcosa che, in certi casi, dovrebbe essere incluso nel gioco base), ma credo sia un fatto naturale che avviene un po' in tutti i campi dell'agire umano: si hanno momenti storici di incredibili balzi in avanti, a cui seguono periodi di consolidamento e stasi, magari di puntello e perfezionamento delle scoperte fatte...ma poi, io credo e spero, ci saranno altri periodi di incredibile balzo in avanti.


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Inviato il 11 agosto 2016 12:47 Autore

 

 

si hanno momenti storici di incredibili balzi in avanti, a cui seguono periodi di consolidamento e stasi, magari di puntello e perfezionamento delle scoperte fatte...ma poi, io credo e spero, ci saranno altri periodi di incredibile balzo in avanti.

 

Sono convinto al 100% che tu abbia ragione. Non posso peró non domandarmi se quando succederá sapró apprezzare e meravigliarmi. L'entusiasmo e la meraviglia, si sa, sono caratteristiche tipiche della gioventú, e mi dispiacerebbe pensare che la realtá virtuale, o aumentata, o i wearable o qualche altra cosa simile potrebbe passarmi sotto il naso mentre staró a fissare i cantieri commentando il modo in cui vengono svolti i lavori :stralol:

 

OT: vorrei far notare la coincidenza del tuo commento: io ho aperto il topic un anno fa, il giorno dopo essere tornato dalle ferie. Oggi é il giorno prima delle mie ferie (parto domattina). Cosa significa questo? Beh, sicuramente che sono di umore migliore rispetto a quando ho apero il topic :ehmmm: :figo:


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