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sempre + entusiasta e sempre - x caso
A di ANDROID
creato il 12 gennaio 2004

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Inviato il 12 gennaio 2004 16:23 Autore

Carissimi lord e cavalieri dei sette regni,

 

innanzi tutto vorrei ringraziarvi per la calorosa accoglienza

che mi è stata riservata da questo forum. Peraltro noto che questa

è una specialità della casa e vi assicuro assai gradita almeno

quanto poco diffusa in giro per il web.

 

Anyway, "Il trono di spade" me lo sono divorato ed ora mi accingo

a riservare uguale trattamento a "Il grande inverno" con

accresciuto entusiasmo, ma prima di entrare con voi nel merito

della saga e delle questioni ad essa inerenti (ne avrei già a bizzeffe),

mi piacerebbe contraccambiare il qualche modo, magari togliendo

di mezzo, in parte, il discorso sull'aleatorietà motivandone il perchè.

Poichè, se rimane vero che "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" mi

sono capitate in mano per puro caso, vi assicuro che non sono affatto

casuali le ragioni che me ne hanno fatto immediatamente innamorare.

Di questo vorrei parlarvi un pochettino e prego eventualmente i Lord

protettori del forum di spostare questo mio in altra sezione se

dovessi andare fuori tema.

 

Il fatto è che io non sono ne uno specialista ne un appassionato di Fantasy

tout court e a livello di letture, (e non solo, aggiugerei) anzi,

sono praticamente onnivoro. Sul mio comodino infatti è possibile trovare

i più disparati generi narrativi ad opera dei più svariati autori, senza alcun

denominatore comune se non quello di essere dei bei libri secondo i miei

criteri. Un bel libro per me deve possedere intanto due requisiti oggettivi,

necessari ma non sufficienti, e cioè deve essere ben scritto e deve avere

una storyline "credibile" e convincente. Solo in questo modo può interagire

con la nostra soggettività permettendo quindi che possa far accendere in noi,

a volte accade altre no, quella scintilla fatta di emozioni suscitate nel

profondo del nostro animo che ci permette di poter dire: "io amo davvero

questo libro".

Personalmente ciò è risultato sempre un evento raro, almeno per il genere

di intrattenimento (azione, trhiller, fantasy, fantascienza), mentre molto più

spesso m'è accaduto con libri che trattano storie e argomenti pseudo

reali-realistici, magari un pizzico intimistici che sviscerano cioè queisentimenti

e quegli stati d'animo appartenenti anche al nostro personale

vissuto e con cui quindi riesce più facile rapportarsi in termini di emozioni

e coinvolgimento.

 

Ebbene in questa prima 'dose' di George R.R. Martin devo proprio riconoscere

che tutto questo è comunque accaduto a prescindere dal genere narrativo.

Anzi, in questo senso direi che nel suo modo di scrivere e concepire la

narrazione piuttosto che a un Tolkien io ho ritrovato sorprendenti similitudini

col mio autore preferito e cioè Michael Cunningham (premio Pulitzer per

"The hours" da cui l'omonimo film con Nicole Kidman e Merryl Streep).

In questo senso la narrazione a più voci non solo rende gli eventi futuri

più incerti e imprevedibili, vista la mancanza di un unico protagonista

designato dall'autore, ma riesce a farci vedere le medesime cose attraverso

i punti di vista dei diversi personaggi, arricchendone quindi le sfumature

e i dettagli. Parimenti, in G.M. come in M.C, tutto questo si va a ripercuotere

nella possibilità di cambiamento e di evoluzione delle singole personalità

mantenendo il lettore sempre sospeso alla narrazione e sorpreso sui suoi

sviluppi. E se ci pensate bene questo modo di presentare i fatti riesce a

porre "Le cronache .." ad un livello ben al di sopra di un romanzo di mera

azione. E' invece l'introspezione dei singoli personaggi e dei loro diversi

modi di intendere e capire la realtà a renderla effettivamente epica ed

irrinunciabile per noi 'poveri' adepti.

 

Ora non vorrei dilungarmi, tediandovi ulteriormente, ma consiglio a tutti

voi, abitanti de La Barriera, davvero caldamente "Carne e sangue" del

citato Michael Cunningham (lo trovate edito nei tascabili economici della

Bompiani) che oltre ad essere un libro straordinario è per assurdo la

cosa più vicina alla saga di Martin che possiate mai leggere. Non fatevi

ingannare dalla gabbia mentale sull'incompatibilità dei generi, d'altronde

anche li troverete una straordinaria epopea familiare segnata da incesti,

tragedie, onore, lutti e piccoli grandi gesti d'eroismo. E poco importa

che i sette regni la siano la provincia americana, gli estranei assetati

di morte abbiano le fattezze del virus HIV, e il trono dei sette regni che

tutti vogliono conquistare si chiami semplicemente serenità. Quando un libro

è grande è grande e basta.

 

Spero di non avervi troppo annoiato e che qualcuno voglia seguire questo

mio piccolo consiglio letterario (non se ne pentirà!) e scusatemi se ho

sbagliato sezione del forum e naturalmente per essere stato così prolisso.

 

Don't sploiler me, pleeeeeeeeeeease!

:-D

 

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