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IMRAM DI J.R.R. TOLKIEN
G di GIL GALAD
creato il 03 maggio 2015

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GIL GALAD
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Inviato il 03 maggio 2015 15:30 Autore

Vi posto un breve componimento di Tolkien poco conosciuto, ma come tutti gli scritti del Maestro sempre d'interesse e rilevante per i cultori delle sue opere:

Imram

di John Ronald Reuel Tolkien Traduzione e commento di Paolo Gulisano

L'Imram di Tolkien

 

Il numero della rivista letteraria inglese Time and Tide del 3 dicembre 1955 presentava un contributo straordinario: un breve poema di 132 versi il cui autore era John Ronald Tolkien. Da poco si era conclusa la pubblicazione del Signore degli Anelli, uscito per scelta dellEditore- in tre parti distinte, e con il Ritorno del Re i lettori inglesi avevano ora in mano lopus magnum tolkieniano. Era iniziato il cammino di uno straordinario successo per lo scrittore delle Midlands. Forse fu una sorpresa, per molti lettori che già lo avevano apprezzato per Lo Hobbit e che ora venivano conquistati dalla grande epica della Terra di Mezzo, la pubblicazione di questo poema che si ispirava ad un importante testo del Medioevo irlandese: la Navigatio Sancti Brendani. Scritta da un autore ignoto, probabilmente un ecclesiastico, nel IX o X secolo, conobbe vasta fama e popolarità, diventando un autentico best-seller del suo tempo. Ci è pervenuta attraverso un notevole numero di codici, databili dalla fine del X al XV secolo. Vi si narra di San Brendano di Clonfert, personaggio vissuto allinizio del VI secolo, fondatore di monasteri nel remoto occidente dellisola che si affaccia sullAtlantico: Ardfert nel Kerry e Clonfert nella Contea di Galway. Brendan, questo il suo nome gaelico, era stato uno dei primi a prendere il mare, fidando totalmente nella Divina Provvidenza, volgendo la sua barca verso lignoto. Fu in Scozia, e poi si spinse ancora più a nord, fino ad arrivare alle lontane Isole Far Oer, dove esiste tuttora una toponomastica che ricorda il nome di Brendan. San Brendano divenne il protagonista di una storia leggendaria che apparteneva ad un genere letterario molto diffuso nellantica Irlanda, quello degli Imram. LImram era la narrazione di un viaggio avventuroso per mare, compiuto da uno o più eroi. Fu questo genere a influire sulla genesi della Navigazione di San Brendano, in cui al tema del viaggio delleroe si sovrappone quello della peregrinatio pro Cristo. Se per gli antichi celti dIrlanda limmenso oceano che si stende a Occidente prefigurava lesistenza di isole misteriose e incantate, Brendano, figlio di quella Irlanda che dopo aver ricevuto il Battesimo da San Patrizio aveva sfornato asceti e evangelizzatori instancabili, è il nuovo eroe che affronta il Mistero forte di una fede eroicamente vissuta, ricca di aspri sacrifici, di sforzi contro ogni pericolo e avversità. In questo caso il racconto, scritto probabilmente da un profugo giunto sul continente a causa delle tremende incursioni vichinghe che imperversavano in Irlanda, vede come protagonista un monaco, Brendano, il cui desiderio di Dio, di ricerca, non può che rivolgersi verso loceano che si spalanca davanti ai luoghi in cui vive. Per gli abitanti dellisola di Irlanda il pellegrinaggio avveniva ricercando tra le onde: lì è quel deserto che altri confratelli trovavano in lande terrestri sperdute e desolate. Gli aspiranti eremiti giungono a imbarcarsi e a lasciarsi trasportare dalle correnti ove la volontà di Dio aveva stabilito. Il viaggio era verso occidente, verso le terre misteriose dalle quali, secondo antichissime narrazioni, erano giunti i primi abitanti dellisola, di origine divina. San Brendano, figura leggendaria, cioé sottesa tra mito e storia, vissuto alla fine del V secolo, esprime il sentimento di questi uomini, espressione di una società, quella celtica, fondata sui legami familiari, in cui la separazione dal proprio gruppo o clan rappresentava una scelta dolorosa, ma motivata dal desiderio della ricerca. La meta del monaco è lIsola dei Beati, il Tir nan Og: le isole paradisiache dove trasmigrano le anime dei defunti, la cui esistenza era convinzione diffusa tra i celti, trovando peraltro riscontro anche in altre tradizioni. LImram di Brendan era una prova di grande coraggio, che non poteva non affascinare per uomini di quellindole, avidi di imprese gloriose. Uomini esagerati, diremmo oggi, che scelsero con la conversione un cristianesimo altrettanto radicale e appassionato. Così anche il monaco Brendano con i suoi confratelli, una ciurma di frati, prende il largo, per un viaggio dove incontrerà, in un simbolico itinerario verso la Redenzione, mostri marini, anime di defunti, spiriti trasformati in uccelli, santi eremiti, Giuda Iscariota. In questa ricerca, che dura ben sette anni, il santo monaco e i suoi quattordici compagni di viaggio si trovano a lottare con mostri marini, si imbattono in devoti eremiti come in figure diaboliche, ricevendo misteriosi messaggi e preziose indicazioni, fino a giungere allIsola su cui non cala mai la notte, seppure sia avvolta dalle nebbie, a lungo celata agli occhi del monaco perché scoprisse prima alcuni dei tanti segreti posti da Dio sulla vastità della terra e dei mari. Brendano non si ferma sullisola: la sua scoperta è paragonabile ad una visione mistica, e terminata questa esperienza, cè una realtà in cui rientrare. Così il monaco volge la nave verso lIrlanda, facendovi rapidamente ritorno, e morendovi serenamente dopo poco tempo, ponendo fine al suo pellegrinaggio terreno. Il racconto, divenuto come si diceva largamente noto in Europa, e in Italia particolarmente in Toscana, vide annoverati tra i suoi molti lettori Dante Alighieri, che trasse certamente spunti e suggestioni dalla favolosa vicenda del monaco irlandese. Così, secoli dopo, anche un altro esploratore del mito, della leggenda e dei sentieri della fantasia come Tolkien non solo riprese, abbastanza esplicitamente, il tema del viaggio delleroe, ma anche della ricerca delle Isole dei Beati, presente nel Silmarillion e nei Racconti incompiuti, oltre che naturalmente nel Signore degli Anelli, con il suo epilogo la partenza di Bilbo e Frodo dai Porti Grigi struggente di bellezza e di nostalgia. Oltre a ciò, come detto ebbe modo egli stesso di comporre una sua versione del viaggio di San Brendano, intitolata Imram. Al tema classico del viaggio del santo monaco, Tolkien aggiunge alcuni elementi della sua mitologia: gli elfi, le isole ad occidente della Terra di Mezzo, lAlbero Bianco di Valinor, e infine la Stella, potente simbolo di luce, che aveva guidato Earendil il marinaio nei racconti del Silmarillion, di cui è Signora la dolce Elbereth, invocata nella Saga dellAnello come protettrice dal male. La rivisitazione del viaggio di Brendano operata da Tolkien è intensamente poetica, visionaria, e langlosassone professore si lascia conquistare dallo spirito celtico che aveva avuto modo di conoscere attraverso le sue frequentazioni dellIrlanda. Tolkien conserva i riferimenti originari alla geografia dellIrlanda occidentale: la contea di Galway, il villaggio di Clonfert, con il monastero di Brendano, il fiume Shannon il maggiore dellisola- il lago Lough Derg; rispetto al racconto iniziale aggiunge gli elementi della sua geografia immaginaria, e soprattutto della mitologia, una mitologia che- come è stato spesso rilevato, non hai mai attinto al modo celtico al quale appartiene Brendano. Tuttavia, se è vero che i punti di riferimento tolkieniani erano i miti scandinavi e germani, in particolare il Beowulf, questo suo poema appare invece un doveroso tributo al mondo celtico che pure era stato non solo dellIrlanda, ma anche dellantica Britannia prima della conquista sassone. Se nel Signore degli Anelli non mancano i termini gaelici (come ad esempio Gollum), ancora tutto da sviluppare appare il tema dellAnello, che al di là dei riferimenti alla mitologia norrena appare avere un valore peculiare nel mondo celtico, dove esso rappresenta un simbolo negativo, di morte, che occorre spezzare: il simbolo dellanello spezzato si ritrova così nella simbologia del Torch, il cerchio metallico che i celti portavano al collo, della Tavola Rotonda arturiana aperta (spezzata) in un punto, e soprattutto nel simbolismo della Croce celtica: la Croce di Cristo che spezza il cerchio rappresentativo del mondo, e quindi della morte. Infine, non si può non rilevare, anche nella breve trama dellImram, quanto il tema del viaggio e della Cerca, tanto cari a Tolkien, facciano riferimento al mondo e alla religiosità celtiche. Brendano, che nellImram di Tolkien incontriamo al termine del suo viaggio, è luomo che ha compiuto limpresa a cui ogni celta aspirava: ha toccato le sponde del paradiso terrestre, ha veduto le terre governate dal Re degli elfi, ha trovato la strada diritta che supera i confini occultati nelle nebbie, ma è poi ritornato, e neppure tanto per raccontare ciò che è indicibile, quanto per testimoniare con la sua stessa persona, con i segni rimasti sul suo corpo e sulla sua anima. E per chi, come il discepolo che lo interroga ansioso, vuol saperne di più, non cè che lintraprendere egli stesso il viaggio. Così nel Signore degli Anelli questo desiderio, questa aspirazione intensa e appassionata, la si ritrova negli elfi, come nei piccoli curiosi hobbit, e il finale dellImram, con laddio di Brendano e il compito affidato al discepolo, non può che richiamare la struggente nostalgia della conclusione della grande epica dellAnello, con la partenza verso Occidente dei portatori e la missione, affidata a Sam, di custodire la memoria.

Paolo Gulisano

 

 

IMRAM


Infine fuori dal mare profondo egli uscì, e la nebbia avvolse la riva; sotto la luna offuscata le onde rumoreggiavano, appena la nave ebbe riportato il suo carico indietro in Irlanda, di nuovo al bosco e al pantano, e alla torre alta e grigia, dove il rintocco della campana di Clonfert rintoccava nella verde Galway. Dove lo Shannon si immerge nel Lough Derg sotto un cielo vestito di pioggia San Brendano arrivò alla fine del suo viaggio, per trovare la grazia di morire.
O dimmi padre, che tanto ho amato, se hai ancora parole per me, il ricordo dei prodigi che sono nellimmenso e solitario mare, le isole ingannatrici con cupi incantesimi dove dimorava il Re degli Elfi: per sette lunghi anni hai poi trovato la strada verso il Paradiso, o la Terra della Vita?
Le cose che io ho visto, le molte cose, sono da gran tempo assai sbiadite; solo tre ritornano ad essermi chiare: una nuvola, un albero, una stella.
Navigammo per un anno e un giorno e non salutammo nessun campo, né le coste degli uomini; nessuna barca né uccello mai vedemmo in navigazione per quaranta giorni e dieci altri ancora, poi udimmo un rombo come di burrasca che arriva, e una Nube si stese sopra di noi; non vedemmo più il sole né fisso né sorgere, nonostante loccidente fosse rosso.
Fu allora che una montagna dagli indefiniti confini si levò dal mare fino alla nuvola; le sue pareti erano nere dalla cupa marea su fino al suo fumante cappuccio ma la sua cima era illuminata da un fuoco ardente che sempre si alzava e ricadeva: alta come una colonna nella sala del grande Paradiso, le sue radici erano profonde come linferno; affondate negli abissi, le acque si immergevano e inghiottivano a lungo fin dove, io suppongo, si trova la terra sprofondata dove i re dei re si nascondono Poi navigammo finchè tutti i venti cessarono, e ci affannammo allora col remo; ardemmo dalla sete e sospirammo per la fame, e non cantammo più i nostri salmi. Finalmente passammo oltre la nuvola E giungemmo ad una spiaggia rischiarata dalle stelle; le onde sospiravano in caverne sorrette da colonne, smerigliando le gemme nella sabbia. Qui tememmo che esse avrebbero consumato le nostre ossa fino alla fine del tempo, poiché dal precipizio quelle rive si inerpicano scavalcando rocce che nessun uomo scalerebbe. Ma voltando ad occidente trovammo un estuario Che fendeva la parete della montagna; là si stendeva un fiume grigio-ombra tra le alte montagne. Attraverso porte di pietra remammo in fretta, e passammo, e lasciammo il mare, e il silenzio come rugiada cadde su quellisola, e sacro sembrò essere.
Arrivammo ad una valle simile a un calice dargento, con colline scolpite come cornice. In quella terra misteriosa vedemmo Sotto un pallido chiaro di luna Un albero più bello di quanto avrei creduto Potesse nascere in Paradiso: il suo piede era come il fondamento di una grande torre, nessun uomo avrebbe potuto sapere il suo peso, e bianche come linverno apparivano al mio sguardo le foglie di quellalbero; esse crescevano più fitte delle piume dala di un cigno, lunghe e soffici e belle.
Ci sembrò allora che il tempo Fosse svanito come in un sogno, ed il nostro viaggio finito; non speravamo più nel ritorno, ma di restare là. Nel silenzio di quellisola irreale cantammo allora con un po di tristezza: teneri erano i nostri pensieri, ma un suono dallalto risuonò come trombe improvvise.
LAlbero allora tremò, e le foglie volarono in aria Libere dai suoi rami Come bianchi uccelli alzati in stormo, e i rami sollevati furono spogliati. Udimmo nellalto del cielo stellato Un canto, ma non di uccello, né rumore duomo né voce dangelo, ma forse cè nel mondo una terza bella specie, che ancora vaga al di là della terra sprofondata. Ma ardui sono i mari e i fiumi profondi oltre la spiaggia dellAlbero bianco!
O rimani, ora, padre! Cè ancor di più da dire. Ma due cose tu hai raccontato: LAlbero, la Nube; ma tu hai parlato di tre, la Stella la rammenti? La Stella? Ebbene, la vidi grande e lontana alla divisione delle vie, una luce al limitare estremo della Notte Esterna, al di là della Porta dei Giorni, dove il rotondo mondo simmerge a picco, ma prosegue sullantica strada, come un ponte invisibile che corre su archi verso coste che nessun uomo conosce. " Ma gli uomini dicono, padre, che prima della fine tu andasti dove nessuno è stato; vorrei sentirti parlare, padre caro, dell'ultima terra che tu hai visto." "Nella mia mente la Stella posso ancora trovare, e la separazione dei mari, e il soffio che fu portato sopra la brezza tanto dolce ed aspro quanto la morte. Ma dove fioriscono, quei bei fiori, in quale atmosfera o terra crescono, quali parole udii al di là di questo mondo, se tu desideri conoscerle, allora fratello su una barca galleggiante lontano tu devi navigare con difficoltà nel mare, e trovare per te stesso cose al di fuori della mente: non imparerai più di me" In Irlanda oltre il bosco e il pantano nella torre alta e grigia il rintocco della campana di Clonfert suonò nella verde Galway. San Brendano era giunto alla fine della sua vita sotto un cielo vestito di pioggia, dopo aver viaggiato fino al luogo da dove nessuna nave ritorna; e le sue ossa giacciono in Irlanda.


Da La Leggenda di San Brendano, J. R. R. Tolkien, tradotto da Paolo Gulisano, pubblicata su Oggi N° 6, 4 Febbraio 2004.

 

 


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Inviato il 05 maggio 2015 15:34

Grazie mille!!!


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Inviato il 05 maggio 2015 16:19 Autore

Prego, ho ancora qualche sorpresina per gli amanti di Tolkien. Vorrei solo maggiore partecipazione ma qui siamo in pochi. Posso capire che gli scritti del Professore siano talvolta di difficile lettura, ma come non apprezzare piccoli e grandi capolavori letterari di quest'uomo straordinario?


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Inviato il 06 maggio 2015 8:37

GIL, se qualcuno è interessato alla discussione, sta sicuro che parteciperà di sicuro. Del resto, non si può obbligare qualcuno, con le buone o con le cattive, a provare interesse per qualcosa che non gli interessa. Il massimo che potete fare è continuare a parlarne e vedere se qualcuno si aggiunge.


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Inviato il 06 maggio 2015 10:40

Grazie Gil :) Non pensavo che "Oggi" si occupasse anche di queste cose. Una rivista credo sarebbe l'ultimo posto dove sarei andata a cercare un inedito di Tolkien ^^'


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Inviato il 06 maggio 2015 11:55

Bha....io la metterei più sul piano "tutto pur di vendere".......


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Inviato il 11 maggio 2015 14:57

Grazie mille Gil, da anni uno dei maggiori esperti di Tolkien che conosca ehhe


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Inviato il 11 maggio 2015 18:20 Autore

Prego. Se qualcuno conosce bene l'inglese e ha tempo mi contatti via MP perchè di testi e brani di Tolkien ne ho tanti magari qualcosa di limitato si potrebbe tradurre ancora.


Gil Galad - Stella di radianza





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Anonimo

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Inviato il 15 maggio 2015 17:36

Wow, grazie mille! Io sono molto interessata a qualsiasi opera sia di Tolkien, recentemente ho anche letto Il Cacciatore di draghi, davvero un piccolo capolavoro :wub:


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GIL GALAD
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Inviato il 15 maggio 2015 20:13 Autore

Co

Wow, grazie mille! Io sono molto interessata a qualsiasi opera sia di Tolkien, recentemente ho anche letto Il Cacciatore di draghi, davvero un piccolo capolavoro :wub:

Come te la cavi con l'inglese?


Gil Galad - Stella di radianza





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Elessar
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Inviato il 16 maggio 2015 1:12

Tal Elmar in arrivo(Lunedì). Chiedo venia a Gil per il notevole ritardo ma tra l'assenza dal forum negli ultimi mesi e il resto ho trovato solo ora la traduzione  :stralol:



Anonimo

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Inviato il 16 maggio 2015 11:08

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Wow, grazie mille! Io sono molto interessata a qualsiasi opera sia di Tolkien, recentemente ho anche letto Il Cacciatore di draghi, davvero un piccolo capolavoro :wub:

Come te la cavi con l'inglese?

 

 

Abbastanza bene credo, dipende di cosa si tratta :glare:


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Lizzy_
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Inviato il 20 maggio 2015 17:50

Grazie per questo componimento di Tolkien che non conoscevo. Avevo presente (in maniera piuttosto vaga) la storia di San Brendan, ma non avevo idea di cosa fosse un 'Imram'. Si impara qualcosa di nuovo ogni giorno :)

 

Per curiosità l'ho cercato sul web anche in inglese, diciamo che nella traduzione sono andate perdute le rime!

 


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