La notizia risale ormai a circa una settimana fa: un team di scienziati cinesi ha tentato un esperimento (i cui risultati sono stati rifiutati per ragioni etiche da Nature e Science e pubblicati da Protein&Cell) in cui ha tentato la modifica genetica di embrioni umani per rimuovere il gene portatore di una malattia rara, l'anemia mediterranea.
Su un campione di una novantina di embrioni, circa una decina non sono sopravvissuti al trattamento e la modifica desiderata è stata ottenuta in ventotto casi; nei restanti si erano presentati "effetti collaterali" genetici di vario tipo.
La scarsa percentuale di successo ha per il momento convinto gli scienziati a non procedere oltre con gli esperimenti, ma di fatto la strada verso la manipolazione genetica degli embrioni umani pare essere - almeno tecnicamente - avviata.
Questo solleva naturalmente vari dubbi anche di natura etica: se anche la percentuale di successo fosse del 100%, se anche fosse possibile prevedere eventuali effetti a lungo termine di una selezione artificiale del patrimonio genetico da trasmettere alle generazioni future, sarebbe "giusto" intervenire? E se sì, dove finisce l'aspetto prettamente medico e inizia quello eugenetico? Dobbiamo ipotizzare un mondo dove a fianco o al posto della chirurgia estetica si affiancherà la genetica estetica?
Qui l'articolo originale di Protein&Cell.
Qui invece una carrellata su come alcuni quotidiani, blog, agenzie di stampa e riviste hanno trattato l'argomento qui in Italia; non è un elenco esaustivo, ovviamente, ma ho cercato di fare un bestiario più o meno variegato... La Repubblica, Famiglia Cristiana, TGCom24, AGI, Il Foglio, Huffington Post, Internazionale, ADUC, Medimagazine, Wired.
Mai capito perché l'eugenetica sia considetata un male o al meno peggio di dubbia eticità, anche da persone di base non bigotte.
È, ad oggi, la miglior speranza per una vita sana, lunga e dunque tendenzialmente più felice. Per l'Intera umanità. i potenziali benefici sono semplicemente incalcolabili.
Davanti a questo le speculazioni sull anima e sulla dignità degli embrioni, pur filosoficamente e giuridicamente rilevanti, dovrebbero passare non in secondo piano, ma in cantina proprio.
Meno male che ci sono la cina e altri paesi svegli che non si fanno troppe smene con i diritti di qualunque cosa abbia una parvenza di umanità.
Sono molto combattuta su questo tema.
Da un lato, penso alle enormi potenzialità che questo tipo di applicazioni possono avere in ambito medico, nel prevenire e curare malattie, deformazioni congenite ecc. Che si studino le potenzialità e le possibili applicazioni penso sia un bene (sapere è comunque sempre meglio del contrario).
Dall'altro, il problema etico me lo pongo, eccome. Conosco il genere umano. La storia ci insegna che ogni 10 ricercatori che si concentrano esclusivamente sulle soluzioni pratiche e pacifiche che una certa scoperta può portare, ce n'è uno che pensa di fare un passo oltre, e poi un altro, ed un altro, superando un limite dopo l'altro per continuare a mettere alla prova se stessi e la propria scoperta.
La clonazione doveva essere uno strumento meraviglioso per creare organi perfettamente compatibili e quindi azzerare i rischi di rigetto. Poi una mattina ci siamo svegliati e, beeeee... c'era Dolly.
Intervenire sulla genetica per far in modo che non nascano mai più persone affette da mali devastanti sarebbe bellissimo. Pensare che in un futuro potremmo "ritoccare" un embrione per avere un figlio più simile a Brad Pitt che a Danny De Vito, invece...
Dobbiamo pensare che se questo tipo di ricerca renderà mai possibile e fattibile quest'ultima cosa, presto o tardi ci sarà anche qualcuno in grado di stabilire una cifra adeguata per comprare questo tipo di servizio, nella legalità o meno.
Siamo in uno scenario fantafuturistico, ma non dobbiamo mai dimenticare che le ambizioni umane a volte vanno al di là di quello che immaginiamo e magari ci terrorizza.
Sul fatto che il progresso porti con sé dei pericoli... è vero, la Storia lo dimostra, ma l'alternativa è la stagnazione. E anche quella ha i suoi pericoli.
Se la nuova tecnologia presenta dei (potenziali) benefici immensi a fronte di (potenziali) rischi accettabili, la scelta ovvia e razionale è quella di proseguire.
Se invece ci si ferma non tanto perché sono stati individuati e dimostrati dei rischi inaccettabili, ma per via di una generica mancanza di fiducia nell'umanità e un primitivo terrore per l'ignoto (ovvero il futuro), a quel punto tanto vale tornare a vivere nelle caverne e attendere tutti insieme l'estinzione sgranocchiando pigne.
Proviamoci almeno.
Se poi il massimo dei fallimenti è una Dolly... capirai che tragedia in una pecora che invecchia rapidamente. Semplicemente si prende atto del - parziale - fallimento e si cercano nuove soluzioni e vie alternative.
Infine, la cosa che ho sempre trovato più assurda. Il terrore che alcuni genitori possano volere figli belli, sani, intelligenti, forti, vigorosi, longevi, sessualmente appetibili e magari pure con gli occhi azzurri e i capelli biondi. Embè?
Primo, saranno anche caxxi loro. Visto che possono scegliere, contro la volontà del figlio, di metterlo al mondo, in un certo luogo, in un certo tempo, in un certo contesto sociale/religioso/culturale, il decidere anche il colore dei capelli o della pelle mi pare un aspetto di infinitesimale importanza.
Secondo è così politically correct da risultare poco credibile anche il solo pensare che qualcuno davvero preferisca essere - mi limito a un discorso estetico - come Danny De Vito anziché come Brad Pitt (o se la cosa è troppo arianeggiante, Jason Mamoa)
Qualora in un futuro fosse possibile creare, oltre che degli individui più sani e meno esposti a certe malattie, anche dei Brad Pitt, senza incorrere, appunto, nella famosa stagnazione di cui sopra (il rischio - tutto da dimostrare - di creare semidei a tavolini alla fin fine di è quello di perdersi le potenzialità che i crudeli e selettivi meccanismi dell'evoluzione garantiscono, in altri termini se fossimo tutti belli e forti e sani perderemmo slancio, ambizione, la volontà di emergere e di riscatto), perché no?
.
Qualsiasi innovazione porta sempre con sè la possibilità che qualcuno vada oltre e cerchi degli utilizzi sempre più azzardati. Però se non si rischia si resta sempre al punto di partenza.
Allora, se riguardo a questo argomento si teme che in futuro qualcuno potrebbe giocare a piacimento sull'aspetto dei figli, è giusto negare una possibilità di cura a chi soffre di malattie incurabili solo perchè la cosa potrebbe degenerare anche in "genetica estetica"? Chi si sta attivando per fermare questo progetto non si sente sulla coscienza tutti i malati che potrebbero beneficiarne? E poi si parla di etica..
Se la paura invece è data dalla possibilità dell'insorgere di nuove patologie la cosa ha un minimo di senso, minimo però, perchè se fermi la ricerca come rimedi ai fallimenti della prima volta? I ricercatori non hanno mica detto che vogliono passare alla sperimentazione umana..
Comitato L'Allegra Compagnia di Frittella Dolci e Affini: Paige91 Guardia della Glassa Reale
Comitato F. F. C. (Folletto Fan Club) ---- C.P.J.L."Comitato Pro Jaime Lannister" --- Membro del Comitato Pro Jon Snow
Membro del M.T.P.S, ovvero "Margaery Tyrell Porta Sfiga" ---- Membro del Comitato di protesta G.M.A.C (George Martin arrichisce i cimiteri)
Comitato W.F.D.M "Walder Frey deve morire (possibilmente nel crollo delle sue torri) --- Membro di S.R.D.N: "Stark re del nord" --- S.M.B. "Gli starkiani del Mulino Bianco"
Membro del C. A. T. A. J. Chi Accidentaccio è Talisa? Aridateci Jeyne! --- R.F.D.M.C.C.V. - Rhaegar fai di me ciò che vuoi!
Membro del Comitato "In cucina con Hobb Tre Dita" ---- Membro del Comitato anti-Penny C.A.P. "Buttiamola ai pesci"
Membro Onorario del T.B.D.F. "Team Baciate Dal Fuoco" ---- Membro del D.F.N.B.L "Datte foco non bruciare i libri"
Comitato di T+S Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito) --- CPML - comitato pro metalupi e lupi --- Comitato Pro Draghi
Membro del C.C.E.D.V.R (Comitato contro l'estinzione delle Vipere Rosse) --- Membro del Comitato ISCOM: "Io Sto Con Oberyn Martell!!"
R.S.E. "Reading, sleeping, eating" ------ Comitato ETST : "Edd Tollet seppellirà tutti!!" ---- Membro di di O.S.B.: "Orbi Sulla Barriera"
Sansa - Jaime - Theon Sacra Triade del C.A.P.C.E.I.C.E. (Comitato Ammiratori Personaggi Complessi Ed In Continua Evoluzione)
Comitato Regala una famiglia a Jon Snow — E poi gli ho detto "Jon, al mio ritorno, parleremo di tua madre." "E chi era sua madre?" "Boh, non me lo ricordo più neanche io."
CCEM- Comitato contro l'estinzione dei metalupi - B.S.I.N.D.R - Basta Storpiare Il Nome di Rhaegar (perché ogni volta che accade un piccolo drago muore nelle lande del Fantasy)
E.S.S.S. Eddard Stark Santo Subito in memoria del grande Eddard Stark padre, marito, fratello, amico e lord esemplare
Gemellato con
R.S.S.S. Robb Stark Santo Subito in memoria dell'unico King in The North
Fondatrice del comitato S.F.C. (Sandor Fan Club)
Ser Balon, di base la penso come te, solo che che nutro un pò più timore circa i possibili impatti.
Quello che più mi "spaventa" non è tanto la questione della "chirurgia genetica", ma (a parte gli esiti non previsti) manipolazioni più pesanti circa possibili funzionalità che si potrebbero aggiungere e relative sperimentazioni sugli umani (e altre cavie).
Difficilmente la questione si fermerà allo sconfiggere qualche malattia rara, trovo piuttosto probabile che si proverà a fare altri "innesti", magari uomini oltremodo robusti, o peggio "rettiliani", "anfibi" o altre amenità del genere. Da un lato si potrebbe pensare che ciò ci avvantaggerebbe in un'ipotetica colonizzazione di spazi altresì non fruibili (e teoricamente potrebbe influire persino positivamente, se non ci si ammazza a vicenda, sull'accettazione del "diverso"), ma dall'altro la cosa mi fa istintivamente ribrezzo.
Però, la strada è aperta (a dire il vero era aperta già prima), ed è inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. Detto altrimenti, premesso che difficilmente la non pubblicazione su qualche rivista fermerà gli studi, specialmente quelli finanziati, si può fare qualcosa per regolamentare efficacemente la materia?
Per quanto sia un mero esercizio di stile, voglio provare a scindere il tema delle mutazioni genetiche artificialmente indotte dagli altri grandi temi della genetica, clonazione in primis. Quindi non intendo qui parlare di embrioni coltivati in batteria, cloni da usare come manovalanza, carne da macello o depositi viventi di organi, con i correlati temi etici relativi ai diritti civili da assegnare ad un essere umano creato in laboratorio.
Se dobbiamo parlare di mutazioni, ad oggi funziona così: in maniera puramente casuale il DNA muta. Se le leggi di Mendel sono favorevoli, se il soggetto mutato si riproduce, e se le mutazioni non costituiscono un ostacolo alla sopravvivenza, alla prosperità o alla capacità (diretta o indiretta) di riprodursi, la mutazione si propaga.
Chi è credente (e non mi rivolgo a chi pensa che la Terra abbia 6.000 anni e che Dio creò l'uomo dal fango, ma semplicemente chi ammette l'esistenza di una forza creatrice ragionevolmente benevola e che ha a cuore l'umanità) può pensare che ciò che noi chiamiamo "caso" sia frutto di un'imperscrutabile e onnipotente intelligenza. Io non posso accettare che un'intelligenza superiore e benevola possa concepire mutazioni genetiche che alzano di 5 volte le probabilità di essere colpiti da ictus o infarto, ma è un problema mio. Quindi parlo di caso.
Ora, per come la vedo io oggi l'umanità è sottoposta a mutazioni genetiche che si generano in maniera puramente casuale. Quando una mutazione interviene nel DNA di un individuo e si trasmette magari all'embrione che sarà suo figlio, il caso di certo non tiene conto dei cosiddetti "effetti collaterali".
Questo per dire che in realtà qualsiasi mutazione genetica concepita in laboratorio, a patto che gli scienziati e i tecnici siano in grado di effettuare le sostituzioni genomiche che desiderano, è fatta sicuramente con maggiore cognizione di causa delle mutazioni che avvengono in natura.
Prendersi la responsabilità di mutare il genoma umano, in questi termini, è facile se pensiamo al confronto con le mutazioni spontanee. Sono però le nostre aspettative ad essere infinitamente più alte. Da una mutazione controllata noi vogliamo solo effetti positivi, vogliamo debellare le malattie, vogliamo essere sani, vogliamo essere più belli, più forti, più intelligenti, più adatti per gli scopi che desideriamo per i nostri discendenti (poiché una mutazione su un esemplare adulto raramente ha effetti immediati sull'individuo stesso).
L'evoluzione funziona sui grandi numeri: un'infinità di individui subisce mutazioni irrilevanti, che non hanno effetti visibili oppure che hanno effetti neutri nei confronti della sopravvivenza. Alcune mutazioni sono positive e si diffondono, e gli individui che ne sono portatori soppiantano gli altri. Altre sono negative e causano magari atroci sofferenze. Ventimila anni fa potevano sopravvivere gli individui dotati di maggior prestanza fisica o dotati di maggior spirito pratico o inventiva. Oggi i canoni che favoriscono la riproduzione sono altri.
Ma in generale l'evoluzione è un immenso calderone statistico nel quale l'indirizzamento di una specie verso una direzione precisa viene ottenuto da mille mutazioni in direzioni che si contrastano in un lasso di tempo ragionevolmente lungo. Il singolo... beh, il singolo in statistica si sa, è solo carne da macello.
Non sarebbe meglio essere in grado di correggere il caso? Non sarebbe un atto di pietà verso coloro che la sfortuna colpisce con mutazioni dolorose, invalidanti, mortali? E pensando più in grande non sarebbe meglio tentare di controllare l'evoluzione? Pilotare le mutazioni verso il risultato che noi desideriamo? Rallentare l'invecchiamento? Resistere alle radiazioni? Effettuare fotosintesi per non dipendere da altri esseri viventi?
D'altra parte l'immensa variabilità delle mutazioni spontanee interviene a ricombinare il nostro quadro genetico e garantire che non si andrà mai verso un'omologazione totale. Al tempo stesso questa medeima variabilità è una garanzia di sopravvivenza, in quanto molto probabilmente persone diverse saranno favorite nella sopravvivenza in condizioni differenti, e se il mondo dovesse virare in una determinata direzione ci sarà probabilmente un sottogruppo dell'umanità in grado di sopravvivere e prosperare in queste nuove condizioni.
Eppure in un mondo completamente antropizzato questo "pericolo" esisterebbe ancora? Oppure possiamo permetterci di avere un'umanità fatta da individui pressoché identici senza rischiare l'estinzione per via di stravolgimenti ambientali a cui l'intera umanità sarebbe incapace di adeguarci?
E la straordinaria rapidità (rispetto ai tempi naturali) con cui una mutazione artificiale potrebbe capovolgere il patrimonio genetico di un embrione non sarebbe comunque garanzia che in caso di era glaciale improvvisa i nostri figli sarebbero comunque in grado di essere "programmati" per resistere ai -30°?
Però in tutto questo rischiamo di dimenticarci di questi embrioni mutati, che prima o poi diventano persone. Oggi abbiamo genitori che costringono i figli a suonare il pianoforte... domani avremo genitori che programmano gli embrioni affinché i loro figli vogliano suonare il pianoforte? E partendo da questa piccola cosa, programmare esseri umani affinché vogliano fare certi lavori? Compiere certe attività? Schiavi volontari? Di tutte le possibili mutazioni genetiche, se la scienza e la tecnica mai ci arriveranno, le più subdole sono quelle che circondano la volontà, i processi decisionali, l'etica, la memoria, in generale la personalità. Programmare a tavolino l'umanità, di generazione in generazione a seconda delle esigenze del momento, è forse il totalitarismo più estremo che si possa immaginare. Certo, non tutto è deciso dalla genetica, l'ambiente gioca un ruolo fortunatamente determinante, ma lo scenario deve far riflettere.
Mi rendo conto che il mio può sembrare il discorso di quel padre di famiglia che si preoccupava di quale figlio dovesse sedere davanti prima ancora di aver comprato la macchina, ma.....andiamo oltre il problema etico religioso.......immaginiamo che una simile tecnologia si affermi, dando ai genitori del futuro la possibilità di scegliere non solo le ca**atelle tipo colore degli occhi o dei capelli, ma anche aspetti ben più importanti tipo forza, intelligenza, resistenza alle malattie: chi paga?
Perchè se una tale tecnologia non è applicata all'interno di un sistema sanitario nazionale, ma sono io singolo a pagarmi il pacchetto "salute e bellezza" per il mio pupo, il problema (ed è un problema grosso) non è tanto l'eugenetica ma il fatto che andremo incontro ad un futuro in cui chi ha i soldi può permettersi figli sani, forti e belli, mentre chi i soldi non li ha si tiene le tare genetiche, il naso a patata, le gambe storte, la predisposizione al diabete e tutto il resto.
Devo ammettere che allo scenario prospettato da Lord Beric non ci avevo proprio pensato. Però limitando la ricerca della genetica quante buone possibilità potremo perdere, quante vite potrebbero salvarsi? Se non fosse stato per il progresso la gente ancora morirebbe per malattie che oggi sono curabili..
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Comitato di T+S Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito) --- CPML - comitato pro metalupi e lupi --- Comitato Pro Draghi
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E.S.S.S. Eddard Stark Santo Subito in memoria del grande Eddard Stark padre, marito, fratello, amico e lord esemplare
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Mi rendo conto che il mio può sembrare il discorso di quel padre di famiglia che si preoccupava di quale figlio dovesse sedere davanti prima ancora di aver comprato la macchina, ma.....andiamo oltre il problema etico religioso.......immaginiamo che una simile tecnologia si affermi, dando ai genitori del futuro la possibilità di scegliere non solo le ca**atelle tipo colore degli occhi o dei capelli, ma anche aspetti ben più importanti tipo forza, intelligenza, resistenza alle malattie: chi paga?
Perchè se una tale tecnologia non è applicata all'interno di un sistema sanitario nazionale, ma sono io singolo a pagarmi il pacchetto "salute e bellezza" per il mio pupo, il problema (ed è un problema grosso) non è tanto l'eugenetica ma il fatto che andremo incontro ad un futuro in cui chi ha i soldi può permettersi figli sani, forti e belli, mentre chi i soldi non li ha si tiene le tare genetiche, il naso a patata, le gambe storte, la predisposizione al diabete e tutto il resto.
Sì, è questo che spaventa pure me. Però poi ci penso che mi viene in mente che in buona parte è già adesso così. Chi si può permettere l'apparecchio ha i denti dritti. Chi si può permettere attività sportiva (anche solo a livello di avere il tempo per) è più sano ecc. Chi può permettersi la chirurgia plastica è più bello.
Sono disuguaglianze che già sussistono. I geni sono complessi, prima che si riesca a decidere veramente colore occhi capelli ecc penso che si andranno a guardare le sequenze più pericolose a livello di predisposizione a malattie varie. Un altro aspetto è quello della medicina rigenerativa, le cellule embrionali sono ancora indifferenziate e potenzialmente potrebbero andare a ricostituire parti di un individuo... Penso alla soluzione di handicap gravi, alla ricostruzione di nervi, muscoli...
Non sopravvalutiamo i geni. Faccio l'esempio dei gemelli omozigoti. Hanno patrimonio genetico uguale, ma non sono uguali. I geni possono essere attivati o meno, certe aree neuronali (l'intelligenza!) possono essere più o meno sviluppate, hanno interessi diversi ecc. I geni non decidono così tanto e sono influenzati da una miriade di fattori ambientali, il patrimonio genetico non è mai immutabile né determinante per le nostre passioni o capace di governare la nostra volontà così tanto da renderci "schiavi". No, questo è il campo dell'educazione, della cultura (intesa come l'ambiente culturale in cui siamo immersi), degli stimoli che riceviamo.
Mi sembrano tutti falsi problemi, o meglio problemi pregressi e indipendenti rispetto ad un ipotetico balzo in avanti nel campo della genetica.
Su "eugenetica" come fonte di disuguaglianze economiche/sociali, ha detto bene smilla: già ora come ora la nostra salute e la nostra bellezza dipende per buona, buonissima parte da disponibilità finanziarie e status sociale, che permettono di accedere a questo o quel trattamento più o meno costoso. L'eugenetica e simili non cambierebbero di una virgola la situazione, e come tutte le cose in questi campi dopo un primo e più o meno lungo periodo "elitario" e di costosa novità, diventerebbero accessibili a tutti - o comunque alla maggioranza -.
Sul fatto che la manipolazione dei geni potrebbe essere usata dai totalitarismi per fini incompatibili con la libertà e l'autodeterminazione delle persone... può essere, ma il problema semmai sono i totalitarismi, i quali non hanno certo bisogno dell'eugenetica per annientare la volontà di singoli individui o interi gruppi. Nell'ultimo secolo abbiamo diversi esempi di come ciò sia fattibile, e di come non centinaia, ma milioni e milioni di persone possano essere ridotte peggio che in schiavitù, sfruttate fino al midollo e poi riciclate per fare saponette, senza che vi siano particolari atti di ribellione. O di come centinaia di migliaia di giovani baldi e forti possano essere facilmente mandati a morire (lo sforzo più estremo che la volontà possa concepire) in qualche landa desolata in nome di qualche assurda teoria macroeconomica scritta da un simpatico barbone il secolo prima...
quanto agli "embrioni coltivati in batteria, cloni da usare come manovalanza, carne da macello o depositi viventi di organi ecc.", beh, il rischio esiste, ma un rischio analogo esiste da... almeno 200 anni diciamo. Da quando la Medicina è diventata pienamente un branca della Scienza.
Quali progressi potrebbe fare la medicina se gli scienziati potessero sperimentare a più non posso, senza limiti o restrizioni,senza paura e condividendo i risultati, su esseri umani, vivi ovviamente, magari schiavi o popolazioni soggiogate, invece che topolini? Progressi pazzeschi. Perché non lo facciamo? O meglio, perché è stato fatto assai raramente e quasi sempre di nascosto? Perché forse il genere umano non è così mostruoso.
La manipolazione dei geni rappresenta una tentazione in questo senso? Sì, ma l'intera medicina lo è. Se finora non abbiamo avuto - o meglio, accettato e/o istituzionalizzato - depositi di cavie umane e simili, non vedo perché l'eugenetica dovrebbe rappresentare una rivoluzione in questo senso.
Infine, sul problema dei mutamenti - estinzione... la programmazione di individui più o meno adatti a determinate condizioni ambientali, o con altre capacità, potrebbe anzi essere la nostra miglior chance contro l'estinzione nel medio-lungo periodo, in quanto non solo faciliterebbe enormemente la sopravvivenza in condizioni "critiche" (era glaciale, desertificazione, andiamo tutti a vivere sotto terra causa asteroide, andiamo tutti a vivere sul fondo del mare eccetera), ma anche la colonizzazione del sistema solare.
Se posso permettermi, c'è una svista di fondo: siete sicuri che la scienza sia in grado di stabilire, o meglio riesca a definire in maniera incontrovertibile cosa sia geneticamente migliore? Siete certi, tanto per fare un esempio, che essere belli, biondi, con gli occhi azzurri, avere uno spiccato interesse per l'arte, le abilità pianistiche di Mozart ed il sex appeal di John Travolta giovane sia meglio dal punto di vista genetico e di evoluzione della specie umana dell'essere piccoli, molto irsuti, fortemente pragmatici e con una più spiccata attitudine per i lavori manuali?
Non sto assolutamente sostenendo, come potrebbe essere sembrato, che sia preferibile una stagnazione o sia opportuno 'fermare la scienza' per evitare che se ne possa fare l'uso peggiore. Tutto il contrario. Il mio primo pensiero va al bene che ogni scoperta può portare. Io però non sono tutti.
Dolly è invecchiata rapidamente. E' un esperimento parzialmente fallito. La scienza funziona così.
Ok, allora, diciamo che adesso abbiamo altre soluzioni, o che le avremo a breve. Faccia un passo avanti quello che vuole essere protagonista del prossimo tentativo oppure quello che vorrebbe che una nuova soluzione buona al 90% sia sperimentata sull'embrione del proprio figlio. Pronti a rischiare il 10%?
La teoria ad un certo punto deve diventare pratica. Non si passa dalle cellule congelate che collassano e dalle pecore che invecchiano 3 volte più in fretta del normale alla cura per la spina bifida, alla fine delle malformazioni cardiache congenite ed alle soluzioni buone al 100% rese disponibili a tutti a costo zero. Non siamo ingenui.
Eva mangia la mela non solo perché è curiosa, ma perché vuole essere come dio.
Non sopravvalutiamo i geni. Faccio l'esempio dei gemelli omozigoti. Hanno patrimonio genetico uguale, ma non sono uguali. I geni possono essere attivati o meno, certe aree neuronali (l'intelligenza!) possono essere più o meno sviluppate, hanno interessi diversi ecc. I geni non decidono così tanto e sono influenzati da una miriade di fattori ambientali, il patrimonio genetico non è mai immutabile né determinante per le nostre passioni o capace di governare la nostra volontà così tanto da renderci "schiavi". No, questo è il campo dell'educazione, della cultura (intesa come l'ambiente culturale in cui siamo immersi), degli stimoli che riceviamo.
Quotone.
Su "eugenetica" come fonte di disuguaglianze economiche/sociali, ha detto bene smilla: già ora come ora la nostra salute e la nostra bellezza dipende per buona, buonissima parte da disponibilità finanziarie e status sociale, che permettono di accedere a questo o quel trattamento più o meno costoso. L'eugenetica e simili non cambierebbero di una virgola la situazione,
Non la migliorerebbero neppure però: a me fa già abbastanza schifo che oggi, negli Stati Uniti, le persone a cui diagnosticano un cancro debbano accendere un mutuo per pagarsi le cure, figurati quanto mi potrebbe far schifo una cosa del genere. Certo, è pur vero che si tratta di politiche economiche e sanitarie che per fortuna non tutti seguono (noi in Italia no, grazie a dio), ma ogni nuova scoperta fa storia a sè.
E comunque la differenza con la situazione attuale ci sarebbe: oggi la medicina e la chirurgia estetica possono essere rimedi costosi, è vero, ma sono pur sempre rimedi che incidono su situazioni di potenziale malattia o bruttezza (forse nascerai col diabete....forse ti verrà il naso a patata); ma in un futuro in cui si potrebbe (in teoria) creare individui quasi certamente immuni alle malattie, belli e forti, in cui cioè si passerebbe da un "diritto alle cure" ad un "diritto a nascere sani", tenere fuori una cospicua fetta di popolazione da questa possibilità mi pare orribile. Un diritto è tale se è per tutti, altrimenti è un privilegio.
Infine, sul problema dei mutamenti - estinzione... la programmazione di individui più o meno adatti a determinate condizioni ambientali, o con altre capacità, potrebbe anzi essere la nostra miglior chance contro l'estinzione nel medio-lungo periodo, in quanto non solo faciliterebbe enormemente la sopravvivenza in condizioni "critiche" (era glaciale, desertificazione, andiamo tutti a vivere sotto terra causa asteroide, andiamo tutti a vivere sul fondo del mare eccetera), ma anche la colonizzazione del sistema solare.
Lo è certamente se sai con esattezza cosa ti aspetta da qui a 2.000 - 3.000 anni. Ma l'uomo si muove a tentoni, con conoscenze ancora scarse e frammentarie, su un piccolo pianeta fragile e delicato, che orbita in un piccolo sistema solare che è parte di una modesta galassia posta alla periferia dell'universo. In un simile contesto non c'è granchè modo di sapere se le scelte prese oggi avranno ripercussioni positive o negative tra 1000 anni.
Se ci facciamo crescere tutti le branchie perchè pensiamo che con l'innalzamento dei livelli dei mari andremo a vivere tutti sott'acqua, che succede se poi invece arriva una fase di forte desertificazione?
pur sempre rimedi che incidono su situazioni di potenziale malattia o bruttezza (forse nascerai col diabete....forse ti verrà il naso a patata); ma in un futuro in cui si potrebbe (in teoria) creare individui quasi certamente immuni alle malattie, belli e forti, in cui cioè si passerebbe da un "diritto alle cure"ad un "diritto a nascere sani", tenere fuori una cospicua fetta di popolazione da questa possibilità mi pare orribile. Un diritto è tale se è per tutti, altrimenti è un privilegio.
mi sembra un modo di pensare crudelissimo. L'applicazione dell'adagio "mal comune mezzo gaudio" all'intera società umana.
cioè, visto che una certa tecnologia potrebbe garantire (con un buon margine di certezza) il "diritto a nascere sani", ma per via di storture giuridice/sociali tale diritto potrebbe essere prerogativa di pochi, restiamo tutti quanti potenzialmente malati?
Nel mondo occidentale ormai è ormai acquisito e quasi "certo" il diritto - del nascituro e della madre - a sopravvivere alla nascita, e questo grazie a una serie di tecnologie, controlli, norme sanitarie/igeniche ecc.
Non così in gran parte del c.d. "terzo mondo", dove la mortalità durante il parto resta molto alta.
Qui si parla di vita o morte di neonati e giovani donne, non di bellezza o rischio a lungo termine di malattia x o y. Non
Secondo la scuola di pensiero di cui sopra, questa è un intollerabile forma di privilegio e quindi meglio sarebbe stato bandire i controlli e le norme igeniche che lo permettono?
Impegnamoci invece a rendere disponibili tali tecnologie, no?
Siete certi, tanto per fare un esempio, che essere belli, biondi, con gli occhi azzurri, avere uno spiccato interesse per l'arte, le abilità pianistiche di Mozart ed il sex appeal di John Travolta giovane sia meglio dal punto di vista genetico e di evoluzione della specie umana dell'essere piccoli, molto irsuti, fortemente pragmatici e con una più spiccata attitudine per i lavori manuali?
certi no, ma ci sarà un motivo se da piccoli, irsuti, pragmatici e manualmente abili (leggasi australopiteco) ci siamo evoluti in questa direzione.
Sicuramente nel contesto della civiltà umana, a parità di altre caratteristiche (intelligenza, posizione sociale ecc.), si ha una maggiore possibilità di successo.
in ogni caso, francamente, l'evoluzione non è mica tutto rose e fiori. Chi l'ha detto che bisogna lasciare che l'evoluzione faccia il suo corso?
L'evoluzione può portarti molto in alto, all'apice della catena alimentare, ma - salvo per pochi, pochissimi fortunati - può anche farti precipitare in basso, e l'atto finale è sempre lo stesso: estinzione.
Quindi, ripeto: perché non provarci? Se sbagliamo non cambia nulla, se invece ci azzecchiamo... beh the sky is the limit.
Lo è certamente se sai con esattezza cosa ti aspetta da qui a 2.000 - 3.000 anni. Ma l'uomo si muove a tentoni, con conoscenze ancora scarse e frammentarie, su un piccolo pianeta fragile e delicato, che orbita in un piccolo sistema solare che è parte di una modesta galassia posta alla periferia dell'universo. In un simile contesto non c'è granchè modo di sapere se le scelte prese oggi avranno ripercussioni positive o negative tra 1000 anni.
Se ci facciamo crescere tutti le branchie perchè pensiamo che con l'innalzamento dei livelli dei mari andremo a vivere tutti sott'acqua, che succede se poi invece arriva una fase di forte desertificazione?
succede che sia fut**ti. Ma raramente i cambiamenti sono così repentini, e in ogni caso se l'intero globo andasse effettivamente sott'acqua e noi fossimo senza branchie (mi vengono in mente modi migliori per sopravvivere ma vabbè), indipendentemente dal verificarsi di una successiva fase di desertificazione saremmo già annegati tutti quanti, quindi il problema non si porrebbe...
e comunque vedi sopra, se restiamo in balia dell'evoluzione pure e semplice, al 99,999% sul lungo periodo siamo morti. Credo sia preferibile prendersi qualche rischio con scienza e tecnologia.
mi sembra un modo di pensare crudelissimo. L'applicazione dell'adagio "mal comune mezzo gaudio" all'intera società umana.
cioè, visto che una certa tecnologia potrebbe garantire (con un buon margine di certezza) il "diritto a nascere sani", ma per via di storture giuridice/sociali tale diritto potrebbe essere prerogativa di pochi, restiamo tutti quanti potenzialmente malati?
No. ma prima di lanciare tale tecnologia tali storture andrebbero considerate e il più possibile evitate. E comunque a me pare più crudele un discorso del tipo "io c'ho i soldi quindi mia figlia nasce forte, con zero rischi di tumori o malattie genetiche, immune alla malaria, con QI di 160 e il cu*o di Gisele Bundchen....tu invece, brutto straccione, ti tieni la figlia rachitica, a rischio diabete e Alzheimer, stupida come un ceppo e col fisico di Gegia".
E poi non ho detto di bloccare la ricerca....ho semplicemente suggerito che nel momento in cui un simile intervento di ingegneria genetica dovesse essere praticabile, di renderlo accessibile a tutti tramite il sistema sanitario nazionale, proprio come facciamo oggi per le terapie oncologiche o ostetriche o ortopediche o che so io.
certi no, ma ci sarà un motivo se da piccoli, irsuti, pragmatici e manualmente abili (leggasi australopiteco) ci siamo evoluti in questa direzione.
Non è proprio così.....un Homo Sapiens attuale è molto meno forte e molto meno resistente dei suoi progenitori. Ciò che ci differenzia immensamente da loro è lo sviluppo del cervello. Se, per assurdo, avesse avuto a disposizione una simile capacità di ingegneria genetica, su cosa l'avrebbe investita il buon Neanderthal? Io dico che l'avrebbe usata per potenziare quegli attributi che per lui, in quel determinato contesto, erano salienti: forza e resistenza. E chissà dove saremmo oggi.
succede che sia fut**ti. Ma raramente i cambiamenti sono così repentini,
Anche far switchare 10 miliardi di persone da "branchie" a "pelle con protezione UV 50 e capacità di trattenere l'acqua tipo cactus" non la vedo come una cosa immediatissima.
e comunque vedi sopra, se restiamo in balia dell'evoluzione pure e semplice, al 99,999% sul lungo periodo siamo morti. Credo sia preferibile prendersi qualche rischio con scienza e tecnologia.
Non lo so....a parte che in balia dell'evoluzione ci siamo da qualche miliarduccio di anni e mi pare che le cose siano andate discretamente bene.....a me questa "genetica del fare" non convince. Ripeto, se avessimo "un piano" si potrebbe fare, ma noi un piano non ce lo abbiamo, e ci limiteremmo ad andare a tentoni attuando le modifiche che al momento ci sembrano più opportune, col rischio di crearne di inutili. O, peggio, controproducenti.