Chi è John Galt?
Con questa domanda si apre La Rivolta di Atlante (titolo originale Atlas Shrugged), mastodontico romanzo della scrittrice e filosofa russa Ayn Rand scritto nel lontano 1957. La storia è praticamente la summa dell'Oggettivismo, una corrente di pensiero fondata dalla stessa Rand e che, in estrema sintesi, promuove una visione laica e liibertaria in ambito morale, sociale, politico ed economico. Il romanzo è diviso in tre parti che nell'edizione italiana sono state pubblicate con i titoli Il tema, L'uomo che apparteneva alla terra e L'Atlantide
Trama: in un futuro distopico gli Stati Uniti sono soggetti ad una grave crisi economica che provoca disordini sociali e sconvolgimenti vari, mentre nel resto del mondo viene lasciato intuire che prendano sempre più piede le democrazie popolari (gli stati comunisti, insomma). La protagonista è Dagny Taggart, presidente insieme all'inetto fratello James della Taggart Transcontinental, società di ferrovie transcontinentali. Dagny lotta costantemente contro la crisi per mantenere in piedi l'azienda del padre, ma deve scontrarsi con alcuni cambiamenti apparentemente strani nel mondo dell'imprenditoria: il suo amico d'infanzia e primo amore giovanile, Francisco d'Anconia, un tempo abilissimo e intelligente uomo d'affari sembra stia dilapando il suo patrimonio apparentemente senza un motivo; inoltre molti uomini d'affari e innovatori in generale sembrano sparire nel nulla, lasciando il paese senza i suoi motori primi. Questo procede di pari passo con un controllo statale sempre più forte che non fa altro che peggiorare la crisi. Inoltre nel corso della storia comincia a diffondersi uno strano motto, pronunciato in modo fatalistico dopo ogni disastro: chi è John Galt...?
Come premesso, tale opera si prefigge di illustrare i principi dell'Oggettivismo, corrente di pensiero notissima in America ma molto meno qui in Europa (e non parliamo dell'Italia). I tratti più caratteristici sono:
- Atmosfere decisamente dieselpunk e distopiche, che ho adorato;
- Temi prometeici e superomisti: i riferimenti a Stirner e Nietzsche ci sono e sono forti;
- Egosimo etico;
- Laicità e femminismo;
- Riflessioni sullo stato e l'economia: anche se non viene mai detto esplicitamente, la teoria randiana dello stato è quella del minianarchismo, e ha molti punti in comune con Nozick.
Il libero in prima impressione può risultare ai più pesante da leggere (1200 pagine scritte in carattere minuscolo) ma è significativo che in America abbia venduto milioni di copie. Il critico Michael Sherman l'ha definito "il libro che più ha influenzato di più la vita di chi lo ha letto dopo la Bibbia", un'esagerazione che sta ben a significare il suo enorme successo, almeno in ambito americano. Ovviamente non sono mancate le critiche, soprattutto da parti religiose e socialiste, per la visione laica della vita e la visione ultraliberale dello stato.
Personalmente, posso dire di aver letto tanti libri, ma questo è uno dei pochi che mi è veramente rimasto impresso nel cervello, nel bene e nel male: voi che ne pensate?