GLI STORICI CONTRO IL REATO DI NEGAZIONISMO, COSA NE PENSATE?
Da Informare per Resistere
L’Aula del Senato ha approvato, oggi, il disegno di legge sul reato di negazionismo (con 254 voti favorevoli, 8 contrari e 8 astenuti)
Riproponiamo un articolo pubblicato per la prima volta il 17 ottobre 2013. La repressione penale delle opinioni ha conseguenze esplosive. L’approvazione in prima lettura da parte del Senato del reato di negazionismo apre molti più problemi di quelli che vorrebbe risolvere. Gli storici la rigettano, da sempre.
Gil Galad - Stella di radianza
mi sembra un ottimo provvedimento.
con riguardo al punto 1, mi pare che questi storici pecchino di ingenuità e mi stupisce che non tutta la loro conoscenza del passato non riescano a intuire il futuro. Nel mondo che verrà, e che sarà connotato quasi sicuramente da problemi ecologici, contrasti etnico/culturali e mass-mediatizzazione della comunicazione e dunque della politica, lo Stato dovrà fare scelte di campo ben precise e ritrovare un ruolo che non sia solo quello di "arbitro super partes", o sarà il delirio.
quel ruolo poteva andare bene in società tutto sommato omogenee, elitarie e con il grande mondo in attesa di essere colonizzato e spolpato, non ora. Quelle società sono in via di estinzione.
Paletti e limiti a idee e opinioni vanno e andranno messi, laddove necessario. Direi che il genocidio è proprio una di quelle materie delicate da sorvegliare attentamente.
con riguado al punto 2, non si tratta assolutamente di verità di Stato. Non c'è alcuna pretesa ontologica o di superiorità gnoseologica in ciò che una legge del genere dispone. E' semplicemente una scelta di campo (razionalmente sostenibile) finalizzata alla tutela di determinati beni e diritti ritenuti particolarmente meritevoli qui e ora.
con riguardo al punto 3, si parla di genocio in generale e non di shoah
È sicuramente vero che la diffusione di idee di questo tipo presenti una marcata dannosità sociale. La domanda è come ottenere la risposta più efficace contro la minaccia. È un problema prettamente strategico:
1)"difensivo": come eliminare nella maniera più efficace possibile idee socialmente dannose, senza però compromettere i propri valori;
2)"offensivo": lo stato può farsi portatore di determinati valori, es. uguaglianza, libertà (anche) d'espressione, utilità sociale, anzi deve; e deve scegliere la via più efficace per farli assorbire nella coscienza sociale.
Una risposta eccessivamente repressiva potrebbe compromettere la strategia. Fuor di metafora, semplicemente fa passare, agli occhi di tizio qualsiasi, i negazionisti dalla parte del giusto, come fatto rilevare dagli storici. Vorrei anche ricordare che la religione oggi più potente al mondo duemila anni fa era perseguitata dall'allora stato più forte del mondo.
Lo stato non deve fare scelte di campo... perché le ha già fatte! In una costituzione. Questa è la solita legislazione dell'emergenza: i mass media creano o ingigantiscono una minaccia, si crede o si fa finta di credere ad essa e il governo presenta la propria leggina sgrammaticata per dire che ha fatto qualcosa. Leggina che incasina solo di più il lavoro dei magistrati e rende più contraddittorio e fallace il sistema giustizia.
Lo stato ha cessato di essere super partes con una Costituzione che codifica positivamente alcuni, pochi valori condivisi, scelti mooolto attentamente. Poi ovviamente queste scelte andrebbero tradotte a livello legislativo, nel migliore dei casi. Ora lo stato, o meglio l'esecutivo, oltre a non essere super partes, è divenuto spesso massmediapopulista-partes. Ma c'è differenza tra fare una legge per concretizzare valori e una legge per abbuonarsi l'opinione pubblica, e la differenza sta nel fatto che solo la prima esce "bene" cioè effettivamente è utile a qualcosa.
Quando avvengono comportamenti razzisti, non si tratta più di negazionismo ma di veri e propri atti discriminatori punibili a sé. Dunque il negazionismo "mero" è solo propaganda di idee pericolose o sbagliate, e va presa come tale; e la legge può spingere l'uomo via da una determinata idea o da un determinato concetto morale: sia perché tramite costrizione non vi sarebbe vero accoglimento dell'idea "giusta", sia perché poi si inquina la verità con la costrizione, e la verità diviene indesiderabile.
È un problema che va risolto tramite vie sicuramente diverse da quelle del diritto penale, e forse tramite vie diverse dal diritto in generale.
Mi accorgo che, mentre da un lato si cerca di costringere con la forza determinate cose, dall'altro quando vengono dette cose altrettanto sbagliate e pericolose (anche la stupidità, in generale, è pericolosa) ci si rifugia nel diritto all'opinione... il diritto all'opinione non esima dalle critiche. Il diritto all'opinione viene invocato, qui, come sacra reliquia. La libertà d'espressione ti consente di non essere condannato per quello che dici o pensi, ok.
<<Ma se “diritto a un’opinione” significa “avere il diritto che i propri punti di vista siano trattati come seri candidati per la verità” allora la frase è chiaramente falsa>> (Patrick Stokes) di cui vi linko questo articolo, in inglese:
http://theconversation.com/no-youre-not-entitled-to-your-opinion-9978
In italiano abbiamo
http://www.ciclofrenia.it/2013/07/09/ode-alla-stupidita-su-internet/
e
Si tratta semplicemente di uscire da questo clima di buonismo e di tolleranza per quasi qualsiasi cosa, e la risposta tipica è "beh se non ti piace allora ignoralo". Consapevoli del fatto che certi doveri spettano anche al cittadino comune, non può fare tutto lo stato con la forza pubblica. Il cittadino è parte dello stato, tra parentesi...
Ieri ho scritto un pezzo sulla questione, abbastanza approssimativo, ma rende abbastanza l'idea di ciò che penso.
Il Senato dice si al ddl contro il negazionismo, che ora passerà alla camera.
Ma non quella che pensate voi.
Non viene inteso come reato d'opinione, ma è stata cambiata la legge; se la propaganda, la pubblica istigazione e il pubblico incitamento a commettere atti di discriminazione razziale si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah, allora si rischiano 3 anni di reclusione in una prigione di stato e non un posto inventato come Dachau.
Se invece scegliete un altro genocidio, allora non fregherà mai ad abbastanza gente e probabilmente penseranno che vi siate inventati tutto.
"Indiani d'america? Ma sei fuori? Gli Indiani stanno in India e non ci ridanno i Marò tra l'altro"
In pratica potrete negare la Shoah, solo se intendete negare che ci sia stato un omicidio di massa di ebrei, se invece lo negate perchè quei nasi lunghi volevano più potere, derivato da un vittimismo eccessivo, beh allora non potrete farlo e rischiate la galera.
Il che è giusto, ma profondamente sbagliato, come dovrebbe esserlo un omicidio di massa e come non dovrebbe esserlo negare quell'omicidio, nonostante le prove siano contrarie.
A meno che non siate l'indagato; in quel caso conviene negare a prescindere.
Il trucco sta nel negare solo a grandi linee, senza entrare nello specifico, bello vero?! In pratica potete negare che, chi ha votato SI, abbia un cervello, ma non potete negare che quella mancanza di cervello sia invalidante per un idiota del suo calibro.
Potrete continuare ad esprimere le vostre opinioni, purchè queste opinioni non scadano nell'offesa, nell'odio razziale e nella diffamazione.
Viene da chiedersi cosa ci fosse di diverso prima.
Per fortuna non si sta rendendo la Shoah il Berlusconi dei genocidi con queste leggi ad personam.
Si rischia solo che i negazionisti, che non hanno un'opinione intelligente nè sensata della faccenda, si nascondano dietro alla censura per convalidare la propria tesi. Come se per l'odio razziale servisse una scusa migliore della diversità.
"Tu sei scemo"
"No, non è vero"
"Ecco, questo dimostra che lo sei"
Molto simile alla logica "non sopporti i gay, allora vuol dire che sei un omosessuale latente". No, non funziona così, ognuno può esprimere la sua becera e insulsa opinione, nonostante sia stupida e fuori luogo, perchè negare qualcosa non ha mai fatto male nessuno, se non alla domanda "sei venuta?".
Lo stato dovrebbe punire i comportamenti, non le idee e nemmeno le opinioni per quanto strambe e prive di senso. Non dovrebbe rendere la storia una verità assoluta e nemmeno parte di un processo, atto a perseguire chi ha un'opinione differente su un determinato fatto.
E' il fatto che costituisce il reato, non il parlarne.
Poi si sa come andrebbe a finire, genocidi di serie B con scarse documentazioni o avvenute lontano dal nostro piccolo lager di pomodori, non verrebbero trattati allo stesso modo di quelli di serie A, dove tra l'altro girano più soldi in tutti i casi.
"Ehi Maya, hanno fatto bene a sterminarvi. Il mondo non è finito del 2012"
Quindi ora sono dubbioso sulla cifra di 6 milioni esatti, a meno di un'organizzazione strabiliante tra tutti i lager. Una sorta di conteggio in tempo reale che ha permesso la cifra tonda di cui si parla sempre; un piccolo errore ed ecco che non ci si porrebbe nemmeno il bisogno di negare.
"Sono 6 milioni e due, che faccio lascio?"
"Si, altrimenti la gente non ci crederà mai"
La democrazia resta il peggior governo possibile, al contrario la dittatura è il migliore, almeno finchè sei d'accordo con il capo. Ma quando la democrazia inizia a vietare qualcosa per salvaguardare qualcos'altro, probabilmente previene dei Charlie Hebdo, ma crea dei piccoli Adolf Hitler.
Lui effettivamente disegnava meglio.
Faccio una premessa, ma la metto in fondo per comodità, giusto per dire che i vari "idiota, stupidi, beceri" sono più per rafforzare il concetto che non per un reale pensiero, perchè me ne frega troppo poco. Il problema di fondo non è negare un genocidio, ma utilizzarlo per discriminare una determinata etnia, gruppo religioso o quant'altro. Tuttavia questo sarebbe un problema a prescindere dalla negazione di quello o quell'altro massacro, per cui, era davvero necessario un ddl del genere?
Probabilmente sarebbe troppo definirlo antidemocratico, ma a volte per tutelare qualcosa si rischia di cadere nella repressione di qualcos'altro che, per quanto sia sbagliato, andrebbe estirpato dalla società, ma dal buon senso più che da un disegno di legge.
Lo Stato si comporta un po' troppo come una madre apprensiva, cerca di mettere la gommapiuma agli spigoli, la rete sul balcone, sterilizza i giocattoli e poi ti picchia se non mangi tutte le verdure. Secondo me non dovrebbe punire le intenzioni, ma solo l'atto avvenuto.
Atti di discriminazione e razzismo sono cose inutili e dannose, ma non credo che le persone, che fanno un vanto di avere queste qualità, abbiano bisogno di negare un genocidio per comportarsi in questa maniera.
Quando avvengono comportamenti razzisti, non si tratta più di negazionismo ma di veri e propri atti discriminatori punibili a sé. Dunque il negazionismo "mero" è solo propaganda di idee pericolose o sbagliate, e va presa come tale; e la legge può spingere l'uomo via da una determinata idea o da un determinato concetto morale: sia perché tramite costrizione non vi sarebbe vero accoglimento dell'idea "giusta", sia perché poi si inquina la verità con la costrizione, e la verità diviene indesiderabile
infatti mi la legge mi pare punisca il "mero" negazionismo, ma come aggravante per comportamenti che incitano al razzismo o alla discriminazione.
ci sta tutta seconda me, il genocidio e la shoah sono il massimo livello a cui possono arrivare (degenerare) il razzismo e la discriminazione, è giusto differenziarli rispetto a, chessò, un razzismo becerotto e intollerante in stile lega.