premesso: io sono contrario all'aborto in generale, fatta eccezione i casi in cui la vita/salute della madre è in pericolo, perché non c'è proporzione (ma zero proprio) tra la vita del nascituro (seppur non ancora sviluppato) e un eventuale maggiore agio/serenità lavorativa/sentimentale/che-ne-so-io dei genitori.
ritengo che la soluzione migliore sarebbe quella di apprestare strutture volte ad accogliere i neonati "indesiderati", e facilitare le adozioni.
sono invece pro eutanasia, perché non c'è motivo per negare a chiunque di decidere liberamente di porre fine alla sua stessa esistenza
di conseguenza, nel caso qui in discussione: dipende dal livello di handicap del nascituro.
- se l'handicap è tale da mettere a rischio la vita/salute della madre durante la gravidanza -> OK aborto
- se l'handicap non è tale da mettere a rischio la vita/salute della madre, ma è comunque tale da rendere il futuro nascituro incapace di intende e di volere, condannandolo a un esistenza diciamo semi-vegetativa o simili, o condannandolo a subire gravi sofferenze sin dalla nascita -> poiché egli non sarà mai in grado di esprimere la sua volontà riguardo all'eutanasia (o quando sarà in grado di esprimerla avrà già sofferto per anni le pene dell'inferno), è giusto (o meglio, inevitabile) che siano i genitori a decidere al suo posto. Se essi ritengono che la vita di loro figlio sarà caratterizzata da vuoto e sofferenza, trovo ammissibile che l'ultima parola spetti a loro. Anche perché, laddove vi sia un punto di domanda assoluto (se potesse scegliere/esprimere la propria volontà, l'handicappato grave/gravissimo sceglierebbe la vita o la morte? boh), può diventare un parametro rilevante anche la serenità/felicità dei genitori/parenti.
- se l'handicap non è invece di media/lieve (non so, menomazioni fisiche non gravi, sindrome di down), o comunque garantisce al nascituro la capacità di intendere e di volere, e dunque di esprimersi sulla questione vita/morte, e non comporta sofferenze fisiche (o ne comporta ma di tollerabili), ritengo sia decisamente preferibile lasciare che il bambino nasca, e sia poi lui a decidere se valga la pena continuare a vivere e fino a quando.