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NAOMI KLEIN, I SUOI LIBRI LE SUE IDEE. COSA NE PENSATE?
G di GIL GALAD
creato il 07 febbraio 2015

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GIL GALAD
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Inviato il 07 febbraio 2015 17:35 Autore

E' appena uscito anche in Italia l'ultimo libro della scrittrice giornalista canadese Naomi Klein, UNA RIVOLUZIONE CI SALVERA' edito da Rizzoli, già famosa in tutto il mondo per un suo precedente volume NO LOGO e per il suo attivismo che ne hanno fatto un po' la bandiera e il manifesto del movimento NO GLOBAL.

 

Naomi_Klein_Warsaw_Nov._19_2008_Fot_Mari

 

L'autrice crede fortemente che si debba superare il liberismo e il capitalismo che violentano sia l'uomo che la natura e in questo articolo brevemente spiega il suo pensiero:

 

Da lantidiplomatico.it

Naomi Klein presentando il suo libro a Roma racconta il salto di qualità in corso in America nell'attivismo tra lotta al capitalismo e al riscaldamento climatico

 

Intervenendo mercoledì 3 febbraio a Roma per presentare il suo nuovo libro Naomi Klein ci ha ricordato come a New York è accaduto recentemente qualcosa di potenzialmente rivoluzionario per l'attivismo: 400 mila persone sono scese in piazza e non erano Ong o gruppi ambientalisti, ma movimenti di giustizia, in cui a marciare nelle prime file vi erano sia le popolazioni indigene sulla cui terra, ora inquinata, si sfruttano le risorse e sia le persone dei territori che dicevano no al fracking.

 

Mentre prima, ha sottolineato la Klein, i movimenti ambientalisti erano percepiti come un qualcosa della fascia medio-alta, borghese, stiamo registrando una trasformazione da questo punto di vista, dato che con il riscaldamento climatico oggi gli stati più colpiti sono le fasce più povere della popolazione. E il legame ora creatosi ha avuta piena dimostrazione il giorno successivo a questa manifestazione quando è andata in scena il flood Wall Street: erano gli stessi che avevano organizzato Occupy Wall Street, solo che all'inizio era solo una lotta contro il capitalismo, ora si è integrata anche la battaglia al cambiamento climatico. E' un salto di qualità decisivo, perché è il capitalismo che sta portando avanti la guerra al clima. Ed è il problema principale.

 

Su questi temi sviluppati dalla Klein, su Altra Economia, Roberto Manicini scrive correttamente come finché ci adattiamo alla mentalità liberista, la cultura resta soffocata e lo spazio politico è occupato da partiti che sono la naturale espressione di tale mentalità, o che lo diventano, come organismi geneticamente modificati. Di questultimo caso il Partito democratico di Renzi sta offrendo un esempio da manuale. E quindi si tratta, più concretamente, di sprigionare lazione culturale di minoranze attrattive" per arrivare ad una svolta: è tempo di passare dal liberismo al solidarismo. Il liberismo è il sistema in cui umanità e natura subiscono la prepotenza del capitale. Il solidarismo invece è lordine di convivenza in cui persone e istituzioni fanno in modo che nessuno sia oppresso.

 

 

Dall'articolo di Roberto Mancini su Altraeconomia

 

Quali sono i soggetti e i luoghi sociali protagonisti di questa svolta?

 

Primo: le comunità civili sui territori. È il tessuto fatto di famiglie, scuole, enti locali, aziende responsabili, associazioni, tutti accomunati dallimpegno a trasformare una determinata città o regione in una comunità disposta a subordinare, nelle proprie scelte quotidiane, i criteri del capitalismo al criterio dei diritti umani.

 

Secondo: una rete di scuole e di università che si coordinano su scala nazionale per promuovere, nella normale didattica e nellelaborazione di un nuovo pensiero, leducazione alla democrazia e alleconomia responsabile.

 

Terzo: un vasto gruppo di intellettuali associati e coordinati, tra i quali gli operatori dellinformazione, che lavorano per rendere familiare la visione solidarista della società.

 

Quarto: la rete dei movimenti che lottano per la democratizzazione delleconomia, per larmonia con la natura, per la giustizia e la pace. A essi si devono affiancare sia gli organismi religiosi pronti ad agire in questa direzione (ad esempio i cattolici che desiderano tradurre in azione le indicazioni profetiche di papa Francesco), sia i partiti e i sindacati decisi a costruire una società alternativa. Partiti e sindacati, per quanto essenziali, li cito per ultimi perché essi non sapranno rigenerarsi se non alimentandosi dellapporto delle altre soggettività. Un forte partito per la trasformazione del sistema e per la giustizia sociale, che ora in Italia non esiste, nascerà grazie a tale fermento.

 

È urgente che queste forme di soggettività approfondiscano la coscienza del loro ruolo attrattivo e canalizzino le energie per spostare in avanti la frontiera della vita solidale, riducendo sempre più gli spazi mentali e sociali colonizzati dal liberismo. Labitudine di limitarsi alla diagnosi (di solito desolante) della situazione attuale non dà frutti: di sola analisi si muore. Bisogna arrivare ad agire, generando pensiero trasformativo e forme di vita democratiche. A questo scopo, in ognuno dei soggetti evidenziati, servono leaders di servizio, ossia guide che mostrino la direzione del cammino, infondano fiducia e siano un riferimento propulsivo per molti. Ciascuno di noi può contribuire in modo efficace alla nascita di una società decente, purché usciamo dalla rassegnazione e dallisolamento. In particolare bisogna guarire dal settarismo narcisista tipico dei partiti della sinistra superstite, dallassistenzialismo politicamente inerte diffuso nel mondo cattolico, dallautoreferenzialità del piccolo è bello che a volte si trova anche nei gruppi dellaltreconomia. Il tempo è maturo per rialzare lo sguardo e mettersi insieme in viaggio verso un'altra società.


Gil Galad - Stella di radianza





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Seth Heristal
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Inviato il 13 febbraio 2015 9:59

Hanno essenzialmente ragione, tranne su di una cosa: che sia il momento giusto ad agire. In effetti, può venire il dubbio che tale momento possa mai arrivare. Il problema è che non ci si può permettere di abbandonare questo sistema se non lo fa anche la concorrenza: Cina, India, Brasile... per non parlare dei paesi sottosviluppati. Alla fine la concorrenza c'è comunque a livello internazionale... e si rischia di perdere potere economico e quindi potere internazionale solo per... fare meno soldi?

Io sono per la lotta fortissima alla speculazione e una regolamentazione della finanza globale, ma tenendo conto di ci si sta mettendo contro, un tentativo che non sia contemporaneamente assolutamente unitario e assolutamente vantaggioso per l'economia reale è da scartare a priori. Poi, un altro paio di maniche è realizzare tale progetto...


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GIL GALAD
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Inviato il 13 febbraio 2015 11:47 Autore

Hanno essenzialmente ragione, tranne su di una cosa: che sia il momento giusto ad agire. In effetti, può venire il dubbio che tale momento possa mai arrivare. Il problema è che non ci si può permettere di abbandonare questo sistema se non lo fa anche la concorrenza: Cina, India, Brasile... per non parlare dei paesi sottosviluppati. Alla fine la concorrenza c'è comunque a livello internazionale... e si rischia di perdere potere economico e quindi potere internazionale solo per... fare meno soldi?

Io sono per la lotta fortissima alla speculazione e una regolamentazione della finanza globale, ma tenendo conto di ci si sta mettendo contro, un tentativo che non sia contemporaneamente assolutamente unitario e assolutamente vantaggioso per l'economia reale è da scartare a priori. Poi, un altro paio di maniche è realizzare tale progetto...

 

 

Bisogna pur cominciare a cambiare questo sistema capitalistico mortifero per lo sviluppo umano ecosostenibile e soprattutto portatore di desuguaglianze mostruose. Non è più concepibile che una piccolissima percentuale della popolazione mondiale detenga una ricchezza enorme mentre milioni di persone soffrano la povertà o addirittura la fame e non abbiano accesso a cure universalistiche. Certamente se mai vi saranno mutamenti noi non li vedremo e forse neppure i nostri figli ma invece di riformarsi il capitalismo sta tornando alle origini peggiori della quasi totale alienazione dei diritti dei lavoratori. Mi auguro che Papa Francesco dia un impulso importante in questa direzione (non mi faccio illusioni però) anche se il potere della finanza e del denaro fine a se stesso ha trionfato oramai da secoli anche sul messaggio evangelico cristiano che la Chiesa ha molte volte dimenticato.


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Ser Balon Swann
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Inviato il 13 febbraio 2015 11:49

sogni da hippy fuori tempo massimo.

sarà tutto molto più lineare e prevedibile.

 

poiché

1. una condizione sine qua non per l'esistenza della democrazia è la presenza di un sano sistema economico liberale e, almeno in parte, capitalista (se non piace il termine, diciamo concorrenziale, non pianificata dall'alto)

2. i sistemi economici concorrenziali e liberal/capitalistici funzionano solo fintanto che vi sono risorse infinite/abbondanti

3. le risorse fondamentali - e parlo proprio di fondamentali con la F maiuscola: aria pulita, acqua pulita, suolo fertile, temperature miti ecc., insomma quelle su cui si fonda il nostro ecosistema e che ci permettono di mantenere questo livello di vita - stanno diminuendo proprio a causa di questa corsa concorrenziale a sfruttare quanto più possibile, e tra non molto diventeranno finite e per nulla abbondanti

 

date queste premesse, per forza di cose gli Stati dovranno pianificare e intervenire in modo sempre più limitate e coercitivo nell'economia, e di conseguenza le democrazie salteranno.

questo accadrà anche e soprattutto a livello internazionale. I più forti diranno ai più deboli cosa possono e cosa non possono fare. Ovviamente riservandosi i privilegi maggiori e sfruttando chi non può difendersi..

 

il momento giusto per noi (europei/occidentali) di agire è nei prossimi 10-20 anni massimo, finché siamo appunto in posizione di forza.

Poi il momento giusto sarà della Cina (e dell'asia in generale).

Poi se nessuno ha sfruttato il momento giusto probabilmente ci ritroveremo tutti a combattere in trincea la terza guerra mondiale.

 

I soggetti protagonisti della svolta saranno degli gli oligarchi illuminati, si spera. Altrimenti saranno dei tiranni spietati.

La comunità civile in ogni caso si metterà sorridendo a novanta pur di conservare la qualità di vita che ha conosciuto e apprezzato.

 

 

Ovviamente l'alternativa a questa apocalisse pseudo malthusiana esiste, ed è il balzo in avanti tecnologico. Ma così ad occhio mi pare che (è capitato raramente nella storia, ma è capitato) l'esaurimento delle risorse stia andando più veloce di quanto non riesca a starci dietro la tecnica e il progresso.

 

 

Ciò che le persone come Naomi, sicuramente preparate e informati, devono ficcarsi nella zucca è che l'umanità, la massa, NON PIANIFICA, ma reagisce agli stimoli immediati. Non è in grado di adottare una condotta PROATTIVA. L'umanità/società civile diventerà green e bio-friendly solo quando barcollerà sull'orlo del baratro.

Solo i singoli o gruppi ristretti sono in grado di pianificare, imporre o indurre rivoluzioni di questo tipo.


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Inviato il 13 febbraio 2015 12:04 Autore

Concordo la mia è una visione forse utopica e prevedibilmente irrealizzabile e concordo ahimé con te quando dici in succo che sono solo le élite e non le masse a generare i mutamenti. Per questo io sono pessimista sul futuro a lungo termine; ci saranno sempre più guerre temo e cambiamenti climatici sempre peggiori che porteranno noi "pazza" umanità vicino al collasso. Poi forse solo dopo, se saremo ancora in tempo e avremo evitato il baratro e il non-ritorno, si produrrà qualcosa di buono.


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