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Suicidio
E di Elessar
creato il 19 novembre 2014

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Metamorfo
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Inviato il 21 novembre 2014 10:30

 

Però di una cosa sono sicura: sono completamente favorevole al suicidio assistito per motivi di salute. Questa per me è una cosa assolutamente importante, perchè c'è un desiderio di andarsene con una propria dignità, col proprio corpo ancora intatto, con la propria sanità mentale, con la possibilità di salutare i tuoi cari e di saltare un calvario doloroso, straziante e inutile che troppe volte troppe persone devono sopportare, malati e familiari e amici, che deve essere permessa e controllata. chiaramente, sempre imho

 

D'accordo.

Impedire l'eutanasia, per me, è una enorme privazione della libertà individuale. In alcuni casi, in cui ci sono persone costrette a soffrire per mesi o anni (fisicamente e psicologicamente), e sono impossibilitate a cessare da soli le proprie sofferenze, si potrebbe quasi equiparare alla tortura.

Incredibile che ci siano tanti paesi, cosidetti civilizzati, che continuino a negare quella libertà.



Maya
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Guardiani della Notte
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Maya
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Guardiani della Notte

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Inviato il 21 novembre 2014 12:13

Coraggio o vigliaccheria? Posso dire che questa dicotomia non esiste in questo caso? Ok, ormai l'ho detto. ;)

 

Mi riesce davvero difficile guardare all'estremo gesto di qualcuno di togliersi la vita, andando contro quello che è il più naturale e primario degli istinti, e metterci sopra un timbro del genere.

 

Decidere di non affrontare le cose può essere vigliaccheria. Eppure, appendersi per il collo e rimanere ad ondeggiare mentre l'aria viene meno un po' alla volta, affogarsi nella vasca da bagno e sentire l'acqua che brucia i polmoni, tagliarsi le vene, spararsi un colpo di fucile in gola e così via, neppure mi sembrano scelte facili. Non so se ci voglia più coraggio o più disperazione, ma il punto è: ha importanza stabilirlo?

 

Anni fa ho lavoravo in un'azienda con gli uffici al secondo piano di un grattacielo. Un giorno una persona si è lanciata da non so più che piano ed è piombata sul tetto del cinema vicino, proprio all'altezza delle nostre finestre. Sapete cosa mi ha impressionato di più? Non ha urlato. Nemmeno un suono. Una persona che affronta una caduta del genere con la consapevolezza di morire che non emette un solo, singolo vocalizzo, quanto poteva essere disperata? O quanto poteva essere finalmente sollevata?

 

Si dice infatti che chi matura la decisione di uccidersi ritrovi una momentanea felicità per il fatto di aver finalmente trovato la soluzione ai suoi problemi.

 

Oggettivamente ci sono problemi più seri di altri, ma ognuno di noi ha una percezione molto diversa delle cose. Se ammettiamo che il suicidio sia un diritto, una scelta individuale e personale che spetta a ciascun singolo individuo, allora dobbiamo accettare anche la soggettività nello stabilire perché e quando esercitare tale diritto. Credo che il nostro giudizio debba mantenere lo stesso livello nel valutare le cause come gli effetti.


"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)

 

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Lady DragonSnow
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Lady DragonSnow
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Inviato il 01 dicembre 2014 14:55

Non sto a quotare e commentare tutto, ma mi limito a dire la mia a riguardo. Premetto che con alcune cose sono d'accordo, ma con la maggior parte no. Naturalmente sono punti di vista.

 

Il suicidio puó essere visto come atto di coraggio in certi casi, é vero, ma sono punti di vista..e in certi casi (quelli delle malattie) come una liberazione. Ora non parleró di eutanasia..riguardo a quella ho assistito ad incontri con preti, con infermieri e con specialisti di bioetica e devo ancora formarmi un'opinione solida a riguardo.

 

Detto questo, secondo me il suicidio é un atto di vigliaccheria, di arresa e soprattutto di egoismo. Di egoismo nei confronti dell persone amate. Una volta avrei detto che il suicidio é sbagliato perché la vita é un dono di Dio e noi non siamo nessuno per togliercela (cosa criticata in altri post precedenti). Io sono ancora credente e do lo stesso valore alla vita, ma togliersela penso sia sbagliato in prima linea per altri motivi. Una persona che si suicida, anche se con l'intento di non essere un peso per le persone circostanti, non fará che far soffrire i suoi cari.

Di questa mia opinione do tre esempi che ho ho vissuto in prima persona o comunque da vicino e penso siano questi i motivi che nel corso degli anni mi hanno portato ad avere quest'opinione, quindi é, come tutto, un parere soggettivo.

Un uomo che per una pena d'amore si toglie la vita, perché crede che cosí sia meglio per tutti..in realtá segnerá anche la ragazza, che si sentirá colpevole e nel peggiore dei casi vorrá compiere il medesimo atto. Io l'ho vista questa situazione.

Poi ci sono i casi in famiglia. Una donna con due figli, separata dal marito che é all'estero, non riesce a reggere la situazione e si taglia le vene buttandosi da un terrazzo...questo io lo trovo davvero egoistico nei confronti dei figli poco piú che adolescenti, che comunque non avevano un buon rapporto col padre, deceduto qualche anno dopo. I giovani in questo caso si sono ritrovati in una situazione terribile e ci soffrono ancora, nonostante siano passati molti anni.

Il terzo caso é quello di un giovanissimo ragazzo, sempre scherzoso e allegro, aveva sempre la battuta pronta...un giorno esce per andare a sostenere un esame e lo ritrovano due giorni dopo. Si é gettato da un ponte. Era l'ultima persona che si pensava avrebbe fatto una cosa del genere. E avrá avuto tutti i motivi di sto mondo, ma i suoi amici, quelli che sono cresciuti con lui fin da piccoli, che lo aiutavano sempre e che pensavano di conoscerlo..nemmeno loro sanno nulla e ora si addossano la colpa per non aver capito nulla.. quelli che a volte uscivano con lui, quelli che non lo vedevano molto ma con cui era sempre buono e scherzoso, quelli delle vecchie compagnie degli anni passati, tutti si sentono in colpa e basta una foto, un aneddoto per sentirsi uno schifo e far scorrere le lacrime. Anche se non hanno colpa, tutti i ragazzi che hanno a che vedere con lui ne sono stati segnati per sempre credo.

 

Tutti, anche i kamikaze che si sacrificano per un ideale superiore, proprio tutti hanno qualcuno di caro che faranno soffrire. Poi é chiaro che se una persona é depressa o quel che si vuole, allora ragiona diversamente...ma non credo che dimentichi del tutto alcune persone che sente vicine.

 

Dopo gli esempi, posso concludere che, a parer mio, per ciascuno il suicidio ha un significato diverso in base alle esperienze che abbiamo a riguardo. É chiaro che una persona che lo abbia tentato abbia un parere diverso dal mio.


 

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Seth Heristal
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Inviato il 01 dicembre 2014 17:21

Ser Balon ha proposto una categorizzazione fondata sullo scopo del suicidio; ma bisogna dare anche spazio a quelli che "rimangono" oltre a quello che "se ne va". Nessuno dei due soggetti va escluso dal problema: secondo me non è un diritto (non sempre cioé è una possibilità eticamente corretta).

 

-Ci sono i casi in cui il suicidio è effettuato da una persona su cui incombevano obblighi, giuridici o morali. Colui che si suicida qui può farlo per "sfuggire" a tali obblighi o per altri motivi: non importa, tanto mica ti possiamo punire per dolo o colpa. È comunque eticamente "da condannare".

 

-Ci sono i casi in cui questi obblighi sono assenti, ma vi sono i "cari" che riceverebbero uno shock psicologico notevole. In questo caso non sono tanto sicuro come prima, ma suppongo che l'affetto dei cari debba ritirarsi di fronte al diritto di autodeterminazione dell'individuo, o l'affetto di questi cari non è altro che un'ulteriore parete della realtà-prigione del suicida.

 

-C'è l'area poi de suicidio "razionale" o "qualificato". Con questo si portano vantaggi alla propria situazione e/o a quella degli altri. Caso principe l'eutanasia, ma anche i sacrifici per il bene maggiore di cui la narrativa di nicchia e non è piena...

 

-Si può individuare una quarta area, quella del suicidio compiuto quando c'erano ancora molte altre strade possibili. Trasferimento in Siberia (soluzione esclusa quando devi fuggire da te stesso), aiuto psicologico (ma che può non funzionare), altre...

Se queste soluzioni non funzionano allora a seconda della situazione si rientrerà nei casi precedenti, se non sono possibili è una disgrazia, se non sono cercate e provate è... mancanza di razionalità.

 

E dobbiamo razionalizzare anche solo per discuterne, giusto?


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Elessar
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Elessar
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Inviato il 06 dicembre 2014 15:57 Autore

Visto gli ultimi post volevo riprendere il discorso di Aeron Plain.

Premetto che sono ateo ma se dovessi ragionare da credente non riuscirei comunque a spiegarmi questa condanna categorica del suicidio.

Ragionando in questi termini mi chiedo davvero la vita è IL dono di Dio? Non potrebbe essere invece UN dono? Tenderei a credere che i doni in questione essenzialmente siano 3: vita, libero arbitrio e morte.

 

Per come la penso io noi siamo essenzialmente soli, certo tendiamo ad associarci, a formare gruppi ma alla fine per me è sbagliato non ragionare in termini di individualità. Penso a ognuno di noi come la goccia che cade, certo fa parte di un'insieme di gocce mentre piove ma rimane comunque separata..altri invece pensano all'uomo come alla goccia ormai caduta nel mare e a quel punto perde la sua individualità..

 

Nascendo non siamo liberi, non decidiamo se nascere e quando nascere però se un qualche Dio ci ha donato il libero arbitrio è affinché noi si possa scegliere..solo vivendo possiamo decidere se essere liberi..immagino la vita come un lasso di tempo in cui siamo incatenati come alla nascita ma abbiamo la chiave..possiamo scegliere se rimanere incatenati per quel nobile sentimento chiamato amore che ci lega indissolubilmente a famiglia,partner e amici e alla vita stessa, e quindi attendere impotenti la morte(non liberi) oppure usare quella chiave e scegliere come e quando morire..

Ecco per me il suicidio al di là delle cause è forse l'espressione della libertà dell'essere umano.

Che l'ipotetico Dio preferisca che le sue creature vivano può anche essere condivisibile..forse per questo fa dono dell'istinto di sopravvivenza ma in ogni caso non ha voluto imporre la propria volontà.

E allora perché altri uomini hanno scritto che il suicidio è condannato..loro lo condannano? è una loro opinione..non certo del dio in questione. A me non ha detto nulla quindi perché dovrei dare retta a uomini mortali come me?

Scusate se vi sto esponendo le mie pippe mentali( :stralol: ) ma veramente ritengo che il suicidio sia un diritto e ognuno di noi abbia diritto a ponderare questa scelta senza essere giudicato per questo. Sta all'individuo scegliere se rimanere incatenato per amore dei suoi cari oppure agire egoisticamente.

E per me nel suicidio c'è sempre una dose di coraggio..anche chi non vuole più vivere ha coraggio nel scegliere il nulla(dopotutto i libri sono libri e nessuna sa per certo se c'è qualcosa nell'oltre e se c'è un oltre)..sulla codardia credo che si vada a casi invece.


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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 07 dicembre 2014 21:47

Tutto giusto, ma quando dici che ognuno ha diritto di fare questa scelta senza essere giudicato perché il suicidio è l'estrema dimostrazione di libero arbitrio, ti contraddici. Perché se tu sei libero di suicidarti, così io sono libero di giudicarti. Se uno è libero su una cosa così importante come la propria vita/morte, è libero anche un altro di giudicare. Per questo è un argomento che interessa, per questo ne parliamo qui come se ne parla, se ne è parlato e se ne parlerà altrove.


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Mordente
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Mordente
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Inviato il 07 dicembre 2014 22:04

Tutto giusto, ma quando dici che ognuno ha diritto di fare questa scelta senza essere giudicato perché il suicidio è l'estrema dimostrazione di libero arbitrio, ti contraddici. Perché se tu sei libero di suicidarti, così io sono libero di giudicarti. Se uno è libero su una cosa così importante come la propria vita/morte, è libero anche un altro di giudicare. Per questo è un argomento che interessa, per questo ne parliamo qui come se ne parla, se ne è parlato e se ne parlerà altrove.

Se la metti così, ti si può rispondere che sei libero di giudicare , ma che non ne hai il diritto. Tutti sono liberi di giudicare tutto.


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Inviato il 07 dicembre 2014 23:19 Autore

Tutto giusto, ma quando dici che ognuno ha diritto di fare questa scelta senza essere giudicato perché il suicidio è l'estrema dimostrazione di libero arbitrio, ti contraddici. Perché se tu sei libero di suicidarti, così io sono libero di giudicarti. Se uno è libero su una cosa così importante come la propria vita/morte, è libero anche un altro di giudicare. Per questo è un argomento che interessa, per questo ne parliamo qui come se ne parla, se ne è parlato e se ne parlerà altrove.

In realtà rileggendomi hai ragione il giudizio è una facoltà irrinunciabile dell'intelletto e ognuno è libero di giudicare. Il giudicare però non implica il condannare o assolvere e il termine adatto e che avrei dovuto usare è condannare.

Per me nessuno ha il diritto di condannare il gesto.


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Arya&BranStark
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Inviato il 15 dicembre 2014 22:01

Difficile decidere tra codardia e coraggio. Di primo acchito io direi che è codardia ma, è così facile suicidarsi? Personalmente penso che una persona egoista o anche solo una persona (perchè un pizzico di egoismo per me l'abbiamo tutti) potrebbe pensare anche che se si suicida è tutto finito. Mettiamo qualcuno che si suicida perchè non ha affetti (o pensa di non averne) di gente che si suicida perchè si sente sola o non compresa ce n'è un'infinità (questo poi è un periodone per i suicidi) ma magari uno potrebbe pensare "se mi suicido oggi non ci sarà nessuno che mi piangerà, non ci sarà nessuno che starà male per me" uccidendoci ci precludiamo ogni possibilità di farci ricordare da qualcuno. Certamente uno che si suicida pensa di non poter mettere a posto le cose ma l'atto in sè è così DEFINITIVO che mi sembra troppo difficile che un codardo possa compierlo.

Per quanto riguarda l'egoismo sono d'accordo, ma è anche vero che, se si arriva al punto di suicidarsi, si hanno problemi troppo grossi per poter pensare agli altri.

Sarà sicuramente più coraggiosa una madre che non si suicida per accudire i propri figli e per non farli star male, su questo sono d'accordo. Ma perchè un ragazzo che si suicida per una storia finita (motivo che non approvo, ma sono cose che succedono) dovrebbe pensare a quella st.. della ex che l'ha lasciato? Sinceramente non me la sentirei di dire che è "coraggioso" perchè decide di non uccidersi per non dare poblemi a lei.. anzi mi pare lei quella che non vuole prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Se fosse vissuto per altri 80 anni infelice e depresso sarebbe stato meglio per la ragazza in questione? Sì perchè non avrebbe avuto un morto sulla coscienza e se ne sarebbe fregata della sua eventuale depressione. Ma perchè lui avrebbe degli obblighi verso di lei? io non ne vedo il motivo.

Come leggevo in un libro recentemente tutti i morti hanno genitori o figli o amici o amici di infanzia o vicini o nipoti o fratelli o chissà chi altri, ma come nella vita si è infelici se si cerca di far contenti tutti (impossibile) anche nella morte mi sembra assurdo dover pensare a chiunque. Se io mi suicido e la figlia del mio vicino essendo piccola viene turbata e si rovina la vita.. ad un certo punto a me che me ne frega? devo continuare a vivere perchè forse mio cugino ci resterà male? forse il mio ex si chiederà cosa sarebbe successo se non mi avesse tradita 10 anni fa?

Come dite voi è impossibile decidere oggettivamente, bisognerebbe conoscere caso per caso ma, allo stesso tempo, non abbastanza bene da avere rapport personali che ci possano condizionare.

Giudicare probabilmente è una cosa sbagliata ma, se devo essere sincera, a me viene spontanea. Ho perso diverse persone per brutte cose successe e se devo dire la verità sapere che qualcuno si è suicidato per "bla bla" mi fa leggermente arrabbiare, perchè di gente che non se lo merita ne muore a volontà e loro buttano via una cosa che loro avrebbero stretto fino alla fine. Allo stesso tempo però penso che ognuno sia libero di disporre della propria vita come vuole, come però io mi sento libera (anche se non è fine e meglio evitare di dirlo ad alta voce) di dire che è stato un gesto stupido..

Insomma penso tutto e il contrario di tutto!

è un argomento talmente complesso che andrebbe sviscerato in ogni suo elemento per poter fare chiarezza sul mio pensiero! :ehmmm:


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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 16 dicembre 2014 9:09

 

Tutto giusto, ma quando dici che ognuno ha diritto di fare questa scelta senza essere giudicato perché il suicidio è l'estrema dimostrazione di libero arbitrio, ti contraddici. Perché se tu sei libero di suicidarti, così io sono libero di giudicarti. Se uno è libero su una cosa così importante come la propria vita/morte, è libero anche un altro di giudicare. Per questo è un argomento che interessa, per questo ne parliamo qui come se ne parla, se ne è parlato e se ne parlerà altrove.

Se la metti così, ti si può rispondere che sei libero di giudicare , ma che non ne hai il diritto. Tutti sono liberi di giudicare tutto.

 

Non mi hai capito, io ho detto quanto tu hai quotato proprio per dimostrarti che la libertà è assoluta e da ambo le parti (chi si suicida e chi lo giudica). Tutti e due hanno la possibilità di farlo e perciò stesso tutti e due hanno il diritto. Il diritto, per me, discende dalla forza di poter fare qualcosa. Tu non puoi impedirmi di suicidare (ok, puoi rendermelo più difficile, pensiamo solo ai detenuti in isolamento speciale sorvegliati di continuo perché non si uccidano), così come non puoi impedirmi di giudicare (puoi alzare la voce, censurarmi, diffondere idee contrarie, ma a meno che non mi spari io posso esprimere il mio giudizio). Puoi solo lottare contro queste mie decisioni e in genere dire "non ne hai il diritto" è uno dei modi tipici, ma è appunto solo quello, un modo come un altro per imporsi.

Non voglio però andare OT parlando di cosa è la libertà oppure no, quindi mi fermo qui.


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Morgil
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Morgil
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Inviato il 18 dicembre 2014 23:26

i romani e i giapponesi si suicidavano per il disonore,secondo me ci vuole tantissimo coraggio...non lo condivido,ma non sono nessuno per disprezzare chi per un qualunque motivo lo compie!


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