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Il declino della violenza
S di sharingan
creato il 12 ottobre 2014

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Amberlith
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Amberlith
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Inviato il 13 ottobre 2014 18:12

Concordo con gli ultimi interventi (a partire da Ewin_Reyne).

 

Questa non è affatto una teoria che cerca di prevedere alcunchè, e lo dice chiaramente. E' uno studio statistico che ha individuato delle tendenze a cui cerca di dare spiegazione. Una spiegazione che io trovo piuttosto convincente, per lo meno da quanto si evince dall'articolo.

Ci dice solo che ci sono dei processi storici che favoriscono il diminuire della violenza nella società (tra questi la diffusione del benessere e l'affermazione degli Stati nazionali con monopolio della violenza).

Ci mette anche in guardia dal fatto che nulla di tutto questo è irreversibile.


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sharingan
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sharingan
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Bannato
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Inviato il 13 ottobre 2014 21:08 Autore

Norman Angell scriveva cose molto simili all'inizio del '900, affermando che le guerre sarebbero progressivamente scomparse anche dalle aree meno civilizzate del pianeta così come erano scomparse dall'Europa.

Neanche dieci anni dopo scoppiava la Prima Guerra Mondiale (per tacere dei conflitti "minori").

Non per fare l'uccello del malaugurio, ma...

 

Ma l'autore dell'articolo non vuole fare previsioni sul future nette, mi pare piuttosto che cerchi di spiegare quello che succede adesso, infatti poi afferma che questo stato di pace non è detto che duri in eterno.

 

Detto questo, mi pare che al giorno d'oggi le probabilità che scoppino conflitti mondiali sia enormemente più bassa rispetto ad inizio 900. Lo sviluppo degli armamenti, le due guerre mondiali e la guerra fredda hanno dimostrato che le guerre tra grandi potenze sono attualmente parecchio sconvenienti e controproducenti, perchè spingono il conflitto su un piano di annientamento reciproco che nessuno ovviamente vuole. L'elevata interdipendenza economica poi è un altro motivo per il quale le grandi potenze ci penseranno due volte prima di scontrarsi (gli interessi sono spesso collegati).

 

Secondo me, nel conto della percezione della violenza, bisogna tenere conto di quelle che sono le "aspettative". A parità di crimine, siamo più propensi a giustificarne l'esistenza in un posto o in un tempo piuttosto che in un altro, e questo falsa la percezione della realtà.

 

Un esempio simile i crimini commessi dagli immigrati sono in genere considerati con più apprensione e paura di quelli commessi da autoctoni.

 

Comunque la ricerca mi pare non si basi solo su dati, oltre al fatto che i dati poi possono essere letti in un modo oppure in un altro. Però a livello di percezione a me pare che gli ambiti nei quali la violenza viene tollerata sono sempre minori rispetto al passato. Una trentina di anni fa era normale che i genitori tirassero una sberla ai figli, adesso la cosa può anche essere considerata reato; anche l'emergere del problema femminicidio e violenza sulle donne penso si possa intendere come un passo in avanti in questa direzione (per lungo tempo anche in Paesi civilizzati era considerato accettabile che il padre-padrone o il marito potessero picchiare la moglie o la figlia); analogamente la violenza sui animali viene affrontata molto più severamente che in passato, oppure le violenze commesse dalle forze dell'ordine.

 

Da un punto di vista bellico poi è abbastanza recente l'emergere di un pacifismo tout-court, avverso alla guerra in sè e per sè. Fino ai conflitti mondiali, la guerra era considerata qualcosa di bello, eroico, vitale, ora è affrontata con sempre maggior senso critico, a volte con ostilità vera e propria. Forse in questo è "responsabile" anche la TV, che ha fatto sì che i guasti della guerra arrivassero nelle case della gente e causassero la naturale ripulsa (vedi Guerra del Vietnam).


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Exall
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Exall
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Inviato il 05 gennaio 2015 0:04

Insomma, corsi e ricorsi. Clima di perdurante crisi e in aggiunta frotte di migranti che sbarcano. Sarebbe utile combinare la teoria del rischio con la teoria del declino della violenza. Nel frattempo? Reati in aumento

http://www.lastampa.it/2015/01/04/italia/cronache/reati-in-aumenti-nelle-grandi-citt-vSljpQQ9LhVIwV5crcjtyN/pagina.html


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