Dopo una legislatura da parlamentare europeo (eletto nel 1979 per le liste del PCI), in vista delle successive elezioni del 1984 Berlinguer si recò a Padova il 7 giugno, sul palco di Piazza della Frutta, dove svolse un comizio. Mentre si apprestava a pronunciare la frase “Compagni, lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda” venne colpito da un ictus. Evidentemente provato dal malore, continuò il discorso fino alla fine, nonostante anche la folla, dopo i cori di sostegno, urlasse: “Basta, Enrico!”. Alla fine del comizio rientrò in albergo dove si addormentò sul letto della sua stanza, entrando subito in coma. Dopo il consulto con un medico, venne trasportato all’ospedale Giustinianeo e ricoverato in condizioni drammatiche. Morì l’11 giugno, a causa di un’emorragia cerebrale. Il comunicato del sovrintendente sanitario affermò che il politico sardo era venuto a mancare alle 12:45.
Mi sembra doveroso ricordare una figura così importante della politica italiana, un uomo di una forza d'animo e di una levatura sia intellettuale che spirituale incredibile, inarrivabile sia come uomo di pensiero che d'azione, una figura su cui a mio avviso, indipendentemente dalla propria idea politica credo sia impossibile da contestare e una figura di cui credo l'Italia avrebbe bisogno adesso più che mai.
*We are all bad in someone's story*
In questi giorni si sente più che mai la mancanza di uomini così. Specie dopo aver assistito alla recente campagna elettorale, dove tutti lo citavano per appropriarsene e proclamarsi suoi eredi.
Di uomini così si è perso lo stampo, purtroppo. Politico fine (nonostante gli errori commessi), uomo di assoluta integrità morale, è stato uno dei migliori frutti della sinistra italiana: parlo soprattutto alla luce dello straordinario successo elettorale del '75 e del '76 e della grande idea del compromesso storico, purtroppo mai portata a termine.
Ho imparato a conoscerlo grazie a una storica chiacchierata che ebbi con uno dei membri della sua scorta, padre di una mia zia, col quale discussi per un pomeriggio intero del periodo compreso tra il '40 e il '48 (dovevo preparare l'esame di storia contemporanea, la cui parte monografica verteva proprio sulle elezioni del '48, e il professore di storia ci aveva incoraggiato a parlare con chi aveva vissuto quegli anni). Fu lui a farmi conoscere non solo il Berlinguer politico, ma anche il Berlinguer uomo.
La cosa più triste di questi giorni è stata proprio il vedere questa patetica lotta sulle sue spoglie, con tutti che pretendevano di porsi sotto la sua ala, nani che giocavano a fare i giganti.
Io ho potuto conoscere l'Enrico uomo, grazie a mio nonno che lo conosceva personalmente, ed era poi uno dei maggiori esponenti di quel movimento nella mia città e devo dire che anche per me è stato straziante vedere l'uso che si è fatto della sua persona, anche nella mia stessa città; Livorno, che ha sempre avuto i suoi fondamenti in degli ideali che forse solo il binomio Berlinguer - Togliatti (se pur con i loro errori) ha saputo rendere concreti nella nostra storia.
*We are all bad in someone's story*
Brava Elvira. Ricordare un personaggio così nel trentennale della sua scomparsa ti fa onore e ci onora di pensare a questo uomo umile, forse un po' grigio, ma dalla straordinaria capacità e lucidità politica e soprattutto della sua onestà. Certo anche Berlinguer fece i suoi errori, soprattutto un distacco forse troppo tardivo dall'Unione Sovietica ma furono errori politici forse comprensibili nell'epoca della Guerra Fredda. Ho sempre pensato che Berlinguer insieme a De Gasperi, Nenni e Pertini e pochi altri siano stati i migliori uomini politici che abbiamo avuto nel dopo guerra e rammentarli mi fa venire i brividi a confronto di ciò che abbiamo oggi e che abbiamo avuto negli ultimi decenni. La questione morale che lui poneva con anticipo rispetto a tangentopoli oggi è ancora di più un richiamo, anzi un urlo, per l'emergenza e lo stato della nostra classe dirigente. Quantomai servirebbe un uomo come Berlinguer in questo paese caduto in basso e lercio quasi in ogni sua istituzione.
Gil Galad - Stella di radianza