è la prima volta che apro un topic... " />
Ho voluto aprire uno spazio dedicato alla scrittura creativa nel senso più 'tecnico' del termine. principalmente per raccogliere i post più 'informativi' che sono stati postati durante il CONTEST DI SCRITTURA CREATIVA, di modo che possano rimanere consultabili...
contest attuale: secondo megacontest di scrittura creativa
Potete leggere i racconti delle vecchie edizioni qui.
Chi vuole è libero di contribuire o chiedere, se ha domande da fare sull'argomento. o qualcosa da aggiungere.
Si potrebbe anche usare questo spazio per discutere di brani che stiamo scrivendo, o abbiamo corretto, anche di edizioni passate del contest. Ma non deve diventare un bachecha di racconti, bensì uno spazio dove gli interessati, possono scambiarsi feedback ed informazioni. Inviterei pertando, di mettere eventuali brani di racconti sotto spoiler, e nulla che superi di 5000 caratteri. sennò mettere un link (e sperare che qualcuno venga a leggervi, buona fortuna)
Seguono alcuni post, che ho cercato di sistemare di modo che restino solo le informazioni di natura più tecnica.
Spero che questo spazio possa tornare utile a chiunque abbia voglia di scrivere, ma (forse), ancora non sa quanto potenziale si nasconde dietro poche nozioni...
Qui il link di alcuni articoli:
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elenco di libri sulla scrittura creativa,
Generico:
“Come scrivere un romanzo dannatamente buono” (I e II), di James N. Frey
Stein on writing (Sol Stein)
Brickham J. M., Scrivere un racconto, metodi, tecniche ed esercizi
King S., On writing...
Levin D., Scrivere un romanzo
Page Morrell J., Master di scrittura creativa
Dialoghi:
Write great fiction dialogue (Gloria Kempton)
Shut up: he explained (William Noble)
Noble W., Shut up! He explained
Personaggi:
Dynamic Characters (Nancy Cress)
Characters & viewpoint (Orson Scott Card)
Trama:
20 master plots and how to build them (Ronald B Tobias)
Plot (Ansel Dibell).
Costruire una scena:
Make a scene (Jordan Rosenfeld)
Fantastico:
Worlds of wonder : how to write science fiction & fantasy (David Gerrold)
Writing Science fiction, Fantasy & horror (Christopher Kenworty)
NARRATIVA
Struttura e modelli
Propp V., Morfologia della fiaba
Campell J., L'eroe dei mille volti
Raymond Queneau (tradotti da Umberto Eco) Gli esercizi di stile
La voce del narratore...
In riferimento al racconto di erin
(...) (Andrew) Sperava che pronunciandole avrebbero di nuovo avuto quel senso ben preciso che l’aveva accompagnato per tutti quegli anni di guerra.
Ma questa volta non funzionò.
“Ehi, Andrew! – lo chiamò un suo compagno, uno di quelli che giocavano nella sua squadra, con la stessa divisa...(...) '... dobbiamo tornare al fronte: figurati se possono fare a meno di noi.”
“Certo, il fronte – annuì distrattamente Andrew, accovacciandosi sui talloni – lì sarà decisamente più facile, vero Mike?”
“Ma che hai? – gli chiese l’amico, vedendolo così pensieroso..(...)
Provo ad essere breve per quanto possibile.
Per non creare stonature, in narrativa è bene tenere sempre presente con quale voce del narratore si parla. I più usati sono i seguenti:
narratore immerso = il narratore narra da dentro un unico personaggio. Come ad esempio Martin
narratore onnisciente = narratore che il più delle volte narra da fuori tutti i personaggi, (prendendosi anche la libertà di rivelare cose che i personaggi non vedono). Come ad esempio Tolkien.
Quando si racconta con un narratore immerso, bisogna prestare molta attenzione a non riportare i pensieri di un altro personaggio direttamente, altrimenti il lettore ne resta spiazzato. (Prova ad immaginarti un POV di Jon Snow dove tutto ad un tratto una frase finisce con ... - pensò Sam)
Nel tuo testo, fin nelle prime righe, quando si parla di Andrew, tu parti con sta frase
( Andrew) Sperava che pronunciandole....
Il narratore sta riportando i pensieri di Andrew direttamente, dunque io lettore mi sento immerso dentro Andrew.
Poco righe più tardi poi però il testo fa.
Ma che hai?' gli chiese l'amico, vedendolo così pensieroso.
Io come lettore, a quel punto del racconto, mi sento ancora immerso dentro Andrew. Dunque come fa Andrew a sapere che l'amico lo vedeva pensieroso? Per il lettore è come essere sbalzato di punto in bianco nel pov dall'altro. È una stonatura per il lettore medio.
In un caso del genere io avrei usato una frase tipo.
..gli chiese l'amico, con tono preoccupato.
Più legittimo.
Andrew non può vedere con gli occhi dell'amico, ma può si riconoscere il tono della sua voce.
Capì?
Alcune idee:
- per prima cosa suggerirei di fare post singoli e distinti per argomenti distinti, magari con un bel titolo all'inizio che identifichi argomento e sezione (es. scrittura: utilizzo delle figure retoriche; narrazione: narratore interno, esterno ecc.). Secondo me, questo permette di trovare più facilmente un argomento e saltare quelli che non interessano, ma anche distinguere post con info da post con solo commento.
- quando utilizziamo esempi presi da racconti di utenti del forum, inserirei indicazioni relative al racconto citato (titolo-autore) e magari anche un link, in modo che chi avesse voglia di andare a leggere l'intero paragrafo/racconto, possa farlo agevolmente.
- in questo senso, perché non aggiungere all'inizio, dove è scritto CONTEST DI SCRITTURA CREATIVA, il link al topic generale dove vanno a finire tutti contest conclusi (http://www.labarriera.net/forum/index.php?showtopic=9588)? "La pubblicità è l'anima del commercio" In questo modo, portiamo altri utenti a conoscere questa bella iniziativa ed anche a leggere i nostri racconti.
- nel primo post, metterei l'elenco aggiornato dei diversi titoli di saggi, manuali ecc. suggeriticon una struttura a cascata tipo questa:
SCRITTURA
Tecniche base
Brickham J. M., Scrivere un racconto, metodi, tecniche ed esercizi
King S., On writing...
Levin D., Scrivere un romanzo
Page Morrell J., Master di scrittura creativa
Dialogo
Noble W., Shut up! He explained
ecc.
NARRATIVA
Struttura e modelli
Propp V., Morfologia della fiaba
Campell J., L'eroe dei mille volti
ecc.
Poi volevo dire un'altra cosa, ma me la sono scordata... mi verrà in mente " />
Sono solo suggerimenti
Modifico post: @misterpirelli, vedo che il link l'hai già messo... abbiamo avuto la stessa idea
@Maya
grazie del feedback
ti do ragione su tutto, farò le modifiche che dici...(stasera)
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Questo post è nato in riferimento al racconto di Ygritte baciata dal fuoco
Come scrivere in un linguaggio cinematografico ('mostrare senza dire' agli estremi livelli...)
Non esiste una formula magica per utilizzare un linguaggio cinematografico, ma esistono si una serie di 'trucchi' che possono agevolare il lavoro.
Presi singolarmente, nessuno di questi trucchi potrà dare grandi risultati, ma è la combinazione tra questi che può fare la differenza tra una scena 'forte' che coinvolge e una che invece lascia distaccati.
Sono da prendere come 'possibili ingredienti', ma il piatto ogni autore se lo deve cucinare per se.
Userò una frase presa dal racconto per fare degli esempi:
Impietosamente le aveva strappato la camicetta mentre la riempiva di insulti, e si eccitava di più.
1) Prima regola: evitare gli avverbi come la peste.
Di questo se ne è già parlato, o ne parlerò. Per ora passo al prossimo punto.
2) Scelta accurata dei tempi verbali.
Il passato remoto resta il tempo verbale più 'diretto', e dunque il più consigliabile per scene particolarmente cariche di tensione, (ma anche imperfetto può essere un' alternativa, dipende anche dai casi)
In questo caso, (tolto anche l'avverbio) la frase diventerebbe.
le strappò la camicetta mentre la riempiva di insulti, e si eccitava di più
3) Calare il lettore nel personaggio con tutti i sensi.
Immaginare che cosa il personaggio sente al livello di udito, tatto, sapori, odori, visivo etc. scegliendo accuratamente un dettaglio e poi narrarlo dal punto di vista del personaggio stesso.
La tua frase potrebbe diventare:
Quando (l'uomo) le strappò la camicia, Lisa avvertì il gelo della sua mano...
4) Lasciare accadere spiegando il meno possibile, analizzare ogni verbo nel testo e chiedersi come aggirarlo (se possibile)
anziché la riempiva di insulti e si eccitava...(dire), avresti potuto mostrare la cosa davanti agli occhi del lettore (in questo caso si potrebbe anche dire: non avere paura di dire le parolacce, quando servono).
Quando (l'uomo) le strappò la camicia, Lisa avvertì il gelo della sua mano. 'P*tt*na', si sentì dire 'lo so che ti piace...'
5) tecnica della personificazione e scegliere con cura il protagonista di ogni singola frase.
È possibile estrapolare un particolare (anche inanimato o astratto) della scena, e renderlo il protagonista della frase. Anziché: l'uomo la tratteneva con un braccio' dire 'Il braccio di quell'uomo la tratteneva'.
Frase per frase, un accurata scelta del soggetto può avere una sua importanza sia per colorare il linguaggio, sia per dare immediatezza al racconto... nel caso della tua frase, la si potrebbe anche scrivere così...
La camicia si strappò e il gelo prese possesso di lei quando la mano le palpò un seno..
Notare che gelo è un concetto astratto eppure lo posso rendere protagonista di una frase (o sotto frase) ed ottenere un effetto (si spera) efficace.
6) non accontentarsi del significato più comune e immediato di una parola. Cercare il sinonimo giusto e provare ad andare oltre... (quest'ultimo è il consiglio più prezioso di tutti, una vera e propria 'arma letale')
Nel caso di la mano le palpò un seno (scusate l'esempio, ma è di un aggressione sessuale che stiamo parlando...) potrei provare con vari sinonimi: le afferrò il s., si aggrappò al s.
oppure posso decidere di non accontentarmi
posso provare ad andare oltre, utilizzando termini, che nella vita quotidiana hanno tutt'altro significato, ma se inseriti nel contesto giusto, possono in automatico stimolare il lettore (inconsciamente) a crearsi una immagine nella testa.
Come ad esempio: la mano le morse il seno, la mano le stava mangiando il seno, la mano affondò nel suo seno... (quest'ultimo solo se il seno è grosso " />)
sono tutti verbi che di solito vengono usati in altri contesti. Affondare è una cosa che fanno le barche, mordere, mangiare, sono cose che solitamente una mano non fa. Eppure se inseriti in un contesto hanno il potere di rivelarsi al lettore in un senso più figurativo e possono 'mostrare' molto di più un sinonimo (molto più, a dire il vero, di qualsiasi altra cosa...)
Mordere in questo caso potrebbe essere una scelta buona, dal momento che trasmette il senso di dolor.
Ma volendo si potrebbe cercare un termine ancora più appropriato, e qui riprendo la soluzione proposta da Metamorfo.
Esatto. Per esempio, qui potrebbe starci bene il verbo "artigliare": richiama la violazione del corpo, la stretta fisica quasi graffiante, e anche il rapace (lei è una preda).
Le artigliò il seno.
Artigliare è particolarmente efficace perchè riesce a mostrare più cose nello stesso tempo. Mostra al lettore che cosa prova il personaggio che subisce, ma allo stesso tempo ci 'mostra' o rivela qualcosa sulla natura dell'aggressore.
(Questo sarebbe un altro punto da aggiungere. Scegliere parole e frasi che sanno rivelare più cose su più piani...)
7) eliminare tutto quello che c'è di superfluo, o meglio 'Tagliare senza pietà'
e qui riporto il post di metamorfo (prendendomi la libertà di sottolineare una frase):
Sottoscrivo i punti di Misterpirelli.
Cito a memoria una frase illuminante di Stein: "una buona scrittura dovrebbe evocare sensazioni nel lettore: non il fatto che stia piovendo, ma la sensazione della pioggia addosso".
In questo caso, non descrivere il terrore di lei, il senso di violazione, ma fare in modo che lo avverta il lettore.
Quote
4) Lasciare accadere spiegando il meno possibile, analizzare ogni verbo nel testo e chiedersi come aggirarlo (se possibile)
anziché la riempiva di insulti e si eccitava...(dire), avresti potuto mostrare la cosa davanti agli occhi del lettore (non avere paura di inserire parolacce in un testo letterario). Nel tuo caso la frase potrebbe diventare.
Quando (l'uomo) le strappò la camicia, Lisa avvertì il gelo della sua mano. 'P*tt*na', si sentì dire 'lo so che ti piace...'
Per il punto 1) toglierei il "Quando" (se leggi un buon libro, non lo trovi mai) e il "si sentì dire": non è necessario (è ovvio che sta parlando l'uomo e che sta parlando con lei) ed è meglio sostituirlo con un dettaglio sensoriale (punto 3), per esempio la voce di lui (graffiante -dà anche una sensazione fisica-, roca, ecc.) o l'odore del suo fiato (sa di alcool, sa di qualche cibo -anche buono, per contrasto-, ha un alito cattivo -in tono con la sua cattiveria?), ed eventualmente anche la sensazione che danno a lei.
Vanno bene frasi brevi, col punto, per accellerare il ritmo (punto 7).
Si potrebbe persino togliere quel "Lisa avvertì", perchè non necessario: è chiaro che si tratti della mano dell'uomo e che la sensazione è provata da Lisa. Meglio utilizzare quello spazio per inserire la sensazione di lei a quel gelo (anche con una metafora): il gelo della sua mano la fa rabbrividire? E' una sferzata ? Le arriva alla testa? All'anima? Le brucia sulla pelle? ecc.
Le strappò la camicetta. La mano gelida (mostrare la sensazione su di lei). "Put**na!" (mostrare la voce o l'alito di lui) So che ti piace"
Insomma, un possibile punto potrebbe essere: tutto il superfluo va scartato.
Nel caso della frase che avevo in esempio io nel punto sei (e sostituendo il 'si sentì dire', con qualcosa che 'mostra', vedi le osservazioni di Metamorfo), avrei la seguente frase (con le parole inutile evidenziate)
La camicia si strappò, il gelo prese possesso di lei quando la mano le artigliò il seno. 'P*tt*na', ringhiò 'lo so che ti piace...'
Dunque potrei risolverla così:
La camicia di strappò. Gelo. La mano le artigliò il seno. 'P*tt*na', ringhiò 'lo so che ti piace...'
8) giocare sul ritmo e lunghezza delle frasi per costruire un crescendo.
Frasi brevi per azioni veloci, frasi lunghe per azioni lente è solo un punto di partenza.
Poi puoi giocare sui contrasti, intervallare una frase lunga, da una composta di solo una parola, per creare pausa di suspanse.
In questo senso, io ti invito di rileggere il racconto proposto Idriel, che secondo me, è uno di quelli ritmati meglio, tra quelli che sono stati proposti in questa edizione.
Ma tanto per “giocare” con la nostra frase:
La camicia si strappò e la mano le artigliò il seno. Gelo. 'P*tt*na', ringhiò 'lo so che ti piace...'
oppure:
Si strappò la camicia. Un gelido artiglio dentro il suo seno. 'P*tt*na.' ringhiò 'lo so che ti piace...'
Oppure
Gelo. Puzza d'alcool. Lo strappo della camicia, la mano che le artigliava il seno. 'P*tt*na' Lo so che ti piace...'
Potrei andare avanti, ma mi fermo...
Un bravo scrittore è in grado di scrivere una frase del genere in decine se non centinaia di stili diversi...(io no)
Vi consiglio Gli esercizi di stile di Raymond Queneau tradotti da Umberto Eco.
Riporto un post di metamorfo,
Edit: metto sotto spoiler perchè lungo...
Quote
Metamorfo, on 15 Feb 2014 - 23:32, said:
Non è la prima volta che leggo questo pensiero secondo cui le conoscenze tecniche tarperebbero le ali allo stile e alla unicità di un artista.
Niente di più sbagliato. E' anche un'idea presuntuosa, da un certo punto di vista: voler creare qualcosa di buono, pensando di poterlo fare senza studiare le basi necessarie per riuscirci.
Gli stessi scrittori sono i primi a sorridere quando sentono amatori tirar fuori questa strana idea.
Conoscere le basi della propria arte, permette di crearsi uno stile proprio, originale, fantasioso.
Non conoscere le basi della propria arte, porta a creare cose non buone, senza uno stile decente. Stile che non sarà mai originale, perché somiglierà a quello di altri amatori che non sanno pienamente quello che stanno facendo.
Pensi che Picasso non conoscesse la tecnica di pittura e disegno? Quali siano le tecniche per raggiungere degli obiettivi? Certo che sì. Questo non gli ha impedito di creare qualcosa di nuovo e originale, anzi quella è la base per poterlo fare: conoscere abbastanza bene la propria arte, da creare qualcosa di diverso.
Pensi che i grandi architetti, creatori di opere uniche e originali, non avessero prima studiato per padroneggiare la propria arte? O gli artisti della scacchiera, non abbiano prima dovuto imparare le basi degli scacchi per poter padroneggiare il gioco? Che i grandi scultori non conoscessero le regole della scultura?
Pensi che i migliori scrittori, ciascuno in possesso del proprio stile originale, non abbiano studiato la scrittura e sappiano tutto quello che c’è scritto in tutti i manuali? Pensi che molti di quelli americani non escano da scuole di scrittura (sì, negli USA ci sono scuole di scrittura che durano anni, proprio come un’Università)?
Vuoi essere bravo a scrivere?
Devi creare personaggi unici e memorabili. Non sei quella persona su un milione che riesce a farlo per talento naturale? I bravi scrittori scrivono libri in cui ti spiegano come si può fare, quali sono le dritte e le tecniche per farlo.
Devi scrivere dialoghi brillanti, interessanti. Ti spiegano cosa devi fare per farlo.
Devi creare trame articolate, con una struttura che legga. Leggi i suggerimenti di chi sa come si fa, e ti spiega i modi migliori per strutturare una storia.
Devi avvincere il lettore, far sì che venga preso dalla storia, che la sua attenzione non cali. Chi sa farlo, ti spiega in che modo puoi ottenere ciò.
Devi avere una premessa, un’idea da portare avanti. Ti viene spiegato come.
Devi saper usare il giusto ritmo per ogni tipo di scena. E ti viene spiegato come si fa ad accelerare o rallentare il ritmo.
Devi saper gestire un punto di vista, cambiarlo se necessario. Ti si dice come è possibile farlo.
Devi mantenere la tensione e la suspence. Ti spiegano alcuni modi.
Devi saper usare le descrizioni in modo che siano dinamiche e funzionali alla storia, l’ambientazione legata agli stati d’animo.
Devi sapere come si stimolano le diverse emozioni del lettore.
Deve saper editare i propri scritti, sapere se e come avverbi, aggettivi, ripetizioni, punteggiature, ecc. vanno usati.
Devi saper trattare i flashback, le anticipazioni e i simboli.
Qualcuno può pensare “Ehhh, se adesso pure i simboli. Ma mica voglio scrivere Moby Dick o Il vecchio e il mare, sta roba è per gli scritti di letteratura pallosa.” Sbagliato: Martin conosce perfettamente i simboli, e come usarli (esempio: il trono di spade). E così King (che ne fa un grande uso) e tanti altri scrittori di fantastico.
Sono tutte cose che trovi nelle opere dei bravi scrittori, ma non te ne accorgi, ovviamente, perché le leggiamo per divertimento e non con l’occhio dello scrittore. Ti assicuro che ci sono tutte, perché loro le conoscono bene, le hanno studiate e sanno come padroneggiarle.
E ciò non gli impedisce di avere stili diversi e originali. Al contrario, sono le basi necessarie per scrivere in maniera decente, e su cui poi costruire il proprio stile.
Se sai come si costruisce un ponte, puoi costruirne in mille forme e con qualsiasi stile conosciuto, o con uno tuo personale e originale. Sapere come si costruisce un ponte, non ti tarpa le ali, te le fa spiegare.
Ovvio che sapere nella teoria come si fanno le cose, può non significare niente: puoi sapere come costruire un ponte in teoria, e farne uno che crolla subito; puoi conoscere la tecnica scacchistica, ed essere un pessimo scacchista.
Alla conoscenza della materia devono poi sommarsi allenamento, talento, passione e determinazione.
Che può creare uno che si mette lì, con una pila di mattoni, e pensa “ora provo a costruire una cattedrale, ma non mi metto prima a studiare per capire come si fa, perché poi le nozioni tecniche bloccano il mio stile personale”?
Al contrario, uno che sa come va costruita una cattedrale, se ha talento e capacità, tirerà su una cattedrale unica e splendida. Perché niente nelle cose che ha letto per apprendere la sua arte, gli impediscono di esprimersi nel modo più personale e originale.
Quindi: se uno vuole divertirsi, passare il tempo a scrivere…può farlo tranquillamente, anche avendo soltanto una vaga idea di ciò che andrebbe fatto, e nessuna di come farlo.
Se uno ha l’obiettivo di migliorare (e ho letto che qualcuno che scrive qui ha questo desiderio) e scrivere cose sempre migliori, creare un proprio stile originale, sfruttare al massimo le proprie potenzialità di scrittore...deve sapere cosa bisogna fare e come farlo.
Queste sono cose che non dico soltanto io. Le dicono gli artisti stessi. Ve le può confermare Martin, se glielo chiedete [" />]
(agli altri risponderò un'altra volta, c'ho messo troppo tempo a scrive sta cosa! [" />] )
Lascio nella discussione del contest le critiche agli specifici racconti.
Riporto le considerazioni/critiche/suggerimenti generali che avevo fatto di là:
1) Mostrare non raccontare.
I flussi di pensiero in generale sono più confusionari e noiosi da leggere: il lettore si perde facilmente, non si crea l’immagine in testa, non viene coinvolto in un’esperienza. Meglio creare delle scene visualizzabili nella testa del lettore, che descrivano la personalità dei personaggi e portino avanti la storia. Soprattutto, che permettano al lettore di “sperimentare” la scena, e quindi entrarci dentro (l’esempio che facevo l’altra volta: Scrivere che Lisa è una ragazza timida e arrossisce quando vede un ragazzo…è raccontare. Mostrare una scena in cui Lisa sta portando a spasso il cane, vede arrivare Ugo e si tuffa a terra dietro un muretto pur di non incontrarlo…è mostrare. Il lettore immagina la scena, capisce da solo che Lisa è insicura, magari la scena gli comunica un’emozione - per esempio, gli strappa un sorriso o viene mosso a pietà, a seconda del modo in cui la scena è descritta).
Possibilmente, inserire dettagli che coinvolgano gli altri sensi oltre alla vista, aiuta molto nel mostrare. Che odori ci sono? Che suoni? Il tatto del personaggio? Il gusto? Il sesto senso (presentimenti, ecc.)?
Le descrizioni ambientali dovrebbero aiutare a creare l’umore (diciamo così) del racconto (tipo quando nei film piove se i personaggi sono tristi, ma qualcosa di meno stereotipato possibilmente). Soprattutto, le descrizioni dovrebbero essere dinamiche. Descrivere soltanto le cose che servono al proposito del racconto, e mentre il personaggio interagisce con loro.
2) Personaggi vivi e dialoghi effettivi.
Personaggi vivi che escano dall’anonimato, che si ricordino. Descrivere pochi dettagli fisici, movenze, pensieri e azioni che ne indichino la personalità. Dialoghi effettivi, che rappresentino quello che ogni personaggio direbbe, tenuto conto della sua specifica cultura, vissuto, personalità e umore del momento. Mettersi nella testa del personaggio, parlare con la sua voce, non far parlare il narratore attraverso di lui. Al tempo stesso, i dialoghi non dovrebbero essere realistici nel senso di riprodurre quelli che facciamo nella vita vera: parlando siamo confusionari, siamo banali, non ci vengono le battute giuste al momento giusto, non siamo al massimo della nostra intelligenza e sagacia; i personaggi devono esserlo. Ogni riga di dialogo dovrebbe essere fondamentale per mostrare qualcosa del personaggio o per far avanzare la storia.
3) Tematiche che colpiscano.
Per qualsiasi motivo. Soprattutto nel caso di racconti così brevi. Non è necessario che ci sia un elemento fantastico o un twist finale. Vanno benissimo anche scene di vita quotidiana, però sarebbe meglio ci fosse qualcosa del quotidiano che normalmente è nascosto. Una ragazza sull’autobus? Magari ha fantasie sado-masochistiche verso il ragazzo che le sta davanti. Il marito che legge il giornale al mattino? Magari sogna i modi di ammazzare la moglie. Cose non per forza estreme, ma particolari, interessanti. Va bene anche mostrare anche cose poco interessanti di per sé, ma da una angolazione che le renda tali.
Se il racconto è scritto bene, il lettore recepirà il messaggio che contiene: esplicitarlo alla fine, può essere una caduta di stile.
Era uscito l'argomento dell'infodump
Inforigurgito è una italianizzazione del termine inglese Infodump (information dump). A volte, per esprimere il concetto, si usa anche la frase As you know, Bob (Come sai, Bob), proprio ad indicare il fatto che lo scrittore, per dare informazioni al lettore, gliele "scarica" addosso tramite i dialoghi. Cosa che non è sbagliata di per sé, ma che lo diventa quando si tratta di informazioni che i personaggi conoscono bene, e non hanno alcun motivo di dirsi.
Ne escono fuori dialoghi goffi, innaturali, fastidiosi.
e di dialoghi e messaggi troppo didascalici
Si era parlato di manuali di scrittura
Mi fa piacere che i tu voglia provare a leggere qualcosa sulla scrittura. Vedrai che, a differenza di quanto si potrebbe pensare, oltre ad essere interessanti e alcuni anche spassosi. Sono scritti da scrittori professionisti, che sanno come spiegare le cose senza annoiare, e usano molti esempi presi da famosi romanzi o racconti, per far capire meglio.
Quando leggi alcune cose, ti si apre un mondo.
Ce ne sono alcuni generici, che affrontano un po’ tutti i temi, ed altri che si focalizzano soltanto su temi precisi: personaggi ; dialoghi; trama; costruzione delle scene; ecc.
Ce ne sono anche di specifici per alcuni generi. Io ne ho letti 3 o 4 sul genere fantastico (fantasy e fantascienza –anche su argomenti particolari, per esempio la costruzione di mondi -).
Quelli che conosco io sono in inglese, ma so che almeno un paio si trovano anche in italiano.
e avevo suggerito una dozzina di titoli
Per iniziare, forse è meglio leggerne uno che spazia un po’ su tutti gli argomenti. Per esempio, “Come scrivere un romanzo dannatamente buono” di James N. Frey (che appunto è stato anche pubblicato in italiano). Se ti piace, puoi leggerti anche il secondo (stesso titolo col "II" finale. Ma non so se si trova in italiano).
Generico:
Stein on writing (Sol Stein)
Dialoghi:
Write great fiction dialogue (Gloria Kempton)
Shut up: he explained (William Noble)
Personaggi:
Dynamic Characters (Nancy Cress)
Characters & viewpoint (Orson Scott Card)
Trama:
20 master plots and how to build them (Ronald B Tobias)
Plot (Ansel Dibell).
Costruire una scena:
Make a scene (Jordan Rosenfeld)
Fantastico:
Worlds of wonder : how to write science fiction & fantasy (David Gerrold)
Writing Science fiction, Fantasy & horror (Christopher Kenworty)
Cavalier ti copio il link nella firma rimandante al megacontest!
" /> Se ti fa piacere, puoi anche prendere lo stemma della confraternita.
preso grazie
1 – Utilizza il tempo di un perfetto sconosciuto in modo che lui o lei non senta di averlo sprecato.
2 – Da’ al lettore almeno un personaggio per cui possa fare il tifo
3 – Ogni personaggio dovrebbe volere qualcosa, anche soltanto un bicchiere d’acqua.
4 – Ogni frase deve fare una di queste due cose: mostrare un personaggio o far andare avanti la storia.
5 – Inizia il più vicino possibile alla fine.
6 – Sii sadico. Non importa quanto dolci e innocenti siano i tuoi personaggi principali, fa’ che accadano loro cose tremende così che il lettore possa vedere di che stoffa sono fatti.
7 – Scrivi per dar piacere solo a una persona. Se apri una finestra e fai l’amore con il mondo, per così dire, la tua storia si prenderà una polmonite.
8 – Da’ ai tuoi lettori la maggior parte di informazioni il prima possibile. Al diavolo la suspense. I lettori dovrebbero avere una comprensione talmente completa di quel che sta succedendo, dove e perché, da poter finire la storia da soli, nel caso gli scarafaggi mangiassero le ultimissime pagine.
i hanno fatto leggere questi otto consigli e ve li riporto.
Otto consigli di Kurt Vonnegut