La scomparsa, ieri, di Gene Antony Ray, mi riportato alla memoria quella seria di telefilm che - prima di Maria De Filippi - si poteva ancora nominare senza timore di essere fraintesi: Saranno Famosi. Che nostalgia!
Un telefilm che riusciva quasi a farti sentire parte integrante di quella scuola, di quel gruppo di amici, di quella vita.
Era un'occasione per riflettere insieme dei piccoli e grandi problemi del mondo dei giovani: le difficoltà con genitori e insegnanti, l'emarginazione, la paura di non farcela, le diversità, le proteste, la necessità di non rinunciare ai propri sogni.... Al pomeriggio lo guardavi e poi ne parlavi con gli amici.
E ti divertiva anche, con la musica, la danza, il teatro...e le mitiche battaglie del cibo in sala mensa!
Dopo, i telefilm non sono più stati così. Mi sono sembrati molto più superficiali...o forse sono cresciuta io.
Mi chiedevo se qui, sulla Barriera, altri come me hanno vissuto la magia di quel telefilm e hanno voglia di chiaccherare un po'.
Chiudo con un bacio a Leroy, che con Danny e Doris, è uno dei miei personaggi preferiti. Fiero, orgoglioso, tenace, generoso. Mi sembra quasi di aver perso un compagno di scuola, un amico.
Praticamente non me ne perdevo una puntata, ma si parla sempre di ere geologiche fa(che sono poi 13-14 anni ), quindi la mia memoria vacilla un po'. I miei personaggi preferiti erano Danny Amatullo, Bruno Martelli ed il professor Schorowky. La bellezza del telefilm era la varietà delle storie e cmq la commistione tra aspetti molto divertenti ed altri più profondi, che esprimevano per altro la situazione di una generazione (la mia credo), quindi non era raro immedesimarsi in certi personaggi. Riuscivo addirittura a sopportare i balletti!!! che non sono certo la mia passione. Io ho visto anche il film, che però è parecchio diverso dalla serie tv: più crudo e meno idilliaco. Se non l'hai visto, non sono sicuro di volertelo consigliare.
Mi dispiace che Gene Antony Ray sia morto, ma credo che sia stato uno di quegli attori che si è fatto schiacciare dalla notorietà.
Un saluto.
Waymar Royce