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Cosa c'è dietro?!
D di Damien Amfar
creato il 03 novembre 2003

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Damien Amfar
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Damien Amfar
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Inviato il 03 novembre 2003 15:01 Autore

Salve a tutti, più o meno ci conosciamo, per un po' non mi avete più visto ma in questi giorni sono qua.

Ho letto la discussione aperta da Nymeria con gli interventi, interessantissimi, di Andrea e Alex.

Mi han portato fuori delle domande che vorrei proporvi, che mi sono venute in mente da tempo.

Vi faccio una premessa.

Io mi considero un'autore, come lo fa Alex. Lo sono perchè scrivo. Perchè quell'inchiostro che macchia il foglio è parte di me, con tutte le idee che ci sono dentro. Non pubblico e non cerco di farlo. Non è ancora il momento.

Portare avanti la scrittura di un romanzo (che io ho iniziato a 15 anni) è più una crescita personale, per me, in questo momento. Rileggendomi nel corso del tempo ho notato come sono cambiato. Quanto.

Contemporaneamente, diventando più maturo, leggendo, studiando, ho scoperto mondi infiniti di letteratura e filosofia che mi hanno completamente travolto.

E col tempo alcune domande mi si sono aggrappate al cuore.

C'è un'intero mondo di discussioni che io vorrei fare sul fantasy, sulla scrittura. Parlarne con chi è dentro questo mondo potrebbe essere una possibilità che non ho ancora esplorato avendo sempre discusso con persone "fuori" dal fantasy. Avere l'opinione di un autore vero, com'è Andrea sarebbe sicuramente molto interessante.

Vi chiedo quindi: E' soltanto una storia, un racconto?! Come cercate di infondere quel che siete in ciò che scrivete?!

 

In poche parole, cos'è che fa del fantasy il vostro genere, perchè questo e non un'altro?! Perchè un mondo inventato e non quello reale?!

 

 

 

 

 

Spero di ricevere qualche risposta, anche se la discussione è magari un po' seria. ^_^

 

 

CIAO BELLI! ^_^


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Negróre
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Negróre
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Inviato il 04 novembre 2003 10:25

Bene, Damien, la questione è complessa, più che seria. O, volendo, è semplicissima.

 

Intanto ti rimando a questo mio testo, vecchio di anni, ma ancora attuale: dice cosa vorrei che fossero i romanzi che scrivo per i miei lettori.

http://www.negrore.com/triade/visione/ilfine.htm

 

Detto questo, il discorso è molto più ampio.

Non ho mai concepito la fantasy come genere di puro intrattenimento, semplicemente il mio animo preme affinché vada oltre la visione dell'autore. Esiste una fantasy di puro intrattenimento, che rispetto finché si riconosce tale e non pretende troppo da se stessa. Ma esiste, e questo è ciò che mi ha spinto a scrivere, una fantasy letteraria, che fa leva sulla metafora di un mondo inventato per capire la realtà (molto spesso l'uomo). Ursula Le Guin, su tutti, ancora e sempre lei, è per me la maestra (assieme a Tolkien, ma prima di Tolkien).

E, chiaro, i miei tentativi vanno considerati tali; nulla più.

 

Nulla è cambiato nel tempo, relativamente al mio rapporto con la scrittura, Damien: il mio primo intento è sempre quello di intrattenere. Nel contempo, però, non riesco a intrattenere il lettore se non narro una storia che mi interessi profondamente. E perché mi interessi profondamente, deve scaturire sempre e comunque dalle mie riflessioni sulla vita reale.

La mia prima trilogia, quella che è stata interamente pubblicata dall'Editrice Nord, è la testimonianza di questo intendimento (oltreché del fatto che, come dici tu, gli scritti mutano al mutare dell'autore. Tutti mutano, evoluzione o involuzione conta poco, è pur sempre una mutazione. Gli scritti non possono non riflettere questo processo naturale). Il fine era inserire nella mia storia tutti gli elementi che avevo amato in altri libri, ma di porli sotto una luce differente, meno fantasy, più vicina a quello che era il mio mondo (per questo i personaggi non sono Elfi o Nani, per questo non riescono a uccidere senza subire contraccolpi psicologici rilevanti, per questo non sono eroi all'inizio né lo diventano col tempo, per questo... per questo...). E, in questa storia, volevo infondere i miei credo, per quanto fosse possibile.

Ma il fine è diventato molto di più, nel tempo. Per questo la storia si è espansa, allargata a macchia d'olio. Perché riflettere sulle proprie riflessioni, e soprattutto metterle su carta, porta ad altre riflessioni, a un approfondimento delle riflessioni stesse, evitando che esse ristagnino: esiste forse una riflessione definitiva su una qualsiasi cosa?

Le conseguenze di tutto questo genererà la seconda trilogia, che se è già stabilita nel suo intreccio, non lo è affatto nelle sue parti più profonde, che emergeranno soltanto durante la stesura del testo.

 

Nel presente, sto scrivendo un quarto romanzo, avulso al contesto della prima trilogia, un libro singolo che non c'entra con quanto è stato pubblicato di me sinora.

E, ma guarda un po', ha in sé Elfi, Nani, Umani, Demoni... proprio ciò che avevo voluto evitare la prima volta; perché, ancora una volta, penso di poter dire le stesse cose da un'ottica diversa.

Ancora una volta, dopo 15 anni di scrittura, intrattenimento come primo fine, ma non fine a se stesso. Come dicevo a Walker, tenterò di spezzare una lancia in favore della più classica delle ambientazioni, tenterò di dimostrare che le derivazioni di Tolkien e D&D non sono soltanto puro intrattenimento (comunque sia lodevole è difficile da realizzare, mi ripeto a scanso di equivoci), ma hanno in sé forti potenzialità di riflessione.

Credo fortemente che la metafora sia un mezzo potentissimo per far riflettere sulla realtà.

 

Ritengo di non aver risposto a sufficienza, potrei continuare a lungo. Ma la tua domanda, oltreché infinitamente interessante, necessiterebbe di una trattazione molto più ampia e strutturata, ragionata. Quanto sopra è frutto della passione e come tale è una visione assolutamente soggettiva, che magari non corrisponde del tutto nemmeno alla visione di Andrea D'Angelo.

Ma è, se non altro, il sintomo evidente dell'influenza che da quindici anni ammorba il mio fisico, il naso rosso che cola per questo troppo amare la vita, che mi costringe a mettere nero su bianco il mio amore.

Scrivere è un moto dell'animo: pubblicherò, non pubblicherò più, importa ma non è essenziale. Continuerò a scrivere, finché avrò vita.


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Damien Amfar
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Damien Amfar
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Inviato il 04 novembre 2003 13:12 Autore

Sono sgomento, ti leggo e mi sento pensare. Almeno in parte.

Devo ammettere che non ho ancora avuto la possibilità di leggere la tua trilogia nonostante mi sia ripromesso di farlo da un po' ormai... mancanza di fondi.

Portando avanti un progetto (che è ormai chiuso e che soltanto in un possibile futuro verrà riaperto) come un romanzo ho capito cosa della fantasy era per me fondamentale. Cosa mi faceva "disprezzare" l'intrattenimento come parte centrale della letteratura di questo genere.

Ti spiego, anzi MI spiego.

Leggendo la tua "visione" parli di un implicito tentativo di far riflettere il lettore, di traspondere quel che si legge in qualcosa, un'idea, un pensiero, che il lettore raggiunge da solo e che porta con se nella vita.

Non è un insegnamento, non più di quanto lo sia spingere le persone a pensare.

Concordo completamente con te su questo. Questo è quello che ti rende un autore, ancor più che uno scrittore.

Questo è anche il mio intento. Ma c'è stato un momento, un lungo momento, in cui la mia visione della scrittura è approdata a questo.

E mi ha costretto a capire.

Perchè la fantasy?! Perchè non romanzi gialli o d'amore?!

E' stato faticoso, difficile se si vuole anche doloroso. Nulla che ti rapisca davvero il cuore può essere maneggiato con cura sufficiente da non farti sussultare.

La libertà è stata la mia risposta.

La fantasy è per il mondo proprio quell'intrattenimento "spicciolo" che ha fatto la fortuna di tanti.

E' la maschera e il palcoscenico più potente che un autore può donare alle proprie idee. Idee pure, intuizioni cristalline estranee dal mondo.

Il lettore di fronte ad un testo fantasy è forzatamente una "tabula rasa". Non c'è politica, non ci sono pregiudizi (se escludiamo quelli rivolti al genere in se stesso, tendenzialmente superati se si decide di leggere un romanzo fantasy), non c'è modo di traviare quel che si legge con quel che si vorrebbe leggere.

Quel che si vorrebbe fosse il mondo che ognuno ha intorno.

La libertà di isolare i propri sentimenti e reinfonderli nella maniera più pura in quel che si scrive. Questa è stata la mia risposta.

 

Penso di aver scritto la solita cacofonia di pensieri folli ^_^

vabbè non ci farete caso vero?! non sarete così cattivi... ^_^

 

Ciao ^_^


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Rhaegar_Targaryen
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Inviato il 06 novembre 2003 21:58
vabbè non ci farete caso vero?! non sarete così cattivi... >_>

si nn ci ho fatto molto caso, anke perke nn ho capito un benemerito caxxo di tutto quello ke avete detto !!!


N
Negróre
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Inviato il 06 novembre 2003 22:05
si nn ci ho fatto molto caso, anke perke nn ho capito un benemerito caxxo di tutto quello ke avete detto !!!

E provare a capire, no? :)


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Rhaegar_Targaryen
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Inviato il 06 novembre 2003 22:16

ci ho provato, ma è roba troppo filosofeggiante e complessa da comprendere..........io nn sn uno scrittore come voi.............


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Negróre
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Inviato il 07 novembre 2003 8:17
ci ho provato, ma è roba troppo filosofeggiante e complessa da comprendere..........io nn sn uno scrittore come voi.............

Ok, allora tento di riassumere in una frase. :)

Damien e io pensiamo che scrivere fantasy sia darle un senso che vada oltre la storia in sé, significa scrivere qualcosa che faccia anche riflettere seriamente il lettore, oltreché intrattenerlo.

 

Mi spiace le mia parole siano state confuse o in qualche modo astruse, non era mia intenzione... anche se avevo premesso che il discorso era complesso (e quando i discorsi sono complessi non sempre si riesce a essere chiari).


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Alex Nimerya
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Inviato il 07 novembre 2003 13:10

Ciao ragazzi!

....concordo! con tutto ciò che avete detto.

Per me la fantasy è più che altro LIBERTA'.

Chiudo gli occhi e vengo trasportata in quel mondo,vedo i castelli,le dame, posso sentire nella strada il profumo del pane caldo appena sfornato,mi guardo i piedi e sto camminando su un "acciottolato" di pietre lisce,tonde.... sento su di esso lo scalpitio degli zoccoli ferrati dei grandi destrieri da combattimento,lo sferragliare delle armature,lo scintillio delle spade affilate.... mi passano accanto e mi sento così piccola......così bene...... sono fantastici.

Metto nero su bianco queste sensazioni da una vita,e nn so sinceramente se avrò mai la possibilità di pubblicarle,ma ci voglio credere,per me ma anche per tutti loro,i miei personaggi,i miei mondi meravigliosi dove tutto può accadere,anche questo.

Forse è proprio perchè credo in queso mondo fantastico e nella libertà di esso che ho cercato di coinvolgervi tutti nel progetto della discussione a cui ti riferivi Damien,penso che sia una libertà a cui tutti possiamo accedere se solo avessimo il coraggio di farlo,e forse sono stata fraintesa.

Il mio nn è un grossolano tentativo di "rubare" idee altrui,ma semplicemente dare a tutti LIBERTA' di scatenare,far fuoriuscire le PROPRIE FANTASIE.

Un progetto comune,grandioso visto la potenziale partecipazione di tante persone, ed unicamente per il piacere dei lettori della barriera e di chi ci segue.Spero che abbiate capito i miei intenti,dato che come giustamente afferma Andrea,l'argomento è complesso e quindi può anche nn essere facile riuscire a farsi capire.Ciao e permettetemi almeno questo:

:D:huh::huh::huh::huh::huh: un brindisi a voi,a me ed a tutti i sognatori: che sia sempre vivo un sogno in tutti noi,perchè finchè i sogni ci saranno,ci sarà anche la voglia di realizzarli! Ciao!

:D


A
alexstark
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Inviato il 07 novembre 2003 15:48

Scusa amico Damien se ti rispondo solo ora :D

Io scrivo di fantasy, e non di altro, per tanti motivi...molte delle ragioni le avete dette chiaramente tu e Andrea...posso aggiungere come mio commento che questo genere, che solo ultimamente non viene più snobbato, è un'ottima amplificatore di molti lati dell'essere umano. Virtù positive (coraggio, lealtà, senso del dovere) e negative (ambizione, gelosia, avidità) sono appunto amplificate in un romanzo d'ambientazione fantasy e, a mio parere, è quindi possibile caratterizzare dei personaggi indimenticabili, mischiando tutte queste caratteristiche all'estremo. Inoltre il genere fantasy che preferisco è quello a respiro "epico", dove gli avvenimenti, seppur inventati in un mondo inventato, sono in realtà le metafore del nostro mondo (guerre, intrighi, ingiustizie...), ma di questo ha già parlato molto meglio di me Andrea :D

Infine, ma questo forse riguarda solo me, partendo dal fantasy posso creare tutto un mondo mio, estraneo da contesti storici (anche se amo i romanzi storici non potrei mai scriverne uno), politici (come dici tu, Damien) e culturali..insomma, è il gesto del "creare", quello che più si avvicina alle altre, forse + decantate arti creative : musica, pittura etc etc

 

Scusate se non sono stato abbastanza chiaro !


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Damien Amfar
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Inviato il 07 novembre 2003 16:19 Autore

Era esattamente quello che intendevo dire quando parlavo di libertà. E' l'estraneità al mondo reale che rende più potente qualsiasi spunto l'autore voglia dare a chi legge. Almeno secondo il mio parere


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