Per chi, come me, ama al tempo stesso i gialli solo se davvero ben scritti ed i colori che emanano dai romanzi scandinavi, quelli di Arnaldur Indridason sono al tempo stesso un piacere ed un fiume di amarezza.
Piacere perché sono davvero ben scritti, le storie non banali, i personaggi approfonditi e tutt'altro che stereotipati; amari perché le vicende sono terribilmente realistiche in ogni loro lato, dalle vicissitudini dei protagonisti ai crimini con cui si misurano, e ne emerge un ritratto della società islandese ben lontana dall'essere quel piccolo paradiso che uno potrebbe pensare. Basta dire che il protagonista principale, Erlendur Sveinsson, non ha nulla del classico ispettore ben vestito e di alta società come Thomas Lynley, o anche solo benestante e curato: è un uomo di mezza età, divorziato (male), con due figli di cui una drogata e l'altro con problemi di alcolismo, tormentato dal ricordo del fratello persuto e morto durante una tempesta in una brughiera dei fiordi occidentali. E non è neppure quello che se la passa peggio.
Non sono libri per tutti. Ma se avete lo stomaco per affrontare le storie crude, anche violente, dal finale amaro, questi libri sanno avvincere e tenere fino alla fine.
Sotto la città
La signora in verde
La voce
Un corpo nel lago
Un grande gelo
Un caso archiviato
Doppio sospetto
Io ho letto Sotto la città e Un corpo nel lago, confermo la buona lettura. Prima o poi devo decidermi a completare la serie " />
Il problema è che se non li prendi come romanzi singoli, devi andare nell'ordine in cui li ho scritti: non fosse altro per le evoluzioni degli intrecci familiari/sentimentali/altro che intercorrono ai/tra i personaggi.