Sono d'accordo con Ser Balon! Anchio credo che non ci sia nessun accanimento di fondo verso una particolare casata visto che più meno la loro dose di morti e feriti l'hanno avuta tutte, ma semplicemente che per alcune casate la situazione sembri più tragica perchè sono i personaggi migliori, a cui umanamente ci si affeziona di più a morire. Per altro a me piace tantissimo il fatto che i personaggi più grossi facciano grandi cose, muoiano ecc mentre i personaggi "più piccoli" che non hanno neanche un pov fanno piccole cose e stanno nell'ombra ma in realtà sono loro che fanno le cose più grandi e mandavano avanti il tutto, Varys e Ditocorto e anche Illyrio!
*We are all bad in someone's story*
altra eccezione sono i Bolton ma qualcuno davvero crede che arriveranno alla fine della saga sani e salvi? ecco, appunto.
Tutti no, ma io vedo benissimo il figlio di Roose e Walda. Magari sarà anche l'unico 'Frey' che rimarrà in piedi ^^'
Metà Frey, metà Bolton. Stalin gli fa una pippa insomma.. " />
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Ovviamente sono d'accordo con le spiegazioni condivise da tutti ( espediente narrativo, affiliamento partecipativo alle sofferenze degli eroi e così via), ma volevo anche porre l'accento su una possibile distorsione della prospettiva dei lettori, me compresa. Premetto che adoro gli Stark e che, fosse stato per me, avrebbero sofferto solo Sansa e Catelyn, quindi non voglio giustificare in nessun modo le loro pene. Comunque in tutti i libri della saga non c'è personaggio, appartenga esso agli Stark o meno, che non faccia cenno alle condizioni disastrose dei metalupi: a furia di sentire che hanno perso i loro possedimenti e sono tutti morti qualunque lettore si trova a credere alla cosa, o quantomeno a ritenerli devastati da ogni tipo di sciagura. Il punto è che esiste una versione ufficiale della loro sorte e la realtà, decisamente meno fosca (basti pensare allo scarto tra le morti reali e quelle che si contano in giro per Westeros; non mi dilungo oltre per non cadere in possibili spoiler). Quindi si, ci si abbatte contro di loro, ma non molto più di quanto accada alle altre nobili famiglie... e poi gli Stark sono in numero decisamente maggiore rispetto agli altri, sia per componenti della famiglia in senso stretto che per abitanti di Grande Inverno particolarmente caratterizzati, quindi è anche statisticamente più probabile che succeda qualcosa all'interno dei loro "confini familiari allargati"
Stark sicuramente morti e sepolti: Eddard, Robb. Fine. Esattamente come i Lannister (Tywin e Goffreduccio) e i Martell (il Figlio del Sole e Oberyn).
Numero di Frey morti? Direi che le povere vittime di Martin siano i Frey, più che gli Stark...
conta la percenutale! " />
Io sono della 'scuola' di Sir Balon Swann cioé che Martin è come la vita: martella qua e là, ma martella un po' tutti...
Anche io pensavo che se la prendesse in particolare con gli Stark ma prima di rendermi conto che il sistema dei POV non è per nulla oggettivo o intersoggetivo: ci vengono fornite informazioni parziali, secondo una prospettiva particolare e a volte anche contradditorie.
I Pov iniziali erano molto Stark-oriented: in AGOT, se si esclude Tyrion e Daenerys comunque minoritari, troviamo solo POV degli Stark (includendo anche la consorte Tully). Si è creato perciò, volendo o no, una assimilazione della storia che, a me in particolare, ha portato molto a empatizzare e 'solidalizzare' con le vicende Stark.
Questa scelta dei POV non credo siano affatto casuali. Sto rileggendo il tutto in inglese e Martin non lascia nulla al caso: anche la scelta delle parole e delle espressioni sono solidamente ancorate al POV (con Bran uso meno il vocabolario ^^ ad esempio), cosa che un po' si perde nelle traduzioni.
Inoltre nel modo in cui presenta la storia l'effetto di empatia verso gli Stark è ancora più esaltato: il fatto che 'la personalità Stark' non sia o non sia sempre stata esemplificata da Eddard Stark appare inizialmente solo nelle storielle della vecchia Nan o da vaghi accenni qui e lì. Arrivati a ADWD cominciamo a sospettare fortemente che Brandon, fratello di Ned, un po' carogna lo era e che forse i solidissimi principi di Ned siano un pesante influsso di Jon Arryn piuttosto che dovuto al suo retaggio Stark.
Anche la scelta dell'inizio e dei tempi della narrazione è fondamentale per il pathos e l'emozione. Si perde il fatto che Ned Stark, se si fosse scelto un altro punto d'inizio (e di fine), sarebbe meno tragico e meno 'ingiusto'.
Nel lungo periodo per la vita e per Martin, tutti i personaggi (e scrivo personaggi per scaramanzia LOL) sono o saranno morti. Ma se altre fossero state le scelte di Martin ad esempio Eddard Stark sarebbe apparso come molto più eroico e vincente essendo un sopravvissuto della guerra della precedente generazione, oppure come l'ennesima vittima del Gioco del Trono se non fossimo venuti a conoscenza dei molti retroscena (figlia stupida in primis) e dei suoi pensieri.
Martin secondo me martella in base alle sue esigenze narrative.
AGOT è esemplare in merito. Gli Stark sono i protagonisti del libro, il lettore medio simpatizzerà da subito con loro. I Lannister sono da subito i "cattivi", gli antagonisti. La contrapposizione è evidente. In AGOT succede di tutto agli Stark, le peggiori sfighe, mentre i Lannister nonostante tutto se la cavano sempre. Questo è fatto chiaramente per coinvolgere emotivamente il lettore, portandolo a leggere anche i libri successivi in attesa della rivincita Stark e della caduta dei Lannister.
Questo è uno dei nodi narrativi principali dell'intera saga, infatti spesso Martin si "accanisce" con i protagonisti o sui personaggi comunemente considerati positivi. Ogni tanto elimina qualche cattivello, o gli fa accadere qualche disgrazia (che spesso lo riabilita al lettore). I cattivoni principali invece li tiene lì, così da tenere sempre alta la tensione emotiva del lettore.
A volte secondo me forza un po'le cose: ad esempio gli eventi che portano alla morte di Ned a me sembrano forzati, ma fa tutto parte del suo stile.