Comunque molto probabilmente si tratta del primo capitolo di Arianne in TWOW, da collocare cronologicamente prima del riassunto dell'altro capitolo suo di cui si aveva notizia. Certo che, sommando le notizie dei due capitoli, l'impressione è che la trama proceda davvero poco, poco.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Strano però leggere prima il secondo capitolo e dopo il primo! Mettendo tutto insieme da Lancia del Sole arriva al Posatoio del Grifone in due capitoli, va proprio piano!
Secondo me questo libro ci lascerà solo con più dubbi e cliffhangers ;A;
Letto!
Mi sento come un tossicodipendente che ha appena smesso e gli mettono davanti una dose di droga.
Fantastico però questo POV.
Non è che Zio George ce ne può mandare un altro?
Solo un altro... un altro solo...
Posso smettere quando voglio...
:/
Non mi è piaciuto. Credo che sia una decisa caduta di stile rispetto all'abilità del nostro Caro Scrittore.
Piuttosto banale e farraginoso. L'approfondimento psicologico sulla relazione con Quentyn mi sembra troppo scontato: eravamo abituati a espressioni meno esplicite, più subdole ed interessanti.
Lo rileggerò e vedrò se cambierò parere, ma ne dubito.
Inoltre mi pare strano che possa essere un capitolo completamente differente rispetto a quello letto precedentemente: se fosse una riscrittura?
P.S.:
Ciò non toglie che aspetto impaziantemente TWOW, che mi sembra sempre troppo lontano..
Non male. La prima parte più interessante, scopriamo che Aegon e Connington stanno vincendo, il che non è poco. E' inoltre interessante vedere come le voci si diffondono, sono insicure e distorte. Scopriamo anche che Aurane Waters si è messo a devastare il mare stretto. Un po' più lenta la seconda parte, che ci serve soprattutto a caratterizzare meglio Arianne. Ma anche a farci capire che non farà passare liscia a Dany la morte del fratello. I Martell sono ormai nemici di Dany. Credo comunque chje sia una riscrittura del capitolo di cui avevamo letto il riassunto, che altrimenti raggiungerebbe eccessive vette di inutilità.
Ripensandoci, mi colpisce l'insistere su Gerold Dayne... che Darkstar sia destinato a diventare un personaggio fondamentale (almeno per Dorne e annessi e connessi) o è Arianne che non pensa ad altro che ai bei ragazzi (tesoro, non sei l'unica, non preoccuparti " /> )?
A chi fosse interessato... ho tradotto il capitolo in italiano. Lo posto nel prossimo commento
La mattina che partì dai Giardini d’Acqua, suo padre si alzò dalla sedia per baciarla su entrambe le guance. “Il destino di Dorne è nelle tue mani, figlia mia,” disse, mentre le porgeva la pergamena. “Vai alla svelta, vai sicura, sii i miei occhi e la mia voce... ma sopratutto, fai attenzione.”
“Lo farò, padre.” Non versò neanche una lacrima. Arianne Martell era una principessa di Dorne, e i Dorniani non piangono così facilmente. Ci andò molto vicina a farlo, però. Non furono i baci di suo padre ne le sue parole rauche a farle luccicare gli occhi, ma il suo sforzo nel mettersi in piedi, le gambe tremanti sotto di lui, le sue articolazioni infiammate dalla gotta. Stare in piedi era un atto d'amore. Stare in piedi era un atto di fede.
Crede in me. Non lo deluderò.
In sette partirono su sette destrieri Dorniani. Un piccolo gruppo viaggia più velocemente rispetto a uno più grande, ma l’erede di Dorne non cavalca mai sola. Da Grazia degli Dei venne Ser Daemon Sand, il bastardo; un tempo scudeiero del Principe Oberyn, e ora protettore di Arianne. Da Lancia del Sole si unirono a lui due giovani e coraggiosi cavalieri, Joss Hood e Garibald Shells. Dai Giardini d’acqua vennero sette corvi e un giovane e alto ragazzo per occuparsene. Il suo nome era Nate, ma aveva lavorato con quei volatili così tanto tempo che tutti lo chiamavano Feathers. E dal momento che una principessa deve avere alcune donne come accompagnatrici, la sua compagnia includeva anche la graziosa Jayne Ladybright e la selvaggia Elia Sand, una fanciulla di quattordici anni.
Partirono verso nord, passando da nordest, attraverso terre aride, pianure bruciate dal sole e deserto per raggiungere Ghost Hill, la fortezza della casata Toland, dove li aspettava la nave che li avrebbe portati attraverso il Mare di Dorne. “Manda un corvo appena hai notizie,” le disse il Principe Doran, “ma riferisci solo delle cose che sei sicura siano vere. Siamo avvolti nella nebbia qui, circondati da pettegolezzi, falsità e racconti di viaggiatori. Non oso agire finchè non so per certo che cosa sta accadendo.”
La guerra è scoppiata, ecco cosa sta accadendo, pensò Arianne, e questa volta Dorne non sarà risparmiata. “Il destino e la morte stanno arrivando,” Ellaria Sand li aveva avvertiti, prima di congedarsi dal principe Doran. “Per le mie piccole serpi è arrivato il momento di disperdersi per sopravvivere alla carneficina.” Ellaria stava tornando alla reggia di suo padre ad Hellholt. Con lei andò sua figlia Loreza, che aveva appena compiuto sette anni. Dorea rimase ai Giardini d’Acqua, insieme agli altri centinaia di bambini. Obella invece stava per essere inviata a Lancia del Sole per servire come coppiera la moglie del castellano, Manfrey Martell.
Mentre Elia Sand, la più anziana tra le quattro figlie del Principe Oberyn ed Ellaria, avrebbe attraversato il Mare di Dorne assieme ad Arianne. “Come una lady, non una lancia,” disse fermamente sua madre, ma come tutte le Vipere delle Sabbie, Elia aveva una volontà sua.
Attraversarono il deserto in due lunghi giorni e per buona parte di due notti, fermandosi tre volte per sostituire i cavalli. Furono due giorni di solitudine per Arianne, circondata da così tanti sconosciuti. Elia era sua cugina, ma ancora una bambina, e Daemon Sand... le cose non furono più le stesse tra lei e il Bastardo di Grazia degli Dei dopo che suo padre rifiutò la sua offerta per la mano di lei. Era solo un ragazzo al tempo, e un bastardo di nascita per giunta, non degno di sposare una principessa di Dorne, avrebbe dovuto pensarci meglio.E fu la volontà di mio padre, non la mia. Il resto dei suoi altri compagni di viaggio li conosceva appena.
Ad Arianne mancavano i suoi amici. Drey e Garin e la sua dolce Spotted Sylva che faceva parte della sua vita fin da quando era piccola Tutti confidenti fidati che condividevano sogni e segreti, che la rallegravano quando era triste, e la aiutavano ad affrontare le sue paure. Uno di loro l’aveva tradita, ma sentiva lo stesso la sua mancanza. È stata colpa mia. Arianne li aveva resi partecipi del suo complotto per rapire Myrcella Baratheon e incoronarla come sua regina, un atto di ribellione volto a forzare la mano di suo padre, ma la lingua lunga di qualcuno aveva distrutto i suoi piani. Il goffo atto di cospirazione non aveva portato a nulla, se non che la povera Myrcella perse parte della sua faccia, e Ser Arys Oakheart la sua vita.
Ad Arianne mancava molto anche Ser Arys, più di quanto avesse potuto immaginare. Mi amava follemente, disse a se stessa, anche se io non andai oltre alla semplice attrazione per lui. Lo usai per il mio piacere e per il mio complotto, presi il suo amore e il suo onore, e non gli diedi altro a parte il mio corpo. Alla fine lui non avrebbe potuto convivere con quello che avevamo fatto. Perchè, altrimenti, il suo bianco cavaliere sarebbe partito alla carica dritto contro l’ascia da guerra di Areo Hotah, per morire in quel modo? Ero una sciocca e testarda ragazzina, che giocava al gioco dei troni come un ubriacone che butta i suoi soldi nei dadi.
Il prezzo di quella follia fu molto caro. Drey fu mandato dall’altra parte del mondo, a Norvos, Garin esiliato a Tyrosh per due anni, mentre la sciocca e sorridente Sylva sposata con Eldon Estermont, un uomo abbastanza vecchio da poter essere suo nonno. Ser Arys pagò con la vita, Myrcella con un orecchio.
Solo Ser Gerold Dayne riuscì a fuggire illeso. Darkstar. Se il cavallo di Myrcella non avesse deviato all’ultimo istante, la sua spada lunga l’avrebbe aperta dal petto fino alla vita, invece di staccarle un orecchio. Dayne era la sua peggiore colpa, quella di cui Arianne si pentiva maggiormente. Con un colpo della sua spada, aveva cambiato il suo mal pensato piano in qualcosa di folle e sanguinario. Se gli Dei fossero stati giusti, Obara Sand lo avrebbe già stanato dalla sua montagna e avrebbe messo fine in modo rapido alla sua esistenza.
Disse queste cose a Daemon Sand la prima notte, mentre preparavano l’accampamento. “Fai attenzione a quello che dici durante le tue preghiere, principessa,” le rispose. “Darkstar potrebbe mettere fine alla vita di Lady Obara altrettanto facilmente.”
“Ha con se Areo Hotah.” Al capitano delle guardie del Principe Doran bastò un solo colpo per uccidere Ser Arys Oakheart, nonostante le Guardie reali siano considerati i migliori cavalieri di tutto il regno. “Nessun uomo può superare in combattimento Hotah.”
“Darkstar è realmente quello che tu dici? Un uomo?” Ser Daemon fece una smorfia. “Un uomo non avrebbe potuto fare quello che egli ha fatto alla Principessa Myrcella. Ser Gerold è più una vipera di quanto non lo sia mai stato vostro zio. Il Principe Oberyn constatò più di una volta quanto fosse velenoso quell’individuo. È un peccato che che non abbia mai avuto l’occasione di ucciderlo.”
Veleno, pensò Arianne. Si. Un bel veleno, però. Fu proprio così che la ingannò. Gerold Dayne era duro e crudele, ma così bello da guardare che la principessa non credette a metà delle storie aveva sentito su di lui. I bei ragazzi erano da sempre stati la sua debolezza, in particolare quelli che erano misteriosi e pericolosi allo stesso tempo. Ma questo era così prima, quando ero ancora una bambina, si disse. Ora sono una donna, la figlia di mio Padre. Ho imparato quella lezione.
Alle prime luci del giorno, si misero di nuovo in viaggio. Elia Sand faceva strada, la sua treccia nera fendeva l’aria dietro di lei mentre cavalcava veloce attraverso le asciutte, secche pianure e fin sopra le colline. La ragazza andava pazza per i cavalli, ed era per questo che spesso puzzava come uno di loro, per la disperazione di sua madre. Qualche volta Arianne si sentiva dispiaciuta per Ellaria. Quattro ragazze, ed ognuna era la copia spudorata del padre.
Il resto del gruppo mantenva un’andatura più pacata. La principessa si trovò a cavalcare a fianco di Ser Daemon, ricordandosi altre cavalcate quando erano più giovani, che spesso finivano in abbracci. Quando si ritrovò a lanciargli delle occhiate, così alto e valoroso sulla sella, Arianne si ricordò che lei era erede di Dorne, e lui nient’altro che il suo protettore. “Dimmi quello che sai su questo Jon Connington,” gli ordinò.
“È morto,” disse Daemon Sand. “Morì nelle Disputed Lands. Per il bere, ho sentito dire.”
“E così un ubriaco morto sta guidando questo esercito?”
“Forse questo Jon Connington è un figlio di quell’altro. O solamente qualche furbo mercenario che ha preso il nome di un uomo morto.”
“Oppure non è morto affatto.” Connington avrebbe potuto farsi credere morto per tutti questi anni? Certamente una simile impresa avrebbe richiesta una pazienza degna di suo padre. Il solo pensiero rese Arianne ansiosa. Avere a che fare con uomo così subdolo si sarebbe potuto rivelare pericoloso. “Com’era prima di... prima di morire?”
“Ero un ragazzo a Grazia degli Dei quando fu mandato in esilio. Non l’ho mai conosciuto.”
“Allora dimmi quello che hai sentito su di lui da altre persone.”
“Come ordina la mia principessa. Connington era Lord di Griffin’s Roost quando Griffin’s Roost era ancora considerata una signoria che valesse la pena possedere. Era lo scudiero del Principe Rhaegar, o comunque uno dei suoi. Più tardi diventò amico e compagno del Principe Rhaegar. Il Re Folle lo nominò Mano del Re durante la Ribellione di Robert, ma fu sconfitto a Stoney Sept nella Battaglia delle Campane, e Robert gli sfuggì. Re Aerys era così furioso con lui, che lo spedì in esilio. E li morì.”
“Oppure no.” Il Principe Doran le disse tutto questo. Ci deve essere di più. “Quelle sono solo le cose che ha fatto. So tutto. Che tipo di uomo era? Onesto e onorabile, venale e avido, orgoglioso?”
“Sicuramente orgoglioso. Perfino arrogante. Un amico fidato di Rhaegar, ma permaloso con altri. Robert era il suo signore, ma ho sentito dire che Connington si infastidava nel dover servire un simile lord. Perfino all’epoca, Robert era noto come amante del vino e delle puttane.”
“Nessuna pu***na per Lord Jon, quindi?”
“Non saprei dirtelo. Alcuni uomini tengono segrete le loro fornicazioni.”
“Aveva una moglie? Un amante?”
Ser Daemon scosse il capo. “Non che io sappia.”
Anche questo era problematico. Ser Arys Oakheart infranse i suoi voti per lei, ma da quello che sembrava, Jon Connington non sembrava altrettanto facilmente seducibile. Posso affrontare un tale uomo solo con la forza delle parole?
La principessa cadde in silenzio, domandandosi cosa avrebbe trovato alla fine del suo viaggio. Quella notte quando si accamparono, entrò nella tenda che condivideva con Jayne Ladybright e Elia Sand e srotolò la pergamena per leggere un’altra volta quelle parole.
Al Principe Doran della Casata Martell,
Ti ricorderai di me, spero. Conoscevo bene tua sorella,
e fui un leale servitore del tuo bravo fratello. Sono dispiaciuto
per loro come lo sei te. Non sono morto, non più del figlio
di tua sorella. Per salvargli la vita lo abbiamo tenuto nascosto,
ma ora il tempo dei sotterfugi è finito. Un drago è ritornato a
Westeros per reclamare il suo diritto di nascita e cercare vendetta
per suo padre, e per la principessa Elia, sua madre.
Nel ricordo del suo nome Io mi rivolgo a Dorne. Non ci abbandonare.
Jon Connington
Lord di Griffin’s Roost
Mano del Vero Re
Arianne rilesse la lettera tre volte, poi l’arrotolò e la rimise nella manica. Un drago è ritornato a Westeros, ma non il drago che si aspettava mio padre. Nella lettera non c’era nessuna menzione di Daenerys Nata dalla tempesta.. nè del Principe Quentyn, suo fratello, che era stato mandato a cercare la regina dei draghi. La principessa si ricordò il modo in cui suo padre strinse nel palmo della sua mano la pedina di cyvasse in onice, la sua voce rauca mentre le confessava il suo piano. Un viaggio lungo e pericoloso, con un’accoglienza incerta alla fine, disse. È partito per realizzare il nostro più grande desiderio. Vendetta. Giustizia. Fuoco e sangue.
Fuoco e sangue era proprio quello che Jon Connington (sempre se realmente era lui) stava offrendo. O forse no? “È arrivato con dei mercenari, non con dei draghi,” le disse il Principe Doran, la notte in cui giunse il corvo con la lettera. “La compagnia dorata è la migliore e più grande delle compagnie indipendenti, ma diecimila mercenari non possono sperare di conquistare i Sette Regni. Il figlio di Elia... piangerei dalla gioia se una parte di mia sorella fosse sopravvisuta, ma che prove abbiamo che questo ragazzo sia Aegon?” La sua voce si spezzò nel dirlo. “Dove sono i draghi?” chiese. “Dov’è Daenerys?” e Arianne dentro di sè sapeva che in realtà si stava chiedendo, “Dov’è mio figlio?”
Nella Strada delle ossa e al Prince’s Pass, erano ammassati due contingenti Dorniani, e lì rimanevano, ad affilare la punta delle loro lance, lucidare le loro armature, giocare a dadi, a bere, a questionare, mentre il loro numero diminuiva sempre di più da un giorno all’altro, in attesa... in attesa che il Principe di Dorne li mandasse ad affrontare i nemici della casata Martell. Stanno aspettando i draghi, fuoco e sangue. Stanno aspettando me. Sarebbe bastata una sola parola da parte di Arianne, e quegli eserciti si sarebbero messi in marcia... fintanto che quella parola fosse stata drago. Se invece la parola fosse stata guerra, Lord Yronwood e Lord Fowler e le loro armate sarebbero rimasti ai loro posti senza fare nulla. Il Principe di Dorne non era altro che una persona astuta; qui guerra significava attesa.
A metà mattina del terzo giorno, Ghost Hill si stagliava davanti a loro, le sue mura color bianco gesso luccicavano in contrasto con il profondo blu del Mare di Dorne. Dalle torri agli angoli del castello sventolavano le insegne della casata Toland; un drago verde che si morde la coda, sopra un campo dorato. Il vessillo col sole trafitto dalla lancia della casa Martell, torreggiava in modo sprezzante dalla cima del grande bastione centrale, coi suoi colori dorati, rossi e arancioni.
I corvi erano già stati mandati per avvertire Lady Toland del loro arrivo, quindi le porte del castello erano aperte, e la figlia maggiore di Nymella cavalcò con il suo servitore verso di loro, per incontrarli sulla collina. Alta e fiera, i capelli rossi splendenti che le scendevano lungo le spalle, Valena Toland accolse Arianne urlandole, “Finalmente siete arrivati! Quanto sono lenti quei cavalli?”
“Abbastanza veloci per battere il tuo in una corsa verso le porte del castello.”
“Questo lo vedremo.” Valena fece girare il suo grosso e rosso cavallo e strinse i talloni sui suoi fianchi, e la sfida iniziò, attraverso i sentieri polverosi del villaggio ai piedi della collina, con gli abitanti e le galline che cercavano di scansarsi dal loro passaggio. Arianne era a tre lunghezze dietro, quando mise al galoppo il suo cavallo, ma era già quasi a metà della salita. Le due si ritrovarono fianco a fianco, veloci come fulmini, lanciate verso le porte, ma a cinque iarde da queste, Elia Sand sbucò dietro a loro in una nuvola di polvere in groppa al suo cavallo nero, e le sorpassò entrambe.
“Sei per metà cavallo, ragazzina?” le domandò Valena, ridendo in mezzo al cortile. “Principessa, hai per caso portato una ragazza di stalla?”
“Sono Elia,” annunciò la ragazza. “Lady Lancia.”
Chiunque le abbia affibiato quel nome dovrà rispondere di molte cose. Probabilmente era stato il Princie Oberyn, e la Vipera Rossa non rendeva mai conto a nessuno a parte se stesso.
“La ragazza che giostra,” disse Valena. “Si, ho sentito parlare di te. Dal momento che sei stata la prima ad arrivare nel cortile, ti sei guadagnata l’onore di lavare e legare i cavalli.”
“E quando hai finito vai a farti un bagno,” disse la Principessa Arianne. Elia era bianca e impolverata dai piedi fino ai capelli.
Quella sera Arianne e i suo cavalieri cenarono con Lady Nymella e le sue figlie nel salone del castello. Teora, la più giovane, aveva gli stessi capelli rossi di sua sorella, ma per il resto non poteva essere più diversa. Bassa, grassottella, e così timida che poteva essere scambiata per muta. Dimostrò più interesse per il manzo speziato e l’anatra al miele che per i giovani e avvenenti cavalieri seduti intorno al tavolo, e sembrava ben felice di lasciare il compito di intrattenere gli ospiti a sua madre e a sua sorella.
“Qui abbiamo sentito raccontare le stesse storie che si sentono a Lancia del Sole,” disse Lady Nymella mentre un servitore le versava il vino. “Mercenari che sbarcano a Cape Wrath, castelli messi sotto assedio o espugnati, raccolti che vengono razziati o bruciati. Nessuno sa per certo chi siano e da dove vengano questi uomini.”
“Le prime voci parlavano di pirati ed avventurieri,” disse Valena. “Poi si suppose che era la Compagnia Dorata. E ora si sente dire che sia Jon Connington, la Mano del Re Folle, ritornato dalla tomba per reclamare il suo diritto di nascita. Chiunque essi siano, Griffin’s Roost è caduta nelle loro mani. Rain House, Crow’s Nest, persino Greenstone sull’isola. Tutte prese.”
I pensieri di Arianne tornarono ancora una volta alla sua dolce Spotted Sylva. “Chi potrebbe mai volere Greenstone? C’è stata una battaglia?”
“Non che io abbia sentito, ma tutte le storie sono confuse.”
“Qualche pescatore ti dirà che anche Tarth è stata presa,” disse Valena. “Ora questi mercenari controllano gran parte di Cape Wrath e metà delle Stepstones. Abbiamo anche sentito voci che parlavano di elefanti.”
“Elefanti?” Arianne non sapeva cosa pensare a riguardo. “Ne sei sicura? Nessuna voce sui draghi?”
“Elefanti,” le confermò Nymella.
“E kraken al largo del Braccio Spezzato, che spediscono le galee negli abissi,” disse Valena. “Il nostro maestro afferma che il sangue li attira verso la superficie. Ci sono cadaveri nell’acqua. Alcuni sono stati trascinati dalla corrente fino alle nostre rive. E questo non è tutto. Un nuovo re dei pirati si è insediato a Torturer’s Deep. Si fa chiamare Il Lord delle Acque. Ha delle vere navi da guerra, con tre ponti, mostruosamente grandi. Siete stati saggi a non essere venuti in nave. Da quando la flotta dei Redwyne ha oltrepassato le Stepstones, quelle acque brulicano di navi con strane vele, fin su a nord allo Stretto di Tarth e alla Shipbreaker’s Bay. Myrmen, Volantenes, Lyseni, persino saccheggiatori dalle Isole di Ferro. Alcuni sono entrati nel Mare di Dorne per sbarcare uomini sulle coste di Cape Wrath. Per voi abbiamo trovato una nave molto veloce, come ci ha ordinato tuo padre, ma in ogni caso, vi prego di fare attenzione.”
È vero allora. Arianne avrebbe voluto chiedere di suo fratello, ma suo padre la mise in guardia di pesare ogni sua parola. Se queste navi non hanno ancora portato Quentyn a casa con la sua regina dei draghi, era meglio non menzionarlo. Solo suo padre e pochi suoi uomini tra i più fidati erano a conoscenza della missione di suo fratello nella Baia degli Schiavisti. Lady Toland e le sue figlie non erano tra questi. Se fosse stato Quentyn, avrebbe senza dubbio portato Daenerys direttamente a Dorne. Perchè avrebbe dovuto rischiare di sbarcare a Cape Wrath, tra i lord della tempesta?
“Mi chiedo se Dorne sia davvero a rischio.” disse Lady Nymella. “Lo confesso, ogni volta che vedo una strana vela in mare aperto, mi sento il cuore in gola. Cosa accadrebbe se quelle navi puntassero la loro rotta verso sud? La maggior parte dei nostri soldati è con Lord Yronwood nella Strada delle Ossa. Chi difenderà Ghost Hill se questi stranieri dovessero approdare sulle nostre rive? Dovrei richiamare i miei uomini?”
“I tuoi uomini sono necessari dove si trovano, mia signora,” le assicurò Daemon Sand. Arianne annuì in fretta. Qualsiasi altro consiglio avrebbe potuto portare l’armata di Lord Yronwood a ridursi rapidamente di numero se tutti gli uomini fossero ritornati a difendere le loro case da possibili nemici. “Una volta appurato se questi stranieri sono amici o nemici, mio padre saprà cosa fare,” disse la principessa.
Fu allora che la pallida e tarchiata Teora sollevò lo sguardo dalla torta cremosa. “Sono draghi.”
“Draghi?” disse la madre. “Teora, non dire sciocchezze.”
“Non sono sciocchezze. Stanno arrivando.”
“Come potresti mai sapere una cosa del genere?” le domandò la sorella, con una nota di sdegno nella voce. “Uno dei tuoi piccoli sogni?”
Teora annuì timidamente, il mento tremante. “Stavano danzando. Nel mio sogno. E tutti quanti intorno a loro morivano.”
“Che i sette ci salvino.” Lady Nymella fece sospiro esasperato.
“Se non mangiassi così tante torte alla crema non faresti questi sogni. I Cibi così pesanti non sono adatti alle ragazzine della tua età, quando i tuoi umori sono così squilibrati. Maestro Toman dice -- ”
“Io odio Maestro Toman,” disse Teora. Si alzò precipitosamente e abbandonò la sala, lasciando la madre a scusarsi con gli ospiti per il suo comportamento.
“Sii gentile con lei, mia signora” disse Arianne. “Mi ricordo di quando avevo la sua età. Sono sicura che facevo impazzire mio padre.”
“Posso confermarlo.” Ser Daemon bevve un sorso di vino e disse, “la casa Toland ha un drago sui propri vessilli.”
“Un drago che si mangia la coda, si,” disse Valena. “Fin dai giorni della Conquista di Aegon. Non conquistò queste terre. Altrove lui e le sue sorelle bruciarono i loro nemici, ma qui bruciammo tutto prima del suo arrivo, lasciandogli solo pietra e sabbia. E i draghi continuarono a girare in tondo, mordendosi le loro stesse code per mancanza di altro cibo, fino a quando non si ritrovarono talmente affamati da sembrare degli scheletri.”
“I nostri antenati fecero la loro parte in questo,” Lady Nymella affermò con orgoglio. “Furono atti coraggiosi, e bravi uomini morirono nel compierli. Tutto questo fu scritto dai maestri che ci servivano al tempo. Abbiamo dei libri che ne parlano, se la mia principessa volesse sentirne di più...”
“Un’altra volta, magari,” disse Arianne.
Quella notte, mentre Ghost Hill dormiva, la principessa indossò una tunica con un cappuccio per ripararsi dal freddo e si mise a passeggiare sul parapetto del castello per riordinare i suoi pensieri. Daemon Sand la trovò mentre si stava sporgendo per ammirare il paesaggio notturno del mare, con lo sguardo fisso sulle acque che riflettevano la luna. “Principessa,” disse. “Dovresti essere a letto.”
“Potrei dire lo stesso di te.” Arianne spostò lo sguado sulla sua faccia. Una bella faccia, decise. Il ragazzo che conoscevo è diventato un bell’uomo. I suoi occhi erano blu come un cielo senza nubi, i suoi capelli marrone chiaro come le sabbie che avevano appena attraversato. Una leggera barba cresceva intorno a una mascella pronunciata, ma non era abbastanza folta da nascondere le fossette che gli apparivano sulle guance quando sorrideva. Ho sempre amato il suo sorriso.
Il Bastardo di Grazia degli Dei era anche uno dei migliori spadaccini di Dorne, come d’altronde ci si aspettava da uno che fece da scudiero al Principe Oberyn e ricevette da lui il cavalierato. Alcuni dicevano che era stato anche l’amante di suo zio, anche se raramente glielo dissero in faccia. Arianne non sapeva quale fosse la verità su questo. Certamente però, era stato il suo amante. All’età di quattordici anni gli diede la sua verginità. Daemon non era molto più grande di lei, e il loro rapporto fu tanto goffo quanto passionale. Tuttavia, fu dolce.
Arianne gli rivolse il suo sorriso più seducente. “Potremmo dormire nello stesso letto.”
Il viso di Ser Daemon era come scolpito nella pietra. “Hai dimenticato, principessa? Sono un bastardo.” Le prese una mano. “Se non sono degno di questa mano, come posso essere degno della tua fica?”
Ritrasse la mano in un rapido gesto. “Meriteresti uno schiaffo per questo.”
“La mia faccia è in tuo potere. Fanne ciò che vuoi.”
“Quello che io voglio è diverso da quello che vuoi te, sembra. D’accordo. Parliamo allora. Questo ragazzo, potrebbe veramente essere il Principe Aegon?”
“Gregor Clegane strappò Aegon dalle braccia di sua madre Elia e gli spaccò la testa contro a un muro,” disse Ser Daemon. “Se questo principe di Lord Connington ha il cranio spaccato, sarei propenso a credere che Aegon Targaryen è ritornato dalla tomba. Altrimenti, no. Penso che questo non sia altro che un falso pretendente, niente di più. Un complotto ben ingegnato da un mercenario per guadagnare supporto.”
Mio padre teme lo stesso. “Se però non fosse così... se questo mercenario fosse realmente Jon Connington, e se il ragazzo fosse il figlio di Rhaegar...”
“Fammi capire, speri che lo sia, o che non lo sia?”
“Io... mio padre sarebbe immensamente felice di sapere che il figlio di Elia è ancora vivo. Amava molto sua sorella.”
“La mia domanda era rivolta a quello che pensi te, non tuo padre.”
Era così anche per me. “Avevo sette anni quando Elia mori. Mi dissero che una volta presi in braccio sua figlia Rhaenys, io ero troppo giovane per ricordarmi. Aegon sarebbe uno sconosciuto per me, vero o falso che sia.” La principessa fece una pausa. “Abbiamo cercato la sorella di Rhaegar, non suo figlio.” Suo padre si fidava di Ser Daemon e per questo lo scelse come suo protettore; almeno con lui avrebbe potuto parlare liberamente. “Preferirei che fosse stato Quentyn a tornare.”
“O è questo che cerchi di far credere,” disse Daemno Sand. “Buonanotte, principessa.” Fece un inchino, e la lasciò.
Cosa intendeva dire? Arianne lo guardò mentre si allontanava. Che sorta di sorella sarei, se non vorrei vedere tornare mio fratello? È vero, aveva biasimato suo fratello Quentyn in tutti quegli anni in cui pensava che suo padre era intenzionato a nominare lui come suo erede al suo posto, ma poi si era rivelato tutto un equivoco. Lei era l’unica erede di Dorne, suo padre le diede la sua parola su questo. Quentyn dal canto suo, avrebbe avuto la sua regina dei draghi, Daenerys.
A Lancia del Sole c’era un ritratto che raffigurava la Principessa Daenerys, venuta a Dorne per sposare un antenato di Arianne. Quando era giovane, Arianne passava ore ad osservarlo, quando al tempo era solo una ragazzina grassoccia col petto piano, al culmine della pubertà, che pregava gli dei tutte le notti perchè la facessero diventare bella. Un centinaio di anni fa, Daenerys Targaryen venne a Dorne per stringere un trattato di pace. Ora un’altra Daenerys viene per fare una guerra, e mio fratello sarà il suo re e sposo. Re Quentyn. Perchè le suonava in modo così ridicolo?
Ridicolo, quasi quanto immaginare Quentyn che cavalca un drago. Suo fratello era sempre stato un ragazzo serio, educato e disciplinato, ma anche noioso. E semplice, così semplice. Gli dei diedero ad Arianne la bellezza per cui aveva pregato tanto, ma Quentyn, avrebbe dovuto pregare per qualcos’altro. La sua testa era troppo grossa e squadrata, i suoi capelli avevano il colore di fango essiccato. Le sue spalle, cadenti, ed era troppo spesso sulla vita. Assomiglia fin troppo a nostro Padre.
“Voglio bene a mio fratello,” disse Arianne, anche se solo la luna poteva sentirla. Per dirla proprio tutta però, lo conosceva appena. Quentyn era stato cresciuto da Lord Anders della casa Yronwood, il Sangue Reale, figlio di Lord Ormond Yronwood e nipote di Lord Edgar. In gioventù suo zio Oberyn sfidò a duello Lord Edgar, ferendolo mortalmente. Dopodichè si guadagnò il suo soprannome, ‘la Vipera Rossa’, e alcuni dichiararono che aveva avvelenato la lama della sua spada prima del combattimento. Gli Yronwood sono un’antica casata, orgogliosi e potenti. Prima dell’arrivo dei Rhoynar furono re sulla metà di Dorne, con domini che sminuivano quelli della casata Martell. Se non fosse stato per suo padre, una faida sanguinosa e una ribellione avrebbero di sicuro fatto seguito alla morte di Lord Edgar. La Vipera Rossa andò a Vecchia Città, e in seguito a Lys attraverso il Mare Stretto, ma nessuno osò definirlo un esilio. E in segno di fiducia, Quentyn fu lascito crescere da Lord Anders. Questo sicuramente aiutò a sanare i rapporti tra Lancia del Sole e gli Yronwood, ma rovinò il rapporto tra Quentyn e le Vipere delle Sabbie... e Arianne era da sempre stata affezionata più alle sue cugine che a suo fratello.
“Comunque sia, siamo dello stesso sangue,” sussurrò. “Naturalmente voglio vedere mio fratello tornare a casa. Lo voglio.” Il vento che soffiava dal mare le fece venire la pelle d’oca lungo le braccia. Arianne si coprì con la tunica, e si diresse verso il suo letto.
La loro nave si chiamava Peregrine. Salparono alle prime luci dell’alba. Gli dei furono buoni con loro, e il mare calmo. Persino con dei buoni venti, l’attraversamento durò un giorno e una notte. Jayne Ladybright passò la maggior parte del viaggio vomitando, ed Elia Sand sembrava trovarlo divertente.
“Qualcuno dovrebbe sculacciare quella ragazzina,” sentì dire Joss Hood... ed Elia era tra quelli che lo sentirono altrettanto.
“Sono quasi una donna fatta, ser,” gli rispose con sprezzo. “Ti permetterò di sculacciarmi... ma prima dovrai giostrare con me, e tirarmi giù da cavallo.”
“Siamo su una nave, e non ci sono cavalli,” rispose Joss.
“E le lady non giostrano,” insistette Ser Garibald Shells, un giovane ben più serio del suo compagno.
“Io lo faccio. Io sono Lady Lancia.”
Arianne aveva sentito abbastanza. “Potresti anche essere una lancia, ma di certo non sei una lady. Vai di sotto in coperta e restaci fino a quando non raggiungiamo terra.”
Non ci furono altri avvenimenti durante l’attraversamento. Al tramonto scorsero una galea in lontananza, i remi che salivano e scendevano in contrasto con le stelle della sera, ma si stava allontanando dalla loro nave, e presto si perse alla vista. Arianne giocò una partita a cyvasse con Ser Daemon, e un’altra con Garibald Shells, e in qualche modo le perse entrambe. Ser Garibald fu abbastanza cortese da dirle che aveva giocato una buona partita, ma Daemon la prese in giro. “Hai altre pedine oltre al drago, principessa. Prova ad usarle qualche volta.”
“Mi piace il drago.” Avrebbe voluto togliergli quel sorriso dalla faccia con uno schiaffo. O forse con un bacio. Era tanto compiaciuto di se stesso quanto bello. Tra tutti i cavalieri di Dorne, perchè mio padre ha scelto proprio questo come mio protettore? Conosce la nostra storia. “È solo un gioco. Dimmi del Principe Viserys.”
“Il Re Mendicante?” Ser Daemon sembrava sorpreso dalla domanda.
“Tutti dicono che il Principe Rhaegar fosse bello. Era bello anche Viserys?”
“Suppongo di si. Era un Targaryen. Non l’ho mai visto di persona.”
Il patto segreto che il Principe Doran stipulò anni prima voleva Arianne sposata con il Principe Viserys, e non Quentyn a Daenerys. Ma tutto andò in frantumi nel mare Dothraki, quando Viserys venne assassinato. Incoronato con una corona di oro fuso. “Fu ucciso da un khal Dothraki,” disse Arianne. “Il marito della regina dei draghi.”
“Così ho sentito. E allora?”
“Solo che... Perchè Daenerys ha permesso una cosa simile? Viserys era suo fratello. Tutto quello che le rimaneva del suo stesso sangue.”
“I Dothraki sono un popolo selvaggio. Chi può sapere il perchè uccidono? Forse Viserys si pulì il c**o con la mano sbagliata.”
Forse, pensò Arianne, o forse Daenerys realizzò che una volta che suo fratello era incoronato e sposato con me, sarebbe stata condannata a passare il resto della sua vita dormendo in una tenda e puzzando come un cavallo. “È la figlia del Re Folle,” disse la principessa. “Come possiamo sapere -- ”
“Non possiamo,” disse Ser Daemon. “Possiamo solo sperare.”
Gran bel lavoro Mad King! Grazie! ">
grandissimo lavoro, grazie mille!!
Complimenti! Sarà contento Albione quando lo scoprirà. Magari richiederà anche il capito di Theon ehh! " />
Gil Galad - Stella di radianza
Appena trovo altro tempo cercherò di farlo
Nel frattempo ho tradotto lo stralcio del capitolo di Victarion ora lo posto sulla discussione.
grande mad king!
Ottima traduzione. Grazie!