Cari amici,
leggendo le avventure dei nostri eroi nelle terre di Westeros ed Essos, ho quasi automaticamente creato dei nessi con alcuni studi che ho letto durante i miei anni universitari e penso che questo forum sia l'unico posto in cui io possa condividere i miei folli ragionamenti.
La struttura narrativa dei romanzi di Martin richiama perfettamente la costruzione a intreccio multiplo dei romanzi epico-cavallereschi della letteratura italiana e più di tutti l'"Orlando innamorato" di Boiardo, infatti anche nell'opera dell'autore ferrarese le vicende vissute dai vari personaggi sono narrate quasi a mo' di POV e si crea così un macro-intreccio che è definito dai narratologi con il termine francese entrelacement.
Inoltre sia Martin sia Boiardo allargano progressivamente la loro storia, infarcendola di nuovi personaggi e assegnando un ruolo sempre più importante a eroi inizialmente secondari, dunque la situazione davanti alla quale si trova il lettore al termine dell'"Innamorato" è la stessa che viviano noi ora, dopo aver letto cinque libri di ASOIAF: l'autore sta reggendo un intreccio immenso, ampio, variegato e sembra quasi impossibile che riesca a portarlo a termine, infatti Boiardo ha lasciato incompiuto la sua opera nel 1494, anno della sua morte (e speriamo che questa non sia un'altra analogia con le Cronache...).
L'unico autore che è riuscito a portare a termine l'opera iniziata da Boiardo è stato Ariosto, il quale ha essenzialmente usato due strategie per ridurre progressivamente le linee narrative sviluppate a oltranza nell'"Innamorato": ha eliminato alcuni personaggi, infatti Boiardo non ha "ucciso" nessuno dei suoi eroi, invece nel "Furioso" alcuni tra i più importanti paladini cristiani e guerrieri saraceni subiscono questa sorte; in secondo luogo Ariosto ha riunito alcuni fili in battaglie collettive e in luoghi ben precisi e ciò ha ridotto ulteriormente l'ampiezza dell'entrelacement. Martin si avvicina molto ad Ariosto nel primo punto, infatti fin dal primo libro la sorte di alcuni eroi è segnata, mentre la seconda strategia potrebbe essere usata nei prossimi libri, proprio per portare progressivamente a conclusione le vicende dei nostri eroi preferiti.
Avrei altro da aggiungere, ma per il momento penso che basti, anche perché non so a quanti di voi interessino ragionamenti simili. Ad ogni modo ditemi quello che ne pensate e scrivete a quali altre opere avete associato, sul piano della struttura, le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco.
Io anche avevo pensato a qualcosa di simile, sostenuto proprio dal tuo primo ragionamento, ovvero l'allargamento progressivo della trama, nonchè dalla struttura intrecciata della trama stessa, vero punto forte della saga di Martin, a mio avviso. I POV, infatti, rendono molto meglio di un banale narratore onnisciente, tra l'altro non in grado di gestire tutto quanto. Per quanto riguarda altri accostamenti a vari autori: mi interessano molto questi discorsi dal punto di vista letterario e vorrei sicuramente saperne di più riguardo gli spunti che Martin ha preso da questo o quell'autore. La prima cose che mi viene in mente è che Martin ha provato a staccarsi dal classico fantasy (quello di Tolkien, ad esempio, o di Brooks) anche e soprattutto nella struttura della saga stessa, a mio avviso molto più leggibile e godibile da parte del vasto pubblico, in confronto ad un ISDA o un Silmarillion (e lo dico da appassionato lettore di Tolkien). Ragionamento un po' banale, ma ciò che è banale è sempre vero " />
Martin ha detto che si è rifatto a Il signore degli anelli per quanto riguarda la struttura.
Da appassionato di Tolkien, ho preso molto spunto da lui. Ha avuto un’influenza enorme su di me e Il Signore degli Anelli è una montagna che si staglia su ogni altra opera di Fantasy scritta prima e dopo.
...
Nella costruzione generale, proprio il capolavoro di Tolkien è stato il mio modello. L’autore inglese inizia da un particolare, da una scena quasi familiare, la festa di compleanno di Bilbo nella Contea, un piccolo angolo dimenticato della Terra-di-mezzo. Da lì, i personaggi si aggiungono lentamente e la scena si allarga sempre più. All’inizio ci sono Frodo e Sam, poi vengono Merry e Pipino, poi a Brea si aggiunge Aragorn e a Gran Burrone si unisce il resto della Compagnia. In seguito, avviene il contrario: da un certo punto, si perdono pezzi. Prima Gandalf, poi Boromir muoiono, poi Frodo e Sam attraversano da soli il fiume, mentre Merry e Pipino sono portati via dagli Orchi e quel che rimane della Compagnia li insegue. Si ha la sensazione che mentre il gruppo cerca di riunirsi il mondo diventi sempre più grande. L’ottica si allarga sempre più per seguire tutti i differenti percorsi. Il mio schema è stato molto simile. Si inizia a Winterfell e tutti eccetto Daenerys si trovano lì. Anche personaggi che non vi appartengono come Tyrion. Partono tutti insieme e lentamente iniziano a dividersi. In un certo senso la mia saga è più grande del Signore degli Anelli perché i personaggi da seguire sono moltissimi e ci sono molte separazioni. È sempre stato il mio intento, come avviene nel Signore degli Anelli: i protagonisti si separano tutti per poi tornare a riunirsi di nuovo tutti insieme. Forse, però, mi sono attardato un po’ troppo. Avrei dovuto iniziare questa seconda fase due libri fa!».
http://www.jrrtolkien.it/2011/11/11/george-r-r-martin-parla-di-j-r-r-tolkien/
Non conoscevo queste dichiarazioni di Martin, ma in ogni caso, nella seconda parte del post parlavo di struttura dei libri, non della storia: cioè di come siano fisicamente organizzati i capitoli, dedicati ognuno ad un diverso POV. Il senso della risposta era questo: i POV hanno reso la struttura dei libri molto più immediata ed aperta a chiunque, cosa che invece Tolkien, con il suo stile, non è riuscito a fare, almeno a mio avviso. Penso, ad esempio, al fatto che conosco molte persone che non sono state in grado di portare a termine la lettura di ISDA e che, al contrario, hanno divorato la saga di Martin. Poi è chiaro che molte più persone abbiano letto Tolkien, ma questo lo imputo sia al fatto che ISDA è venuto molto prima di AGOT e anche alla trilogia cinematografica, che ha sdoganato Frodo e Compagnia in tutto il mondo. Spero di essermi spiegato, comunque ringrazio Metamorfo per il post precedente.
Mi sembra interessante la riflessione di Martin citata da Metamorfo, relativa al legame con Il signore degli anelli, infatti la struttura ad intreccio complesso è l'unica che permette di dar vita a un mondo complesso e variegato e da questo punto di vista Martin e Tolkien si assomigliano.
Per esemplificare questa osservazione si pensi alla differenza tra i due libri di Tolkien che in questi anni sono oggetto di riproduzione cinematografica: Lo hobbit è un libro senza entrelacement, ossia con un intreccio semplice, basato su un unico personaggio protagonista e ciò influenza anche i luoghi in cui si svolgono le varie vicende, infatti il lettore segue Bilbo Baggins nel suo viaggio lineare dalla Contea fino alla montagna di Erebor e ritorno, dunque manca un allargamento su una mappa più ampia e variegata, abbiamo semplicemente il susseguirsi di ambientazioni che contengono diversi ostacoli da superare per raggiungere l'obiettivo principale, ossia il tesoro dei nani.
Al contrario Il signore degli anelli abbandona progressivamente questo andamento lineare per seguire le vicende di vari personaggi con i loro obiettivi secondari e proprio a questo punto la geografia fantasy di Tolkien prende vita e diventa un mondo molto più articolato, non è più una semplice successione di scenari in cui prendono vita le varie avventure.
Non penso che i lettori di Martin facciano fatica a collegare questi ragionamenti con i romanzi di ASOIAF, infatti la complessità geografica, culturale, ecc. del mondo di Westeros ed Essos è percettibile grazie alla molteplicità dei punti di vista e al collegamento di numerosi intrecci, dunque alla struttura narrativa già usata dagli autori dei poemi epico-cavallereschi della nostra tradizione poetica.
Rimane il problema che ho già sollevato nel discorso introduttivo alla discussione: la creazione di un mondo così vasto e di un intreccio così complesso rende difficilissimo il compito di portare a termine l'epopea, quindi rinnovo la domanda: quali strategie userà Martin, secondo voi, per ridurre progressivamente l'intreccio e mettere la parola fine alla saga?
Molto probabilmente Martin userà la strategia di Ariosto da te citata , le battaglie sono ottime per riunire i POV , solo che probabilmente queste riunioni , poiché dubito che Martin faccia narrare uno scenario da più personaggi , porteranno alla morte di alcuni di gran parte dei personaggi riuniti. Una supposizione potrebbe essere fatta sul fatto che SPOILER ADwD
adesso Theon ed Asha si trovano insieme con Stannis , e dubito fortemente che la vicenda di Stannis ci verrà narrata da entrambi , quindi probabilmente uno di loro morirà molto presto.
Credo che avremo i (restanti) POV insieme (e vivi) soltanto alla fine...
...o forse neanche alla fine , dopotutto l'ultimo libro si chiama "A Dream of Spring" , quindi non è detto che la vedremo questa primavera ; la saga potrebbe anche terminare con uno scenario che ci prepara ad un tempo di pace e prosperità ma che resta comunque molto aperto all'immaginazione del lettore.
Intanto complimenti a Jon-Snow per questo ghiotto spunto di riflessione.
Personalmente non posso che concordare con te, quando dici che le battaglie e le morti sono i modi di ridurre progressivamente il "volume" dell'intreccio fino a concluderlo.
Aggiungerei che Martin, che per me è una specie di genio, per evitare che questi due metodi sembrassero forzati o innaturali, li ha implementati nella sua opera fin dall'inizio (Ned Stark, Blackwater etc) ma contemporaneamente aumentando il numero di personaggi via via che la narrazione proseguiva, creando un flusso di pg positivo per i primi libri e negativo per gli ultimi.
Negativo significa che mentre all'inizio il numero di pg che muoiono è minore di quelli che arrivano sulla scena, successivamente il numero di uscite di scena diventa maggiore rispetto alle nuove entrate, riducendo così via via i pov e i pg, ma in maniera naturale e non forzosa.
" />
bella discussione, complimenti
quelle letture l'ho fatte al Liceo e non me le ricordo molto oltre che poi ho fatto altri studi universitari quindi non sono in grado di fare un analisi accurata come è stata fatta sopra
però nella mia ignoranza concordo in pieno con quanto detto, cioè voglio dire che avevo intuito che era un gioco di POV e di incastri infatti è molto suggestiva e eloquente la sigla della serie tv con tutti gli incastri che danno vita poi a castelli e città ( magari il mio è l'occhio dell'aspirante architetto )
e non nascondo che anche io avrei voluto in seguito aprire un forum simile e mi fa piacere che qualche altro lo abbia fatto e meglio di come lo avrei potuto fare io
come forse ho già detto e qui mi piace mettere un cappello sopra i POV nel senso che anche se manca una narrazione onniscente c'è un punto di vista che scavalca tutti e che porta tutti verso un unico obbiettivo a prescindere da chi rimarrà
e penso che sia la pace e un nuovo assetto politico e religioso del modo occidentale, religioso perchè si andra verso una religione monoteista e politico perchè si passerà da un sitema feudale a un sistema più democratico e a oggi le forme più alte della società e democrazia sono state raggiunte nel basso medioevo, in questo momento westeros è ancora alto medioevo
non scordiamoci che Martin è americano e da quelle parti hanno sempre questo bisogno immenso di giustificare che tutti gli spostamenti da oriente a occidente hanno decretato un miglioramento sociale perchè niente c'è di meglio degli Stati Uniti oltre alla loro missione di portare democrazia ovunque
inoltre nei POV chiave si legge fin dall'inizio questo bisogno di spostare equilibri di prigionia e vassallagio ormai ingiusti
detto questo come ho già scritto in un altri post ritengo che ai fini della storia centrale ci siano solo i POV del primo libro e pochi più, gli altri sono o funzionali a loro o hanno preso strade parallele cioè storie nelle storie e secondo me la storia si gioca nel far avvicinare questi POV e poi magari raggiunto l'obbiettivo possono anche sparire ( es. Ned è morto perchè ha portato a termine la sua missione )
concordo con quanto detto che ormai Martin nel gonfiare le storie e i POV alla fine si è perso in un labirinto di dettagli
spero veramente di leggere la fine
Io invece ho sempre trovato una gran somiglianza con Manzoni. Sia nell'importanza che hanno gli avvenimenti storici precedenti, sia nella minuziosità dei dettagli, cosa dimostrata anche da tutte le discussioni in questo forum che riguardano il passato. Nel personaggio di Arya ci ritrovo molto di Renzo, molto ad esempio su come è descritta la fuga dalla fortezza rossa che somiglia molto alla fuga da Milano, o anche tutto il discorso legato alle Locande. E anche tutta la situazione del popolo che si ha dal 3o libro in poi, l'aria che tira sembra quella descritta nel periodo di peste. Poi tutto l'intreccio tra questioni personali e sociali; i tanti personaggi che si portano appresso una storia. Senza contare un esmpio proprio calzante com Braavos che somiglia alla parola Bravi e se ricordate proprio a Bravoos c'erano questi personaggi che andavano in giro armati, con vestiti sgargianti e che di solito erano prepotenti con chi incontravano per strada. Sicuramente insomma Manzoni l'avra letto e nel costruire la sua opera si sarà confrontato anche con lui. Le Cronache nella loro struttura cosi dinamica sia dei luoghi che dei personaggi indicano secondo me un carattere molto più moderno ( e uno direbbe "grazie al ...") dell'opera di Boiardo, Martin prende molto la parte introspettiva dei personaggi e tutto motivo del viaggio quasi pedagocico. La parte comunque che più lo differenza sia da Boiardo che Tolkien è la tematica politica, la questione dell'ingiustizia dei nobili verso il popolo (che appunto subisce la lotta che c'è a livello politico). Mentre invece ovviamente di Tolkien prende tutto l'aspetto legato alla battaglia, definiamola, "assoluta" , definitiva...a cui siamo proiettati.E' un bel discorso questo ma anche un po' complicato. Io non ho le competenze per affrontarlo al meglio, ma probabilmente un "esperto" non so come definirebbe o giudicherebbe le Cronache, forse libri di poca roba, forse lettura da semplice intrattenimento, non saprei proprio; per quel che mi riguarda è una trama complessa e articolata sia nella struttura che nella storia, come ogni fantasy che si rispetti si porta con se un mondo (a partire da nuove lingue arrivando all'aspetto culinario) e per me lavori di questo tipo (stimo Tolkien tantissimo per l'enorme lavoro) meritano tanto...
Credo che in America ASOIAF sia oggetto di corsi universitari in facoltà prestigiose...
Molto interessante, grazie.
Spendo due parole perché recentemente la mia insonnia si è acuita, quindi ho fatto una scemenza, ovvero mi sono comprato questo cofanetto
e mi sono riletto tutta la saga dall'inizio alla fine, senza interruzioni e in inglese...
Che dire: tra la "trilogia" AGot - ACoK - ASoS e il duetto AFFC e ADWD c'è un abisso qualitativo
L'avevo sempre pensato (e scritto) e questa rilettura integrale me l'ha confermato
La trilogia scorre che è una bellezza, la qualità letteraria dei capitoli è costante.
Ovviamente ce ne sono di epici e indimenticabili come di più ordinari, ma la qualità di scrittura è costante.
C'è una struttura sottostante di una solidità impressionante, i personaggi si muovono su dei binari.
C'è un'omogeneità complessiva invidiabile, che sostiene una polifonia che in certi momenti (penso ad esempio SPOILER fino a I FIUMI DELLA GUERRA
alle Blackwaters o al Red Wedding
) tocca vette da "classico".
In AFFC e ADWD questo si perde. Si vede che sono libri molto più sofferti, figli di ripensamenti continui e di scelte difficili, che temo non abbiano convinto appieno neppure Martin. Resto dell'idea che si tratti di due opere deliberate per "disperazione", perché se l'Autore non si fosse deciso (o non fosse stato costretto...) a porre fine alla cosa la loro scrittura (e riscrittura...) si sarebbe protratatta ancora a lungo.
Quella che sparisce è l'omogeinità qualitativa. Ci sono sempre capitoli splendidi (Brienne, Theon...) che probabilmente Martin "aveva in testa" da quando cominciò a scrivere AGoT. Ma ce ne sono molti altri stentati, poor written, dove alla fine sembra Martin chiuda la baracca per esaurimento. La stessa linea narrativa di Jon, la più interessante, in molti momenti stenta e si avvolge su se stessa. Non parlo di Dany per carità di patria. E quei POV con uno o due capitoletti... mammamia...
Mi sembra che lo Zione si sia fatto prendere dalla frenesia di farci vedere tutto (tutte le città libere, ma se ne sentiva la necessità?) di introdurre temi su temi (la religione, la faccenda dei Maestri della Cittadella, anche qui, davvero necessario?) di sviluppare ogni sottotrama possibile e immaginabile. Inoltre non ammazza più un protagonista, mentre si affanna a introdurne di nuovi (oramai in ADWD il "casting" annovera temo cinque o seicento personaggi...). Aggiunge nodi, casini, questioni e problemi.
Se si prende ad esempio il Signore degli Anelli, cavoli a due terzi della saga oramai stanno tutti convergendo su Moria. Qui siamo (teoricamente) a 5/7 e boh...
Certo, sappiamo che all'inizio del sesto ci saranno due grandi battaglie e probabile moria di personaggi... ma, ancora... saremmo già in dirittura d'arrivo e cavoli... qualcuno ne poteva accoppare anche in ADWD, almeno. Non ammazza neppure un POV negli ultimi due libri!!!
Vogliamo elencare le cose ancora da fare???
SPOILER fino a LA DANZA DEI DRAGHI
Deve far morire almeno almeno Cersei e Stannis, i Frey e i Bolton. Risolvere la questione Sansa/Ditocorto. Risolvere la questione RIckon/Davos. Dare un senso alle (per me) assurde tracce narrative di Bran e Arya. Sviluppare e risolvere il nodo narrativo ad Old Town, con Sam Gilly e Jaqen e Marwin. Tutta la questione Dorniana, Ser Balon e Myrcella e Arianne, senza dimenticare le viperelle varie, una di qua, una di là. Far crepare un po' di Tyrell. Sviluppare e risolvere la questione Brienne-Jaime-Stoneheart. Ah, pure i due bastardi di Robert (Edric e Gendry). Ci sarebbero pure gli ironman, Euron, Victarion Aeron Asha e Theon. E pure la noiosa vicenda religiosa, Kevan e Pycelle uccisi, Ser Bronn che diventa Lord, Varys sparito e riapparso, etc...
Fatto questo (e sicuramente dimentico altrettante vicende, aiutatemi, ad esempio The Hound, dite che Martin resisterà alla tentazione di ri-sottoporcelo???) gli resta solo da pensare alla trama principale, ovvero Jon (a fine ADWD sedicente morto) Dany (a fine ADWD pronta a salutare un khalasar) e Tyron (a fine ADWD con la mano indolenzita a forza di firmare cambiali) che combattono la stramaledetta Battaglia dell'Alba.
In due libri?
Really???
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
MESSAGGIO DI MODERAZIONE
Attenzione! Ricordo a tutti che nel sottotitolo di questa discussione è indicato espressamente "NO SPOLER": qualsiasi spoiler va pertanto segnalato appositamente.
Grazie.
FINE MESSAGGIO DI MODERAZIONE
Invoco il perdono... non me ne ero reso conto... " />
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
Molto interessante, grazie.
Spendo due parole perché recentemente la mia insonnia si è acuita, quindi ho fatto una scemenza, ovvero mi sono comprato questo cofanetto
e mi sono riletto tutta la saga dall'inizio alla fine, senza interruzioni e in inglese...
Che dire: tra la "trilogia" AGot - ACoK - ASoS e il duetto AFFC e ADWD c'è un abisso qualitativo
L'avevo sempre pensato (e scritto) e questa rilettura integrale me l'ha confermato
La trilogia scorre che è una bellezza, la qualità letteraria dei capitoli è costante.
Ovviamente ce ne sono di epici e indimenticabili come di più ordinari, ma la qualità di scrittura è costante.
C'è una struttura sottostante di una solidità impressionante, i personaggi si muovono su dei binari.
C'è un'omogeneità complessiva invidiabile, che sostiene una polifonia che in certi momenti (penso ad esempio SPOILER fino a I FIUMI DELLA GUERRA
alle Blackwaters o al Red Wedding
) tocca vette da "classico".
In AFFC e ADWD questo si perde. Si vede che sono libri molto più sofferti, figli di ripensamenti continui e di scelte difficili, che temo non abbiano convinto appieno neppure Martin. Resto dell'idea che si tratti di due opere deliberate per "disperazione", perché se l'Autore non si fosse deciso (o non fosse stato costretto...) a porre fine alla cosa la loro scrittura (e riscrittura...) si sarebbe protratatta ancora a lungo.
Quella che sparisce è l'omogeinità qualitativa. Ci sono sempre capitoli splendidi (Brienne, Theon...) che probabilmente Martin "aveva in testa" da quando cominciò a scrivere AGoT. Ma ce ne sono molti altri stentati, poor written, dove alla fine sembra Martin chiuda la baracca per esaurimento. La stessa linea narrativa di Jon, la più interessante, in molti momenti stenta e si avvolge su se stessa. Non parlo di Dany per carità di patria. E quei POV con uno o due capitoletti... mammamia...
Mi sembra che lo Zione si sia fatto prendere dalla frenesia di farci vedere tutto (tutte le città libere, ma se ne sentiva la necessità?) di introdurre temi su temi (la religione, la faccenda dei Maestri della Cittadella, anche qui, davvero necessario?) di sviluppare ogni sottotrama possibile e immaginabile. Inoltre non ammazza più un protagonista, mentre si affanna a introdurne di nuovi (oramai in ADWD il "casting" annovera temo cinque o seicento personaggi...). Aggiunge nodi, casini, questioni e problemi.
Se si prende ad esempio il Signore degli Anelli, cavoli a due terzi della saga oramai stanno tutti convergendo su Moria. Qui siamo (teoricamente) a 5/7 e boh...
Certo, sappiamo che all'inizio del sesto ci saranno due grandi battaglie e probabile moria di personaggi... ma, ancora... saremmo già in dirittura d'arrivo e cavoli... qualcuno ne poteva accoppare anche in ADWD, almeno. Non ammazza neppure un POV negli ultimi due libri!!!
Vogliamo elencare le cose ancora da fare???
SPOILER fino a LA DANZA DEI DRAGHI
Deve far morire almeno almeno Cersei e Stannis, i Frey e i Bolton. Risolvere la questione Sansa/Ditocorto. Risolvere la questione RIckon/Davos. Dare un senso alle (per me) assurde tracce narrative di Bran e Arya. Sviluppare e risolvere il nodo narrativo ad Old Town, con Sam Gilly e Jaqen e Marwin. Tutta la questione Dorniana, Ser Balon e Myrcella e Arianne, senza dimenticare le viperelle varie, una di qua, una di là. Far crepare un po' di Tyrell. Sviluppare e risolvere la questione Brienne-Jaime-Stoneheart. Ah, pure i due bastardi di Robert (Edric e Gendry). Ci sarebbero pure gli ironman, Euron, Victarion Aeron Asha e Theon. E pure la noiosa vicenda religiosa, Kevan e Pycelle uccisi, Ser Bronn che diventa Lord, Varys sparito e riapparso, etc...
Fatto questo (e sicuramente dimentico altrettante vicende, aiutatemi, ad esempio The Hound, dite che Martin resisterà alla tentazione di ri-sottoporcelo???) gli resta solo da pensare alla trama principale, ovvero Jon (a fine ADWD sedicente morto) Dany (a fine ADWD pronta a salutare un khalasar) e Tyron (a fine ADWD con la mano indolenzita a forza di firmare cambiali) che combattono la stramaledetta Battaglia dell'Alba.
In due libri?
Really???
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Senza offesa, ma non sono d'accordo. Personalmente ritengo che la qualità dell'opera sia costante ed eccelsa su tutti e 5 i libri.
Semplicemente, è finita una linea narrativa "principale" che potremmo riassumere in maniera assolutamente grossolana come "La Guerra dei 5 Re" e sta partendo una seconda linea narrativa principale ancora da svelare pienamente (ma possiamo azzardare di chiamarla "La Guerra per l'Alba").
Sappiamo che inizialmente GRRM voleva introdurre uno iato narrativo di 5 anni circa, ma che poi ci abbia ripensato perchè avrebbe dovuto introdurre eccessivi flashback.
Io credo che tutti coloro che si lamentino (legittimamente, sia chiaro) degli ultimi due libri siano vittime del problema percettivo che si ha con le opere lunghe e seriali seguite fin dall'inizio (è una cosa che mi succede spesso con i manga).
Certe opere se le segui passo passo ti sembrano scadenti, mentre a cominciarle e finirle quando di fatto sono già state completate (e quindi bevendosele tutte di un fiato) risultano molto migliori.
Perchè? Secondo me perchè in opere lunghe e narrativamente complesse è naturalmente difficile e laborioso disporre tutti i pezzi della scacchiera in maniera corretta prima di procedere alle mosse interessanti.
Quindi c'è spessissimo una parte centrale più "melassosa" ma che è essenziale ai fini della trama generale.
Quindi, io credo che dovremmo stare attenti a filtrare la nostra percezione di un'opera che è ancora incompleta tramite gli occhi delle nostre aspettative.
Naturalmente non pretendo di avere la verità in tasca, questo è solo il mio punto di vista personale. " />
Per quanto riguarda la lista delle cose da fare di Martin che Mezzo Uomo ha messo sotto spoiler(credo parzialmente, credo anche che ricordarsi tutte le sottotrame al volo sia da guinnesXD), c'è da dire che molte possono convergere in pochi secondi.Non che non sia un'eternità di roba da inserire che se solo sbagli e metti mezzo piede in fallo rischi di creare un effetto a catena che distrugge tutto eh, però per dare un minimo di speranza..XD
Riguardo alla qualità, come ho detto altre volte, per me AFFC e ADWD sono due libri "uno" messi però in mezzo alla saga e quindi sembrano anche più lenti di quanto in effetti siano, anche perché non possono avere la freschezza e l'originalità di un vero primo libro..