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Le Pussy Riot e il Medioevo russo
T di Tyrion Martell
creato il 09 agosto 2012

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Tyrion Martell
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Inviato il 09 agosto 2012 15:25 Autore



Ci vorrà ancora tempo per conoscere il verdetto del processo contro le Pussy Riot, ritenute colpevoli di ‘odio’ verso la religione per la protesta anti-Putin inscenata dentro la cattedrale del Santissimo Salvatore a Mosca. Il procuratore Alexei Nikiforov ha chiesto già ben tre anni di prigione, scagliandosi contro le militanti femministe. Ma il verdetto, sebbene fosse stato annunciato come imminente, è stato rinviato al 17 agosto. Forse anche per la visibilità internazionale che ha guadagnato il caso, tale da mettere in imbarazzo le autorità russe. Tanto che anche il presidente Vladimir Putin ha provato a smarcarsi.

Ci vorrà an­co­ra tem­po per co­no­sce­re il ver­det­to del pro­ces­so con­tro le Pus­sy Riot, ri­te­nu­te col­pe­vo­li di ‘odio’ ver­so la re­li­gio­ne per la pro­te­sta an­ti-Pu­tin in­sce­na­ta den­tro la cat­te­dra­le del San­tis­si­mo Sal­va­to­re a Mo­sca. Il pro­cu­ra­to­re Ale­xei Ni­ki­fo­rov ha chie­sto già ben tre anni di pri­gio­ne, sca­glian­do­si con­tro le mi­li­tan­ti fem­mi­ni­ste. Ma il ver­det­to, seb­be­ne fos­se sta­to an­nun­cia­to come im­mi­nen­te, è sta­to rin­via­to al 17 ago­sto. For­se an­che per la vi­si­bi­lità in­ter­na­zio­na­le che ha gua­da­gna­to il caso, tale da met­te­re in im­ba­raz­zo le au­to­rità rus­se. Tan­to che an­che il pre­si­den­te Vla­di­mir Pu­tin ha pro­va­to a smar­car­si.

Del col­let­ti­vo punk, for­ma­to da at­ti­vi­sti e uni­ver­si­ta­ri, sono sta­te ar­re­sta­te tre ra­gaz­ze, Ma­ria Alyo­khi­na di 24 anni, Ye­ka­te­ri­na Sa­mu­tse­vi­ch di 29 e Na­de­zh­da To­lo­kon­ni­ko­va di 22. Que­st’ul­ti­ma, mi­li­tan­te po­li­ti­ca ra­di­ca­le e stu­den­tes­sa di fi­lo­so­fia, de­fi­ni­ta dal pro­cu­ra­to­re il ‘ge­nio del male’ del com­ples­so. Men­tre al­tri mem­bri ri­man­go­no nell’ano­ni­ma­to e al­cu­ni sono espa­tria­ti per ti­mo­re del­la re­pres­sio­ne po­li­zie­sca, con­ti­nuan­do a ri­ven­di­ca­re le loro azio­ni di pro­te­sta.

Le tre gio­va­ni ar­re­sta­te, chiu­se den­tro una gab­bia con sbar­re e ve­tro, si sono ri­vol­te alla cor­te come pre­ve­de l’ul­ti­ma fase del di­bat­ti­men­to. E han­no ri­ven­di­ca­to co­rag­gio­sa­men­te le loro po­si­zio­ni, no­no­stan­te la stan­chez­za e le con­di­zio­ni in cui si svol­ge il giu­di­zio. Con­sa­pe­vo­li che non sono sta­te la­scia­te sole gra­zie al so­ste­gno a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le. Per so­ste­ne­re la loro bat­ta­glia c’è an­che la pe­ti­zio­ne di Am­ne­sty In­ter­na­tio­nal, che an­che l’Uaar in­vi­ta a fir­ma­re e dif­fon­de­re.

In uno slan­cio d’or­go­glio una del­le can­tan­ti, Ma­ria Alyo­khi­na, ha det­to con de­ci­sio­ne alla cor­te: “Non sono pre­oc­cu­pa­ta per la vo­stra far­sa ma­la­men­te na­sco­sta in un ver­det­to di que­sto co­sid­det­to ‘tri­bu­na­le’, per­ché non può pri­var­mi del­la mia li­bertà”. “Nes­su­no potrà to­glier­mi la mia li­bertà in­te­rio­re”, ha ag­giun­to tra gli ap­plau­si dei so­ste­ni­to­ri. “Mi vie­ne da pian­ge­re nel con­sta­ta­re come i me­to­di dell’in­qui­si­zio­ne me­die­va­le pre­sie­da­no l’ap­pli­ca­zio­ne del­la leg­ge e il si­ste­ma giu­di­zia­rio in Rus­sia”, ha de­nun­cia­to To­lo­kon­ni­ko­va, fa­cen­do ri­fe­ri­men­to nel suo di­scor­so non a caso an­che allo scrit­to­re Ale­xan­der Sol­z­he­ni­tsyn fi­ni­to nei gu­lag e al poe­ta dis­si­den­te Jo­sif Brod­skij, pro­ces­sa­to nel 1964.

Sem­pre più evi­den­te come il pro­ces­so si stia ri­tor­cen­do con­tro Pu­tin e la Chie­sa or­to­dos­sa, che spa­dro­neg­gia­no in Rus­sia ma stan­no per­den­do cre­di­bi­lità a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le e con­sen­si in pa­tria. Un pro­ces­so che al­cu­ni non esi­ta­no a de­fi­ni­re si­mi­le alle far­se or­che­stra­te all’epo­ca di Sta­lin dai tri­bu­na­li so­vie­ti­ci. E che ri­ve­la tut­te le cri­ti­cità del si­ste­ma che oggi go­ver­na la Rus­sia, ri­ve­lan­do­ne la con­ti­nuità col pas­sa­to re­gi­me uni­ta alla per­va­si­vità del ri­na­to in­te­gra­li­smo re­li­gio­so or­to­dos­so, che mi­na­no pe­san­te­men­te i di­rit­ti e la li­bertà di espres­sio­ne

fonte: uaar.it


Il mondo della musica si sta mobilitando in questi giorni per le Pussy Riot, gruppo punk femminista che per una canzone anti-Putin rischia fino a sette anni di carcere. (...)
Sono passati, dunque, cinque mesi tra l’arresto e l’inizio del processo (30 luglio), un interminabile lasso di tempo in cui le tre ragazze dichiarano di aver subito torture e soprusi di ogni tipo. Le richieste della difesa sono state respinte una ad una e il tribunale municipale di Mosca ha prolungato la carcerazione di altri sei mesi per consentire il completamento delle indagini. E il processo si sta già dimostrando all’altezza della situazione: udienze della durata di più di dieci ore, malori, imputate trattenute per ore in celle di sicurezza senza cibo e senza poter incontrare i propri avvocati né i propri figli, divieto assoluto per i giornalisti di trascrivere le dichiarazioni dei testimoni, allarme bomba con le imputate abbandonate dentro all’edificio nonostante l’ordine di evacuazione.
Benché si possa discutere sul buon gusto della trovata, sembra indubbio che le Pussy Riot abbiano esercitato il proprio diritto al dissenso, che non abbiano compiuto un concreto gesto offensivo verso i simboli della religione e che le loro azioni non abbiano violato alcuna legge. In tutto il pianeta si sta sollevando un’ondata di indignazione e in merito si sono già espressi Sting, Pete Townsend, Peter Gabriel, Red Hot Chili Peppers, Neil Tennant, Franz Ferdinand e i nostri Elio e le Storie Tese (questi ultimi “adottano simbolicamente il nome di battaglia di Pistulino Riot fino all’avvenuta liberazione delle colleghe”). Che dire? Sostegno alle Pussy Riot, che nonostante tutto non perdono il sorriso e di cui forse senza questo processo non avremmo mai sentito parlare, ma che oggi sono l’emblema anche del nostro diritto di esprimerci.

fonte: people.accordo.it

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Inviato il 09 agosto 2012 15:31 Autore

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"Ogni p... con l'età tende a tenere lezioni sulla morale, in particolare durante le visite all'estero", il vice premier russo Dmitry Rogozin ha commentato così il sostegno della cantante Madonna a favore delle Pussy Riot, le ragazze della band rock le cui componenti rischiano il carcere con l'accusa di teppismo e incitamento all'odio religioso per aver suonato una 'preghiera punk' anti-Putin nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Intanto continuano gli attacchi alla cantante dopo che, durante il concerto di Mosca, aveva mostrato sulla schiena nuda la scritta Pussy Riot, tra questi un rogo in perfetto stile santa inquisizione sul sagrato della cattedrale del Cristo Salvatore. I rappresentanti dell'unione dei portabandiera ortodossi hanno bruciato un poster con una foto della cantante. (09/08/12)

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Inviato il 09 agosto 2012 16:36

Io sono d'accordo con la carcerazione delle Pussy Riot, non tanto per le offese alla religione ma per essere punk... non sapere suonare gli strumenti e suonarli comunque creando schifezze dovrebbe essere punibile per legge <img alt=" />

 

No, a parte gli scherzi, la situazione in Russia è pesante, c'è uno zelo immenso verso il potere, il quale troppo forte e antidemocratico . Inoltre, io sono quasi sempre critico nei confronti della religione, ma stavolta sono il primo a dire che c'entra poco, la scusa dell'odio contro la religione è solo uno specchietto per le allodole, infatti ho letto che la loro canzone in pratica diceva "Madonna, liberaci da Putin", il che non è contrario alla religione (io che sono contrario non lo direi mai, al massimo invocherei il destino, ma non la Madonna), ma è solo contrario a Putin, ed è questo che, effettivamente, le ha portate in carcere. Purtroppo in Russia sono messi peggio che in Italia, sono veramente vicini al ritorno dell'autoritarismo di stato.


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Inviato il 09 agosto 2012 21:28

Ho già firmato da tempo la petizione di Amnesty International; queste ragazze hanno compiuto un gesto discutibile e, a mio giudizio, di pessimo gusto ma non meritano certo le conseguenze che stanno subendo.


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Inviato il 09 agosto 2012 21:48

Ma in Russia queste cose sono all'ordine del giorno, 'ste tre sono anche fortunate dato che comunque stanno godendo di un relativamente ampio risalto mediatico (che poi sia utile o no si vedrà)


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.

200s6pw.jpg

"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.

I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"

"Yes" said Caladan Brood "you never learn."

2ajc9r8.jpg

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Inviato il 11 agosto 2012 17:39

Ma in Russia queste cose sono all'ordine del giorno, 'ste tre sono anche fortunate ....

 

E' vero, sono fortunate, in qualche altra nazione è ammesso il ratto al fine di libidine e la lapidazione delle adultere... Che bello vivere in Russia....


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Inviato il 11 agosto 2012 19:33

La Politkovskaja si è beccata un proiettile in testa pochi anni fa, e forse ci fu meno clamore. Sicuramente è stato tutto adeguatamente insabbiato, da buon regime efficiente.


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.

200s6pw.jpg

"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.

I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"

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Inviato il 11 agosto 2012 23:34

La Politkovskaja si è beccata un proiettile in testa pochi anni fa, e forse ci fu meno clamore. Sicuramente è stato tutto adeguatamente insabbiato, da buon regime efficiente.

 

Hanno una certa esperienza nel soffocare il dissenso... molti dei vecchi cekisti sono ancora sulla breccia, ma ora lavorano per la democrazia...


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Inviato il 13 agosto 2012 15:59

Lo stesso Putin da dove viene secondo voi? Non è altro che l'esponente di spicco del movimento di reazione alla perestrojka. basta vedere il blocco all'accesso agli archivi di stato (da dove stavano uscendo tanti documenti che confermavano i genocidi dei sovietici).


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Inviato il 14 agosto 2012 11:31

Per quello che ne so, storicamente la Russia è sempre stata un paese che tratta i cittadini che dissentono peggio di quanto abbia mai trattato i suoi nemici, quindi la cosa non mi ha meravigliato affatto.


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Inviato il 14 agosto 2012 11:46

Mah, a paragonare Memorie di una casa di morti (Dostoevskij) con arcipelago gulag (Solzenicyn) direi che la situazione è nettaente peggiorata.


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Inviato il 14 agosto 2012 14:57 Autore

meanwhile in greece:

 

Tre attori sono stati arrestati in Grecia con l’accusa di blasfemia. Avevano infatti preso parte ad uno spettacolo teatrale dal titolo Corpus Christi, prodotto da Terence McNally nel 1997, in cui Gesù e i suoi discepoli venivano rappresentati come una comunità gay che viveva a Corpus Christi, nello stato americano del Texas.

Un’opera provocatoria, colpita non solo dall’anatema religioso per la pervasività della Chiesa ortodossa, ma anche dal braccio secolare: in Grecia espressioni giudicate blasfeme vengono punite duramente, con il carcere fino a due anni.

 

La Federazione Umanista Europea (EHF) e il Greek Helsinki Monitor (GHM) hanno lanciato un appello per la liberazione dei tre attori, scrivendo al ministro della Giustizia greco. Con la secolarizzazione che avanza in Europa, scrivono il presidente EHF Pierre Galand e il portavoce del GHM Panayote Dimitras, diversi paesi hanno ormai abrogato le leggi vetuste che punivano la blasfemia.

Ma in altri, come la Grecia, sono ancora in vigore e “possono portare a persecuzione o avere un effetto deterrente su giornalisti, accademici, artisti e altri cittadini”, per effetto dell’autocensura indotta. (...)

 

fonte:uaar, 12/08/12


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Inviato il 17 agosto 2012 15:46 Autore

'Pussy Riot colpevoli' Condannate per 'teppismo motivato da odio religioso'.

 

Cortei di mobilitazione nel mondo

 

MOSCA - Il trio punk della Pussy Riot è stato giudicato colpevole di teppismo motivato da odio religioso.

 

Ancora non sono stati comunicati gli anni di pena della sentenza di condanna.

 

La giudice Sirova ha negato che la sentenza di colpevolezza nei confronti del trio punk delle Pussuy Riot sia un'"azione politica". "In chiesa- ha detto - sono risuonate solo offese alla Chiesa ortodossa". Quella della band è stata una "provocazione" alla chiesa e ai fedeli, ha aggiunto il magistrato leggendo il verdetto in Aula.

 

Calca di giornalisti di tutto il mondo davanti al tribunale Khamovniki, a Mosca. Lo ha constatato la cronista dell'ANSA sul posto. Blindata la zona intorno al tribunale con una decina di cellulari della polizia e uomini della forza antisommossa; fuori dalla transenne, sostenitori del gruppo, tra cui il blogger anti-Putin Alexei Navalni, ma anche detrattori, tra i quali alcuni militanti del partito liberal-democratico (LDPR) che recano cartelli con la scritta 'Giu' le mani dalla chiesa ortodossà. Rafforzate le misure di sicurezza in tutta la città dove stamani si sono già verificate piccole azioni di protesta con alcuni attivisti sostenitori del gruppo che hanno infilato passamontagna colorati, simbolo della band, sul capo dei monumenti ad alcune glorie russe come il poeta Puskin.

"Gli daranno una condanna vera, senza condizionale". Questa la previsione di un rabbuiato Marc Feigin, avvocato del trio Pussy Riot, al suo ingresso al tribunale Khamovniki, a Mosca, dove a breve sarà pronunciata la sentenza contro la banda rock autrice di una scandalosa "preghiera punk" che potrebbe costare alle tre cantanti fino a 3 anni di galera

 

CORTEI DEI FAN IN TUTTO IL MONDO - I sostenitori della band di tutto il mondo hanno in programma una serie di manifestazioni in 30 città, da Parigi a Varsavia. Lo riferisce la Radio Echo di Mosca. Il coordinamento è avvenuto in via spontanea via Facebook e sul sito web freepussyriot.org. A Mosca i fan si riuniranno davanti al tribunale di Khamovniki. Attesi volti noti dell'opposizione e politici, sicurezza rafforzata in città per timore di disordini e proteste. A San Pietroburgo, i supporter del gruppo si ritroveranno in un'azione concordata con le autorità cittadine: niente bandiere partitiche, solo lo slogan "per un processo equo". Iniziative previste anche in altre città russe da Perm a Rostov. Dall'altra parte dell'oceano, a New York si svolgeranno cinque cortei a favore della band, che sfioreranno chiese ortodosse e consolato russo per poi convogliare a Times Square dove celebri attori, scrittori e musicisti leggeranno brani tratti dalle ultime parole delle imputate. A Londra scende in campo il teatro della Royal Court; a Vilnius, in Lituania, verrà innalzato un cellulare della polizia gonfiabile da cui si libreranno via capsule piccole mongolfiere a forma di passamontagna; a Praga un festival musicale sarà dedicato alle Pussy Riot. E stamani, a Mosca, un ignoto giovane ha tentato un blitz nella stazione di metropolitana Bielorusskaia: voleva infilare un passamontagna sulla testa delle statue in bronzo dei partigiani che adornano la fermata. Ieri sera, picchetto solitario sulla Neva davanti alla moschea: "Maometto - ferma Putin".

 

Il caso Pussy Riot non ha mutato il livello di fiducia dei russi nel proprio sistema giudiziario: per la maggioranza (44%) il processo contro le partecipanti del gruppo punk è "equo, obiettivo e imparziale". Lo rivela oggi un sondaggio dell'autorevole Centro Levada, che ha coinvolto 1600 persone in 45 regioni della Russia. Il 36 per cento degli intervistati ha espresso fiducia che la pena sarà applicata in conformità con le prove di colpevolezza. Il 17% esprime invece dubbi sulla corte, il 18% crede che la sentenza deriverà da un ordine dall'alto. Il 12% dichiara di non aver "mai avuto" fiducia nel sistema giudiziario russo. Più della metà (il 57%) ha seguito il processo. Per uno su tre, l'azione della band nella Cattedrale di Mosca alla vigilia delle elezioni presidenziali in Russia era diretta contro la Chiesa e il suo coinvolgimento in politica, piuttosto che contro Vladimir Putin (13%). Solo l'8% ha definito Putin personalmente come l'iniziatore del processo. Ma un altro sondaggio degli stessi sociologi del Levada pubblicato oggi mostra che i russi stanno perdendo fiducia nel proprio presidente, e molti dubitano della sua capacità di influenzare seriamente la situazione nel paese. Il 52% conferma il proprio supporto per le politiche di Putin, rispetto al 57% di maggio scorso; il 57% ha fiducia in lui (a maggio erano 63%). Il 24% esprime la propria "frustrazione", il 25% lo critica. Oggi il verdetto a Mosca: il pubblico ministero ha chiesto per ciascuna delle ragazze tre anni di carcere per "teppismo motivato da odio religioso". Le imputate rifiutano l'accusa rivendicando una "azione politica", ma si sono scusate in aula per l'offesa arrecata ai credenti. Due delle nove vittime le hanno perdonate.

 

NADIA DAL CARCERE, COMUNQUE E' VITTORIA - "Qualunque sia il verdetto, noi e voi stiamo vincendo. Perché abbiamo imparato ad essere arrabbiati e a dirlo politicamente". Parola di Nadia Tolokonnikova, 22 anni, considerata mente e "sex symbol" delle Pussy Riot, nel giorno della sentenza contro la band punk oggi a Mosca che potrebbe assegnarle 3 anni di galera. In un lettera dal carcere per ringraziare i suoi sostenitori - la sesta da lei firmata, diffusa dagli avvocati della difesa e pubblicata nell'originale manoscritto sul sito della radio Eco di Mosca - la Tolokonnikova, in detenzione preventiva dal 15 marzo, esprime sorpresa per la mobilitazione mondiale a sostegno del suo gruppo: "Trovo ancora difficile credere che tutto questo non è un sogno". E la spiega così: "la nostra detenzione è un segno chiaro e distinto che la libertà è stata sottratta a tutto il paese". A suo avviso, la Russia soffre di un "male politico": la minaccia è "la distruzione della libertà e delle forze di emancipazione del paese". Poi si richiama al femminismo professato dalla band: "Il privato - è politico. E il nostro caso ha dimostrato come i problemi particolari di tre persone accusate di condotta disordinata, possano dare vita ad un movimento politico. Un caso particolare di repressione e persecuzione su chi ha osato prendere la parola in un paese autoritario, ha fomentato il mondo: attivisti, punk, pop star e membri di governi, comici e ambientalisti, femministe e maschilisti, teologi islamici e cristiani, pregano per le Pussy Riot". Infine un riferimento alla filosofia studiata all'università da Nadia: "Kant avrebbe detto che non vede altre ragioni di questo miracolo, se non i principi morali dell'umanità. Grazie per il miracolo". Nel processo iniziato il 30 luglio, la difesa vuole la piena assoluzione e ha promesso di presentare ricorso contro qualsiasi condanna.

 

ANSA



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Inviato il 17 agosto 2012 16:35

A quanto pare la sentenza è giunta: due anni di carcere ad ognuna.


È Frittella il nostro Re

Fa i pasticci, fa i bignè 

Io ne mangio pure tre

È Frittella il nostro Re!!! 

 

 

You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.

 

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La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )

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Inviato il 17 agosto 2012 16:52 Autore

Sofia e Mosca

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Gruppo Femen a Kiev.

http-~~-//www.youtube.com/watch?v=nO2Ae3Nw-Kg&feature=player_embedded


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