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Rock, il passato vende più delle novità
T di Tyrion Martell
creato il 01 agosto 2012

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Tyrion Martell
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Inviato il 01 agosto 2012 10:28 Autore

Il sorpasso negli Usa è avvenuto in questi ultimi sei mesi: gli album del catalogo superano il 50% delle vendite. E in Italia la proporzione è ancora più clamorosa: i dischi vecchi occupano ormai il 65% del mercato globale

di C.MORETTI (Repubblica)

 

ROMA - I vecchi dischi di Pink Floyd e Beatles fanno di più e meglio, quanto a vendite, dei nuovi album di Kasabian e Coldplay. Del tutto annichiliti, nel confronto, gli artisti al debutto, i cui dischi sembrano aver perso completamente di fascino, come colti da improvvisa svalutazione.

 

Che sia un segno evidente della crisi di creatività, o il dato più tangibile della rivoluzione nei consumi musicali da parte delle nuove generazioni, il sorpasso certificato dalla Nielsen è comunque epocale: per la prima volta, nel mercato americano, le vendite degli album di catalogo ripubblicati in cd, vinile e download hanno superato quest'anno le vendite totalizzate dalle nuove pubblicazioni, 51 contro 49 per cento.

 

Un braccio di ferro iniziato nel 2002, quando il catalogo rappresentava solo il 38 per cento delle vendite, e risoltosi in dieci anni a favore del titolo ripubblicato a danno del nuovo, al grido di "disco vecchio fa buon brodo".

La tendenza era evidente da tempo e in tanti aspettavano al varco la notizia del sorpasso, che inesorabile è arrivata in questo scorcio d'estate.

 

Confermata da Gfk, l'istituto di ricerca di cui si avvale la Fimi (la Federazione dei discografici italiani), la tendenza riguarda anche l'Italia, dove il dato è ancora più evidente: nel primo semestre del 2012 il catalogo ha raccolto il 65 per cento delle vendite, mentre i nuovi album solo il 35 per cento. Lo scorso anno, nello stesso periodo, il catalogo era al 62,8 per cento, il nuovo al 37,2. E a rappresentare in modo plastico la contrazione del mercato, c'è il dato che riguarda il peso effettivo della classifica: i dischi presenti nelle prime cento posizioni rappresentano solo il 27,5 per cento delle vendite.

 

Il mercato si è dunque polverizzato e in questa nuvola nucleare le case discografiche fanno valere, sul tavolo traballante del mercato, le loro carte migliori: cofanetti dei Pink Floyd, box set dei Beatles, e dove si può si lega la riedizione di un album al prossimo tour, meglio se caratterizzato da una reunion. Nella classifica italiana che riunisce le top 100 dei primi sei mesi del 2012 ci sono quattro album dal catalogo dei Pink Floyd, quattro di Lucio Dalla, due di Whitney Houston, i due vecchi album di Amy Winehouse.

 

Al di là di uscite per morti recenti o anniversari, il catalogo consente ampi margini di guadagno e poche spese, così ogni etichetta multinazionale orienta le uscite sul proprio punto di forza: la Emi, che dispone del più ampio catalogo di musica elettronica, sta per pubblicare Electrospective, una collana di 200 album, dai Tangerine Dream ai Kraftwerk fino a Deadmau5, e un doppio cd che raccoglie esempi di musica elettronica dal 1958 a oggi.

 

Per Andrea Rosi, presidente e ad di Sony music, la multinazionale che possiede 50 anni di repertorio italiano, da Battisti a De André, da Dalla a Baglioni e al Banco, il dato pubblicato da Gfk "è parziale, perché il mercato nella seconda parte dell'anno, specialmente a ridosso del Natale, premia sempre il nuovo. Però la tendenza è evidente" conclude Rosi "e si spiega con l'aiuto che le nuove tecnologie forniscono al mercato digitale e per la reperibilità del fisico: con l'acquisto via computer i prezzi si fanno più competitivi e si alza l'età degli acquirenti".

 

Si mostra molto dubbioso sul sorpasso del catalogo rispetto al nuovo Alessandro Massara, presidente di Universal Music: "A me risulta, per grandi linee, che il fisico rappresenta i due terzi del nostro fatturato. E cosa significa poi considerare i titoli usciti quest'anno quando nella top ten ci sono ancora dischi usciti nel 2011?".

(01 agosto 2012)

 

 

Secondo voi su questi dati incide il fatto che gli album siano acquistabili/ascoltabili/reperibili sul web oppure dalla crisi qualitativa del settore che porta la gente a buttarsi sui quei gruppi che sono considerati "il meglio"?


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Lochlann
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Lochlann
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Inviato il 01 agosto 2012 11:04

Il fatto che gli album siano acquistabili sul web o piratabili in vari modi casomai dovrebbe danneggiare maggiormente quelli più classici, che ormai sono disponibili in tutti i modi possibili immaginabili e molto più accessibili dei "nuovi"..

 

Penso che la crisi qualitativa del settore sia sotto gli occhi di tutti, forse per me è ingigantita dal fatto che i generi musicali che vanno per la maggiore negli ultimi tempi non sono proprio i miei preferiti, ma che ci sia un calo è abbastanza palese.


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.

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"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.

I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"

"Yes" said Caladan Brood "you never learn."

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Lord of Castamere
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Lord of Castamere
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Inviato il 02 agosto 2012 10:08

nei periodi di crisi succede spesso che a causa della mancanza di forti modelli a cui "aggrapparsi" lo sguardo si volti indietro al passato considerato migliore (della serie: si stava meglio quando si stava peggio) e secondo me quello che sta accandendo nel mondo della musica è da collegare a questo. Una crisi di carattere economico influenza tutti gli aspetti della vita e i nuovi artisti non hanno un terreno abbastanza stabile che gli permetta di crescere, personalmente ho sempre ascoltato volentieri gruppi del passato ma questo da sempre proprio per gusti personali anche per me, effettivamente tutt'ora faccio fatica a trovare artisti nuovi che mi piacciano se non qualche raro caso di musica di nicchia. La facile reperibilità in internet secondo me non influenza questa tendenza anche perchè se sono affezzionata a un gruppo o un artista finisco sempre per prendere comunque i cd originali. Più che altro mi interesserebbe sapere anche qual'è la tendenza nelle statistiche per quanto riguarda la musica live, cioè la gente va di più o di meno ai concerti?


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Darklady
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Inviato il 02 agosto 2012 10:56

La penso tendenzialmente come Lochlann.

A mio avviso però, al di là dei problemi che possono o meno essere legati alla situazione economica mondiale, la crisi di identità che sta vivendo il mondo della musica e, soprattutto del rock, (termine preso in senso molto lato, anche perché è l'unico macrogenere di cui possa esprimere pareri, dato che l'attuale musica cosidetta commerciale non mi piace), è da ricercare in una regressione a livello compositivo. Ovvero sia, la stragrande maggioranza dei gruppi emergenti (o presunti tali) degli ultimi 10 anni (ma si potrebbe andare anche un po' più indietro) vivono sugli allori delle passate sonorità. Movimenti musicali accattivanti, innovativi che hanno lasciato il segno non se ne vedono dai tempi del Grunge che, per quanto possa piacere o non piacere, ha dato al rock nuove sonorità, nuove intenzioni svecchiando anche (in certi casi, non in tutti ) i testi delle canzoni. Con 3 accordi i Nirvana hanno scritto una nuova pagina della storia del Rock.

Ma dopo gli anni '90? Forse qualcosa di innovativo, di diverso, di interessante lo stavano facendo i Linkin Park dei primi due album (parlando di musica che passa sui maggiori diffusori mediatici; e quindi radio, web-radio ed i nuovi canali satellitari dedicati alla musica), ma poi anche loro sono diventati una macchina sforna-soldi e le canzoni ne hanno risentito. Ora sono praticamente tutte uguali.....

Il mondo dell'industria musicale è diventato più spietato; i gruppi per mantenere il loro buon nome devono sfornare dischi ad intervalli regolari non superiori ai 2 anni, pena l'accantonamento da parte dei giovani utenti che si solito (ma non è sempre così) sono quelli più influenzabili dalle mode del momento e pertanto meno fedeli.....

Questa frenesia non fa di certo bene alla creatività degli artisti, e si sente; testi banali che parlano dei soliti argomenti triti e ritriti, melodie scontate che confermano le loro sonorità senza apportare migliorie od anche solo lievi cambiamenti. Ogni gruppo, ogni band, ogni cantante deve avere il suo "marchio di fabbrica" ed essere immediatamente riconoscibile, come un qualsiasi altro prodotto sullo scaffale di un supermercato....

Oggi, soprattutto nei generi prog e power, si premia il tecnicismo la velocità; "senti questo chitarrista quanto è veloce, che fi***a!" "la doppia cassa qui la fa da padrona, che drago il batterista!".....peccato che tutto questo va a discapito della melodia, della ricercatezza delle atmosfere che un brano è in grado di creare.

I Pink Floyd erano considerati dei geni pur non avendo una serie di riff da shredder o la doppia cassa! Le canzoni più belle dei Deep Purple si basavano sulla melodia e sulla commistione armonica dei vari elementi......

Non mi aspetto certo un nuovo Jimi Hendrix che si inventi un nuovo modo di suonare la chitarra, né l'erede di Jaco Pastorius che svela nuove sonorità sul basso elettrico; però, anche il piattume sonoro attualmente in circolazione non è un'altrernativa.

E' come se non ci fosse più niente da dire, da sperimentare....e questo è triste.

 

Il mio ovviamente è un discorso limitato a quei generi (rock, hard rock, heavy, prog, epic, power, etc etc etc) che conosco e che ascolto e comunque rimane un'argomentazione piuttosto generalizzata: anche perché qualche perla rara rimane, grazie al cielo.

 

Per ciò che concerne la musica live, credo di poter affermare, con un limitato margine d'errore, che proprio grazie alla grande opportunità di poter ascoltare (soprattutto via web, tramite i vari siti degli artisti) in anteprima, o quasi, i nuovi e/o vecchi lavori, il concerto rimanga una sorta di punto fermo quasi imperdibile; soprattutto qui in Italia dove non tutti i nostri "beniamini" decidono di far tappa. E, di riflesso, non tutti i potenziali interessati all'evento, hanno la possibilità/volontà di fare trasferte internazionali per assistere ad un concerto.


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Lord of Castamere
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Inviato il 02 agosto 2012 12:14

 

 

Il mio ovviamente è un discorso limitato a quei generi (rock, hard rock, heavy, prog, epic, power, etc etc etc) che conosco e che ascolto e comunque rimane un'argomentazione piuttosto generalizzata: anche perché qualche perla rara rimane, grazie al cielo.

 

Per ciò che concerne la musica live, credo di poter affermare, con un limitato margine d'errore, che proprio grazie alla grande opportunità di poter ascoltare (soprattutto via web, tramite i vari siti degli artisti) in anteprima, o quasi, i nuovi e/o vecchi lavori, il concerto rimanga una sorta di punto fermo quasi imperdibile; soprattutto qui in Italia dove non tutti i nostri "beniamini" decidono di far tappa. E, di riflesso, non tutti i potenziali interessati all'evento, hanno la possibilità/volontà di fare trasferte internazionali per assistere ad un concerto.

 

Rimane anche sempre il problema dei costi magari hai la fortuna che il tuo gruppo/cantante faccia tappa in italia, saresti anche disposto a spostarti da un capo all'altro della penisola per vederli/o ma poi dovresti promettere il figlio primogenito al diavolo per pagare il biglietto e non è sempre stato così perchè non mi spiegherei perchè da adolescente andavo a tantissimi concerti oggi invece per decidere se andarci devo chiedere una consulenza bancaria! (esagerazione eccessiva a fini illustrativi :P )

Quindi per far fronte al problema ci vorrebbe anche un cambiamento nel modo di proporre gli artisti.


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Inviato il 22 agosto 2012 8:08

Per me la ragione é semplice: la musica di 30/40 anni fa (cosí come il cinema) erano fatti per durare. Adesso si cerca la hit dell'estate.

Non esiste piú qualcuno che faccia dischi come Nursery Crimes dei Genesis o Banco Del Mutuo Soccorso: richiede talenti non comuni e uno sforzo creativo e tecnico troppo alto, e non fornisce garanzia alcuna di successo. Per come la vedo io, quella é la musica per cui valga la pena spendere soldi, quella che dopo vent'anni ancora é in auge. Per la hit del momento, se proprio la si deve avere, meglio canali piú rapidi ed economici.


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Mayhem92
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Inviato il 26 agosto 2012 12:09

Vorrei rispondere con un'altra domanda alla questione: esiste tutt'ora un gruppo rock (ma rock vero) per cui spenderesti 20 euro per un cd?

Io non credo proprio, secondo me il rock come quello di una volta (Pink Floyd, Led Zeppelin... ecc ecc) è morto!!

Semplicemente dagli anni '90 in poi si sono creati altri sottogeneri di nicchia come il metal, più estremo, o il pop-rock/generi da mtv per tutti... Per il metal non ho dati sottomano ma per quanto riguarda le mie conoscenze credo che venda abbastanza in relazione a quante persone lo ascoltano! Mentre per il "nuovo" rock lì la proporzione deve essere tragica, perchè non c'è più la qualità indipendentemente dal fatto che le canzoni si possono scaricare! Io per 20 euro non comprerei mai un cd dei Green Day, di cui non saprei nemmeno definire il genere.

La qualità c'è, basta cercarla... Il più delle volte però quando la trovi finisci nell'underground più assoluto! Ma questo è un altro discorso che riguarda le case discografiche, i nuovi gusti degli italiani e la loro "cultura" musicale.

 

(Ah, parliamo anche di un'altra cosa: i prezzi dei cd. E' normale far spendere 20 euro per un nuovo cd? Forse uno è più invogliato a spenderne 7 per un cd di un vecchio gruppo dove sa già che troverà una certa qualità)


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Darklady
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Guardiani della Notte
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Inviato il 26 agosto 2012 18:39

Ehm <img alt="> , d'accordo su quasi tutto, però il metal, propriamente detto, è un tantinello precedente agli anni 90....

 

Detto questo, credo che l'ultimo CD che ho acquistato (e di cui poi mi sono pentita amaramente) è stato Systematic Chaos dei Dream Theater.....per di più la versione con il DVD etc, etc etc......soldi buttati nello sciacquone (per essere fini) &gt;_&gt;


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Inviato il 26 agosto 2012 20:53

Ehm <img alt=" /> , d'accordo su quasi tutto, però il metal, propriamente detto, è un tantinello precedente agli anni 90....

 

Detto questo, credo che l'ultimo CD che ho acquistato (e di cui poi mi sono pentita amaramente) è stato Systematic Chaos dei Dream Theater.....per di più la versione con il DVD etc, etc etc......soldi buttati nello sciacquone (per essere fini) &gt;_&gt;

 

Sì, forse è meglio dire dall' '85 in poi perchè intendevo i gruppi nuovi che si sono distaccati dall'heavy metal classico stile Iron Maiden e hanno iniziato a fare qualcosa di moderno (parlo ad esempio dei Darkthrone, Death, il power metal in generale, o i Dream Theater stessi)...

Per il cd dei Dream Theater poi va a gusti xD non è un gruppo facile da ascoltare, ha i suoi tempi... Il mio ultimo è stato Evangelion dei Behemoth dopo averlo ascoltato una settimana su youtube! E sono stato davvero contento di averlo comprato <img alt=" />


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