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IL CAPITALISMO E' IN AGONIA
G di GIL GALAD
creato il 04 novembre 2011

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GIL GALAD
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Inviato il 04 novembre 2011 17:11 Autore

La crisi iniziata nel 2008 ha messo in evidenza oramai la debolezza cronica del capitalismo; certo la crisi è iniziata per responsabilità di un gruppetto di banchieri americani senza scrupoli che hanno in maniera spregiudicata avvelenato l'economia mondiale con il loro titoli tossici e spazzatura, ma proprio questo ha denotato che il capitalismo non è più in grado di generare ricchezza per tutti e di redistribuirla lasciando libero il mercato. La globalizzazione figlia del capitalismo di questi ultimi vent'anni e che aveva portato a sperare in un nuova era economica in cui il livello di benessere dell'Occidente si sarebbe espanso su tutto il globo ha dimostrato tutta la sua utopica falsità. Badate bene io non mi definisco ne un no global e ne un suo fautore ma ho osservato in maniera neutrale in questi anni il fenomeno senza preconcetti. Ora la crisi manifestatasi ha fatto scoprire che l'Occidente si è ammalato della sua stessa ossessione della crescita ad ogni costo e contro ogni logica e contro ogni regola mentre il resto del mondo ha visto l'esponenziale avanzata della Cina e di altri paesi Asiatici e la sostanziale rimasta marginalità dell'Africa. Ora se ci si sofferma brevemente sulla Cina si vedono in maniera ancora diversa i guasti che il capitalismo morente sta creando. Un immane paese governato da una nomenclatura che ancora si dice comunista ma che ha spinto, dal loro punto di vista in maniera eccellente, il loro paese sulla strada di un capitalismo senza alcuna regola che certamente li sta facendo crescere e sviluppare ad un ritmo incredibile e sta sollevando dalla povertà milioni di persone (lasciandone allo stesso tempo altrettante nella miseria) ma in maniera caotica e senza alcuna tutela. E' questo sfruttamento si ripercuote come tutti sanno anche sul resto del mercato globale. Ora un bel giorno quando un certo livello della popolazione cinese avrà raggiunto standard di benessere occidentali allora cominceranno a volere oltre alla ricchezza anche i diritti ed ecco che lì scoppierà la contraddizione fatale e la Cina andrà incontro alla vera rivoluzione con conseguenza imprevedibili oggi. Ma torniamo all'Occidente culla del capitalismo. Sostanzialmente il capitalismo figlio della Rivoluzione Industriale ha sempre avuto due branchie principali, i liberisti alla Adam Smith e Richard Cobden fautori di un economia libera da qualsiasi intervento statale e gli interventisti guidati da John Maynard Keynes che sosteneva che affinché il capitalismo non si autodistrugga esso ha bisogno di una continua regolazione in mondo da essere governato dall'alto (dallo Stato) e far si che l'interesse privato e l'interesse sociale coincidano sempre. Ora entrambe queste scuole si può dire che abbiano fallito almeno secondo il mio modesto parere, non sono un ideologo e ovviamente neppure un economista, dato che i liberisti sono in pratica i padri dei disastri che la crisi e le crisi hanno e stanno producendo e ancora oggi continuano a spingere per un mercato che si curi da solo e chi se ne frega se un po' di milioni di persone vanno a dormire sotto i ponti ma anche i fautori della protezione statale dell'economia hanno fallito come tante volte si è dimostrato con i guasti che l'intervento pubblico ha prodotto in molti settori con inefficienze e scarsa competitività. Purtroppo anche l'altro figlio della Rivoluzione Industriale il Comunismo che abbiamo conosciuto è un ideologia che non può essere rispolverata per il nostro futuro e non tanto per le tragedie dei regimi del passato ma proprio per la sua natura utopica che si scontra con la realtà dell'uomo individualista ed egoista e la sua cupidigia. Per molti anni si è sperato che si potesse creare un economia e un sistema sociale misto dato che non tutto ciò che c'era nel comunismo era da buttare come disse anche Papa Giovanni Paolo II che certo definì il comunismo un male (necessario) e lo combatté strenuamente ma sapeva anche che qualcosa in quell'ideologia si doveva e poteva salvare e per prima cosa il sogno di una maggiore uguaglianza fra gli uomini. Ma il Papa, e torniamo al centro della discussione, disse anche che il capitalismo vincitore sul comunismo doveva cambiare perché non era più in grado di rispondere alle necessità dell'uomo. Ora io non credo più che ciò possa avvenire anche perché il capitalismo si è dimostrato che non necessariamente si sposa con la democrazia. Un altra speranza è stato l'ambientalismo o economia verde per uno sviluppo sostenibile nato negli anni sessanta, ma mi pare che anch'esso sia troppo debole e che non abbia mai preso piede in maniera decisiva. Ora a quale nuova ideologia o paradigma ci potremo affidare in futuro? Non ho risposte da modesta persona che segue le cose del mondo e nella sua piccolissima parte ne è testimone e protagonista come tutti voi ma certamente di qualcosa di nuovo c'è bisogno e urgenza.

 

Ps. Scusate la lunghezza del mio pistolotto un po' da insegnante che non sono e che non mi permetterei di essere ma spero di coinvolgere un po' di gente in questa immane e centrale domanda che pongo. Ah! Avete visto non ho nominato neanche una volta un certo personaggio politico, il tema è troppo alto per lui. :unsure: :unsure:


Gil Galad - Stella di radianza





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Lochlann
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Inviato il 04 novembre 2011 22:29

Imho sta penosamente fallendo il modello economico neo-liberista/monetarista, anche se c'è da dire che la crisi in generale è stata figlia soprattutto di una pochezza di regolamentazioni a livello finanziario. Una volta scoppiata, però, le risposte economiche sono state insufficienti e fin troppo leggere nel reagire, a parte l'immediato soccorso alle stesse banche causa principe del crack :|

Piuttosto che un nuovo modello tipo capitalismo/socialismo si dovrebbero applicare filosofie economiche nuove partendo (sempre imho) da basi neo-keynesiane, soprattutto per quanto riguarda le risposte nel breve-medio periodo, per quanto riguarda il lungo le teorie neo-liberiste sono ottime, il problema è che oggi come oggi siamo guidati dai mercati finanziari, che agiscono in base all'attimo fuggente e del lungo periodo se ne sbattono allegramente (chi li guarda i differenziali a 10 anni?), i mercati derivati sono troppo gonfiati e hanno un giro di moneta spropositato che andrebbe regolato assolutamente. Per guardare l'economia italiana, il problema invece è trovare il modo di agire per spronare la crescita economica e allo stesso tempo tamponare il debito pubblico o quanto meno non peggiorare la situazione, cosa alquanto difficile da fare soprattutto se il nostro parlamento (tutto) ha a cuore solo il proprio portafoglio e ha un grado di ignoranza a livello economico spaventoso.. :/


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.

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"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.

I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"

"Yes" said Caladan Brood "you never learn."

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Alyssa Arryn
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Inviato il 05 novembre 2011 1:57

Non mi stupisco affatto di veder affondare sia il liberismo selvaggio prosperato sulle ceneri del (fortunatamente) defunto comunimo che la delirante ubriacatura finanziaria avviatasi con il sorgere della utopistica "terza via" che alla fine dello scorso millennio esaltava le "magnifiche sorti e progressive" della globalizzazione: negli ultimi vent'anni era prosperato un pensiero unico anti-statale ancora più dogmatico e IMHO pseudoreligioso delle ideologie novecentesche, un pensiero che sottraendo prestigio e potere alle istituzioni pubbliche ne ha regalato a bizzeffe a pochi privati, i quali, prevedibilmente, guardano esclusivamente o quasi ai propri profitti a breve termine senza curarsi della domocrazia o del benessere sociale.
Se nel passato c'è qualcosa in cui cercare ispirazione secondo me è proprio il buon vecchio John Maynard Keynes ... e magari anche Thomas Hobbes, perchè senza Stato si torna inevitabilmente all'homo homini lupus.



Lord Beric
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Inviato il 05 novembre 2011 11:46

L'unica è impiantare un modello a risorse finite, inglobando anche i precetti dell'ambientalismo.

 

Oppure iniziare di corsa la colonizzazione dello spazio.


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]


joramun
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Inviato il 05 novembre 2011 13:00

Con riferimento all'Italia,ho letto dell'idea di questo signore.Chi ne capisce un po' di più può dirmi se si tratta di un ideona o di una colossale st*****ta? :huh: :huh: :huh:


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Exall
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Inviato il 05 novembre 2011 14:22

Senza dubbio non ci resta che colonizzare lo spazio :)

 

Quanto alle crisi, accadono in maniera ciclica, c'è poco da fare. Certo, condivido l'idea che si debba dare una bella regolata al liberismo selvaggio. Ma da qui a profetizzare il crollo del capitalismo... aivoglia a mangiare patate :)

 

Quanto al comunismo e al socialismo... non si possono realizzare per un motivo di fondo, ossia che l'uomo non nasce tabula rasa. Tutto il carrozzone che è stato costruito conseguentemente fallisce perché l'ipotesi di base non è vera. Quindi tutto il resto son chiacchiere.


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