"Ce ne andiamo con un grande senso di gratitudine e di incredulità per tutto quello che ci è successo. A tutti quanti siano stati toccati dalla nostra musica: grazie per averci ascoltato". E se non ci scappa la lacrimuccia di commozione, poco ci manca. I R.E.M. si sono sciolti, e hanno affidato alla homepage del loro sito poche, sentite, parole, per un addio alle scene che profuma tanto di nostalgia e ricordi.
Corre il 1980 quando questi quattro ragazzotti (poi diventati tre) un po' nerd di Athens, Georgia, profondo sud degli States, cominciano a suonare nel giro dei college. Il primo singolo è "Radio Free Europe", il primo Ep "Chronic Town", che precede "Murmur", 1983, primo disco "vero".
Il loro è un rock "sporco", figlio del country/folk con influenze garage. Sporco ma suggestivo, dirompente, inquieto. La carriera del quartetto inizia nel giro indipendente, arrivano in Italia in maniera quasi carbonara, col passaparola, come gruppo cult di qualità e sostanza. Qualità e sostanza che mantengono anche col passaggio a una major, gestendo con oculatezza il successo planetario che esplode nel 1991 con "Out of Time", trainato da "Losing my Religion", la loro canzone più popolare, anche se non certamente la migliore.
Michael Stipe, Peter Buck, Mike Mills e Bill Berry, che lascerà il gruppo nel '97, hanno sempre dato l'idea di non essersi montati la testa, di seguire un loro percorso umano e musicale "alto", provando a sperimentare strade nuove senza perdersi però tra le mode del momento. Sono sempre stati onesti, con loro stessi e col pubblico. E quest'addio sembra proprio coerente con il loro modo di essere: meglio farsi da parte piuttosto che andare avanti stancamente.
Non è vero che non avevano più nulla da dire. Forse avevano ben poco di nuovo da dire, ma quanto mancheranno quei concerti dove ripercorrere quella che, per molti, è stata la colonna sonora di un'esistenza! Lo scioglimento era nell'aria, anche se l'annuncio è arrivato in maniera così inattesa. Con grazia e delicatezza. "Un uomo saggio una volta disse: "La cosa più importante da capire, a una festa, è quando arriva il momento di andare via", scrive ancora Michael Stipe nel messaggio di addio. E la festa sarà pure finita, amen. Ma quanto è stata bella!
fonte TGcom
Sono molto sorpreso e triste, erano una delle band più longeve e avevano ancora molto da dire.
Sono tristissimo. Erano, SONO, la mia band preferita in assoluto. Mi mancherà l'attesa per il loro nuovo album, la speranza di un concerto nella mia città, la curiosità di scoprire il nuovo video. Ma, va detto, hanno chiuso così come hanno sempre lavorato: con grande senso della misura. Loro dicono che non ci sono stati problemi legali, screzi, gelosie. Semplicemente sentivano che era il momento di smettere. amichevolmente. Non so se è vero, ma mi piace pensarlo. Un addio pieno di dignità e delicatezza verso i fans.
We'll miss you guys!
Mi dispiace tantissimo,ma avendo letto un paio di articoli,devo dire che sono d'accordissimo con la scelta di Michael e degli altri:le storie davvero belle,è triste ammetterlo,sono quelle che ad un certo punto trovano la loro fine.I REM sono stati una delle band fondamentali degli anni 90,che ha attraversato 3 decenni sfornando capolavori in continuazione;se si sono resi conto che il libro andava chiuso ed era giusto passare ad altro,hanno fatto benissimo a farlo.
È perfettemente nello stile che ha sempre contraddistinto i Rem.....ai quali auguro,di cuore,buona vita.
Un altro pezzo della mia vita se ne và! Stasera sono triste!!
Li credevo immortali
Però, che stile. Sono dei grandi, sempre. Un brindisi alla loro salute " />
io sono in lutto da un paio di giorni ragazzi...però le loro canzoni e i loro splendidi dischi saranno immortali!!
Anche a me è dispiaciuto un casino...sono sempre stati molto bravi e alcune loro canzoni rimarranno (spero) nella storia della musica!
Ragionandoci a mente fredda credo sia stata la scelta migliore. Per loro e per noi ascoltatori. Gli ultimi album non erano più la stessa cosa, e sarebbe stato veramente distruttivo vederli produrre ostinatamente album che non sarebbero stati altro che il plagio di loro stessi, con pezzi magari godibili ma senza quella magia che - parlo per me - li aveva resi così speciali.
L'addio, la calata del sipario, è un momento importnte nella vita di una band. Ci sono band che sono finite con colpi di scena sui giornali (Beatles), con cause legali (Pink Floyd) o a chitarrate in testa (Oasis); ci sono band che sono finite quando un membro del gruppo ha lasciato definitivamente la scena (Nirvana, Queen, Joy Division); ci sono band che sono finite e non lo hanno ancora capito (che nessuno se la prenda se in questa categoria ci metto gli Stones) e ci sono band che con scissioni e riunioni hanno fatto solo merchandising (Take That).
I REM hanno scelto un modo di lasciare da veri signori, e questo renderà ancora più bello ascoltare i loro pezzi...
Riesumo questo post non per parlare dello scioglimento di uno dei più grandi (o IL più grande) gruppo rock dell'ultimo ventennio - con buona pace di Bono e degli U2 - , ma per parlare dei REM in generale. Di ciò che hanno rappresentato e che continueranno a rappresentare nel panorama musicale e non, anche se forse definirli solo gruppo rock può essere riduttivo. E di ciò che rappresentano per voi.
Io ho conosciuto i REM con grave ritardo, è da solo pochi mesi che ascolto con un certo metodo i loro album, leggendo al contempo la buona biografia Fiction, scritta da David Buckley, che aiuta ad entrare meglio nell'atmosfera che circondava questi giovani ragazzi di Athens e tutto quanto ha contribuito alla loro crescita, musicale e non.
Non ci crederete mai, ma fino ad un anno fa non conoscevo Losing my religion. La mia prima adolescenza, praticamente priva di radio ma dedita solo ad un certo tipo di musica - non vogliatemene - mi ha impedito per lungo tempo di godere di questa piacevole conoscenza. Ma, forse, ora che ho raggiunto l'età adulta (chiamiamola così) posso godermi di più, e meglio, il mondo musicale che hanno creato.
Che dire... mai conosciuto prima un gruppo del genere. Un gruppo coeso, che ha qualcosa da dire e che ha il giusto modo di comunicarlo. Musica e sostanza, arte nei video - che piaccia o no - , un certo stile. Trovo tutta la loro produzione musicale - dove più, dove meno - pervasa da un senso di malinconia, di distanza inquieta. Anche nelle parti più rock avverto tale sottotono, come fosse sempre presente nella fase compositiva.
Per me i REM rappresentano questo: l'inquietudine della vita, la malinconia che la pervade, la comunanza in ciò che tutti, alla fine, proviamo... una band che ha saputo trasporre in musica sensazioni reali, anche scomode, ma potenti e vive.
Una carrellata di canzoni che davvero hanno il potere di svoltarmi la giornata:
Losing my religion, What's the frequency, Kenneth? , Low, Try not to breath, Monty got a raw deal, The great beyond, Orange crush ma solo per citare le più note...
E per voi?