Lancio un tema di discussione, vediamo se qualcuno lo raccoglie.
Lo spunto nasce dal fatto che ad agosto il mio Comune ha dovuto rinnovare il consigllio d'amministrazione del teatro cittadino, e la provincia, contestando le scelte che parevano profilarsi e chiedendo di contare di più in tali nomine, essendo il maggiore finanziatore del teatro, ha prima minacciato di togliere del tutto e poi seplicemente ridotto i finanziamenti.
La motivazione seria, al di là delle beghe di palazzo, è che in un momento di crisi i finanziamenti alla cultura sarebbero un di più, ed i soldi dovrebbero piuttosto essere dedicati ad interventi nel sociale.
Questo peraltro pare aprire le porte ad altri tagli, tenuto anche conto del fatto che la mia città è da anni particolarmente attiva sul fronte culturale, con due o tre manifestazioni di rilevanza extraregionale (vorrei dire nazionale, ma meglio non allargarsi troppo, in fondo è solo una piccola città ;) ).
La tesi dei difensori dei finanziamenti alla cultura sentita in altri frangenti è duplice: da un lato, infatti, si dice che le manifestazioni non devono necessariamente andare in pareggio, e che vale sempre la pena finanziarla per accrescere la cultura stessa, etc.; dall'altro, invece, si dice che i finanziamenti alle manifestazioni culturali ritornano anche sul piano economico, portando gente in città e stimolando l'indotto (un po' quel che si dice del turismo, insomma).
Io sono generalmente entusiasta dell'esistenza di tante manifestazioni culturali, ma ahimè in passato ho sempre riflettuto abbastanza poco sui finanziamenti necessari. Essendomi negli ultimi anni interessato un po' di politica, ho dovuto però cominciare a prendere in considerazione anche questi aspetti.
Voi che cosa ne pensate?
Doverosa premessa: il fatto che provincia e comune, nel caso da te citato, abbiano colori politici differenti, può avere a che fare con la scelta di tagliare proprio quelle manifestazioni e non altro?
A parte questo, scomporrei il caso in due scenari:
- esistono sprechi universalmente riconosciuti (costi della politica, consulenze esterne, duplicazione degli incarichi o degli enti)? Se sì, tagliare i fondi alla cultura è criminale, e l'argomento è chiuso.
- se invece siamo in una situazione in cui ogni risorsa è allocata per funzioni da tutti riconosciute come importanti (scuola, trasporto pubblico, sanità, ordine pubblico, eccetera) e si tratta di capire dove si deve tagliare per poter sopravvivere... sinceramente mi duole dirlo, ma le manifestazioni come quella da te citata non sono ai primi posti della mia classifica personale. :unsure:
Nel caso specifico, ho lo stesso sospetto di Lord Beric sul colore politico.
Ma, al di là della tristezza e del disgusto che possono lasciare nei cittadini che osservano, sono cose che lasciano il tempo che trovano e credo che la discussione possa essere più generale.
Temo di avere lo stesso punto di vista di Lord Beric.
Abito in una zona dove, per mia fortuna, c'è una tradizione di buona amministrazione che va al di là del colore politico. Naturalmente tra gli schieramenti ci sono punti di vista diversi, le priorità sono differenti, come è giusto e normale che sia in democrazia. Ma quale che sia l'amministrazione, i comuni vengono gestiti in maniera oculata, a volte anche lungimirante, e si riesce sempre a rispettare il patto di stabilità (per quanto io sia molto critica sullo stesso, così come è fatto).
Quindi devo dire che se ci fossero da fare tagli, metterei al primo posto i servizi essenziali: servizi sociali, scuola (che per i comuni significa i libri per le elementari e, qui da noi, anche un contributo per l'acquisto di quelli delle medie inferiori), trasporto scolastico, manutenzione proprietà del comune (strade, scuole, etc.), ecc.
Poi tutto il resto, che in sostanza finisce per essere cultura e sport.
Detesto che si debbano fare queste scelte, ma, posti davanti alla scelta tra il fornire l'assistenza agli anziani (che siano i pasti a domicilio, piuttosto che la gestione della casa di riposo) e finanziare il premio di pittura o il triangolare di calcio, non ho dubbi. Nonostante io sia una strenua sostenitrice della diffusione della cultura e ami tutto ciò che è cultura e sia anche, nel mio piccolo, una sportiva, devo ammettere che non sono una priorità irrinunciabile.
Per fortuna, ci sono molte attività sia culturali sia sportive che possono essere portate avanti con pochissimi fondi, a volte anche a costo 0. Ma è una magra consolazione.