Purtroppo non sono ancora riuscito a scrivere il capitolo :(
Settimana prossima però dovrei avere tempo.. faccio il possibile per completarlo entro domenica prossima, promesso!
Anzitutto, scusate per l'enorme ritardo. Ho fatto davvero fatica a trovare l'ispirazione e ho cancellato e riscritto mille volte diversi personaggi e visto che potrei andare avanti all'infinito senza tirare assieme nulla, ho deciso di buttar giù qualcosa e pubblicarlo comunque.. Almeno si va avanti.... Visto che
Sulla carta sono 4 maschi e nessuno di essi è quindi vicino alla corte quanto basta a raccontarci la storia del principe e la regina straniera. Vista così ci sembra un po’ limitante l’assenza di donne pov e una possibile occasione mancata quella del pov che racconti il principe da vicino (a meno che il religioso non si sobbarchi anche questo compito).
Ho scritto un capitolo dove il protagonista è il mercenario di cui vi avevo parlato, ma devo ammettere che non è uscito un gran che.. Quindi vista la necessità di un POV femminile, ho provato a creare un POV donna. Non è nulla di che ed è molto breve, ma spero possa andar bene...
La mano di Caterina rimase ferma a mezz’aria. Restò immobile a fissare il suo riflesso nello specchio e le forze le venirono a mancare. Il livido violaceo le percorreva metà del volto. Era gonfio tanto da nasconderle l’occhio sinistro. Delicatamente, provò a posare il panno bagnato sulla guancia, ma il dolore glielo impedì.
Voleva piangere.
Voleva urlare.
Invece restò in silenzio a guardare con l’occhio sano quell’orrore.
“Stai tranquilla cara, guarirà” disse una voce alle sue spalle.
“Sei un medico?” si accorse subito che il tono della sua voce era stato più brusco di quanto avrebbe voluto. Suo marito chinò il capo, arrossendo.
Che soffra e si vergogni pure, maledetto codardo. Pensò con disprezzo, mentre provava a sorridere. La parte ferita del volto gridò di dolore anche solo a quel movimento.
“Sam, dove diavolo sei finito? Vieni subito giù”.
Suo marito allungò timidamente una mano e la posò sulla sua spalla.
“Devo andare” borbottò e voltandosi sparì oltre l’uscio della porta.
Caterina rimase sola.
Lentamente si passò il panno umido sul volto, ignorando il dolore. Strinse i denti per non gridare. Non avrebbe dato questa soddisfazione a quel verme di suo padre.
La sua mente ritornò a quel pomeriggio, quando suo padre gli aveva detto:
“Non fare la bambina, dopotutto anche quel coniglio di tuo marito è un uomo e quindi là fuori rischia la vita come tutti”.
“Ma io non ho sposato un soldato. Sam è un contabile!” gli aveva urlato in risposta.
Un istante dopo era a terra stringendo con le mani il punto in cui il pugno l’aveva colpita con violenza.
“E questo chiude la questione donna” aveva sentenziato suo padre “ricordati quale è il tuo posto e stai zitta. Se ti sento ancora parlare di questa storia con qualunque, giuro che ti uccido”.
In un impeto di folle speranza, Caterina da terra aveva alzato lo sguardo su suo marito, fermo immobile al centro della stanza. Le sue mani strette a pugni tremavano, eppure non aveva mosso un dito per difenderla.
“Ora vai” le aveva ordinato il padre e senza dire una parole si era alzata ed aveva lasciato la stanza.
Con un sospiro si alzò e si avvicinò alle scale, cercando di non fare nessun rumore. Aveva paura di sentire quello che di sotto si stavano dicendo, ma ormai sapeva troppo per dimenticare tutto ed andare avanti come se nulla fosse.
“Non se ne parla,” stava dicendo una voce che non conosceva “non abbiamo mai parlato di uccidere qualcuno”.
“Sì, hai ragione, ma non puoi negare che ora la situazione è cambiata. Vuoi buttare via tutti questi anni di lavoro proprio ora che siamo così vicini al nostro obiettivo?” rispose un’altra voce sconosciuta.
“No. Ma il Re è morto!”
“E allora lunga vita al Re,” si intromise la voce rude di suo padre “vecchio mio. Se quel giovane bastardo pensa di fregarci tutti si sbaglia. C’è solo una possibilità miei signori: Se il principe vuole aprire le porte ad una regina straniera, dobbiamo accoglierla con un braccio aperto e un pugnale affilato”.
Nella stanza di stanza di sotto calò il silenzio.
Caterina aveva sentito abbastanza. Si alzò e tornò nella sua stanza, tremando per la paura di quello che sarebbe accaduto.
PS:
Mi sono ispirato a quest'idea di PreteRosso:
Se la scelta del principe non fosse dettata da "buoni sentimenti" o da "coraggio" ma un matrimonio combinato come ce ne sono tanti per evitare che la regina straniera riscuota i suoi crediti?
Devo dire che questo scenario di un Principe succube del potere economico militare di un regno confinante potrebbe portare a diversi conclusioni tutte abbastanza interessanti:
-alcune famiglie potrebbero vedere l'ingresso in città della regina come "un'invasione silenziosa" e ribellarsi, come già detto da altri, fino al punto di spogliare il principe del suo titolo,
-il clero potrebbe vedere in questo matrimonio un sacrilegio,
-lo stesso principe potrebbe capire l'errore compiuto e cercare di rimediare.
Ce n'è di carne al fuoco. Io mi fermo qui. Commenti?
In pratica il Regno é molto indebitato, ma all'interno (p.esempio banche della città), le quali hanno fatto in modo che il Re si indebiti così tanto che per ripagare deve aprire le porte dell'alta nobiltà a loro e quindi farli entrare nel giro di principi re regine ecc... Tuttavia il Re viene ucciso e il principe decide di sposare questa Regina straniera, da una terra molto ricca per ripagare i debiti e quindi tenere fuori i nobili minori. Ora che il loro piano sembra sul punto di fallire, i membri del complotto decidono di uccidere la regina straniera così da scatenare una guerra e quindi costringere la cerchia chiusa delle Famiglie a dare loro effettivo potere sul regno....
In effetti questo POV potrebbe essere più interessante. Peccato che tu abbia scelto di raccontare la scena del dialogo tra caterina e suo padre in Flashback. Avrei voluto sentire quel dialogo interamente e soprattutto vedere la reazione di caterina. Mi sembra una abbastanza tosta. ^_^Ho scritto un capitolo dove il protagonista è il mercenario di cui vi avevo parlato, ma devo ammettere che non è uscito un gran che.. Quindi vista la necessità di un POV femminile, ho provato a creare un POV donna. Non è nulla di che ed è molto breve, ma spero possa andar bene...
Comunque non vedo l'ora di capire che cosa succederà a casa appena il padre uscirà. Ho come l'impressione che non resterà con le mani in mano.