Prima la Tunisia, poi l'Egitto e ora (quasi) la Libia. In pochissimo tempo stanno cadendo uno dopo l'altro diversi regimi nordafricani ed esiti simili sembrano all'orizzonte in tutta l'area araba, senza dimenticare le periodiche esplosioni in Iran. Per quanto riguarda la crisi libica, qui le ultime novità: Link.
Cosa ne pensate di questa escalation? Siamo davanti a un'effettiva svolta democratica dell'area? Quanto conta il cambio di strategia dell'amministrazione USA? Come si potranno sviluppare i rapporti tra questi nuovi Governi, nati dalle rivolte, e Israele?
E infine, per collegare il tutto alla politica estera di casa nostra, cosa ne pensate del modo in cui Berlusconi ha gestito le relazioni con Gheddafi?
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Beh, sicuramente la situazione è decisamente confusa senza contare che non è uniforme, difficilmente in Iran si vedrà una rivoluzione "facile" come in Egitto secondo me.
Certo ora questi paesi hanno la possibilità di fare un bel balzo in avanti, e sicuramente questo è positivo, anche se c'è da capire quante probabilità ci sono che si arrivi ad una deriva militare e/o islamista..
Deriva o no che Gheddafi cada è solo un bene, e che l'Italia taccia su ciò una vergogna, ma una vergogna forzata dopo i trattamenti riservati al dittatore dal nostro carissimo premier..
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Non sottovaluterei nemmeno le manifestazioni di piazza nel civilissimo Marocco e negli occidentalizzati Emirati Arabi (Ecclestone pare voglia già cancellare il GP del Bahrain per l'anno prossimo), mentre quanto NON sta accadendo in Arabia Saudita mi incute timore.
Secondo me prima di esultare occorrerebbe vedere l'esito delle prime elezioni veramente democratiche in questi Paesi (che poi quello che conta davvero in questo momento è l'Egitto).
Ciò che sta accadendo in questi giorni nei Paesi del Maghreb e della Penisola Arabica è un fenomeno piuttosto enigmatico, come fa notare Enzo Bettiza in questo interessante
articolo pubblicato qualche giorno fa su "La Stampa": se sono facilmente comprensibili le motivazioni di queste rivolte a catena, poichè non si vede una leadership che le guidi, è tutt'altro che chiara la direzione in cui queste nazioni demograficamente numerose e giovani potrebbero andare una volta abbattuti i vecchi satrapi.
Credo che siamo di fronte a qualcosa di analogo alla caduta dei regimi dell'Est Europeo avvenuta alla fine degli anni '80 del secolo scorso, con la differenza che ora l'Occidente non ha cercato consapevolmente questa "rivoluzione".
Gheddafi ha fatto un discorso tra il delirante e il fantasioso, minacciando più o meno tutti.
Qualche stralcio da "Il Fatto Quotidiano":
”Resterò a capo della rivoluzione fino alla morte”, ha annunciato il leader libico Muammar Gheddafi in un discorso in tv in cui ha ribadito di non avere alcuna intenzione di farsi da parte. E ha attaccato anche il nostro Paese, prima dicendo che è stata sconfitta sul suolo libico, poi aggiungendo che “tutto il mondo ci guarda con timore, compresa l’Italia”. Infine l’accusa: “Italia e Usa hanno dato razzi Rpg ai ragazzi di Bengasi”.
“Io non lascerò il Paese – ha assicurato il Raìs -. Non sono un presidente e non posso dimettermi. Sono il leader della rivoluzione e lo sarò fino all’eternità, sono un combattente, un mujihid. Io sono un rivoluzionario. Ho portato la vittoria in passato e di questa vittoria si è potuto godere per generazioni”. Ripercorrendo la storia del Paese, Gheddafi ha voluto ricordare di come “anche l’Italia sia stata sconfitta sul suolo libico”. “Tutto il mondo ci guarda con rispetto e con timore grazie a me, compresa l’Italia. Ci siamo fatti rispettare da tutti, quando sono andato in Italia hanno salutato con rispetto il figlio di Omar Mukhtar”. Il colonnello ha poi ricordato di “aver sfidato l’arroganza dell’America e della Gran Bretagna e non ci siamo arresi”.
Il colonnello ha poi attaccato i manifestanti, ”ratti pagati dai servizi segreti stranieri” a ancora “una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù”. Quelli che attaccano le caserme inermi e le nostre famiglie “sono giovani drogati, sono giovani sedicenni che vogliono imitare l’Egitto”. Secondo Gheddafi, “dietro di loro c’è un gruppo di persone malate infiltrate nelle città che pagano questi giovani innocenti per entrare in battaglia. Chi ha progettato questi attacchi ora è in sedi tranquille dopo aver dato loro l’ordine di distruggere”.
“Un picciolo gruppo di terroristi – ha detto il Raìs – non sarà la scusa per far arrivare nel paese gli americani”. Il colonnello ha poi accusato ”gli italiani e gli americani di aver dato razzi Rpg ai ragazzi di Bengasi”.
”Non siamo ancora ricorsi alla forza, ma lo faremo”. Questa la minaccia del Raìs a chi protesta. E rivolto ai suoi sostenitori: “Vi invito a uscire domani in strada nel paese per manifestare in favore dei successi da noi ottenuti in questi anni. Uscite dalle vostre case e attaccate i manifestanti”. “Ho il mio fucile – ha aggiunto – e lotterò fino all’ultimo. Io sono l’orgoglio della Libia, l’uomo che ha sempre voluto la prosperità e che ha restituito il petrolio che veniva portato via”.
Gheddafi ha minacciato di sedare le proteste dei “ribelli” con una risposta “simile a Tiananmen” e di “bonificare la Libia casa per casa”. Ha poi aggiunto che non ha nulla in contrario al fatto che il popolo faccia una nuova Costituzione e nuove leggi e ha affermato che domani, se così si desidera, può nascere una “nuova Giamahiria” (repubblica) nel Paese. “I libici sono liberi perché il potere è in mano al popolo”, ha sottolineato.
Il leader libico ha poi affermato di accettare “la proposta di concedere autonomie regionali”. Parlando alla nazione ha detto che la soluzione alla crisi in atto nel paese nordafricano è la formazione di comuni e amministrazioni autonome. Suo figlio, Seifulislam, “si consulterà con magistrati e avvocati” per dare “presto” al popolo “una costituzione e le leggi che chiede”.
:wacko: :wacko: :wacko:
La vedo molto grigia, sia per i libici, ma anche per noi. Una volta che il rais se ne sarà andato, noi saremo visti come quelli che lo hanno accolto con tutti gli onori, il cui Presidente del Consiglio gli baciava la mano, etc... il bunga-bunga, Ruby e Noemi non sono nulla di fronte alla vera figuraccia di Berlusconi: la sua assurda politica estera tutta fatta di pacche sulle spalle a dittatori più o meno violenti.
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Prima di tutto bisognerà vedere chi rimpiazzerà il Beduino....
Da Repubblica.it:
Pochi dubbi che si tratti di una situazione drammatica, ma in Libia all'ottavo giorno di rivolta i contorni esatti della tragedia restano tutti da decifrare. Si va da un bilancio di 10 mila morti e 50 mila feriti annunciato dalla tv Al Arabiya, alle oltre mille vitttime "certificate" come verosimili dal ministro degli Esteri Franco Frattini, passando per una serie di testimonianze di ong e medici al lavoro sul posto che parlano di centinaia e centinaia di caduti.
"I titoli, le notizie dei giornali, per quanto riguarda Tripoli, sono stati perlomeno esagerati", ha dichiarato stamani l'ambasciatore italiano nella capitale libica, Vincenzo Schioppa, in una intervista a Sky Tg24, precisando che oggi "la situazione in città appare calma". "Ci sono stati nei giorni scorsi episodi molto gravi - ha aggiunto il diplomatico - ma che non hanno riguardato la Tripoli centrale della quale noi possiamo essere testimoni. Non posso confermare che vi siano stati bombardamenti o azioni di questo genere per quanto riguarda Tripoli perché ce ne saremmo accorti", ha quindi affermato. Il che non significa che "non vi siano motivi di grandissima preoccupazione", ha sottolineato.
Da verificare anche l'attendibilità e l'esatta portata di un video 1 che ha fatto il giro del web e che riprende la presunta realizzazione di una fossa comune in riva al mare per accogliere il numero crescente di vittime della guerra civile.
Quale che sia il quadro esatto della situazione, ciò che appare evidente è che la il controllo del paese sta progressivamente sfuggendo dalle mani di Gheddafi. Il canale in inglese di Al Jazeera ha mostrato immagini in diretta di una folla di persone a Tobruk, città costiera dell'est della Libia, che festeggiano con cartelli e bandiere la "liberazione" della città dalle forze governative. Le bandiere sono quelle libiche e sui cartelli c'è scritto in inglese "Free Libya", Libia libera. Inoltre, stando a quanto riferito il viceministro degli Esteri libico, Khaled Kaïm, incontrando i diplomatici dell'Ue, Al Qaeda avrebbe costituito un emirato islamico in Libia, a Derna, nell'est del Paese.
Fuori controllo anche l'aeroporto di Tripoli dove secondo Philip Apap Bologna, uno dei piloti arruolati per le operazioni di rimpatrio, dipendente dell'Air Malta, una folla di passeggeri "travolti dalla disperazione" ha "lottato" tra i corridoi del terminale libico per salire sui voli di evacuazione adottati dalla comunità internazionale per il rientro dei propri connazionali dalla Libia". Secondo quanto riferito da Al Jazeera, circa 20mila persone hanno lasciato invece la notte scorsa la Libia attraverso il valico di Sallum con l'Egitto. Altre 5700 sono fuggite invece secondo la Croce Rossa verso la Tunisia.
E una conferma che il regime stia vacillando arriva anche dalle notizie che rimbalzano da Malta, dove, secondo indiscrezioni, sul volo ATR 42 della compagnia di bandiera di Tripoli che ha cercato di atterrare all'aeroporto internazionale della Valletta, ci sarebbe stata anche la figlia del leader libico Muammar Gheddafi, Aisha. L'aereo è arrivato in modo inatteso sui cieli di Malta con a bordo 14 persone e le autorità aeroportuali gli hanno negato l'atterraggio, costringendolo a tornare indietro. Fallito questo tentativo, secondo fonti dell'opposizione libica citate dall'emittente satellitare Al Arabiya, Aisha si sarebbe diretta verso Cipro.
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The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
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Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
in Egitto la svolta democratica la vedo dura, è stato un bel colpo di stato militare e tanti saluti.
in Libia... chissà. E' un paese molto tribale, poco popolato, con grandi risorse (il contrario dell'Egitto, praticamente)... dipende da cosa decide di fare l'occidente.
comunque se Gehddafi resta, combatte e muore, ha tutto il mio rispetto.
non sono tanti i dittatori che, una volta messi all'angolo, rinunciano a un esilio dorato.
orgoglio, follia.. o forse ama la sua patria più di tanti tiranni? in ogni caso, se resta fino alla morte senza fuggire, tanto di cappello.
comunque se Gehddafi resta, combatte e muore, ha tutto il mio rispetto.
non sono tanti i dittatori che, una volta messi all'angolo, rinunciano a un esilio dorato.
orgoglio, follia.. o forse ama la sua patria più di tanti tiranni? in ogni caso, se resta fino alla morte senza fuggire, tanto di cappello.
Concordo.
Tra l'altro, non credo che Gheddafi sia in realtà così all'angolo.
Mubarak se n'è andato perchè ormai vecchio, malato e soprattutto abbandonato dai vertici militari.
Finchè Gheddafi avrà dalla sua l'esercito e metà del paese, visto che pare sia solo la zona orientale ad essere realmente in rivolta, difficilmente riusciranno a schiodarlo da dove sta.
Anch'io ho visto il suo ultimo discorso, e dalle sue parole ho capito una cosa, ovvero che c'è una sola certezza in tutta questa storia: se davvero vogliono liberarsene, i Libici devono essere pronti ad un bagno di sangue, e senza alcuna garanzia di vittoria.
10000 morti in pochi giorni, aviazione usata contro i civili.
Questa non è una protesta, è una guerra civile.
Se cambierà qualcosa in Libia dipenderà da chi ne uscirà vincitore, se lo status quo o il cambiamento, qualunque si dimostrerà essere "il più forte".
In fondo è così che tante volte in passato, è stata fatta la storia.
E apparte le tante belle e vane parole, ne gli Stati Uniti ne l'Europa possono fare nulla tranne che assistere e vedere come andrà a finire.
E apparte le tante belle e vane parole, ne gli Stati Uniti ne l'Europa possono fare nulla tranne che assistere e vedere come andrà a finire.
beh oddio... in altri tempi si sarebbe potuto mandare qualche migliaio di uomini per assicurarsi che andasse a finire nel modo più vantaggioso (se siamo cattivi) o per porre fine a questa strage (se siamo buono)...
in ogni caso questa è un altra dimostrazione di come l'Onu non serve a un caxxo quando l'interessato è uno Stato di serie B o C... bombardare civili con l'aviazione è una violazione macroscopica di tutto ciò che l'Onu proclama di voler prevenire e impedire.
E apparte le tante belle e vane parole, ne gli Stati Uniti ne l'Europa possono fare nulla tranne che assistere e vedere come andrà a finire.
beh oddio... in altri tempi si sarebbe potuto mandare qualche migliaio di uomini per assicurarsi che andasse a finire nel modo più vantaggioso (se siamo cattivi) o per porre fine a questa strage (se siamo buono)...
in ogni caso questa è un altra dimostrazione di come l'Onu non serve a un caxxo quando l'interessato è uno Stato di serie B o C... bombardare civili con l'aviazione è una violazione macroscopica di tutto ciò che l'Onu proclama di voler prevenire e impedire.
Hai detto bene: in altri tempi.
Diciamo che l'unico soggetto internazionale che potrebbe in linea teorica intervenire è la NATO (sull'ONU ti quoto).
Dunque tutto dipende se la Libia ed il suo petrolio rientri o meno in qualche piano strategico degli Stati Uniti, come ci rientravano Afghanistan ed Iraq (addirittura in Iraq gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno fatto da soli, spiattellando al mondo intero la panzana delle WMD).
Nell'ipotesi negativa, che mi appare la più probabile, nessuno alzerà un dito per fermare questa guerra civile.
Che poi forse, alla fine, è giusto che sia così...ogni Nazione deve trovare da sola (se ci riesce) la via per la libertà, questo è l'unico modo in cui essa può essere realmente conquistata, ovvero pagandone il prezzo di sangue.
Mi sembra abbastanza fuori luogo tutta questa ammirazione per chi manda l'aviazione contro i civili, esilio dorato o meno..
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
perchè? se possono, tutti i dittatori reprimono il dissenso nel sangue. Ma quando non hanno più i mezzi e l'appoggio dell'esercito, solitamente fuggono alla velocità della luce.
se Gheddafi deciderà di affrontare la morte anche quando nona avrà più i mezzi e l'esercito, si sarà comportato in modo più nobile di altre decine di dittatori.
Ora deve dire che rimarrà fino alla morte, per tenere compatti i suoi uomini, finchè ha ancora la possibilità di reprimere la rivoluzione.
Se le cose dovessero precipitare, è probabile che tenterà la fuga.
vedremo... comunque vorrei spezzare una lancia in favore di Gheddafi... è stato un dittatore (e quindi le sue porcherie le avrà fatte) ed è stato pure un terrorista, ma nei confronti del suo popolo si è comportato piuttosto bene.
imho nel dopoguerra come dittatore è uno dei migliori, il migliore dopo Castro.
a differenza della stragrande maggioranza dei dittattori (soprattutto africani) non ha affossato economicamente e socialmente il suo Stato, anzi la Libia poteva vantare (fino a pochi giorni fa) la 53esima posizione nella classifica dell'indice di sviluppo umano.
Una posizione di tutto rispetto... basti pensare che sono più o meno nella stessa posizione stati come Croazia, Messico, Bulgaria, Serbia...
inoltre, non sono mai state sollevate accuse di sistematiche violazioni dei diritti umani o genocidi. Di violazioni ce ne saranno state, intendiamoci, ma sempre "sotto i livelli di guardia". Anche questa cosa rara.
insomma, abbasso la tirannia eccetera, ma nella sua categoria avercene come Gheddafi (dal punto di vista del suo popolo... dal nostro punto di vista no perché è un caxxo di terrorista internazionale che fa saltare aerei)