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Il "regime" e gli intellettuali
S di sharingan
creato il 15 dicembre 2010

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sharingan
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sharingan
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Inviato il 15 dicembre 2010 15:00 Autore

Buongiorno a tutti :unsure: , in realtà volevo proporre questo argomento molto tempo fa, quando la questione era emersa con maggior scalpore, ma poi per un motivo o per l'altro mi ero scordato di aprire il topic. Ora mi è tornata questa idea dopo la vittoria di Berlusconi nel voto di sfiducia di ieri. Ho notato infatti come molti intellettuali di sinistra abbiano verso Berlusconi un'opinione altamente negativa (non è una novità sia chiaro), con accenti però che sono paragonabili soltanto a quelli di intellettuali che vivono in Paesi pseudo-democratici o non-democratici. Ho letto per esempio stamattina che Stefano Rodotà ha detto al quotidiano "El Pais" che l'Italia è il laboratorio del totalitarismo moderno; l'opinione è appunto di Rodotà, ma potrebbe andar bene per un qualsiasi intellettuale di sinistra da Scalfari a Bocca, da Travaglio a Eco, etc.... Ma la questione centrale non è tanto questa (di opinioni altisonanti se ne sentono a bizzeffe), quanto la credibilità di chi formula certe accuse. Mi spiego meglio: diversi intellettuali di sinistra lavorano e scrivono per il gruppo editoriale Mondadori di proprietà della famiglia Berlusconi. Ora io mi chiedo (e se lo erano chiesti in tanti prima di me) se sia credibile una persona che afferma di trovarsi in un regime, in una dittatura e poi finisce per lavorare senza battere ciglio per l'azienda dell'uomo che si considera al centro dell'involuzione illiberale dell'Italia. A me sembra difficilmente compatibile una situazione simile. Voi cosa ne pensate?

 

Se volete saperne di più allego 2 link, il primo è quello del teologo Vito Mancuso che ha aperto il dibattito, il secondo è la risposta di Eugenio Scalfari.

 

Vito Mancuso: Link

 

Eugenio Scalfari: Link

 

PS.: sia chiaro che la citazione di Rodotà è del tutto casuale. Non mi risulta che lavori per il Gruppo Mondadori e l'ho inserita soltanto perchè emblematica dell'idea generale che ha di Berlusconi e del berlusconismo una buona fetta degli intellettuali di sinistra.


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Hildebrand
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Inviato il 15 dicembre 2010 15:58
Ora mi è tornata questa idea dopo la vittoria di Berlusconi nel voto di sfiducia di ieri. Ho notato infatti come molti intellettuali di sinistra abbiano verso Berlusconi un'opinione altamente negativa (non è una novità sia chiaro), con accenti però che sono paragonabili soltanto a quelli di intellettuali che vivono in Paesi pseudo-democratici o non-democratici.

In quanto considerano, come quelli, l'avversario illegittimo. Berlusconi direbbe che hanno un idea Sovietica di democrazia, in cui quando vincono loro è democratico, quando perdono è dittatura, e qui non ha tutti i torti. Il motivo per cui se ne dovrebbe andare è un altro, dopo 10 anni di nulla la sua esperienza politica è classificabile solo con una parola: Fallimento. Comunque non voglio andare OT.

Ho letto per esempio stamattina che Stefano Rodotà ha detto al quotidiano "El Pais" che l'Italia è il laboratorio del totalitarismo moderno; l'opinione è appunto di Rodotà, ma potrebbe andar bene per un qualsiasi intellettuale di sinistra da Scalfari a Bocca, da Travaglio a Eco, etc....

Appunto.

In più c'è il giochetto del Ping-Pong. L'ultima moda, per dare autorità a quello che si dice, è citare la stampa estera come fonte, solo che ovviamente prima bisogna dare alla stampa estera qualcosa da pubblicare.

 

Ma la questione centrale non è tanto questa (di opinioni altisonanti se ne sentono a bizzeffe), quanto la credibilità di chi formula certe accuse. Mi spiego meglio: diversi intellettuali di sinistra lavorano e scrivono per il gruppo editoriale Mondadori di proprietà della famiglia Berlusconi. Ora io mi chiedo (e se lo erano chiesti in tanti prima di me) se sia credibile una persona che afferma di trovarsi in un regime, in una dittatura e poi finisce per lavorare senza battere ciglio per l'azienda dell'uomo che si considera al centro dell'involuzione illiberale dell'Italia. A me sembra difficilmente compatibile una situazione simile. Voi cosa ne pensate?

Penso che da questo punto di vista non sono credibili. Il che non esclude che scrivano anche cose interessanti eh.


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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 15 dicembre 2010 19:24

Berlusconi è un leader "atipico" per le democrazie occidentali, in quanto ha un potere personale (economnico e propagandistico) oggettivamente enorme.

 

per quanto io non creda a metà delle accuse che gli si muovono, è inevitabile che un personaggio con un patrimonio così vasto e diversificato debba scendere a compromessi e trattare con alcuni individui... eh, diciamo non proprio onestissimi. Inoltre la tentazione di tutelare la propria posizione e la propria ricchezza esercitando l'attività di governo può essere molto forte.

 

Ma, a parte questo, non ha governato malissimo. E' indubbio che abbia dei tratti caratteriali grevi e francamente insopportabili, e che spesso abbia pensato a sé stesso prima che al Paese.

 

Secondo me lui avrebbe le possibilità di diventare un simil-dittatore, ma non l'ha fatto. Non è stato certo uno statista che rimpiangeremo, ma neanche questa bestia nera che tanti intellettuali dipingono.

 

Certo, c'è da domandarsi se una democrazia possa permettersi porre alla sua guida un personaggio che, potenzialmente, potrebbe portare a una deriva illiberale.

 

 

diversi intellettuali di sinistra lavorano e scrivono per il gruppo editoriale Mondadori di proprietà della famiglia Berlusconi..

 

tipo? Mondadori è azionista di minoranza di diverse testate sui cui scrivono intellettuali di sinistra, ma su quelle di "proprietà" della famiglia Berlusconi non so quanti ce ne sono...

 

in ogni caso, se ce ne sono, la loro opinione è poco credibile e contraddittoria, non c'è tanto da discutere.


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Lea
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Inviato il 15 dicembre 2010 19:30

Premesso che non ho ancora ben chiara la mia posizione in merito (il mio codice morale è ancora fin troppo incerto e contraddittorio...), ecco alcune considerazioni:

 

Se la domanda è semplicemente se agendo in questo modo si perde di credibilità, bisognerebbe forse distinguere tra la credibilità della persona e quella delle sue idee; nel primo caso non si può negare che questo atteggiamento qualche perplessità sicuramente la genera; nel secondo invece mi viene da pensare che l'atteggiamento sbagliato di chi propugna certi ideali non per questo vada a togliere credibilità agli ideali stessi: anche se ritengo che una persona con cui condivido certe idee sia in realtà un ipocrita, continuo comunque a sostenere e a ritrovarmi in quelle idee...

 

Se poi la domanda è se un tale atteggiamento sia moralmente giusto... ah be', qui comincia il dilemma :wacko:

La prima cosa che mi viene in mente è: no, se si crede davvero in qualcosa bisogna attenersi fino in fondo a quell'ideale. E poi arrivano i dubbi... Fino in fondo? Anche se esistono soluzioni di compromesso? Anche se l'aderenza cieca a quell'ideale non porta a nulla? Del tipo: "mi spezzo ma non mi piego"? E se magari piegandoti arrivi a soluzioni migliori che non facendoti spezzare? E così via, con continue considerazioni forse un po' troppo generalizzate del tipo: "è meglio il compromesso o lottare senza cedere di un millimetro i propri ideali?". Se penso, per fare un esempio storico, ai socialisti riformisti o rivoluzionari, mi sento ideologicamente più vicina ai primi che accettavano di servirsi delle strutture liberali e democratiche per arrivare al loro obiettivo... solo che quelli che l'obiettivo l'hanno ottenuto alla fine sono stati i rivoluzionari in Russia, che il compromesso lo rifiutavano... (scusate il collegamento assurdo, ma l'interrogazione di storia incombe, sono ossessionata :( )

 

Ma è meglio tornare nel solco di questo caso particolare, prima che mi perda nei miei labirinti etici...

 

Insomma nel caso della Mondadori è chiaro che si parla di una delle case editrici più diffusa in Italia (o proprio la più diffusa in assoluto? :huh: ); se uno di questi autori lascia la Mondadori per andare, che so, alla Feltrinelli?, alla Rizzoli? (perdonatemi se sto dicendo qualche idiozia, la mia attenzione al panorama editoriale italiano di solito si ferma alla libreria sotto casa :ehmmm: ), che vendono magari di meno, non va forse a nuocere alla sua stessa causa? Insomma se ha un pubblico più vasto, anche grazie a quella casa editrice, ha più possibilità di far sentire la sua voce... E poi penso: ma quel pubblico che legge le sue accuse a Berlusconi, lo prenderà sul serio sapendo che si serve proprio della sua casa editrice? Secondo l'opinione che ho espresso sopra, un pubblico non prevenuto potrebbe biasimare l'autore ma comunque analizzare le sue idee imparzialmente, senza farsi sviare dallo spettacolo che da di sé chi se ne fa portatore... peccato che quella sia soltanto la mia opinione, quindi non posso sapere se davvero la gente reagirebbe così o meno... ma se un autore crede in questa giustificazione (ho detto crede, non che può usarla come scusa), sarebbe anche moralmente legittimato a rimanere alla Mondadori. E poi mi viene da pensare che se una persona ha a disposizione questa giustificazione potrebbe facilmente usarla per mettere a tacere un po' troppo semplicemente la propria coscienza...

 

:wacko: :wacko: :wacko:

 

Va bene, stop al delirio, mi sto argomentando e contro-argomentando da sola.


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Lord Petyr
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Lord Petyr
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Inviato il 15 dicembre 2010 19:51

Berlusconi è un leader "atipico" per le democrazie occidentali, in quanto ha un potere personale (economnico e propagandistico) oggettivamente enorme.

 

per quanto io non creda a metà delle accuse che gli si muovono, è inevitabile che un personaggio con un patrimonio così vasto e diversificato debba scendere a compromessi e trattare con alcuni individui... eh, diciamo non proprio onestissimi. Inoltre la tentazione di tutelare la propria posizione e la propria ricchezza esercitando l'attività di governo può essere molto forte.

 

Ma, a parte questo, non ha governato malissimo. E' indubbio che abbia dei tratti caratteriali grevi e francamente insopportabili, e che spesso abbia pensato a sé stesso prima che al Paese.

 

Secondo me lui avrebbe le possibilità di diventare un simil-dittatore, ma non l'ha fatto. Non è stato certo uno statista che rimpiangeremo, ma neanche questa bestia nera che tanti intellettuali dipingono.

 

Certo, c'è da domandarsi se una democrazia possa permettersi porre alla sua guida un personaggio che, potenzialmente, potrebbe portare a una deriva illiberale.

 

 

diversi intellettuali di sinistra lavorano e scrivono per il gruppo editoriale Mondadori di proprietà della famiglia Berlusconi..

 

tipo? Mondadori è azionista di minoranza di diverse testate sui cui scrivono intellettuali di sinistra, ma su quelle di "proprietà" della famiglia Berlusconi non so quanti ce ne sono...

 

in ogni caso, se ce ne sono, la loro opinione è poco credibile e contraddittoria, non c'è tanto da discutere.

 

 

bah, nn la penso cm te


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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 15 dicembre 2010 19:52
la domanda è semplicemente se agendo in questo modo si perde di credibilità, bisognerebbe forse distinguere tra la credibilità della persona e quella delle sue idee; nel primo caso non si può negare che questo atteggiamento qualche perplessità sicuramente la genera; nel secondo invece mi viene da pensare che l'atteggiamento sbagliato di chi propugna certi ideali non per questo vada a togliere credibilità agli ideali stessi: anche se ritengo che una persona con cui condivido certe idee sia in realtà un ipocrita, continuo comunque a sostenere e a ritrovarmi in quelle idee...

 

 

premesso che devo ancora capire di chi stiamo esattamente parlando...

 

 

se questi intellettuali sono in buona fede (credono che Berlusconi sia un illiberale a tutto tondo) sparano caxxate, perchè nessun illiberale permette di essere definito tale nei suoi giornali.

se questi intellettuali dicono la verità (Berlusconi è effettivamente illiberale) sono per forza o degli imbeccilli oppure in mala fede, perchè un illiberale accetterebbe di essere definito tale dai suoi giornali solo per dare l'illusione di non essere illiberale

 

in ogni caso, la credibilità di queste persone (sempre se esistono) sta a zero.


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Manifredde
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Manifredde
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Inviato il 15 dicembre 2010 19:52

Prima di rispondere vorrei chiarire la mia posizione politica: sono di centro sinistra, ma non riesco a ritrovarmi in nessun partito attualmente presente. Berlusconi mi sta decisamente sulle balle, ma:

trovo che l'antiberlusconismo sia il tappeto sotto il quale una sinistra praticamente inesistente nasconde i propri continui fallimenti. Finche' c'e' berlusconi, quelli che tu hai chiamato 'intellettuali di sinistra' possono continuare a giustificare un atteggiamento tanto inefficace quanto deleterio, tanto e' vero che come opposizione continuano a formare praticamente la stessa coalizione da oltre dieci anni cambiandone il nome e spacciandola per novita'.

Non credo che lavorare per un giornale di B. screditi in toto quello che dicono. Ma ci sono delle posizioni (come la presunta assenza di liberta' di stampa) che semplicemente non reggono. Lo stesso monopolio propagandistico che si attribuisce a B. per via di tv e giornali si scontra con il fatto che alla sinistra e' stata data piu' volte l'occasione di governare (segno che la l'effetto della propaganda non e' scontato), ma ogni volta ha mostrato penosi limiti grazie ai quali B. e' tornato in auge.


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sharingan
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sharingan
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Inviato il 15 dicembre 2010 22:45 Autore
diversi intellettuali di sinistra lavorano e scrivono per il gruppo editoriale Mondadori di proprietà della famiglia Berlusconi..

 

tipo? Mondadori è azionista di minoranza di diverse testate sui cui scrivono intellettuali di sinistra, ma su quelle di "proprietà" della famiglia Berlusconi non so quanti ce ne sono...

 

in ogni caso, se ce ne sono, la loro opinione è poco credibile e contraddittoria, non c'è tanto da discutere.

 

Eugenio Scalfari scrive per Einaudi che è una controllata della Mondadori. Poi mi ricordo che ci sono Odifreddi, Augias, Asor Rosa e tanti altri (mi pare che c'era chi avesse stilato una lista completa e ne contava ben 40). Volendo si potrebbe tirar dentro anche Saviano e Camilleri (che nonostante scriva per Sellerio, qualcosa ha fatto anche in Mondadori).

 

Per Alleras. La mia contestazione ai critici riguardo la loro credibilità è meramente "empirica", non morale. Se io affermo che Tizio è un pericoloso e poi mi metto a lavorare per lui, cado io stesso in grave contraddizione con quello che dico. Come posso infatti dire che costui è contro la libertà di stampa, se io stesso scrivo per lui?


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Lea
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Inviato il 15 dicembre 2010 23:19
Per Alleras. La mia contestazione ai critici riguardo la loro credibilità è meramente "empirica", non morale.

 

Quindi mi sono fatta tutto un trip assurdo per niente, ma non fa nulla, ci sono abituata.

Grazie per la precisazione :lol:

Comunque è alleraS: la S maiuscola alla fine ha una sua ragion d'esistere ;)

 

 

premesso che devo ancora capire di chi stiamo esattamente parlando...

 

 

se questi intellettuali sono in buona fede (credono che Berlusconi sia un illiberale a tutto tondo) sparano caxxate, perchè nessun illiberale permette di essere definito tale nei suoi giornali.

se questi intellettuali dicono la verità (Berlusconi è effettivamente illiberale) sono per forza o degli imbeccilli oppure in mala fede, perchè un illiberale accetterebbe di essere definito tale dai suoi giornali solo per dare l'illusione di non essere illiberale

 

in ogni caso, la credibilità di queste persone (sempre se esistono) sta a zero.

 

In realtà il mio era un discorso più in generale, ma ora che me lo fai notare ammetto che in effetti è un atteggiamento abbastanza controproducente, nel caso particolare in cui di Berlusconi si va a denunciare una supposta campagna contro la libertà d'opinione.

 

Certo, parlare di credibilità zero è un po' esagerato, perchè ci saranno comunque sempre delle persone già prevenute che spiegheranno l'atteggiamento della Mondadori dicendo, che so, che si tratta di specchietti per allodole ("ah, visto Berlusconi com'è liberale? Pubblica persino gli autori che ce l'hanno con lui.") quando invece la sua politica è davvero contro la libertà d'opinione, oppure che prima di essere un politico è un imprenditore e quindi perchè non pubblicare opere che lo fanno guadagnare, o cose del genere... che chissà, potrebbero anche essere vere o condivisibili... ma che comunque non cancellano il fatto che il comportamento di questi intellettuali compromette la loro causa, allontanando quelle (poche) persone che un'idea definita in merito ancora non ce l'hanno...

 

Tra le nebbie delle mie opinioni contorte e contraddittorie comincia a intravedersi una luce...



Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri
Guardiani della Notte
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Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri



Guardiani della Notte

25171 messaggi
Inviato il 15 dicembre 2010 23:41

se questi intellettuali sono in buona fede (credono che Berlusconi sia un illiberale a tutto tondo) sparano caxxate, perchè nessun illiberale permette di essere definito tale nei suoi giornali.

se questi intellettuali dicono la verità (Berlusconi è effettivamente illiberale) sono per forza o degli imbeccilli oppure in mala fede, perchè un illiberale accetterebbe di essere definito tale dai suoi giornali solo per dare l'illusione di non essere illiberale

 

Se il mondo fosse fatto solo di 0 e 1, avresti ragione. :)

Ma in un mondo a reti interconnesse, non serve avere un controllo totale dell'informazione. Basta controllare i due-tre dei cinque-sei hub principali e già si riesce a influenzare in maniera pesante il risultato.

In soldoni, io posso permettermi di farmi dare del fesso su un canale "innocuo" (Vieni via con me, prodotto da Endemol, ovvero Berlusconi, ma connotato dal principio come una trasmissione antigovernativa sia per la conduzione Fazio-Saviano sia per l'emittente, RaiTre, e come tale già privato dal principio di qualsiasi valenza di trasmissione obiettiva in quanto calato in un contesto "anti" che ne ha lenito qualsiasi effetto elettorale), ma non su uno di quelli focali (il TG1).

 

Lo stesso monopolio propagandistico che si attribuisce a B. per via di tv e giornali si scontra con il fatto che alla sinistra e' stata data piu' volte l'occasione di governare (segno che la l'effetto della propaganda non e' scontato), ma ogni volta ha mostrato penosi limiti grazie ai quali B. e' tornato in auge.

 

La sinistra ha la grande colpa di non essere intervenuta per limitare l'effetto della concentrazione mediatica berlusconiana, ma dire che non ci sia un effetto del genere frutto della comunicazione non verbale e in generale dei media è smentito da anni e anni di ricerche nel campo della psicologia cognitiva. Ricerche in tal senso sono state fatte dagli anni '60, e negli anni '80, in California, uno studio mostrò come una semplice foto, a parità di programmi, fosse in grado di muovere fino ad un massimo (nelle condizioni estreme) del 25% dell'elettorato.

Il fatto che la sinistra abbia vinto due volte le elezioni nella seconda repubblica è ininfluente: a parte che la prima volta la vittoria c'è stata perché la Lega era andata da sola, è comunque impossibile capire quale avrebbe potuto essere il risultato se Berlusconi fosse stato proprietario di due reti, o una, o nessuna, anziché tre. Magari senza l'intervista senza contraddittorio che Rete4 concesse a Berlusconi alla vigilia delle elezioni 2006, in spregio alla legge, Prodi avrebbe vinto con un margine maggiore.

L'effetto mediatico di Berlusconi non deve essere valutato in "Berlusconi vince le elezioni", ma in "Berlusconi ci guadagna X punti percentuali": che questi siano determinanti o meno per la vittoria dipende comunque dalla situazione di partenza.

 

Per Alleras. La mia contestazione ai critici riguardo la loro credibilità è meramente "empirica", non morale. Se io affermo che Tizio è un pericoloso e poi mi metto a lavorare per lui, cado io stesso in grave contraddizione con quello che dico. Come posso infatti dire che costui è contro la libertà di stampa, se io stesso scrivo per lui?

 

Sacrosanto. Avevo seguito il caso al tempo e la risposta di Scalfari non mi aveva convinto per niente.

Anzi, le parole di Scalfari possono essergli facilmente ribaltate contro proprio nel rapporto tra film e libri: se per fare un film in Itaila puoi solo rivolgerti a Medusa, per fare un libro hai possibilità di scelta. Perché scegliere Mondadori, se con Fanucci o Feltrinelli puoi avere uguale diffusione?

A Scalfari vorrei chiedere se riesce a stimare quanta parte del mutuo pagato a Razzi (se la notizia è confermata) deriva dai proventi del suo ultimo libro. :D


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Inviato il 16 dicembre 2010 1:35
Eugenio Scalfari scrive per Einaudi che è una controllata della Mondadori. Poi mi ricordo che ci sono Odifreddi, Augias, Asor Rosa e tanti altri (mi pare che c'era chi avesse stilato una lista completa e ne contava ben 40). Volendo si potrebbe tirar dentro anche Saviano e Camilleri (che nonostante scriva per Sellerio, qualcosa ha fatto anche in Mondadori).

 

ah vabbè ma questi non sono alle dirette dipendenze di Berlusconi. Berlusconi li pubblica e basta, in un regime concorrenziale.

 

la tua frase "lavorano e scrivono" mi aveva fatto pensare a un rapporto molto più diretto.

 

 

quelli citati sono nei migliore dei casi dei cinici (Berlusconi, per motivi che non mi è dato sapere, mi tollera anche se sono un suo avversario; a questo punto tanto vale che mi faccio pubblicare/finanziare da mondadori/endemol ecc., che sono le migliori e vuoi vedere che così vendo un milione di copie in più o il mio bel messaggio arriva a più persone) e nel peggiore degli ipocriti


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Inviato il 16 dicembre 2010 8:04

ma dire che non ci sia un effetto del genere frutto della comunicazione non verbale e in generale dei media è smentito da anni e anni di ricerche nel campo della psicologia cognitiva. Ricerche in tal senso sono state fatte dagli anni '60, e negli anni '80, in California, uno studio mostrò come una semplice foto, a parità di programmi, fosse in grado di muovere fino ad un massimo (nelle condizioni estreme) del 25% dell'elettorato.

Non metto affatto in dubbio il potere di una propaganda ad ampio spettro. Mi limito a constatare come nonostante il potere mediatico di B., questo non ha impedito alla sinistra di avere le sue chances di governare. Avrebbe potuto a quel punto affrontare i problemi che continuava a rimproverare al governo precedente (compreso il conflitto di interessi), ma ha preferito far finta di niente, e il mio sospetto e' che lo abbia fatto apposta per poter riutilizzare questa scusa alla bisogna.

 

quelli citati sono nei migliore dei casi dei cinici (Berlusconi, per motivi che non mi è dato sapere, mi tollera anche se sono un suo avversario; a questo punto tanto vale che mi faccio pubblicare/finanziare da mondadori/endemol ecc., che sono le migliori e vuoi vedere che così vendo un milione di copie in più o il mio bel messaggio arriva a più persone) e nel peggiore degli ipocriti

Mah, non condivido. Un giornalista e' un giornalista, un giornale e' un giornale. Cosa importa chi ne e' il proprietario? Loro scrivono del Berlusconi politico, non credo che la loro prima missione sia eliminare il Berlusconi persona. L'importante e' che non scrivano di censura su un mezzo di sua proprieta', perche' come giustamente osservato, sarebbe contraddittorio.

 

In ogni caso, finche' esiste Emilio Fede, non credo che si possa biasimare agli altri piu' di tanto ^_^


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sharingan
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Inviato il 16 dicembre 2010 8:53 Autore
Per Alleras. La mia contestazione ai critici riguardo la loro credibilità è meramente "empirica", non morale.

 

Quindi mi sono fatta tutto un trip assurdo per niente, ma non fa nulla, ci sono abituata.

Grazie per la precisazione :lol:

Comunque è alleraS: la S maiuscola alla fine ha una sua ragion d'esistere ;)

 

Di nulla :lol: , ma non trovo che tu ti sia fatta un trip assurdo, anzi. (pardòn per la S) per esempio.....

 

persone già prevenute che spiegheranno l'atteggiamento della Mondadori dicendo, che so, che si tratta di specchietti per allodole ("ah, visto Berlusconi com'è liberale? Pubblica persino gli autori che ce l'hanno con lui.") quando invece la sua politica è davvero contro la libertà d'opinione, oppure che prima di essere un politico è un imprenditore e quindi perchè non pubblicare opere che lo fanno guadagnare, o cose del genere...

 

Mi sembrano osservazioni pertinenti. Da un lato Berlusconi è un proprietario privato, e in quanto tale non può escludere dalle sue aziende tutti quelli che ce l'hanno con lui perchè ne determinerebbe una perdita economica, dall'altro è chiaro che piazzare in prima serata i comici di Zelig, le Iene o pubblicare Saviano sono armi molto forti per controbattere chi lo accusa di essere illiberale. E infatti lui lo ripete spesso che nelle sue aziende lavorano molti di sinistra.

 

Bisognerebbe capire qual è il limite. Mentana per esempio, che non aveva di certo problemi di ascolti, è stato mandato via. Evidentemente a Mediaset si è attenti a bilanciare ciò che è gradito da ciò che non è gradito e c'è un limite che non può essere oltrepassato (anche se non so dire quale esso sia).

 

Eugenio Scalfari scrive per Einaudi che è una controllata della Mondadori. Poi mi ricordo che ci sono Odifreddi, Augias, Asor Rosa e tanti altri (mi pare che c'era chi avesse stilato una lista completa e ne contava ben 40). Volendo si potrebbe tirar dentro anche Saviano e Camilleri (che nonostante scriva per Sellerio, qualcosa ha fatto anche in Mondadori).

 

ah vabbè ma questi non sono alle dirette dipendenze di Berlusconi. Berlusconi li pubblica e basta, in un regime concorrenziale.

 

la tua frase "lavorano e scrivono" mi aveva fatto pensare a un rapporto molto più diretto.

 

In che senso rapporto più diretto? Scrivono per le sue case editrici (e quindi lavorano per lui). :huh:

 

 

Mah, non condivido. Un giornalista e' un giornalista, un giornale e' un giornale. Cosa importa chi ne e' il proprietario? Loro scrivono del Berlusconi politico, non credo che la loro prima missione sia eliminare il Berlusconi persona. L'importante e' che non scrivano di censura su un mezzo di sua proprieta', perche' come giustamente osservato, sarebbe contraddittorio.

 

Non mi sembra questa la situazione. La critica che viene fatta a Berlusconi va al di là dell'aspetto politico. Viene criticato in senso culturale, quasi antropologico. Anzi il Berlusconi politico viene addirittura dopo il Berlusconi persona. Lo si accusa di aver portato il Grande Fratello in Italia, di non aver rispetto per le donne, di essere maschilista, immorale, etc.... le critiche ai singoli provvedimenti che fa in quanto politico ci sono, ci mancherebbe, ma vengono comunque tutte ricongiunte a un'antropologica deformazione culturale del Berlusconi uomo. Non viene accettato in nessuna delle sue sfumature. Soprattutto viene accusato di favorire l'ignoranza e la cultura del futile (però i libri degli intellettuali li pubblica lui, altra contraddizione).

 

Aggiungo che la polemica è scoppiata in seguito all'accusa (che mi pare sia stata confermata) che la Mondadori è stata acquisita da B. con la frode. Anche qui mi pare si prefiguri una posizione molto scomoda: "Berlusconi è un corrotto, un ladro, ha soffiato la Mondadori a De Benedetti, però io non ho alcuna remore a lavorarci".... insomma.... non mi sembra proprio il massimo. Senza contare che spesso questa gente accusa gli italiani di essere un popolo bove, incapace di reagire, succube del potente di turno e incapace di ribellarsi. :wacko:

 

Comunque ho trovato le risposte date da alcuni intellettuali alla questione, le posto qui sotto, magari possono contribuire alla discussione:

 

Corrado Augias: “I libri che scrivo sono frutto di una relazione, sono libri che nascono dalla discussione, dal confronto anche con l’editore. Lo scambio è utile, però, se la persona con cui ti confronti ha una competenza di prim’ordine. Altrove dovrei ricominciare da capo, e sarebbe una lunga trafila per la quale io non ho tempo”. Provocato a riflettere su come il suo editore utilizzi i proventi della vendita di un libro, sorridendo ha replicato: “se siamo a questo punto converrebbe dimettersi da italiani, piuttosto che discutere di editoria”. (http://news.karameloo.it/attualita/mondadori-corrado-augias-mancuso-stato-ingenuo/).

 

Piergiorgio Odifreddi: "Certo, il problema che lui solleva c’è. Eppure mi chiedo: perché scandalizzarsi? Forse altre aziende non hanno ricevuto altri favori da altri governi? Gli incentivi per l’auto di cui ha goduto la Fiat fin dai tempi del duce, in seguito nominato senatore a vita dal fascismo, forse non sono la stessa cosa? [...]Essendo io un matematico, faccio due calcoli e sommo i 350 milioni di euro di cui si parla in questo caso, con i 750 milioni che la Fininvest è stata condannata a pagare alla Cir di De Benedetti. Fa un totale di un miliardo di euro. Esattamente quanto riceve la Chiesa cattolica dallo Stato per l’otto per mille. Il Vaticano è un’azienda e non c’è paragone tra i benefici che Berlusconi riceve dallo Stato e quelli che riceve la Chiesa cattolica. Che, per esempio, non paga le tasse sulla compravendita degli immobili. Un privilegio notevole visto che secondo quanto pubblicato dal Mondo possiede una quota esagerata del patrimonio italiano. Forse Mancuso dovrebbe interrogarsi sulla sua appartenenza alla Chiesa cattolica". (http://www.giornalettismo.com/archives/77486/mondadori-odifreddi-linsostenibile/).

 

Se trovo altre repliche le posterò.


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Inviato il 16 dicembre 2010 12:23
che senso rapporto più diretto? Scrivono per le sue case editrici (e quindi lavorano per lui

 

non è che lavorano "dietro commissione"... loro scrivono il loro libro, e Mondandori si offre di pubblicarlo. O girano una trasmissione, e Berlusconi si offre di produrla.

non sono in posizione di subordinazione rispetto a Berlusconi, non dipendono da lui per guadagnare (visto che esistono altre case editrici che potrebbero pubblicare) e finché la mondadori non impone condizioni (ti pubblico se tagli questo, se poi su repubblica non scrivi quest'altro) non si può dire che "scrivono e lavorano per Berlusconi".

 

fanno semplicemente affari con Berlusconi, alla pari.


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Inviato il 16 dicembre 2010 18:46

Piergiorgio Odifreddi: "Certo, il problema che lui solleva c’è. Eppure mi chiedo: perché scandalizzarsi? Forse altre aziende non hanno ricevuto altri favori da altri governi? Gli incentivi per l’auto di cui ha goduto la Fiat fin dai tempi del duce, in seguito nominato senatore a vita dal fascismo, forse non sono la stessa cosa? [...]Essendo io un matematico, faccio due calcoli e sommo i 350 milioni di euro di cui si parla in questo caso, con i 750 milioni che la Fininvest è stata condannata a pagare alla Cir di De Benedetti. Fa un totale di un miliardo di euro. Esattamente quanto riceve la Chiesa cattolica dallo Stato per l’otto per mille. Il Vaticano è un’azienda e non c’è paragone tra i benefici che Berlusconi riceve dallo Stato e quelli che riceve la Chiesa cattolica. Che, per esempio, non paga le tasse sulla compravendita degli immobili. Un privilegio notevole visto che secondo quanto pubblicato dal Mondo possiede una quota esagerata del patrimonio italiano. Forse Mancuso dovrebbe interrogarsi sulla sua appartenenza alla Chiesa cattolica". (http://www.giornalettismo.com/archives/77486/mondadori-odifreddi-linsostenibile/).

 

Oddio, questo mi lascia un po' perplessa... in pratica non fa altro che accusare il Vaticano ma non giustifica il suo comportamento se non con una mezza specie di "tanto lo fanno tutti". Non mi sembra una replica molto intelligente.

 

Ma in sostanza, poi, perchè questi intellettuali non lasciano davvero la Mondadori, se qualunque altra casa editrice potrebbe pubblicare e diffondere allo stesso modo le loro opere? :huh: Anche da quello che ha detto Augias sembra più un fatto di comodità e di abitudine, ma se davvero a causa di questo atteggiamento vanno a perdere moltissimo sul piano dell'immagine, a questo punto cambiare casa editrice sarebbe anche una scelta di convenienza, no? A meno che ovviamente sul piano dell'immagine non vadano a perdere poi così tanto...

 

Mi spiego: se si accetta la tesi che a questi intellettuali importa della loro credibilità, o comunque del loro impatto sul pubblico italiano, il naturale corollario sarebbe che cercherebbero in ogni modo di non giocarsi la loro reputazione; se si afferma quindi che perdono di credibilità comportandosi così, è lecito pensare che dovrebbero evitare questo atteggiamento, o perlomeno addurre spiegazioni un po' migliori di quelle finora lette (cioè per quanto mi riguarda solo quelle postate da Sharingan :ehmmm: ); eppure non lo fanno, questo è un dato di fatto; ergo, non ci perdono di credibilità.

 

Tipico esempio di assurda dimostrazione per assurdo... >_>

 

Non so quanto sia valido o pertinente quello che ho detto sopra, ma penso si riconduca agli accenni che ho fatto nei post precedenti di pubblico prevenuto o non prevenuto. E' qualcosa che si può notare facilmente in qualsiasi discussione, anche tra amici: è raro che qualcuno riesca a convincere l'altro della propria idea, entrambe le parti in causa trovano sempre scappatoie o giustificazioni più o meno efficaci che permettono loro di mantenere le proprie posizioni. Allo stesso modo se un pubblico sostenitore di questi intellettuali venisse messo di fronte a questa discussione troverebbe sicuramente delle giustificazioni a questi atteggiamenti, e pochi ammetterebbero di essersi sbagliati. Per questo forse la credibilità di questi autori rimane principalmente invariata: chi li sostiene è disposto comunque a credergli, chi non li sostiene non li ha mai creduti, rimane solo quella frangia di persone che un'idea precisa in merito non ce l'hanno... quanto poi questa frangia possa essere grande non ho idea; ma se davvero Augias, Odifreddi e gli altri, che stupidi non penso che siano, non si preoccupano della loro reazione a questo comportamento, al punto da replicare in quel modo abbastanza debole, forse vuol dire che non costituiscono una fetta consistente di pubblico.

 

O perlomeno a me questo è venuto in mente... poi probabilmente avrò detto un mare di stupidaggini incomprensibili, ma non riesco a spiegarmi meglio.


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