Se tramite internet mi rendo conto che il blogger di Canigattì le sta sparando grosse ho la possibilità di andare immediatamente a vagliare altre fonti e,nel caso,farglielo presente....
puoi fare la stessa operazione con le notizie del Tg1.
controlli incrociati, si diceva: altri Tg1, giornali, giornalisti indipendenti, internet ecc.
ma i controlli incrociati fatti sulle notizie del Tg1 saranno 1milione di volte più numerosi rispetto a quelli fatti sul blogger di Canicattì. Non sei solo tu, misero internauta, che verifica la notizia: è tutta Italia.
infatti la falsa notizia di Ponza è stata smascherata.
le false notizie date dai blogger hanno quasi zero probabilità di essere smascherate.
dunque, più sicuro il Tg. Magari ogni tanto distorcerà le notizie, ma non può farlo oltre un certo limite, perchè in caso contrario sarebbe smascherato immediatamente.
Un altro fattore molto importante di cui parla sharingan è l'obiettività intesa anche come indipendenza (correggo solo una cosa: Il Fatto Quotidiano non è una novità come giornale autogestito, Il Manifesto è una cooperativa giornalistica e precede di moltissimi anni Il Fatto). Mentre l'indipendenza è tuttavia una cosa verificabile, l'obiettività è un fattore generalmente personale. Come secondo me giustamente ha scritto Hildebrand, se ho capito bene il senso della sua frase,
Un osservazione importante. Rimanendo su "Il Fatto Quotidiano" o "Il Manifesto" (giusta la correzione di Beric), si può senz'altro dire che sono indipendenti ma non si può dire che siano obiettivi, anzi entrambi scelgono già in partenza un punto di vista politico/ideologico abbastanza definito.
Come è possibile questo? Evidentemente ritengono affidabili delle fonti che affidabili non sono. Come scrive Stille, esistono dati verificabili (certificato di nascita, azioni politiche) che smentiscono quanto riportato da FOX, ma per la destra americana una notizia targata FOX è vera.
Questo secondo me porta a una conclusione: buona parte del pubblico sceglieil mezzo d'informazione in base alla propria tendenza ideologica e conseguentemente non cerca la verità, ma quelle notizie che confermano la propria tendenza. Negli attentati dell' 11 Settembre sono morti diversi ebrei, ma moltissime persone che danno una versione complottistica continuano a dire che nelle Twin Towers non c'era nessun ebreo.
E qui entra in gioco il web secondo me. Nel web siamo tutti uguali, non c'è gerarchia nelle notizie e così il blogger taldeitali può essere creduto più di fior fior di esperti. Sia chiaro il complottismo c'è sempre stato, ma la mia impressione è che il web abbia alzato notevolmente il livello sul versante delle teorie strampalate.
Per chiudere la discussione vorrei citare una frase del Giudice De Magistris che mi ha particolarmente colpito: "Nelle intercettazioni se voglio essere fazioso posso dire di aver intercettato 150.000 persone, oppure essere onesto e dichiarare di aver intercettato 3.000 numeri. Sono entrambe affermazioni vere, se io faccio intercettare 3.000 numeri telefonici, che possono appartenere a meno di 3.000 persone (ognuna delle quali usa più numeri per sviare le indagini), ed ognuno di questi chiama o riceve chiamata da 50 persone differenti si ottiene che sono state registrate 150.000 persone pur non essendo queste sotto intercettazione diretta."
A ben guardare già questo quote è fraintendibile. Tu parli di giudice De Magistris. Io avrei scritto politico De Magistris. E fa tutta la differenza del mondo.
1-Per quello che ho capito,quasi tutti voi siete d'accordo nel privilegiare quelle fonti in cui si esclude il più possibile l'opinione per andare al fatto "nudo e crudo"....io invece confesso di leggere quotidiani e blog quasi esclusivamente per le opinioni.... :unsure: .....non so,personalmente mi interessano di più le interpretazioni dei fatti che i fatti in sè.
Non dico che dai fatti si possa prescindere,ma una volta accertato con un certo grado di affidabilità quello che è successo (e qui direi che dal metodo Beric non si scappa),la mia attenzione,il mio focus, è orientato sulle opinioni e le interpretazioni.Tant'è che,pur essendo uno strano animale tendenzialmente di sinistra,mi trovo a leggere più spesso Il Giornale che Il Manifesto.....mi piace provare a falsificare le mie opinioni confrontandole con altre diametralmente opposte.
A me più che altro sembrano due cose diverse. Per quanto riguarda la notizia flash, nuda e cruda sono sufficienti siti e TG 24h, per gli approfondimenti il quotidiano, i libri e i blog sono più adatti. Alla fine anche io sono più interessato alle opinioni, non fosse per il motivo che le notizie prive di commento sono un po' noiose.
2-Un'altra cosa su cui mi pare di vedervi d'accordo è la tendenza a preferire soluzioni "centralizzate",in quanto garanzia di affidabilità.....personalmente io la vedo all'esatto opposto e tendo a reputare una fonte tanto più affidabile quanto più "decentralizzata",anche fino ad arrivare al blog dell'adolescente e al giornale di parrocchia.
Il blog potrebbe aver scritto una patacca colossale, tanto quanto il giornalista. E comunque il giornalista potrebbe/dovrebbe essere inviato sul posto. Senza contare che ci sono notizie che i dilettanti difficilmente riescono a catturare (gli intrighi nei Palazzi per esempio).
Io ribadisco quanto detto prima. Internet più quantità, meno qualità. Sia chiaro è un'invenzione straordinaria.
l'anno scorso a Ponza:una serie di pontili viene messa sotto sequestro dalla magistratura perchè abusivi...un entità maligna (potrebbe trattarsi di un giornalista,come di Sauron,se non addirittura di un geometra) rispondente al nome di F.Facci (Il Giornale) se ne esce dando addosso alla magistratura,rea di aver chiuso i pontili (pontili abusivi,) nel bel mezzo della stagione turistica....una persona che a Milano legge Il Giornale,senza sapere come stanno le cose lì a Ponza,come fa a mettere in dubbio le vaccate di Facci?
Non capisco il punto. Facci fa una critica di opportunità, non di merito. Non capisco cosa c'entra con l'essere o il non essere in loco.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
una persona che a Milano legge Il Giornale,senza sapere come stanno le cose lì a Ponza,come fa a mettere in dubbio le vaccate di Facci?
Cercando informazioni da altre parti, anche su Internet; il senso del messaggio di Balon credo fosse che una fonte grande è visionata da tante persone, quindi la probabilità che qualcuno controlli - anche approfonditamente - l'esattezza della notizia è alta (vedi quando Il Giornale - mi pare - ha pubblicato la notizia sui gatti bonsai).
Per contro, una fonte minore (tipo il sito di un tizio sconosciuto) è visionata da molte meno persone, quindi la probabilità che quanto dice venga controllato, soprattutto approfonditamente, è minore.
1-Per quello che ho capito,quasi tutti voi siete d'accordo nel privilegiare quelle fonti in cui si esclude il più possibile l'opinione per andare al fatto "nudo e crudo"....io invece confesso di leggere quotidiani e blog quasi esclusivamente per le opinioni.... :unsure: .....non so,personalmente mi interessano di più le interpretazioni dei fatti che i fatti in sè.
Beh, se lo scopo del gioco è capire la veridicità di una notizia, allora il fatto - o meglio ancora il dato - è l'unica cosa che conta.
Una volta appurato il dato, anche io mi fiondo sulle interpretazioni del dato, ovvero le opinioni. In special modo sui temi che non conosco a fondo.
Ti faccio un esempio.
Un articolo su un quotidiano di partito, tempo fa, si scagliava contro un governatore di regione della parte avversa in quanto il "peso" della regione nel PIL italiano era diminuito nel corso dell'ultimo quinquennio.
A leggere quell'articolo il fatto era la diminuzione del peso della regione nel PIL e il conseguente impoverimento della regione, mentre l'opinione era che eleggendo un governatore della parte avversa si sarebbe potuto invertire il trend.
1 - la cosa spacciata come dato non era un vero dato grezzo, ma un semilavorato. In particolare, il PIL della regione in questione era sceso in percentuale rispetto al totale italiano non perché fosse diminuito, ma perché nelle altre regioni era cresciuto mediamente di più.
2 - l'accenno all'impoverimento era sbagliato, perché il PIL pro-capite era invece salito.
3 - far passare il ragionamento che, poiché sotto un governatore della parte X si ha una certa tendenza economica, eleggere un governatore Y sia condizione necessaria e sufficiente a invertire la tendenza è una implicazione priva di senso logico.
La presentazione del dato in un articolo o in un TG è importante, e l'accessibilità al dato grezzo dovrebbe essere la base di una società libera.
Non per nulla alcuni degli stati più evoluti come qualità della democrazia, come gli stati scandinavi (ma anche gli USA) hanno siti dove offrono queste informazioni ai cittadini.
Sarà anche per questo che tendo a diffidare di quegli organi di informazione che si vantano di "essere totalmente imparziali"....un pò perchè all'imparzialità non credo,un pò perchè mi infastidisce il trattare le notizie come fossero una sorta di patata bollente....quasi si avesse paura di assumere un proprio punto di vista....
Verissimo. ^_^
Tuttavia ci possono essere opinioni basate sui fatti (quindi vere, sulle quali si può essere d'accordo o meno) ed opinioni basate sulla distorsione dei fatti (e quindi false).
Per me separare ciò che è fatto e ciò che è opinione e spiegare i processi che dal fatto portano all'opinione è un elemento necessario affinché io mi fidi di quanto dice l'articolista o il presentatore di turno.
2-Un'altra cosa su cui mi pare di vedervi d'accordo è la tendenza a preferire soluzioni "centralizzate",in quanto garanzia di affidabilità.....personalmente io la vedo all'esatto opposto e tendo a reputare una fonte tanto più affidabile quanto più "decentralizzata",anche fino ad arrivare al blog dell'adolescente e al giornale di parrocchia.
Internet ci dà una possibilità (ed è paradossale per lo strumento tecnologico divenuto il simbolo della società globalizzata) di riscoprire una certa "territorialità dell'informazione".
Insomma,se voglio farmi un opinione sull'ultimo fatto di mafia avvenuto a Palermo,o le reazioni dei pugliesi al caso di Punta Perotti,mi vado a leggere qualche blog di gente del luogo o l'edizione web di un giornale locale....di certo non mi affido al TG1.
No, non credo che la centralizzazione sia segnale di affidabilità.
La centralizzazione non è né positiva né negativa, a mio parere.
Il punto focale a mio avviso è la verificabilità.
Una fonte di informazione centralizzata (TG, giornali) che mette a disposizione i propri dati e consente a chiunque lo voglia di fare le verifiche del caso certamente ne guadagna in reputazione.
Io posso confermare quanto detto dal TG, e comunque il semplice fatto di indicarmi le fonti mi da fiducia, perché se tu stesso mi dai i mezzi smentirti... è più difficile che tu abbia mentito.
Di una fonte centralizzata di notizie del genere posso fidarmi.
Cento blog che scrivono la stessa notizia senza alcun riferimento a del materiale di fondo non hanno lo stesso effetto. In primo luogo, sono cento fonti separate o magari è una fonte sola che rimbalza nel web? Secondariamente, in che modo posso verificare l'attendibilità di una fonte del genere?
Un singolo blog che riporta una notizia corredata, per dire, di materiale audio/video o link a dati ufficiali per me è infinitamente più attendibile, per dire, per quanto la diffusione della notizia sia minima.
Credo sia noto a questo proposito il caso dell'emendamento D'Alia (UDC, quindi opposizione) sulla libertà in rete.
Un emendamento inserito nel Pacchetto Sicurezza del 2009 e successivamente espunto. Mai votato. Mai passato.
Ancora poco tempo fa mi sono ritrovato catene di Sant'Antonio via mail e link su Facebook proprio su questo emendamento, che tuonavano contro la generale degenerazione della classe politica e auspicavano un lavacro della Casta con toni più o meno apocalittici.
Nel caso migliore chi ha girato queste catene dopo giugno 2009 è disinformato e fa disinformazione involontaria.
Nel caso peggiore è informato e fa disinformazione volontaria per i propri scopi.
Il testo faceva presa, era ben scritto, sfuggente quel tanto che bastava da non dare riferimenti temporali adeguati (uno doveva sapere cosa fosse il Pacchetto Sicurezza, per svelare l'arcano), adatto insomma per la rete - specie Facebook - dove tutto sembra congelato in un enorme presente e diventa complesso assegnare la dimensione temporale.
Ecco perché, secondo me, essere ancorati ai dati è essenziale.
La domanda di fondo quindi resta: quali sono gli elementi che danno reputazione ad una fonte di informazioni?
quali sono gli elementi che danno reputazione ad una fonte di informazioni?
La professionalità e la competenza di chi scrive, la qualità del lavoro passato, la segnalazione puntuale di riferimenti e ragionamenti, il rifarsi a fonti affidabili; e, magari inconsciamente, in una certa misura anche quanto la fonte è vicina alle nostre idee.
quali sono gli elementi che danno reputazione ad una fonte di informazioni?La professionalità e la competenza di chi scrive, la qualità del lavoro passato, la segnalazione puntuale di riferimenti e ragionamenti, il rifarsi a fonti affidabili; e, magari inconsciamente, in una certa misura anche quanto la fonte è vicina alle nostre idee.
Com'è che ho la sensazione che spesso il punto che hai elencato per ultimo sia considerato come primo?
Inoltre, è vero il riferimento alle fonti affidabili, ma l'affidabilità di una fonte dipende in un certo modo dalla sua reputazione. Il problema diventa quindi ricorsivo? Chiaramente no perché prima o poi si deve arrivare alle fonti primarie, a quelli che io chiamo "produttori di contenuto" in contrapposizione ai "condivisori di contenuto". Da dove deriva la reputazione di questi ultimi, quindi?
Com'è che ho la sensazione che spesso il punto che hai elencato per ultimo sia considerato come primo?
Perché spesso è cosí: è piú facile credere in ciò che conferma quello che crediamo, rispetto a metterlo in discussione ogni volta; e, soprattutto se sono materie non immediate, mettersi in discussione potrebbe richiedere considerazioni non banali (vedi per esempio la discussione che poco fa c'è stata sul KiteGen).
è vero il riferimento alle fonti affidabili, ma l'affidabilità di una fonte dipende in un certo modo dalla sua reputazione. Il problema diventa quindi ricorsivo? Chiaramente no perché prima o poi si deve arrivare alle fonti primarie, a quelli che io chiamo "produttori di contenuto" in contrapposizione ai "condivisori di contenuto". Da dove deriva la reputazione di questi ultimi, quindi?
Vedi mia risposta precedente: anche per chi in prima istanza produce il contenuto, ci sarà chi è piú competente (cosa non necessariamente facile da valutare), chi piú spesso dice cose che si scoprono vere, ecc.; la reputazione è una cosa che si guadagna, ma è una cosa vista dagli altri: la loro reputazione deriva da come noi percepiamo il loro lavoro.