Ho vosto che lord-jon ha preceduto la mia idea.. anche io come lui non ho aperto nessuna discussione di presentazione, dato che mi sono iscritto al volo per poi tornare dopo un pò di tempo, quindi lo faccio ora! :(
:unsure: :unsure: :unsure:
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
WOW, allora benvenutissimo, Lochlann! :unsure:
Metto qui il mio racconto dato che ho forti dubbi sul fatto che possa rientrare nel tema dell'ultimo contest :stralol:
“alle parole dividere e denaro non capirono più nulla”
Anna Comnena, Alexiade.
– Hanno preso Nicea! Quei dannati figli di cagne germaniche stanno saccheggiando la città! – il pezzente aveva lo sguardo acceso dall’avidità, un filo di bava gli colava lungo la barba lurida e le mani non smettevano di tormentare il semplice crocefisso in legno che gli pendeva al collo.
– Cosa?! Ma non si stavano dirigendo verso Xerigordon? – il guerriero che si fece avanti tra la folla in ascolto era rivestito dalla cotta di maglia ed adeguatamente armato, nonostante fosse chiamato Senza Averi a causa del suo piccolo feudo francese.
– Mio signore, due contadini mi hanno assicurato che hanno dapprima conquistato Xerigordon e poi preso Nicea, che stanno depredando a piacimento.
Il nobile rimase in silenzio, sospettoso, ma intorno a lui la folla di pezzenti già stava urlando e sbraitando: Sbrighiamoci! Raggiungiamoli! Dovranno dividere il bottino con noi! DEUS LO VOLT!
– Il mio signore Kilij Arslan, sultano di al-Rum – a quel nome Alexios non riuscì a frenare una smorfia – ha il sommo piacere di informare il suo fedele alleato, il basileus dei Romani, della sua totale vittoria sui barbari che hanno così crudelmente depredato tanto la Rumelia quanto l’Anatolia ed ucciso centinaia di fedeli sudditi delle vostre maestà, sia cristiani che veri credenti. Adesso – concluse l’emissario turco con un sorrisetto ironico – la pace è stata ristabilita in entrambi i domini, e le nostre genti potranno continuare a godere della reciproca amicizia ed alleanza.
Il selgiuchide finì con la solita tiritera di impeccabili salamelecchi, ma Alexios già non ascoltava più, immerso nei suoi vorticosi pensieri.
Congedatosi l’ambasciatore, l’imperatore si girò rabbioso verso l’uomo alla sua sinistra:
– Barbari incolti! Come è potuta accadere una cosa simile, Tatikios?
– Mio signore, da tempo nel campo latino vi erano forti dissensi – il generale si fece cupo in volto – i franchi avevano razziato i dintorni di Nicea e Nicomedia, facendo strage di inermi contadini cristiani, e il bottino procurato con il sangue ha poi scatenato l’invidia dei normanni che, guidati da un certo Rinaldo, hanno assaltato la fortezza selgiuchide di Xerigordos: il sultano li ha però circondati mentre si davano al saccheggio e massacrati o ridotti in schiavitù e poi ha indotto, pare con un inganno, i loro commilitoni franchi, guidati da Gualtieri, a marciare su Nicea, tendendo loro un’imboscata lungo la strada presso il fiume Drakon e sbaragliandoli totalmente.
– Questo può complicare i nostri piani, ma d’altra parte questi latini erano semplicemente una banda di barbari vagabondi con poca utilità e nessuna moderazione. Speriamo che i loro baroni in arrivo siano più civili e disciplinati e possano rivelarsi di maggiore utilità in battaglia – l’imperatore gettò lo sguardo oltre la finestra che dava sugli Stretti, accarezzandosi la corta barba. Sapeva bene qual era la differenza tra una banda di straccioni ed un esercito di cavalieri latini corazzati, avendoli combattuti a lungo
– La loro guida, quel Pietro chiamato Eremita, è ancora a palazzo?
– Certamente, maestà.
– Bene, allora dì al capitano Edgar di farlo sorvegliare adeguatamente dai suoi variaghi, potrebbe rivelarsi di una qualche utilità una volta arrivati i nobili latini.
Rimasto finalmente solo il basileus ripensò a tutta la situazione, ormai diventata un torbido caos che pareva senza uscita. Dalla sua ascesa sul trono di Costantino gli anni si erano susseguiti tra lotte e guerre continue: dapprima i Normanni guidati dal maledetto Guiscardo, poi i Turchi ed i Peceneghi ed adesso questi barbari dall’ovest. La potenza dell’impero dei Romani si era drasticamente ridotta, soprattutto dopo Mantzikert e l’abbandono degli altopiani anatolici ai turchi, ma era sempre riuscito ad uscire vincitore, in un modo o nell’altro. Aveva sempre saputo sfruttare le divisioni dei nemici e saputo crearsi alleati laddove serviva: veneziani contro normanni, cumani contro peceneghi, turchi contro altri turchi. Adesso stavano arrivando i signori dell’ovest, alcuni amici ed altri implacabili nemici, e sapeva che doveva sfruttare le loro divisioni, oltre che la loro forza militare, per poter trarre il maggior profitto possibile dalla loro venuta. Quantomeno non stavano mettendo a ferro e fuoco i territori che attraversavano come i loro compatrioti che li avevano preceduti. O perlomeno, non al loro livello.
E dire che tutto ciò, tutta quella grandiosa mobilitazione dei signori latini per un semplice pellegrinaggio armato in Terra Santa, era nata per una sua lettera al conte delle Fiandre in cui richiedeva semplicemente l’invio di cinquecento cavalieri. Quel vescovo di Roma, quell’Urbano, era proprio un gran politico.
Mentre sorrideva all’ipocrisia del mondo due giovinetti entrarono correndo nella stanza:
– Anna! Smettila di tormentare tuo fratello!
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Metto qui il mio racconto dato che ho forti dubbi sul fatto che possa rientrare nel tema dell'ultimo contest :stralol:
Effettivamente faccio un po' fatica a trovare un'attinenza col tema dell'ultimo contest, ma forse sono io che non ci arrivo :stralol:
Prova a spiegare la tua idea, poi magari sentiremo anche i pareri degli altri partecipanti :stralol:
Metto qui il mio racconto dato che ho forti dubbi sul fatto che possa rientrare nel tema dell'ultimo contest :stralol:
Effettivamente faccio un po' fatica a trovare un'attinenza col tema dell'ultimo contest, ma forse sono io che non ci arrivo :stralol:
Prova a spiegare la tua idea, poi magari sentiremo anche i pareri degli altri partecipanti :stralol:
All'inizio avevo pensato solo allo scenario, con un'idea della trama abbastanza fumosa, e l'episodio del racconto mi è venuto senza che prestassi particolare attenzione all'attinenza con il contest :blink:
Onestamente non saprei neanche io indicare un nesso preciso che possa farlo entrare "in tema", se non che indubbiamente è incentrato su di una "storia di una storia" :P
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Mi sembra un po' troppo inutilmente pesante e "difficile", nel senso che ho l'impressione che con qualche semplice accorgimento il testo potesse essere più scorrevole.
La parte finale sinceramente non l'ho capita molto.
E non ho capito molto nemmeno il nesso con il tema del contest :stralol:
Mi sembra un po' troppo inutilmente pesante e "difficile", nel senso che ho l'impressione che con qualche semplice accorgimento il testo potesse essere più scorrevole.
A livello di struttura del racconto o riguardo i contenuti?
La parte finale sinceramente non l'ho capita molto.
se ti riferisci alle ultime righe, ho fatto riferimento a due figli dell'imperatore, con la primogenita Anna che fin da piccola odiava il fratello minore Giovanni, designato erede dal padre..
E non ho capito molto nemmeno il nesso con il tema del contest :stralol:
ah su questo non ci sono dubbi.. il nesso credo proprio che non ci sia! :stralol:
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
A livello di struttura del racconto o riguardo i contenuti?
Periodi troppo lunghi e pesanti, troppi dati e nomi concentrati insieme in poche righe (che non ho nemmeno capito se sono tutti indispensabili alla trama del racconto), a volte non si capisce immediatamente chi parla a chi.
se ti riferisci alle ultime righe, ho fatto riferimento a due figli dell'imperatore, con la primogenita Anna che fin da piccola odiava il fratello minore Giovanni, designato erede dal padre..
Questo l'ho capito ma... che utilità ha questo finale al racconto in generale?
Comunque mi riferivo un po' a tutto il paragrafo finale.
A livello di struttura del racconto o riguardo i contenuti?
Periodi troppo lunghi e pesanti, troppi dati e nomi concentrati insieme in poche righe (che non ho nemmeno capito se sono tutti indispensabili alla trama del racconto), a volte non si capisce immediatamente chi parla a chi.
boh onestamente le battute non sono neanche molte e mi pareva fossero abbastanza chiare, poi è vero che è un concentrato di "dati" ma volevo caratterizzare al massimo il racconto, cercando di non esagerare ma neanche ricercando uno stile scarno..
se ti riferisci alle ultime righe, ho fatto riferimento a due figli dell'imperatore, con la primogenita Anna che fin da piccola odiava il fratello minore Giovanni, designato erede dal padre..Questo l'ho capito ma... che utilità ha questo finale al racconto in generale?
Comunque mi riferivo un po' a tutto il paragrafo finale.
utilità nessuna, mi è venuto così :P
il paragrafo finale è una "summa" della "situazione" con qualche riflessione generale, tutto qui ^^
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."