Avete mai pensato di appartenere a una nuova casata inventata da voi?
Come si chiama?
Qual è lo stemma?
Come si chiama la spada, la nave da guerra, il luogo in cui vivete...?
Dunque... Se fosse una casata medievale, avrebbe come simbolo delle rose bianche su fondo nero, oppure un cigno. Il luogo sarebbe sicuramente u ncastello particolare, una poderosa ed elegante fortezza in uno scenario mozzafiato (stile Rivendel, altrimenti detta Gran Burrone ;) ). Il nome di spada e casata però restano top secret :D
Dunque, sul nome della casata la Dama deve ancora pensarci bene (uno dei nomi "papabili" è Janucor, il nome di un vecchio eprsonaggio di un suo racconto... Ma ancora tutto è da decidere...)...
Lo stemma sarebbe un grosso librone da cui spunta una mano che scrive sullo stesso libro (colori da definire, ma sicuramente i 4 preferiti dalla Dama: viola, verde, nero, argento)...
Sebbene il motto classico della Dama sia "Innanzitutto calma!", potrebbe non sembrare sufficientemente altisonante... Così, anche per riprendere l'immagine dello stemma, si è optato per "Padroni del nostro destino"...
Al momento la Dama non sa dire di più... Ma quando avrà un attimo di tempo si metterà a ragionarci su un po' meglio e cercherà di tirar fuori qualcosa di sensato... E vi farà sapere...
Io in realtà appartengo a una nobile casata (di nomina imperiale) con stemma e tutto...
cmq s dovessi scegliere un luogo dove vivere sceglierei una grande torre in riva ad un grande lago
la mia spada non sarebbe un antico cimelio di famiglia, ma una nuova, splendida spada forgiata appositamente per me... la chiamerei "Giustizia"
il motto della mia casata sarebbe "Noi custodiamo la Porta dei Sentieri del Giorno e della Notte" (vedi Parmenide)
ovviamente avrei il mio stallone da battaglia fulvo, il mio cane da caccia (direi un poiter) e il mio falcone
Casa Mortuus
Composizione:
Lord della casata: Lord Mortarion
Lord Comandante dei Mietitori: Lord Rick "Maschera Infernale" Ranwyn
Mietitori: Ser Stanwick, Lady Reena, Ser Decker Bone, Ser Darryl, Lady Vanya
Lord Comandante dei Prescelti: Lord Alaster Corax
Lord Comandante della Milizia: Lord Ibram Dorn.
Maestro delle fucine: Mastro Armorario Balis Lo Spezzalame.
Lord Consiglieri: Lord Amric, Lady Myra, Lord Ellis Hawke "Il Barbacorta", Lord Valnar Sever "Martello del Caos"
Stendardo: tre cerchi verde scuro posti a triangolo su sfondo completamente nero
Livrea: Verde scuro bordato grigio.
Motto: "Nella Morte Prosperiamo" (In Death We Thrive)
Fortezza principale: Forte Destino, situato nell'omonima città.
Territori posseduti e posizione:
I territori della Casata si trovano nel bel mezzo del Mare d'Erba dei Dothraki:
le città di Forte Destino, Artis, Tre Torri e Pietrascura e circostanti territori, tutte a pochissima distanza da loro.
Storia della Casata:
Della Casata Mortuus si sa poco: alcuni speculano che siano i discendenti di coloni che si avventurarono nel Mare d'Erba, dati per morti sotto gli zoccoli dei Dothraki. Altri dicono che invece ci siano sempre stati, e che siano rimasti semplicemente sconosciuti perchè alla maggioranza quei territori non interessavano: sta di fatto che la Casata esiste, e lotta spietatamente per la sopravvivenza dal giorno della sua fondazione.
Il primo Lord Mortuus, Lord Jagar, fece erigere la muraglia difensiva che poi sarebbe diventata Forte Destino respingendo gli assalti furiosi dei khal a prezzi di vite sempre altissimi. Ma i pochi che sopravvissero divennero i fondatori di una schiatta esperta nella guerra difensiva, maestri nell'uso della picca e dello scudo targa, della balestra e della costruzione delle fortificazioni.
Fu Lord Jagar che coniò il motto della Casata, riconoscendo ai suoi uomini il fatto di aver trasformato il sacrificio dei caduti nella nuova forza delle generazioni a venire.
Durante il suo regno, Jagar fondò la città di Forte Destino e istituì le basi delle leggi, principalmente La Legge dei Pari e la Chiamata dei Primogeniti.
La “Legge dei Pari” regolava la giustizia: se si commetteva un crimine, un magistrato appuntato dal lord esaminava la questione insieme a una giuria di pari dell’offeso. Se un nobile uccideva un contadino, era una giuria di contadini che sedeva insieme al magistrato.
Lord Jagar fu inflessibile nel dichiarare che nelle sue terre ognuno sotto la giustizia era uguale, e spinse molto l’alfabetizzazione del suo popolo perché tutti fossero in grado di leggere i proclami e le leggi nel caso dovessero essere chiamati a giudicare: in questo lo aiutò il ristretto numero di popolazione presente nelle sue terre.
Ovviamente non sfuggirà al lettore che questo sistema era decisamente draconiano, ma la logica “che il sistema si purghi da sé” sembrò funzionare alla perfezione tra quegli uomini duri come l’acciaio.
La “chiamata dei primogeniti” riguardava il servizio militare: ogni famiglia doveva mandare il primogenito, maschio o femmina, per un anno nella Milizia a imparare l’arte della picca, dell’arco lungo e dell’ascia da battaglia e un mese ogni due anni fino al compimento della maggiore età del suo proprio primogenito. Questo assicurava che in caso di attacco, almeno una persona per famiglia avrebbe potuto fornire due braccia valide alla difesa del posto.
Chi si distingueva durante l’anno di coscrizione obbligatoria poteva entrare a far parte dei Prescelti: si lasciava alle spalle casa e famiglia e veniva istruito a orientarsi nel Mare d’Erba, a viaggiare nascosto e a sopravvivere. I Prescelti erano gli scout che uscivano a sorvegliare i movimenti dei khalasar per prevederne gli attacchi e poter così organizzare la difesa della città, usando specchi segnalatori e fumo per mantenersi in comunicazione. Fu soprattutto grazie ai coraggiosi Prescelti, molti dei quali non tornarono mai, che Forte Destino non solo riuscì a sopravvivere, ma anche a rafforzarsi ed espandersi fino alla fondazione di Artis e Tre Torri.
Jagar morì in battaglia e gli succedette il figlio Fenir, che riprese da dove il padre aveva lasciato introducendo due importanti innovazioni: i Mietitori e i carri da battaglia.
Ora che i territori si erano estesi, Fenir dovette rafforzare le difese nelle nuove città, costruendo ampie cerchie murarie dove racchiudere i campi coltivabili e i frutteti per evitare che i dothraki razziassero i raccolti, e iniziò l’allevamento intensivo di cavalli molto robusti per le carovane, cosa che gli diede modo di aggiungere corazze contro le frecce ai carri che viaggiavano lentamente da una città all’altra, sempre supportate dai Prescelti e con una consistente scorta di picchieri e balestrieri per la difesa. Se avvertita per tempo, una carovana poteva offrire una difesa assai efficace contro i veloci assalti dei cavalieri delle pianure, rimanendo impervia alle frecce e presentando un muro di picche e scudi a qualsiasi carica.
Ma Fenir non si accontentò del mero difendersi e volle passare al contrattacco: affidò ai mastri allevatori di cavalli il compito di creare cavalli forti, resistenti e veloci, che potessero trainare le sue bighe da battaglia, e addestrò una parte della Milizia a combattere con lunghe lance e alabarde a bordo di carri falcati. Il risultato furono le sue bighe da guerra trainate da due cavalli corazzati e con a bordo gruppi di due armigeri corazzati, un guidatore e un lanciere. Questo serviva una duplice funzione: lanciare devastanti contrattacchi a ogni assalto dothraki e portare velocemente i picchieri da un fronte all’altro per evitare aggiramenti dovuti alla maggiore mobilità del nemico.
Fenir fece forgiare dai suoi mastri armorari sette corazze da campo , con placche scorrevoli e punte acuminate e robuste: una la tenne per sé e le altre le donò a sei suoi nobili perché costituissero la sua guardia personale. Dotò loro dei cavalli e dei carri migliori, e fece forgiare appositamente per ciascuno un’arma. Per sé tenne una gigantesca falce, che chiamò Mietiuomini. Alla testa di questo nuovo corpo scelto e con i suoi Mietitori al fianco, spazzò via un intero khalasar dopo una tentata razzia a una carovana, bruciando tutto e lì fondò la città di Pietrascura.
Sia Fenir che i suoi Mietitori passarono armi, corazze e ruolo ai loro successori, che sempre continuarono a lottare contro l’orda senza fine senza mai espandersi ulteriormente a causa del numero, ma senza mai cedere nemmeno un palmo di terreno. L’ultimo lord, Mortarion, non è certo da meno e intende continuare la tradizione di resilienza della Casata.
Le Genti
Il popolo dei forti, così si autodefinisce, è un popolo sbrigativo, pratico, privo di senso dell’umorismo e molto spartano. Sin dalla più tenera età sanno che la loro sarà una vita di battaglie solo per poter tenere quel che hanno, per cui hanno coltivato un orgoglio marziale molto sviluppato e sono molto sensibili a riguardo. Pongono il bene delle loro famiglie e terre al di sopra del loro, e sono assolutamente incrollabili nella difesa di cio’ che ritengono giusto. Per quanto dotati di una cultura superiore alla media popolare, non hanno maniere e sono molto bruschi con coloro che non vanno dritti al punto in una conversazione. I loro nobili fanno punto d’orgoglio di meritare il rispetto e l’obbedienza del popolo con il valore marziale e la giustizia, e disprezzano l’edonismo delle corti “civili”. Da un capo ci si aspetta che sia alla testa dei suoi uomini in una carica così come nel prendere una decisione senza mai ritrattarla. Riveriscono in modo particolare i caduti e gli antenati e i sacerdoti del loro unico dio, il Nero, presiedono ai riti funebri e sono i guardiani delle loro immense necropoli sotterranee, tenendo il registro dei nomi dei morti acciocché non vengano dimenticati.
Il loro peggiore difetto sta nell’utilizzare molta più forza di quanta non ne serva, retaggio della loro situazione di perenni assediati: una piccola schermaglia ai loro confini risulterà in un intervento di una falange corazzata con carri e balestrieri che spazzerà letteralmente via chiunque si trovi davanti, lasciando i sopravvissuti a fuggire dopo una forse inutile dimostrazione di forza.
Madonnina, milord... Si vede che ci hai perso molto tempo ;)
:shock: :shock: >_>