Quando si pensa alle arti marziali, la mente va velocemente a karate, kickboxing e kung fu. Sono le arti marziali dei film, sono belle da vedere, e sono popolari.
Mi permetto di attirare l'attenzione dei cortesi astanti su una forma di combattimento meno nota, sicuramente meno bella da vedere, ma IMHO molto valida e assolutamente divertentissima da praticare. Trattasi del combattimento a terra.
Il combattimento a terra è uno dei lati di diverse arti marziali (judo, jujitsu, sambo, submission wrestling, pancrazio), ma ha, in un certo senso, una vita propria, e una propria indipendenza dall'arte marziale in cui lo si pratica. Occorre fare la differenza fra il combattimento a terra "realistico" (quello insegnato in queste e in alcune altre arti) da quello "teorico", che viene insegnato nel karate, nel taekwondo ecc... ma che, spero non me ne vorranno eventuali praticanti di queste arti, non ha riscosso un grande successo nei circuiti professionistici, e del resto non rappresenta un lato importante dei sistemi che lo insegnano (quindi viene curato relativamente poco, nella mia esperienza).
Il combattimento a terra al momento più popolare prevede una serie di prese, di strangolamenti e di leve articolari. L'idea è di controllare l'avversario tramite il peso del proprio corpo, e di negargli i punti di appoggio. Controllando le sue articolazioni, negandogli la possibilità di fare leva e di usare la propria forza, isolando i suoi arti in modo da attaccare con tutto il corpo un singolo braccio o una singola gamba, il combattimento a terra garantisce al praticante un vantaggio notevole contro avversari più grandi ma meno preparati tecnicamente. Uno dei migliori maestri, Helio Gracie, è sempre stato gracile e tutt'altro che alto, ma ha avuto la meglio su avversari molto più grandi di lui.
Chi ha praticato altre arti marziali (karate, kickboxing, boxe, kung fu) conosce la difficoltà di praticare le tecniche imparate al massimo della velocità e della potenza. Un pugno dato bene può uccidere, le tecniche del kung fu, mirate ai punti vitali, IN TEORIA possono menomare. Il problema non si presenta col combattimento a terra, in cui, prima di fare del male all'avversario, lo si deve immobilizzare e controllare, quindi si possono applicare le tecniche a piena potenza, e quindi si ottiene la sicurezza realistica di riuscire a bloccare un avversario che combatte al massimo delle sue possibilità. A quel punto si applica una tecnica finalizzante (uno strangolamento o una leva articolare) - appena l'avversario sente un minimo dolore, si arrende e il "gioco" è finito.
Il dolore è pochissimo e sparisce subito, c'è molto divertimento e molta tecnica... come più o meno tutti gli judoka vi sapranno dire. Per quasi tutti gli italiani, il combattimento a terra è quello dello judo, e in effetti è uno dei migliori disponibili. La maniera più veloce per provare è proprio iscriversi a una qualunque palestra di judo (molto economiche nel nostro paese, grazie anche a una federazione solida).
Riporto un esempio, RICORDANDO CHE PROVARE QUESTE TECNICHE DA SOLI, SENZA ISTRUTTORI QUALIFICATI, E' ALTAMENTE RISCHIOSO.
http://www.judoinfo.com/jujigatame.htm
Jujigatame, vale a dire un classico per concludere i combattimenti a terra. Estensione del legamento del gomito.
Sperando di poter avviare una discussione con altri ground-fighters e di incuriosire gli altri marzialisti o gli altri sportivi, vi saluto :saiyan:
Fa piacere trovare un appassionato!
In base dalla mia esperienza ci sono alcuni punti su cui mi sento di effettuare valutazioni un po' diverse.
Il combattimento a terra è uno dei lati di diverse arti marziali (judo, jujitsu, sambo, submission wrestling, pancrazio), ma ha, in un certo senso, una vita propria, e una propria indipendenza dall'arte marziale in cui lo si pratica. Occorre fare la differenza fra il combattimento a terra "realistico" (quello insegnato in queste e in alcune altre arti) da quello "teorico", che viene insegnato nel karate, nel taekwondo ecc... ma che, spero non me ne vorranno eventuali praticanti di queste arti, non ha riscosso un grande successo nei circuiti professionistici, e del resto non rappresenta un lato importante dei sistemi che lo insegnano (quindi viene curato relativamente poco, nella mia esperienza).
E' vero, ma in teoria non dovrebbe essere così. Le arti unilaterali hanno un grosso handicap a livello pratico, al punto da dover ricorrere ai sistemi di penalizzazione del punteggio nel taekwondo per riequilibrare i colpi di mano e quelli di piede. Che il combattimento al suolo non abbia riscosso successo professionistico nelle arti più orientate al colpo temo che sia una questione di comodità didattica in un sistema eccessivamente agonistico...
Il combattimento a terra al momento più popolare prevede una serie di prese, di strangolamenti e di leve articolari. L'idea è di controllare l'avversario tramite il peso del proprio corpo, e di negargli i punti di appoggio. Controllando le sue articolazioni, negandogli la possibilità di fare leva e di usare la propria forza, isolando i suoi arti in modo da attaccare con tutto il corpo un singolo braccio o una singola gamba, il combattimento a terra garantisce al praticante un vantaggio notevole contro avversari più grandi ma meno preparati tecnicamente. Uno dei migliori maestri, Helio Gracie, è sempre stato gracile e tutt'altro che alto, ma ha avuto la meglio su avversari molto più grandi di lui.
Questo non vale solo per il combattimento a terra, e non è un suo vantaggio specifico. Inoltre la maggior parte dei lottatori sviluppa una massa muscolare non indifferente perchè ad eccezione di una tecnica particolarmente pulita le possibilità di insuccesso sono alte, e "correggere" con la forza è una prassi estremamente diffusa.
Il dolore è pochissimo e sparisce subito, c'è molto divertimento e molta tecnica... come più o meno tutti gli judoka vi sapranno dire. Per quasi tutti gli italiani, il combattimento a terra è quello dello judo, e in effetti è uno dei migliori disponibili. La maniera più veloce per provare è proprio iscriversi a una qualunque palestra di judo (molto economiche nel nostro paese, grazie anche a una federazione solida).
Il judo combattimento a terra? Ne è una parte, a seguito di una proiezione. Altri sistemi di combattimento partono da terra o si svolgono quasi interamente a terra, ma non è affatto il caso del judo. Del resto essendo una filiazione del jujitsu non avrebbe senso che fosse finalizzato all'immobilizzazione a terra...
Chi ha praticato altre arti marziali (karate, kickboxing, boxe, kung fu) conosce la difficoltà di praticare le tecniche imparate al massimo della velocità e della potenza. Un pugno dato bene può uccidere, le tecniche del kung fu, mirate ai punti vitali, IN TEORIA possono menomare. Il problema non si presenta col combattimento a terra, in cui, prima di fare del male all'avversario, lo si deve immobilizzare e controllare, quindi si possono applicare le tecniche a piena potenza, e quindi si ottiene la sicurezza realistica di riuscire a bloccare un avversario che combatte al massimo delle sue possibilità. A quel punto si applica una tecnica finalizzante (uno strangolamento o una leva articolare) - appena l'avversario sente un minimo dolore, si arrende e il "gioco" è finito.
Un pugno dato bene può uccidere per sbaglio. O meglio, è molto teorico a meno di non ricorrere a percussioni particolari. Quanto alla direzione del colpo verso i punti vitali, qualunque colpo in qualunque arte marziale dovrebbe essere mirato ai punti anatomicamente deboli. Per colpire un preciso punto bisogna che l'area di impatto sia ridotta, e non è questo il caso della maggior parte dei colpi portati di pugno o di gamba.
Colpire un kyusho con una qualsiasi tecnica di kung fu o è fortuna o è genio.
Personale opinione: perchè fare delle arti marziali un gioco?
E' un piacere anche per me :saiyan:
Vedo di spiegare meglio i miei pareri, che in realtà non dissentono molto dai tuoi.
"E' vero, ma in teoria non dovrebbe essere così. Le arti unilaterali hanno un grosso handicap a livello pratico, al punto da dover ricorrere ai sistemi di penalizzazione del punteggio nel taekwondo per riequilibrare i colpi di mano e quelli di piede. Che il combattimento al suolo non abbia riscosso successo professionistico nelle arti più orientate al colpo temo che sia una questione di comodità didattica in un sistema eccessivamente agonistico..."
Qui non mi sono spiegato bene io. Intendevo dire che il "combattimento a terra" insegnato nel karate e nel taekwondo (vale a dire, tirare calci e pugni da terra, e le chiusure dopo una proiezione "alla karate") non ha riscosso un grande successo nei circuiti professionistici di arti miste.
Il karateka veniva trascinato a terra, e lì provava a tirare pugni e calci, come imparato in palestra. Chiaramente, con le spalle a terra e senza rooting, erano colpi deboli, e non allenati. Lo judoka, o il praticante di jujitsu, li ignoravano, o peggio, prendevano l'arto e lo rompevano.
E' questo che intendevo parlando del poco successo del "combattimento a terra" delle arti di colpo pure :saiyan:
"Questo non vale solo per il combattimento a terra, e non è un suo vantaggio specifico. Inoltre la maggior parte dei lottatori sviluppa una massa muscolare non indifferente perchè ad eccezione di una tecnica particolarmente pulita le possibilità di insuccesso sono alte, e "correggere" con la forza è una prassi estremamente diffusa. "
Vero :figo:
"Il judo combattimento a terra? Ne è una parte, a seguito di una proiezione. Altri sistemi di combattimento partono da terra o si svolgono quasi interamente a terra, ma non è affatto il caso del judo. Del resto essendo una filiazione del jujitsu non avrebbe senso che fosse finalizzato all'immobilizzazione a terra..."
Beh, lo judo ha, negli allenamenti tradizionali, almeno una parte di combattimento a terra (si parte da terra, e si cerca di schienare o sottomettere l'avversario). Per gli italiani è la maniera più veloce di provare il combattimento a terra "moderno", o "realistico", senza dover cercare arti meno diffuse (sambo, jujitsu, brasilian jujitsu ecc).
Di sicuro non è finalizzato al combattimento a terra (anzi, è sempre più ridotto nelle competizioni) ma lo judo è un pò il "modo veloce" di provare IMHO.
"Un pugno dato bene può uccidere per sbaglio. O meglio, è molto teorico a meno di non ricorrere a percussioni particolari. Quanto alla direzione del colpo verso i punti vitali, qualunque colpo in qualunque arte marziale dovrebbe essere mirato ai punti anatomicamente deboli. Per colpire un preciso punto bisogna che l'area di impatto sia ridotta, e non è questo il caso della maggior parte dei colpi portati di pugno o di gamba.
Colpire un kyusho con una qualsiasi tecnica di kung fu o è fortuna o è genio."
E' vero, è difficile uccidere con un pugno, ma considera l'effetto di un pugno al volto a piena potenza. Anche se non ti uccide, non è bellissimo :figo: E' per questo che in allenamento in genere non ti alleni a piena potenza, nè a piena velocità. Non lo fanno neanche i thai che pure sono delle belve da guerra :saiyan:
Il rendere le arti marziali un gioco... beh, per me è un buon metodo didattico. Lo dicono anche i praticanti di kali, e di silat... nel sistema del "gioco" sei libero di sbagliare, e quindi di imparare. Non hai paura che il tuo avversario ti riduca a un colabrodo, quindi provi le tecniche, e soprattutto... torni ogni volta in palestra, nonostante la fatica e le ferite, perchè ti diverti :dart: Per me è fondamentale, è necessario per motivarmi, se non mi diverto non torno a farmi sbattere contro il pavimento.
quando facevo judo il combattimento a terra era la mia parte preferita!
Mi chiamavano "la vipera" perchè mi incattivivo e non cedevo se non all'ultimo (oltre per il fatto che, avendo articolazioni molto snodate, sgusciavo via facilmente! :saiyan: )
Il classico avversario con le braccia di gomma, sisi. Apprezzo! Anche perchè l'unico modo di fregarlo è lavorare di attrito e quindi ci si diverte sulla lunga distanza.
a me in palestra dicevano di non abusare con lo sguscio perchè se quello con cui ti stai allenando non è bravo e non si controlla può capitare che esageri e ti sfondi un'articolazione per tenerti fermo.
Cmq il combattimento a terra e le leve articolari ci sono anche nel kung fu, almeno dello stile che praticavo io, il kempo. (giapponese)
Senza offesa, ma lo shorinji kempo non è uno stile di kung fu...
Insisto su un dettaglio: posto che le arti marziali non sono un gioco, anche a usare una versione ludica come forma didattica non ha il minimo senso incentrarsi sul controllo a terra...
Sullo sgusciare via: di per sè è una pessima idea perchè sfondare un'articolazione o danneggiarla seriamente è perfettamente utile per tenerti dove sei senza ucciderti, quindi perchè provare ad andarsene come azione fine a sè stessa?
Lo Shorinji Kenpo è una cosa un pò bas**rda ;) Nel senso buono intendo... in effetti è un'arte giappa, ma di giapponese non ha molto. Tradotto, shorinji kenpo suona come "arte del pugno shaolin" se non ricordo malaccio... è una fusione di tecniche di colpo "classiche" con grappling di vario genere e riprende molto, da quello che ho visto, dal wrestling cinese e dal kung fu del nord.
Iskall, non mi sembra sbagliato concentrarsi sul controllo a terra ;) Quasi tutti i combattimenti ci finiscono, e se si impara come trascinarci l'avversario, tanto di guadagnato. Ovviamente questo funziona solo per i duelli, ma è chiaro che due contro uno le tue speranze sono poche a prescindere. IMHO, prima ti fai una base solida di duellistica, poi impari a gestire più avversari e il tipo di grappling necessario per questi eventi (interventi veloci e "cattivi" alle parti molli).
A testimonianza di quanto ti dico, i vari lottatori a terra hanno battuto per decenni gli strikers migliori, quindi una certa validità credo ci sia.
Sullo sgusciare via: di per sè è una pessima idea perchè sfondare un'articolazione o danneggiarla seriamente è perfettamente utile per tenerti dove sei senza ucciderti, quindi perchè provare ad andarsene come azione fine a sè stessa?
non ho capito molto bene questa frase, se uno riesce ad andarsene prima che gli sfondino un'articolazione, tanto meglio no?
Ah! OVVIAMENTE anche alcuni stili di kung fu hanno il combattimento a terra, ma in quasi tutti i casi è insegnato malissimo per una questione pregiudiziale culturale... e alcuni maestri si sono voluti tirare la proverbiale tafazzata alle parti basse negandone l'utilità e dicendo che ti insegnano come non finire mai a terra. E' abbastanza chiaro che QUESTI maestri non hanno prodotto buoni atleti per le competizioni miste, pur senza voler parlare del kung fu in generale.
In generale sono d'accordo con te, Berserk. ;)
Penso che ci sia un generico problema di eccessiva settorializzazione delle arti marziali, tutto qui.
Arthur, se va come dici tu, ben venga. Il fatto è che in relazione ai post precedenti ho replicato che essere tanto sciolti da contorcersi e sgusciar via è pericoloso, perchè ti mette in condizione di farti sfondare un'articolazione in qualunque contesto. Il fatto che non succeda solo perchè si è in chiave ludico-sportiva non è un buon motivo.
Tu parli di "andartene", e se fai quello va benissimo. Ma mi sembra una cosa con piena coscienza di causa e precise intenzioni a seguire, mentre "sgusciar via" è un semplice divincolarsi quanto basta per chiamarsi fuori.
ok ora ho capito, io in effetti stavo considerando una situazione reale e la possiblità di andarsene, nel senso di cambiare aria proprio ^^
l'essere molto snodati potrebbe aiutare a non farsi prendere un arto in leva, non dico di sfuggire a una leva già in atto, perchè allora contorcersi potrebbe essere anche peggio
Esatto! ^^
Se una leva non riesce, meglio tentare qualcos'altro, quindi essere sciolti può far proseguire il combattimento, ma una volta presi è proprio come dici tu.
Imho in certi combattimenti a terra non ce ne si rende conto perchè tanto nessuno fa quello che farebbe effettivamente (e accennarlo è rischioso).