Questo è un racconto scritto da me dopo quasi tre anni che non prendo una penna in mano mi potete per favore dare un giudizio e anche consigliare qualche correzione per favore?
La vera storia di Cálon
Tanti anni fa, in un villaggio il cui nome mi è sconosciuto, nacque Cálon, un giovane dai mille pregi e mille difetti; le persone che lo conoscevano lo descrivevano come un ragazzo non molto alto ma neanche molto basso, capelli neri come la notte e occhi dello stesso colore, molto abbronzato per le ore passate nei campi a lavorare, e una simpatia e voglia di scherzare troppo accentuata. Ma sapeva anche essere serio, gli piaceva molto trovare un attimo di pace per meditare, e questo nonostante l’ironia e la vivacità che mostrava alla maggior parte delle persone che frequentava. Si dice anche che c’erano tante cose a cui lui dava estrema importanza, e cercava di affrontarle con la massima serietà, la storia che sto per raccontarvi parla di una di queste cose, quella che secondo Cálon era certamente la più importante, l’amore.
Nel villaggio viveva una ragazza di nome Valeria; era alta dai capelli castani e dagli occhi azzurri come il cielo, in un rapporto come quello che il nostro protagonista voleva, c'era sì dell’attrazione fisica, ma non solo questo, infatti, l'aveva studiata e aveva notato come caratterialmente la ragazza fosse simile a lui, sembrava simpatica e scherzava parecchio anche lei, e a quanto udiva, mentre origliava i suoi discorsi con le amiche al fiume a lavare i panni, si capiva che tipo di persona era o voleva far credere di essere, cioè furba, intelligente e molto spiritosa.
Il nostro Cálon ne era innamorato, ma era anche molto timido, e cercava il momento giusto per dichiararsi alla bella Valeria. Si conoscevano praticamente da quando erano nati, essendo il villaggio molto piccolo, e aveva frequentato la scuola assieme, lei in prima fila sempre interessata, lui nell'ultima non perché non fosse interessato ma perché la evitava per via dei suoi sentimenti gia a quell'età, e la situazione no cambio mai come, infatti, vi descriverò.
La vita qualche volta è una bizzarra manifestazione di quanto l'uomo è soggetto a continui tentennamenti, Valeria era lì tangibile, ad una breve distanza, dunque una meta raggiungibile per un essere umano ma Cálon aveva paura, paura che se il suo tentativo di conquistarla, fosse stato vano, avrebbe perso la speranza nel più importante sogno della sua vita.
Lui ogni giorno seguiva con gli occhi la ragazza, appena la vedeva andare al pozzo del villaggio oppure ai campi ad aiutare suo padre con piccoli lavoretti, come portarli il cibo, e altri motivi del genere, ai tempi l'automobile era un veicolo che non tutti si potevano permettere, ma visto che Cálon non doveva mantenere nessun altro oltre a sé, ne aveva comperata una molto malconcia con cui dava volentieri dei passaggi a diverse famiglie del villaggio, quando si trovava a dare dei passaggi alla famiglia della ragazza dei suoi sogni lui non diceva una parola se non al capofamiglia per scoprire la destinazione e poi metteva la musica e non diceva più una parola per tutto il tragitto, era talmente timido che con Valeria, con cui non aveva mai scambiato una parola, neanche il solito saluto che si usa per buona educazione, non che Cálon fosse maleducato, ma la sua timidezza raggiungeva tale livello.
Cálon aspettava il momento giusto che non arrivava mai, perché per lui la ragazza divenne di giorno in giorno come una dea da venerare, irraggiungibile per lui, che si sentiva piccolo e insignificante, tanto che secondo il ragazzo lei non poteva provare altro che compassione e nulla di più nei suoi riguardi, pero prendeva speranza da ogni piccolo avvenimento, un tocco della sua mano del tutto involontario durante una festa, il permesso di sedersi vicino a lui durante la messa, e tante altre vicende di poco conte ma che nella sua mente erano grandi cose.
Cálon ne era innamorato, di questo era certo, sudava freddo, anche quando l'aria era gelata in presenza di lei fin dalla tenera età di dodici anni, evitava il suo sguardo e come ho detto prima non le rivolgeva parola, quasi sembra indifferente a lei e come si sa spesso l'indifferenza è peggiore del disprezzo, non provare nulla per una o più persone è triste perché non si conoscono le emozioni, e le emozioni legano alla vita e ce la fanno godere fino in fondo.
Anche dal canto suo Valeria notava che Cálon la evitava, ma pensava fossero manifestazioni di dispiacere provocate dalla sua presenza, e per migliorare la situazione lei non poteva fare nulla, era una situazione di stallo, solo Cálon poteva risolverla solo non sapeva come fare, viveva di sogni e non voleva trasformare la realtà in un incubo, ma non capiva come la realtà può divenire un incubo anche i sogni possono evolversi in sogni magnifici, questa cosa la capì alla fine, ma era troppo tardi.
La mattina in cui Cálon decise di dichiararsi, lungo il fiume, molto lontano dal villaggio trovarono il corpo senza vita di Valeria, che era morta non si sa come affogata, era improbabile che fosse affogata perché era un’abile nuotatrice, infatti non si seppe mai il motivo della sua morte, però il ragazzo non riuscendo ad elaborare il dolore della perdita e non trovando altra ragione di vita, il giorno seguente diede fine alla sua vita, lasciando una lettera.
La lettera diceva:
Ecco che vado mondo crudele ti abbandono per sempre, nonostante il mondo in cui vado non sia diverso da quello in cui sono vissuto, dove il mio patrimonio saranno i problemi e faro dei sospiri la mia moneta, nonostante il mio destino oscuro si oscuri sempre di più.
Griderò il mio strazio nel bruciore dell'inferno, perché la mia amata mi ha lasciato solo in mezzo alla disperazione, voglio solo girovagare in giro per l'inferno nonostante il paradiso mi si leghi ai piedi.
Ho legato la mia vita alla corda del SOL perché non voglio essere argomento delle malelingue, rideranno della situazione disperata del povero Cálon, anche se sarà schiavo eterno del mostruoso Satana.
Addio mondo crudele Cálon ti saluta.
Zülfü Ekizer aka Brandon Stark
non vi piace proprio?
insomma...
1. le frasi secondo me sono un tantino troppo lunghe.... meno virgole e qualche punto in più
Lui ogni giorno seguiva con gli occhi la ragazza, appena la vedeva andare al pozzo del villaggio oppure ai campi ad aiutare suo padre con piccoli lavoretti, come portarli il cibo, e altri motivi del genere, ai tempi l'automobile era un veicolo che non tutti si potevano permettere, ma visto che Cálon non doveva mantenere nessun altro oltre a sé, ne aveva comperata una molto malconcia con cui dava volentieri dei passaggi a diverse famiglie del villaggio, quando si trovava a dare dei passaggi alla famiglia della ragazza dei suoi sogni lui non diceva una parola se non al capofamiglia per scoprire la destinazione e poi metteva la musica e non diceva più una parola per tutto il tragitto, era talmente timido che con Valeria, con cui non aveva mai scambiato una parola, neanche il solito saluto che si usa per buona educazione, non che Cálon fosse maleducato, ma la sua timidezza raggiungeva tale livello.
per dire, questa parte è illeggibile, secondo me
2. Càlon e Valeria...il primo sembra un nome da personaggio fantasy.... il secondo assolutamente no... stonano un attimo, ecco
3. questa non vuole essere una critica, ma racconti così esageratamente lugubri non mi ispirano x niente
P.s continua a esercitarti e a impegnarti, io ammiro tantissimo la gente che scrive
gasp... ho appena visto che provieni dalla Turchia
SE sei di madrelingua turca scrivi benissimo e ritiro il punto 1.
tranquillo son 17 anni che abito nella svizzera italiana^^ e ho 19 anni.
Il 1. punto vale^^
sono d'accordo con quanto detto da Balon......
in effetti il racconto risulta difficilmente leggibile, soprattutto nella frase da lui citata.
aggiungo anche, secondo me, un eccessivo utilizzo della parola "molto",
che hai messo parecchie volte, soprattutto nella prima parte del testo
viveva di sogni e non voleva trasformare la realtà in un incubo, ma non capiva come la realtà può divenire un incubo anche i sogni possono evolversi in sogni magnifici, questa cosa la capì alla fine, ma era troppo tardi.
questa frase francamente è un po' allucinante :huh: ^_^
ti faccio cmq i miei complimenti anche perchè io sono assolutamebnte negato a scrivere e ammiro molto quelli che ci riescono....
ciao :D
vi ringrazio molto per l'aiuto che mi date e sapete che correggendo da solo, non ci si riesce bene per questo l'ho postato nonostante per me sia una cosa abbastanza personale
Eccomi a commentare... non mi è dispiaciuto affatto (e poche cose mi piacciono :huh: )
Come ti hanno detto gli altri, ci sono delle evidenti difficoltà dal punto di vista della sintassi e della scorrevolezza, ma queste sono cose che si imparano col tempo.
Innanzitutto i punti positivi: mi è piaciuto come hai tratteggiato la timidezza, e soprattutto le brevi "pennellate" per personalizzare il protagonista.
"c’erano tante cose a cui lui dava estrema importanza, e cercava di affrontarle con la massima serietà": questa frase mi è piaciuta molto: sembra dire poco ma dice molto, può essere utilizzata come chiave di lettura dell'intero raccontino, soprattutto del finale.
Il consiglio (o meglio, l'opinione) che ti posso dare è quello di trasportare il tutto in un racconto interno. alcune frasi sparse nel testo mi hanno dato da pensare ("a storia che sto per raccontarvi parla di una di queste cose," oppure le morali spicciole a mò di proverbio tipo "La vita qualche volta è una bizzarra manifestazione di quanto l'uomo è soggetto a continui tentennamenti,") oltre al fatto che lo stile sembra più quello di un flusso di pensieri piuttosto che di una narrazione ben orchestrata... in pratica, mi ha dato l'idea di una sorta di mito, di storia morale, che ad esempio un vecchietto racconta ai propri nipotini, infarcendola di piccoli proverbi (e giustificando anche l'eccessiva assenza di punti e la difficoltà stilistica): magari potresti provare a modificare il racconto in quest'ottica, rendendolo la finta testimonianza orale di un vecchietto ^_^
NOn male il racconto...piccole cose da rivedere, ma i lresto mi piace!!!
:huh:
a me il racconto piace se non fosse per le descrizioni dei personaggi messe proprio all'inizio...modello presentazione...ecco è un pò troppo...non so come dire...ovvio introdurre i personaggi con la loro descrizione fisica...e poi mi dispiace per il protagonista ma è un proprio un pò "sfortunato" per non usare una parola così pesante...alcune frasi sono troppo lunghe,si nota leggendo ad alta voce che il discorso è tirato per i capelli...
ma si percepisce la tua attenzione per i particolari,molto bello e positivo...niente è a caso...sono belle anche le parole che hai scelto per esprimere i sentimenti del protagonista...ti fanno sentire subito partecipe...
secondo me è quello il punto di forza del racconto....
CONTINUA COSì KE VAI FORTE!!! :huh: ^_^
ho scritto altri fari testi se c'è la volonta da parte vostra possi postarveli se no lascio stare^^
Lo spazio per le produzioni degli utenti è Cittadella.
Ti consiglio pertanto di inviare i tuoi lavori a Jaqen H'Ghar, all'indirizzo cittadella@labarriera.net oppure jaqen@labarriera.net, di modo che possano essere inseriti nello spazio apposito.
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Io proporrei che il prode Jaqen debba avere un aiutante per leggere tutti gli scritti che gli arrivano e decidere se possono essere messi online oppure no ;)