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Considerazioni finali della Banca d'Italia
Y di Yaenrhys
creato il 31 maggio 2006

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Yaenrhys
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Inviato il 31 maggio 2006 14:23 Autore

Si è tenuta oggi la prima relazione del nuovo Governatore della Banca d'Italia, con la quale Draghi dà avvio ufficialmente al suo mandato.

 

Relazione di amplissimo respiro e a mio avviso estremamente interessante.

 

Cercherò di riassumere al meglio i vari punti toccati, e lascerò in fondo qlk link, ovviamente.

 

Allora, il punto cruciale, su cui Draghi ha insistito parecchio, è la assoluta necessità di ritornare alla stabilità dei conti, puntanto al contempo alla crescita economica.

Cosa significa? Che ci si trova di fronte ad una situazione abbastanza difficile, mai riscontrata negli ultimi vent'anni: se infatti fino grosso modo al '96 l'Italia non aveva assolutamente stabilità (il debito lo ereditiamo in buona parte dalla folle gestione della finanza pubblica craxiana, e basta vedere i livelli che il deficit raggiungeva in quegli anni per prendere a testate un armadio), almeno aveva una discreta crescita. Nella seconda parte del decennio, il Paese ha visto progressivamente diminuire la crescita, ma ha continuamente guadagnato in stabilità (merito delle manovre fiscali necessarie ad entrare in Europa).

Negli ultimi anni, invece, sono mancate entrambe.

 

Oggi, fortunatamente, la ripresa ciclica dell'economia mondiale sta tirando anche la nostra, e i risultati di questa crescita, ripeto, congiunturale (simile a quella di fine anni Ottanta), si vedono: la produzione industriale e manifatturiera è cresciuta a due cifre. Riguardo a questo ritengo interessanti i seguenti dati Fiat e Industria

Merito, afferma Draghi, di esportazioni e investimenti, che ci stanno facendo tirare una boccata di ossigeno.

In definitiva, dovremmo chiudere l'anno a +1,5%. Magrino, ma meglio dell'anno scorso sicuro!

 

E' questa un'occasione da non perdere: sfruttando questa schiarita, si può mettere mano a provvedimenti strutturali volti a una ridefinizione dell'assetto dei conti pubblici, oltre che a un miglioramento di base delle potenzialità competitive.

 

Per i conti, non si prospettano manovre estreme per quest'anno, ma per rientrare l'anno prossimo sotto il 3% del def/pil probabilmente ne servirà una pesante (2% PIL, circa 40 mld).

Fondamentale ridurre le spese, specie quella primara: in questi anni l'avanzo primario, vale a dire la differenza positiva che si riscontra tra entrate generali pubbliche e spese AL NETTO degli interessi sul debito, si è progressivamente ridotto (in proposito, necessario responsabilizzare gli enti decentrati e aumentare l'età pensionabile).

In caso contrario, sinteticamente: aumento in due anni del debito oltre il 110%, probabile declassamento di rating, più sfiducia sui mercati, aumento della domanda di credito sul mercato (lo Stato si fagociterebbe sempre più fondi), di conseguenza aumento dei tassi di interesse per tutti, soprattutto per le imprese, che troverebbero meno conveniente finanziarsi. Conseguenza: rallentamento della crescita.

 

 

Per la competitività, il discorso è ampio, e vedo comunanza di vedute con Montezemolo: bisogna aumentare gli investimenti, la ricerca, l'innovazione, potenziare l'istituto scolastico per la creazione di nuovo e migliore capitale umano, rivalutare la flessibilità (e questo per me è uno dei punti più dolenti, dove è necessario assolutamente trovare un equilibrio tra le necessità delle imprese e dei giovani), diminuire il cuneo fiscale.

 

Quest'ultimo è il punto focale: ridurre il cuneo, con la situazione dei conti prima detta, in una situazione che renderebbe consigliabile addirittura un aumento dei prelievi?

Si parla di spostare l'imposizione sui consumi (e io aggiungerei le rendite finanziarie, gli utili non reinvestiti, i capitali esportati e i beni di importazione, oltre che un inasprimento della lotta all'evasione), ma è una procedura complessa e, anche se più efficiente, un po' più iniqua.

 

Si continua poi su liberalizzazioni del settore pubblico, da approfondire in un'ottica concorrenziale, concentrazioni bancarie, punto di forza della nostra economia negli ultimi anni, ruolo della Banca d'Italia (arbitro, e si spera non più giocatore come sotto Fazio).

 

Spero di non aver scordato nulla.

Di sicuro la situazione è difficile, migliorare da una parte significa quasi inevitabilmente peggiorare dall'altra, e i problemi accessori non sono pochi: petrolio, solita dipendenza energetica dall'estero, ecc.

 

Però "Ci sia di incoraggiamento la consapevolezza che il Paese nella sua storia ha saputo rispondere a sfide ben più drammatiche".

 

Sole24h

Corriere

Repubblica


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Darrosquall
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Inviato il 31 maggio 2006 15:08

Mi piace l'analisi,daccordo sull'obbligo che ha questo governo di rendere il lavoro flessibile,visto che adesso è precario(apprezzo le proposte di rifondazione dell'assunzione a tempo indeterminato,però creiamo le opportunità per le imprese).


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Inviato il 01 giugno 2006 1:20

Buona sintesi ^_^ Dopo aver analizzato brevemente,aggiungo solo un paio di cose all'ottimo lavoro che hai fatto ^_^

 

 

 

Per i conti, non si prospettano manovre estreme per quest'anno, ma per rientrare l'anno prossimo sotto il 3% del def/pil probabilmente ne servirà una pesante (2% PIL, circa 40 mld).

 

Eh qui sarà una bella sfida.Molto dipenderà da come avrà intenzione di muoversi il govero Prodi:la "manovrina" sto anno a mio avviso (e non solo mio ,a anche di organismi internazionali =P) sarabbe da fare...il problema è che difficilmente si troverà il coraggio di metterla in atto,onde evitare di esser ricordati come "il governo delle tasse" e di esser sbertucciati dall'opposizione,in quello squallido teatrino fatto di bambini che è la politica italiana.

 

 

Quest'ultimo è il punto focale: ridurre il cuneo, con la situazione dei conti prima detta, in una situazione che renderebbe consigliabile addirittura un aumento dei prelievi?

Si parla di spostare l'imposizione sui consumi (e io aggiungerei le rendite finanziarie, gli utili non reinvestiti, i capitali esportati e i beni di importazione, oltre che un inasprimento della lotta all'evasione), ma è una procedura complessa e, anche se più efficiente, un po' più iniqua.

 

Si continua poi su liberalizzazioni del settore pubblico, da approfondire in un'ottica concorrenziale, concentrazioni bancarie, punto di forza della nostra economia negli ultimi anni, ruolo della Banca d'Italia (arbitro, e si spera non più giocatore come sotto Fazio).

Eh,più che spostare l'imposizione sui consumi inizierei a pensare anche io a tassare le rendite finanziarie,almeno a livelli "europei",capitali esportati e beni importati...purtroppo abbiam dei limiti a livello europeo su alcuni punti,ma qualcosa si può fare.Certo,la situazione dei conti pubblici è devastante:senza alcuna polemica di parte,visto che non sto nè la nè qua,ci troviamo di fronte ad un governo uscente che per riuscire a controllare il disavanzo non ha finanziato una parte delle famose "grandi opere",e come era avvenuto a parti inverse tempo fa,ha scaricato il barile a chi sarebbe venuto dopo.Il tempo passa,le schifate non cambiano.

 

In un secondo momento Draghi ha parlato anche dell'importanza del rilanciare i consumi delle famiglie e della competitività in generale:anche questo è legato al resto del discorso,e bisognerà vedere in che modo Padoa Schioppa (uomo nel quale nutro molta fiducia,al contrario di altri ministri) e il governo in generale recepirà tali suggerimenti.Altro problema il fabbisogno statale in continua ascesa:ci sarà da metter mano anche li.

 

 

Volevo aggiungere il piacere per l'aver sentito l'autocritica fatta da Draghi su Bankitalia e sul sistema bancario italiano in generale:l'idea di Fazio non era neppure malvagia (chiudersi qualche anno in modo da rafforzare i nostri istituti per poi giocarcela al pari degli altri big europei) il problema è che i soliti furbetti se la mangiavano la foglia,e al posto di puntar sulla competizione interna e sull'innovazione ci lucravano sopra (ai correntisti).Ora sembra che Draghi voglia traghettare il sistema bancario (che ha criticato checchè ne dicano i signorotti di Banca Intesa..) verso un mercato senza frontiere:è per questo che serviranno aggregazioni serie.Staremo a vedere :D


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Yaenrhys
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Inviato il 01 giugno 2006 13:22 Autore

Eh,più che spostare l'imposizione sui consumi inizierei a pensare anche io a tassare le rendite finanziarie,almeno a livelli "europei",capitali esportati e beni importati...purtroppo abbiam dei limiti a livello europeo su alcuni punti,ma qualcosa si può fare.

 

D'accordissimo per quanto riguarda il consumo interno di beni nazionali.

In particolare, è estremamente significativo quanto detto riguardo al fatto che la crescita congiunturale è particolarmente correlata a investimenti ed esportazioni: il polmone del consumo interno lascia ancora a desiderare. La faccia positiva della medaglia è che abbiamo ampi margini di miglioramento, in questo senso (e qui ci starebbe tutto un discorso legato all'educazione del consumatore fin da giovane).

 

Riguardo allo spostamento della tassa sul consumo, come al solito ci sono pro e contro.

E' vero che il peso sarebbe sostenuto anche dalle imprese (meno acquisti uguale meno vendite), ma è altrettanto vero che è necessario mettere mano al costo del lavoro, riducendolo.

A livello teorico tutto questo si dovrebbe tradurre con un abbassamento dei flussi aziendali in entrata e in uscita grosso modo della stessa misura.

Sempre a livello teorico, nemmeno per il consumatore ci sarebbero solo svantaggi: tassa, è vero, ma una diminuzione del costo del fattore produttivo lavoro, in un circolo virtuoso, si potrebbe tradurre in un analogo abbassamento di prezzo.

Tutto questo dipende in larga misura dall'elasticità delle curve di domanda e offerta.

Se il peso della manovra finisse per penalizzare di più i consumatori, le aziende avrebbero più interesse ad investire, abbassare di conseguenza i prezzi e rilanciare i consumi.

E l'investimento è il pane dell'avvenire.

 

Tuttavia mi rendo conto che è un'analisi molto basata su comportamente teorici microeconomici. La realtà, come sappiamo, è molto più complessa.

A livello generale, tuttavia, gli effetti dovrebbero essere più o meno questi.


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Inviato il 01 giugno 2006 19:21

Si,son ababstanza d'accordo su quanto affermi.Il problema è che ritengo sarebbero già alquanto producenti l'incremento dell'imposizione fiscale sui beni importati (cosa che anche paesi finto-liberisti come gli stati uniti già attuano da tempo),la tassazione dei capitali esportati e l'aumento dell'aliquota per quanto riguarda la tassazione delle rendite finanziarie:non fatemi scegliere tra un paese dove si investe in rendite ed uno dove si investe in competitività e occupazione,perchè la mia risposta è la seconda senza il minimo dubbio.Ed è questa la sfida per l'italia oggi.

 

La tassazione sul cnsumo è un'arma a doppio taglio,ha tanti rischi annessi.Bisognerebbe veramente ponderare bene le eventuali modalità d'introduzione dell'aumento di tale meccanismo.Io credo che i provvedimenti di cui parlavamo sopra,uniti ad una sana lotta all'evasione (che parta anche dal punto di vista morale e di principio...niente condoni ad esempio) e all'"efficienza x" da parte dello stato (che passi anche per il taglio di taluni privilegi iniqui,quali le pensioni d'oro,oltre che alal gestione della "cosa pubblica" più basata sull'economicità che sullo sperpero di risorse) possan veramente essere in grado di portare seri vantaggi ai nostri conti pubblici,ed anzi,forse ce ne sarebbe pure d'avanzo =P


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Yaenrhys
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Inviato il 01 giugno 2006 20:18 Autore
una sana lotta all'evasione (che parta anche dal punto di vista morale e di principio...niente condoni ad esempio) e all'"efficienza x" da parte dello stato (che passi anche per il taglio di taluni privilegi iniqui,quali le pensioni d'oro,oltre che alal gestione della "cosa pubblica" più basata sull'economicità che sullo sperpero di risorse

 

Per l'evasione, a mio avviso è necessaria una lotta su due fronti.

Primo, educazione al senso civico nelle scuole. E' fondamentale insegnare ai bambini fin da piccoli cosa significa vivere in una collettività e rispettarne le regole. L'evasione è anche un problema di mentalità. In questo senso si fa poco o niente, nell'errata convinzione di una limitata utilità di tale atteggiamento.

 

Secondo, estremamente più difficile, cercare di rimuovere almeno in parte le cause che ne stanno alla base. Facile a dirsi, infinitamente meno a farsi, ma il bello dell'economia è che, con pochi provvedimenti mirati efficaci e capaci di avviare un circolo virtuoso, questo coinvolge sempre più grandezze, situazioni e settori realizzando ciò che diceva Kennedy, ovvero che "quando l'alta marea arriva solleva tutte le barche".

Se si pensa che poi l'economia nera è stimata nel 25% circa del Pil, abbiamo una portaerei da sollevare ^_^

 

D'accordissimo poi sulla responsabilizzazione degli enti decentrati. D'accordo che ci si avvia, seppure con mille difficoltà, sulla strada di un certo federalismo fiscale, ma non è questo un buon motivo per sperperare con interventi di efficacia ed utilità quantomeno dubbia il denaro pubblico.

 

Riporto infine un intervento molto interessante che si ricollega direttamente a quanto detto da Draghi e alla futura azione del Governo.

Video

A dire il vero, almeno per quanto riguarda il controllo della spesa degli enti periferici e dell'apparato pubblico in generale, sembra che ci si stia avviano verso un maggior rigore.


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Inviato il 01 giugno 2006 22:31
una sana lotta all'evasione (che parta anche dal punto di vista morale e di principio...niente condoni ad esempio) e all'"efficienza x" da parte dello stato (che passi anche per il taglio di taluni privilegi iniqui,quali le pensioni d'oro,oltre che alal gestione della "cosa pubblica" più basata sull'economicità che sullo sperpero di risorse

 

Per l'evasione, a mio avviso è necessaria una lotta su due fronti.

Primo, educazione al senso civico nelle scuole. E' fondamentale insegnare ai bambini fin da piccoli cosa significa vivere in una collettività e rispettarne le regole. L'evasione è anche un problema di mentalità. In questo senso si fa poco o niente, nell'errata convinzione di una limitata utilità di tale atteggiamento.

 

Secondo, estremamente più difficile, cercare di rimuovere almeno in parte le cause che ne stanno alla base. Facile a dirsi, infinitamente meno a farsi, ma il bello dell'economia è che, con pochi provvedimenti mirati efficaci e capaci di avviare un circolo virtuoso, questo coinvolge sempre più grandezze, situazioni e settori realizzando ciò che diceva Kennedy, ovvero che "quando l'alta marea arriva solleva tutte le barche".

Se si pensa che poi l'economia nera è stimata nel 25% circa del Pil, abbiamo una portaerei da sollevare ^_^

 

D'accordissimo poi sulla responsabilizzazione degli enti decentrati. D'accordo che ci si avvia, seppure con mille difficoltà, sulla strada di un certo federalismo fiscale, ma non è questo un buon motivo per sperperare con interventi di efficacia ed utilità quantomeno dubbia il denaro pubblico.

 

Riporto infine un intervento molto interessante che si ricollega direttamente a quanto detto da Draghi e alla futura azione del Governo.

Video

A dire il vero, almeno per quanto riguarda il controllo della spesa degli enti periferici e dell'apparato pubblico in generale, sembra che ci si stia avviano verso un maggior rigore.

 

Si il video è alquanto oscuro.Pur condividendo il primo punto "di contrasto"tra programma di governo e esposizione di Draghi (le pensioni sono un tasto dolente-ma per qualunque governo-),per il secondo (flessibilità e "biagi" -che poi di biagi ha poco...-) e il terzo (enti periferici) penso sia molto azzardata e un filo infondata come critica.

 

Condivido comunque quanto detto sull'evasione in generale:quel "basta condoni" indicava esattamente la lotta anche dal punto di vista educazionale e morale.


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Inviato il 30 agosto 2006 20:18 Autore

Ripesco sto topic perchè mi sembra il più adatto a trattare argomenti economici, senza ricorrere all'apertura di un altro.

 

E lo ripesco, lo confesso, amareggiato.

Manca poco tempo al varo della legge finanziaria, che nelle intenzioni e nei proclami governativi doveva essere un toccasana per l'economia, nonchè l'incarnazione del tanto agognato e sbandierato "rigore".

Da mesi si diceva, è vero, che non sarebbe stata una finanziaria "lacrime e sangue", ma da altrettanto tempo il Professore ammoniva, perentorio, che "una rondine non fa primavera", riferendosi alla crescita delle entrate tributarie, superiore alla previsione di una manciata di miliardi di euro.

 

Purtroppo, o perfortuna a seconda dei punti di vista (molto numerosi, devo dire, all'interno della coalizione all'esecutivo), il famigerato "coraggio di stupire" della vigilia si è dissolto come neve al sole.

 

E' di ieri la notizia che la finanziaria, invece dei previsti 35 mld, consterà di 30, proprio in virtù della sorpresa tributaria.

E rendiamoci conto che si tratta già di un buon risultato, se pensiamo che le componenti più estreme del governo volevano addirittura spalmarla su due anni.

Fortunatamente Schioppa, ricordandosi di occupare la poltrona del fu Quintino Sella, ha risposto a chiare lettere che si sarebbe trattato di un suicidio nemmeno troppo velato: anticipare gli interventi a favore dello sviluppo a quest'anno, rinviando all'anno prossimo le misure strutturali correttive, avrebbe generato un deficit mostruoso.

 

Ma il bello della giornata è venuto con le dichiarazioni di alcuni membri del governo: da Mastella, che invoca "mediterraneità" nelle misure economiche della finanziaria, smentendo nei fatti chi chiedeva rigore e gettando ridicolo sull'Italia intera agli occhi dell'Europa (che oggi è tornata a redarguirci); a qualche esponente di Rifondazione che ha dimostrato una discreta faccia di bronzo compensata da assenza di senso del ridicolo, che è arrivato a proferire "l'emergenza è finita (!) ci vuole una finanziaria più morbida".

 

No, cioè, fatemi capire: si è costruita una campagna elettorale massacrante, martellante, cominciata da ben prima che le elezioni fossero all'orizzonte, battendo continuamente sul chiodo del disastro, della disfatta economica, della miseria alle porte; e poi adesso, perchè sono arrivati 5 mld di euro in più (e il debito continua ad aumentare ma nessuno lo dice), l'emergenza è finita e possiamo prendercela con più calma?!

 

In altre parole, mentre l'Europa (faro di buongoverno, regolarmente oscurata e disattesa dal governo Berlusconi) chiede a gran voce non solo a noi ma a tutti di sfruttare la debole ripresa per mandare in porto quegli interventi strutturali fondamentali, qui ci si adagia dicendo che il peggio è passato.



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Inviato il 31 agosto 2006 10:07

Desolante ma molto vero.

 

Purtroppo penso che se il governo tiene la finanziaria sarà semplicemente una manovra di compromesso, se non tiene non ci sarà alcuna finanziaria, quindi alla fine mi dico meglio che niente...

 

Tra l'altro credo che entrambe le posizioni, sia quella di Prodi/Padoa Schioppa sia quella europea, siano decisamente estremiste: se i "nsotri" vedono nei 5 miliardi di incremento del gettito fiscale unicamente cambiamenti strutturali, da Eurolandia vedono solo qualcosa di congiunturale. Ovvio che poi la soluzione preferibile sia quella più prudente (se non siamo morti con la manovra Amato non moriremo di certo ora), però mi fanno ridere questi arroccamenti agli estremi.


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The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Inviato il 06 settembre 2006 21:21

Io son ababstanza contrariato di mio...posso solo dire che condivido le esternazioni di Yaenrhys.Mah,aspettiamo di aver più informazioni,ma resto scettico



Lord Beric
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Lord Beric
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Inviato il 08 settembre 2006 12:36

Trovo significativo riportare le dichiarazioni che il ministro Padoa Schioppa ha rilasciato al Corriere della Sera...

 

Gli economisti di Barriera che ne pensano?

 

Io mi trovo abbastanza d'accordo, ma dubito sulla realizzazione pratica di misure coerenti con tali dichiarazioni...


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Inviato il 09 settembre 2006 2:24

Allora,farò un riassunto visto che avrei molte cose da dire a riguardo dei vari temi trattati...forse domani risponderò con più calma.

 

Giusto il porre la crecita come obiettivo fondamentale,passando per l'aumento della produttività....belle parole,spero non restino "il bel quadro di raffaello" che cita poco dopo visto l'attuale andazzo.L'italia oggi ha bisogno di una crescita e uno sviluppo costante:ciò che stiamo vivendo in questi mesi,è ben altro e lo sappiamo tutti,inutile illuderci.Certo è che con la fiat che ha tarscinato al rialzo l'industria una bella botta è arrivata,congiuntura o no.Corretta e puntuale la disamina sui casi enel e autostrade albertis:il tandem di pietro-schioppa ha il mio pieno appoggio per come sta giostrando le cose (chissà che ne pensa d'alema invece..autostrade...massimino..:wacko:).Dietro a San Paolo-Intesa io invece vedo altro,ma starò zitto onde evitare querele di sorta ghghg :P Bella la risposta sulla sanità invece:concordo anche su quel punto.

 

Il problema è che Padoa Schioppa a quelle belle parole ora deve far seguire dei fatti.E' questo che si aspetta il paese,indipendentemente dalal fazione politica.


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